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sabato 31 marzo 2012

Paese che vai Biomasse che trovi...

Assemblea pubblica a Castelnuovo Scrivia (Al). Sindaci, ammministratori, cittadini, schierati contro l'impianto a sorgo di Casei Gerola (PV)

Sette comuni dell'alessandrino, Castelnuovo Scrivia in testa, si stanno opponendo, a ragione, alla costruzione di una centrale a biomasse da 49,95 Megawatt termici che produrrà elettricità bruciando, ogni anno, 110.000 tonnellate di sorgo e di legno.
Il problema è che una parte dei fumi della centrale ricadranno sul loro territorio e, per loro sfortuna, la centrale, per poche centinaia di metri, si trova in Lombardia, a Casei Gerola.
E nella bella Italia che ci tocca vivere, il valore della salute non è uguale per tutti: la salute dei Lombardi vale meno di quella dei Piemontesi.
Già proprio così!
Se quella stessa centrale fosse stata presentata in Piemonte sarebbe stata subito bocciata, in quanto  non conforme alle leggi Piemontesi che obbligano il teleriscaldamento, tramite cogenerazione (elettricità+ calore) in  tutte le nuove centrali a biomasse.
Questo obbligo è a tutela della salute dell'aria e dei cittadini piemontesi e la filosofia alla base di questo provvedimento  è che il nuovo impianto non deve aggiungere nuovo inquinamento a quello elevato già presente: l'accensione della centrale deve obbligatoriamente corrispondere allo spegnimento di un numero adeguato di caldaie inquinanti.
In Lombardia, a quanto pare, i "dane'" (i genorosi contributi pubblici dei "certificati Verdi") valgono più del benessere dei suoi abitanti.
E in Lombardia ci si può permettere il lusso di far fare  affari sicuri ai privati con danaro pubblico, bruciando alimenti (il sorgo serve per produrre granella per allevamenti di polli), buttando letteralmente all'aria il 75% dell'energia termica di un combustibile povero come le biomasse e utilizzando un combustibile altamente inquinante, a parità di energia prodotta, come  sono le biomasse.
La Provincia di Pavia si appresta a votare a favore della centrale, nonostante le tante lacune del piano industriale: non esistono le macchine per tagliare e imballare il sorgo; non ci sono garanzie sugli approvvigionamenti di biomasse sul lungo periodo; nessuno ha studiato gli effetti sul terreno agricolo provocato dalla costante sottrazione di carbonio organico a causa della combustione del sorgo ; ci sono vaghe indicazioni sulla possibilità di utilizzo del calore in fantomatiche serre; non ci sono certezze sulla destinazione delle ceneri pesanti e ancor più di quelle leggere, certamente tossiche; i bilanci di gas clima-alteranti presentati dalla ditta sono palesamente lacunosi; l'ASL di Pavia ha dato un parere favorevole a patto che venga bruciata solo biomassa vergine, palesamente ignorando che la combustione di biomasse vergini, a parità di energia utile prodotta, produce più polveri sottili di un termovalorizzatore di rifiuti urbani.
Quello che stupisce è l'apparente indifferenza degli abitanti di Casei Gerola, certamente più esposti all'inquinamento, autorizzato a norma di legge, di questa nuova centrale termica e che vedranno le loro strade intasate da più di 70 automezzi pesanti al giorno che andranno sue giù, trasportando sorgo e ceneri.
Come spesso succede in questi casi, l'indifferenza ha una sola spiegazione: i Caseigerolesi non ne sanno nulla; chi hanno votato come loro rappresentanti si stanno guardando bene di informarli.


giovedì 29 marzo 2012

Come differenziare l'organico senza problemi 1)


 Il piccolo sondaggio che ho condotto a Bogliasco, ormai da un mese e mezzo alle prese con il Porta a Porta, ha evidenziato una diffusa diffidenza per la separazione e la gestione della frazione organica e per questo motivo, sono convinto, molto condomini si sono rifiutati di tenere in propri spazi privati il contenitore marrone dove conferire, negli appositi sacchetti biodegradabili, la loro frazione "umida".
Dopo aver fatto qualche sperimentazione, ecco i primi consigli per evitare odori sgradevoli.
Cominciamo dagli "imballaggi" con cui centri commerciali e la pescheria di Bogliasco confezionano carni e pesci.
Entrambi questi alimenti sono avvolti in una carta poliaccoppiata, formata da un primo strato di carta e un secondo di polietilene (plastica riciclabile) , impermeabile all'acqua, che è a diretto contatto con gli alimenti. Una volta pesati, il pacchetto che contiene carne e pesce è  inserito in un sacchetto di polietilene.
Per i tanti bogliaschini che vogliono differenziare bene sorgono i primi problemi: in quale contenitore va la carta poliaccoppiata?
Una volta tanto la tecnologia ci aiuta, in quanto lo strato interno di polietilene si separa, senza problemi dalla carta, e ecco i consigli per evitare disagi.
Tolta la bistecca e il pesce dal pacchetto, è inevitabile che sullo strato di polietilene restino tracce di sangue che, dopo qualche giorno, sprigionano odori spiacevoli.
Pertanto, la prima cosa da fare è quella di passare sotto un getto d'acqua la carta poliaccoppiata e lavar via il sangue; si scola bene e, se si vuole, si asciuga con una passata di spugna.
A questo punto si separa lo strato di polietilene (plastica) che, piegato, si mette nel sacchetto fatto con lo stesso materiale (polietilene), lo si chiude bene e si porta (tutte le sere sono valide) nel cassonetto per la plastica. Lo strato di carta si piega bene anche lui e, se si vuole per maggiore sicurezza, si mette in un sacchetto di carta per il pane. Chiuso il sacchetto di carta, il tutto se ne va nel contenitore per la carta, anch'esso utilizzabile tutti i giorni.
Si da una passata al lavandino, dove si sono fatte queste operazione, si lava bene la spugna e il gioco è fatto.
Alla prossima puntata la gestione di lische e ossi di bistecca.

mercoledì 28 marzo 2012

Il Riscatto dell'Umido a Napoli

Il 14 e 15 aprile sono a Napoli a "diffondere il verbo".
Darò una mano ai compaesani che mi hanno invitato  e che mi hanno chiesto di aiutarli a promuovere il compostaggio domestico

Bogliasco al 67% di RD

La fonte e' qualificata ( l assessore Moretti)e la notizia ci riempie di orgoglio. A Bogliasco, nonostante il tentativo di boicottaggio di alcuni, dopo un mese e mezzo di raccolta differenziata porta a porta, siamo passati dal 25% al 67% di raccolta differenziata. Ora non paghiamo più la sovrattassa regionale in quanto siamo avanti di qualche mese agli obiettivi nazionali: 65% di RD entro la fine del 2012. E stiamo risparmiando anche un bel po' di euro: ogni tonnellata di Rumenta differenziata ci fa risparmiare 90 euro di smaltimento e 14 di eco tassa regionale. A questo e' solo l'inizio. Ora partiamo con una seria politica di riduzione alla fonte e di progressivo miglioramento della qualità delle frazioni raccolte.

lunedì 26 marzo 2012

La cacca di Fido dove la metto?

Il "Porta a Porta" fa passare notti insonni a molte persone, alle prese con nuovi  amletici dilemmi:" Le deiezioni nei nostri amici animali, le loro cacche, come si differenziano?"
Una telefonata al numero verde della società che organizza il Porta a Porta nella mia Bogliasco, mi ha risolto tutti i dubbi.
"La lettiera, con i bisogni solidi e liquidi dei vostri amici a 4 zampe, va nel secco non riciclabile".
A questo punto sorge un nuovo problema, perché il secco, qui a Bogliasco, si ritira una volta alla settimana.
" Non sarà che dopo tutti questi giorni mi impuzzolentisce la casa?"
La gentile signorina del numero verde, ci offre la soluzione: "Metta tutto in un sacchetto di plastica e lo chiuda bene".
Sarà!
Meno male che in casa ospito solo un riccio di mare, qualche gamberetto e una bavosa, nel mio piccolo acquario mediterraneo, in perfetto equilibrio ecologico a "rifiuti zero". 
E gli ospiti a due zampe?
Mi  accorgo ora di essermi dimenticato di chiedere come si differenziano le cacchette del canarino e gli scarti di miglio dei suoi pasti.
Dopo averci un pò pensato, viste la quantità e la natura di questo materiale post consumo, non ho dubbi!
"Nell organico compostabile!"

domenica 25 marzo 2012

Il bio metano ci darà una mano.

Venerdi scorso visita a Genova Reti Gas, l'azienda nata dalla ristrutturazione della vecchia AMGA di Genova. E' stata la prima uscita con i miei 8 allievi del primo Corso di Economia Domestica (per uscire indenni dal terzo millennio) organizzato dalla neonata Università Popolare. Nelle precedenti lezioni, dai consumi del gas sulla bolletta abbiamo calcolato la classe energetica delle nostre case , abbiamo fatto semplici esperimenti per identificare i punti freddi di un appartamento e per meglio comprendere come il calore si disperde e si può conservare. La visita alle Gavette, sede storica delle aziende del gas genovesi, ci ha permesso di capire come Genova, a partire dal 1850 si illuminava e si riscaldava con il gas prodotto dalla distillazione del carbone, fino ad arrivare ai giorni nostri in cui abbiamo potuto superare il freddo siberiano con il gas naturale che dal mare del Nord ha attraversato tutta Europa, fino alle nostra case. Nell' interessante incontro con i tecnici della GRG abbiamo imparato due cose molte interessanti: 1) con due- tremila euro, e' possibile installare nel cortile condominiale una colonnina per fare il pieno di metano di un piccolo parco vetture a metano. I requisiti di sicurezza, visto che il sistema e' a bassa pressione, sono minimi. C'è da chiedersi come mai non ne sa niente nessuno. Con i prezzi della benzina, avere la comodità di ricarica di notte la propria auto con il metano , permette di ammortizzare in poco tempo l'investimento. 2) abbiamo scoperto che la GRG e' obbligata a ricevere e mettere in rete il bio metano auto prodotto, chiunque sia il produttore. Per chi ancora non lo sa, il bio metano si ottiene dal biogas opportunamente depurato per aumentare la concentrazione di metano puro e quindi il potere calorifico. A sua volta il biogas si produce con semplici trattamenti biologici della frazione organica ( scarti di cibo, sfalci d'erba, fanghi depurazione acque). Insomma il biogas che oggi e' estratto dalla discarica di Scarpino e bruciato per produrre solo energia elettrica, spreca il70 % del suo potenziale termico. Lo stesso biogas, depurato a bio metano e immesso nella rete può essere utilizzato per tutti gli usi possibili da questo combustibile pulito, con una elevata efficenza termica. Insomma a costo zero, grazie ai propri scarti biodegradabili,Genova e i genovesi avrebbero il teleriscaldamento e la cogenerazione con un impatto ambientale assolutamente identico a quello attuale, impatto riducibile se, invece del pirogasificatore, si investisse in efficenza energetica di tutti gli edifici pubblici.

sabato 24 marzo 2012

Marcia indietro tutta, si torna alla legna!

Mi scrive Mario (nome di fantasia ma testimonianza vera)

 "Le scrivo dalla provincia di Alessandria e precisamente Masio, ma il problema riguarda tutti i paesi. Il metano nelle nostre zone c'è da circa trent'anni e fino a tre o quattro anni fa tutti andavano a metano. Adesso quasi tutti  hanno la stufa a legna e bruciano tutto il giorno; in ogni paese ci sono duecento o trecento camini che sputano fumo.
Io sono diventato ipersensibile e quando accendono le stufe il fumo entra in casa e mi fa stare male.
Ho fatto una ricerca approfondita sul fumo di legna e ho letto che è dannoso per il sistema respiratorio cardiocircolatorio, che in Lombardia è proibito l'uso di stufe e camini sotto i 300 metri per il ristagno dell'aria,che anche a Torchiarolo, in Puglia sono stati trovati alti livelli di inquinamento da stufe a legna e perciò ne è stato vietato l'uso: sia a Capannori in toscana, che a Londra i camini sono solo a gas ed è vietato l'uso delle stufe a legna.
Negli altri stati sono obbligatori filtri per le emissioni dai camini a legna.
Ma se parli con la gente e dici che il fumo di legna è dannoso per la salute ti prendono in giro.
Ma se la stufa a legna può avere senso in montagna, dove non arriva il metano e le case sono lontane tra di loro, è veramente dannoso quando nel raggio di cinquanta metri hai cinque o sei stufe che intossicano l'aria. La ringrazio per la sua gentilezza e la saluto molto cordialmente.
Mario"

 Mario ha assolutamente ragione.
 Che il fumo di legna sia pericoloso per la salute (e non solo per chi e' ipersensibile all 'inquinamento) e' ampiamente documentato e, nel 2010, l 'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro ha inserito il fumo di legna tra i possibili cancerogeni umani.
L' aumento del consumo di legna e' dovuto a motivi economici. La legna costa meno del metano, e anche questo e' un segnale di allarme degli effetti della crisi finanziaria in atto.
Ma per quale motivo nessuno spinge ad investire nell'isolamento termico delle abitazioni che, in Italia, sono spesso dei "colabrodo" di calore, a danno degli utilizzatori, dell ambiente, della salute ?
Per quali motivi si regalano montagne di danaro pubblico per incentivare inquinanti centrali che bruciano legno e altre biomasse per produrre elettricità, e nessuno pensa di  dirottare questi soldi a sostegno d'interventi di efficienza energetica su tutti gli edifici pubblici e privati, in classe energetica G (la peggiore e quella dominante nelle case costruite dal dopoguerra ad oggi)?

giovedì 22 marzo 2012

Pubblicità a domicilio? No grazie!


Quanta pubblicità ricevete nella vostra cassetta delle lettere di cui non vi interessa nulla?
Anzi ,siete pure seccati dal fatto che dovete togliere tutti quei depliant, tutti uguali, e se avete senso civico, andarli a mettere nel contenitore della carta.
Domani, se mai il vostro comune decidesse di passare ad una vera tariffa rifiuti,  vi toccherà anche pagare per lo smaltimento o il riciclo di tutta quella carta.
Un rimedio e' possibile!
Mettere sul portone, sopra la buca delle lettere, un chiaro avviso:
"Questo condominio non gradisce la pubblicità " .
Molti lo hanno fatto, compreso il sottoscritto, ma con scarso esito, almeno a Bogliasco.  Il ragazzo incaricato per la distribuzione continua a riempire tutte le buche delle lettere, come se niente fosse.
Eppure anche questo problema si potrebbe risolvere con efficacia.
Per fare rispettare la vostra legittima richiesta,  il vostro comune dovrebbe sottoscrivere con chi si fa questa pubblicità (di solito un centro commerciale della zona) un chiaro accordo:
"Se ti impegni a non fare consegnare tua pubblicità a chi espone un cartello che esprime contrarietà a questo tuo servizio, ti facciamo uno sconto sulla tua tariffa rifiuti; però alla prima segnalazione di infrazione a questo accordo, lo sconto te lo scordi per sempre!"
Ovviamente, l'infrazione è facilmente documentabile in quanto ogni volantino porta nome e cognome di chi lo ha fatto stampare. Può bastare una fotografia con il cellulare da inviare ai vigili del paese,
Che ve ne pare? Potrebbe funzionare?
Proprio adesso mi è venuta l'idea, che giustamente, uno sconto spetterebbe anche al condomio che decidesse di rendere visibile la sua contrarietà a questo tipo di pubblicità.


ps: divertitevi a pesare quanti chili di pubblicità indesiderata vi arriva in un anno!

Sconti alla "spina"

Ieri l'assessore all'Ambiente del Comune di Capannori, Alessio Ciacci, invitato da SEL, ci ha illustrato tutte le scelte realizzate, per fare di Capannori un comune virtuoso. Quella, a mio avviso più interessante, e' l'aver deliberato di riconoscere uno sconto sulla Tariffa Rifiuti (TIA) a tutti i centri commerciali che installano distributori di prodotti sfusi. Lo sconto riconosciuto e' proporzionale alla quantità di imballaggi che questi distributori riescono ad evitare. Non per vantarmi, ma da tempo avevo suggerito questa scelta all' Assessore all' Ambiente di Genova e all' amministratore delegato dell' AMIU. Entrambi mi hanno fatto capire che era una buona idea, ma nessuno dei due ha fatto nulla. Vuol dire che tornerò alla carica con il nuovo Sindaco. Gli proporrò che sconti sulla TIA siano riconosciuti a tutti i mercatini dell'usato, a chi metterà a disposizione dei clienti, all' uscita del suo negozio, contenitori per lasciarvi gli imballaggi di terzo livello(quelli che servono per la pubblicità e per farti comprare più pezzi), agli alberghi che sostituiscono saponi e shampoo "usa e getta" con dispenser, ai ristoranti che offrono (gratis) l'acqua in caraffa, ai centri commerciali che metteranno a disposizione dei clienti macchinette per il vuoto a rendere di bottiglie di plastica, vetro e lattine.

martedì 20 marzo 2012

Difendiamo il latte delle mamme

Volentieri allego il comunicato dell'iniziativa promossa dall'amica Patrizia Gentilini, a tutela dell'integrità del latte materno.
E' un'iniziativa che appoggio totalmente e che vi invito a far conoscere a tutte le mamme e ai papà.
Sottolineo il fatto che l'Italia è uno dei pochi Paesi che non si è ancora dotato di una banca del latte umano, utile per studiare l'evoluzione della esposizione nostra e dei nostri figli ai numerosi composti di sintesi o prodotti dalle combustioni che caratterizzano questo modello di sviluppo.
Voglio solo ricordare che alcuni anni or sono avevo scritto una proposta di ricerca, in collaborazione con il Gaslini di Genova, che si proponeva di realizzare una banca regionale del latte, finalizzata ad individuare possibili situazioni a rischio. L' obiettivo, in questi casi, era quello d'individuare le fonti di contaminazione del latte materno ed intervenire in modo mirato per eliminarne.
Non se ne fece nulla, in quanto il Direttore Scientifico dell'IST di Genova, valutò non interessante questa proposta e neanche l'inviò al Ministero.
F.V.


Tuteliamo il futuro dei nostri figli proteggendo l’ambiente, a partire dal latte materno!

Con la lettura del messaggio augurale del Presidente della Repubblica, con i saluti dei Presidenti di Senato e Camera ed in presenza di un folto pubblico di politici, giornalisti e cittadini giunti da ogni parte d’Italia, è stata lanciata a Roma il 19 marzo  nella sala stampa della Camera, la “Campagna Nazionale per la difesa del latte materno dai contaminanti ambientali” www.difesalattematerno.wordpress.com

Il Latte Materno è un Bene Comune di inestimabile valore, nutrimento insostituibile per la salute ed il benessere di tutti i bambini, ma è oggi purtroppo minacciato, al pari di altri Beni Comuni, dal profitto e dall’inquinamento. Le sostanze inquinanti si diffondono infatti nell’aria, nel suolo e nell’acqua, entrano nella catena alimentare, si ritrovano nei nostri corpi ed  in particolare i Contaminanti Organici Persistenti (POP)  fra cui diossine, PCB, pesticidi ecc. si depositano nei tessuti adiposi. Queste sostanze sono in grado di danneggiare la nostra salute, le cellule germinali, ma soprattutto l’embrione ed il feto durante la vita intrauterina e si ritrovano anche nel latte materno che diventa quindi un importante “indicatore” della salubrità dell’ambiente. Il biomonitoraggio  del latte materno viene raccomandato dalla OMS ed eseguito in modo sistematico da decenni in moltissimi paesi europei;  ma  non purtroppo in Italia dove le indagini sporadicamente eseguite mostrano livelli superiori a quanto si riscontra in altre nazioni. Le associazioni promotrici la Campagna ricordano che gli  studi scientifici dimostrano che i bambini non allattati al seno, oltre ad essere più soggetti a malattie a malattie acute e croniche,  se la cavano peggio anche in caso di ambiente inquinato in quanto  il latte materno mantiene - pur in presenza di contaminanti - tutte le sue virtù benefiche. L’allattamento va pertanto in ogni modo promosso ed incentivato in quanto rappresenta un vero “antidoto” alla esposizione agli agenti tossici,  ma da questi va  ovviamente preservato  e difeso nel modo più efficace  possibile. Le richieste della campagna sono molto specifiche e concrete: l’istituzione di un biomonitoraggio, la ratifica della Convenzione di Stoccolma  (che ha come obiettivo la difesa della salute umana dai POP  e che  l’Italia, unico paese in Europa, pur avendola sottoscritta  non ha  ancora ratificato), la messa al bando di pratiche inquinanti ed assolutamente evitabili come l’incenerimento di rifiuti e biomasse, l’ istituzione di controlli più stringenti per gli impianti in essere e la approvazione di un marchio “dioxin free” per gli alimenti. Le associazioni promotrici della  Campagna, pur molto diverse fra loro, sono accomunate dalla ferma volontà di salvaguardare  la salute dei bambini italiani in cui  si riscontrano crescenti segnali d’allarme: aumento di disfunzioni ormonali, diabete, malattie auto-immuni, disturbi dell’apprendimento  e soprattutto una  incidenza di cancro nettamente maggiore rispetto agli altri paesi europei, nonchè una progressiva diminuzione della speranza di vita come indicano i dati eurostat. I Promotori della Campagna intendono in primo luogo informare tutti i cittadini e sensibilizzare politici e istituzioni su problematiche di tale rilievo,  chiedono a gran voce che il buon senso prevalga e che si passi finalmente dalle parole ai fatti per salvaguardare, attraverso la tutela del Latte Materno, il diritto dell’infanzia ad una Vita di salute e di pieno benessere .
Le portavoci della Campagna:  Paola Negri e Patrizia Gentilini cell. 3405995091 per contatti : difesalattematerno@gmail.com, patrizia.gentilini@villapacinotti.it, pachiti@gmail.com
   ISDE Italia - Associazione Medici per l'Ambiente (http://www.isde.it)
IBFAN Italia (http://www.ibfanitalia.org)
 MAMI - Movimento Allattamento Materno Italiano (http://www.mami.org)
Minerva Pelti Onlus - Associazione di genitori di bambini oncologici per la Prevenzione e Lotta ai Tumori Infantili (http://www.minervapelti.it)
PeaceLink – telematica per la pace (http://www.peacelink.it) ACP –
Associazione Culturale Pediatri (http://www.acp.it)
ANDRIA Associazione Scientifica (http://www.associazioneandria.it/)
 GaaF - Gruppo Allattando a Faenza (http://allattandoafaenza.blogspot.com)
Mamme per la Salute e l'Ambiente Onlus - Venafro (http://www.mammesaluteambiente.it)

lunedì 19 marzo 2012

PaP a Bogliasco: i bambini ci guardano 3)

Riprendiamo i pensierini dei ragazzini/e delle scuole medie di Bogliasco, da oltre un mese  alle prese con la raccolta differenziata Porta a Porta.
Oggi tocca a Graziella (nome di fantasia) che, con grande proprietà di linguaggio, scrive:
"A mio avviso il problema più grande è rappresentato dalla frazione organica nella quale devono essere conferiti ad esempio gli scarti del pesce. Anche se ora non fa caldo come nel periodo estivo tenere in casa questi scarti per molti giorni non è raccomandabile".
Graziella,  evidenzia un altro problema  "organico": le deiezioni canine.
 "Non potendo tenerle nel bidone della cucina per giorni, la mia vicicna di casa, che ha due cani è costretta ad andare più volte fino in piazza a S. Bernardo, dove c'è l'unico bidone della zona. Io penso che questa scomodità possa indurre qualcuno a lasciare gli escrementi per strada".
In un prossimo post cercherò di darvi qualche consiglio su come gestire la carta in cui sono stati confezioni carta e pesce per evitare odori fastidiosi. Ovviamente ben vengano vostri consigli e vostre esperienze a riguardo.
Tuttavia, confesso che alle deiezioni canine non avevo pensato, forse perchè non ho mai tenuto un cane.
Ma i cani non si portano a spasso proprio per farli liberare nelle pubbliche vie delle loro deizioni?
In questo caso, un padrone di cane, ligio alle vigenti disposizioni, deve raccogliere le deiezioni solide del suo animaletto  e deporle nei cestini dei rifiuti indifferenziati, posti in buon numero lungo la strada.
Mi sembra che invece siano i gatti il vero problema, in quanto, di solito il micio di casa ha una sua scatola piena di sabbietta, dove liberarsi. E poi la sabietta con "annessi e connessi" deve essere smaltita, ma dove?
Ho consultato le istruzioni per il PaP che il comune ci ha fornito, ma di deiezioni canine e gattine non ho trovato traccia.
Domani chiamo il numero verde e vi farò sapere

domenica 18 marzo 2012

Il Porta a Porta non e' per vecchi

La raccolta differenziata spinta costringe tutti a cambiare abitudini, una cosa che si fa malvolentieri.
Uno dei motivi di dissenso più diffuso e' quello che tira in ballo i "nonni", le persone anziane che non sarebbero in grado di riconoscere la plastica dalla carta, e figuriamoci se scendono le scale a tarda sera per esporre i loro scarti negli orari previsti, per non parlare dei pannoloni...
A parte che non ho ancora sentito nessun "nonno/a" lamentarsi delle nuove regole, non posso fare a meno di ricordare che mio nonno non buttava via niente, raccoglieva religiosamente ogni pezzo di spago che teneva tutti insieme per la bisogna e utilizzava l'acqua della pasta per coltivare funghi in cantina.
Mi sa che ho preso da lui!
A dire il vero, nelle mie interviste Bogliaschine del post PaP, una fondata critica di una signora di una certa età l'ho colta.
Il calendario distribuito a tutte le famiglie ( vedi foto) che ricorda i giorni in cui depositare le varie frazioni, e' scritto con caratteri troppo piccoli; un problema diffusissimo in tutta la segnaletica pubblica, fatto da chi vuol rimanere "giovane" a tutti i costi e si dimentica delle esigenze, facilmente accontentabili, della maggioranza "grigia", forse un po' troppo silenziosa.
Spero proprio che, l'anno prossimo, il mio Sindaco possa porre rimedio a questa disattenzione.

venerdì 16 marzo 2012

Custa quel che custa, viva l'Austa (a biometano)

Oggi, la stampa di Aosta, dopo la mia audizione del 14 marzo e quella di altri tre colleghi, riferisce che uno di loro, il dr  Viviano dell'Istituto Superiore di Sanità, a proposito dei trattamenti meccanico biologici, da me preferiti al gassificatore, abbia detto "Non è una gran scoperta e non è risolutore, come dimostra l’esperienza in Campania dove ci sono 6 milioni di ecoballe in attesa di essere smaltite”.
Conoscendo personalmente il dr Viviano, dubito che  abbia fatto, alla lettera, queste affermazioni.
Il dr Viviano sa bene, quanto il sottoscritto, che i trattamenti meccanico biologico  per la gestione dei materiali post consumo residuali alla raccolta differenziata sono comparsi sulla scena mondiale almeno venti anni or sono e che nell'ultimo decennio si sono rapidamente imposti per i loro intrinseci vantaggi: bassi costi di costruzione e di gestione, flessibilità d'uso, bassi impatti ambientali, possibilità di recupero energetico del biogas prodotto a partire dalla frazione umida.
Se la Campania ha il problema dei 6 milioni di ecoballe, anche il dr Viviano sa che ciò è dovuto al fatto che i diversi commissari, succedutisi a gestire l'emergenza, hanno tutti fortemente voluto i "termovalorizzatori" come trattamento finale.
In questo caso, i trattamenti meccanico biologici campani sono stati mal utilizzati, in quanto dovevano produrre la maggior quantità possibile di combustibili da rifiuto con cui alimentare i "termovalorizzatori", appunto le ecoballe.
Quindi non è un caso che in Campania non sia stato ancora realizzato nessuno dei dieci impianti di compostaggio previsti, un trattamento meccanico biologico tra i più semplici ed economici, assolutamente contrario, per le sue intrinseche caratteristiche, alla scelta politica di incenerire tutto e di più.
Da quanto ho saputo, sembra proprio che la Val D'Aosta, in piccolo, voglia rifare gli stessi errori della Campania, rinunciando a priori a serie politiche di riduzione, di riciclo, di trattamenti biologici; tutto questo, per favorire tecniche a caldo e per avere, a tutti i costi, prima un "termovalorizzatore" e ora un pirogasificatore.
Gli impianti di trattamento meccanico biologico di cui ho parlato alle Commissioni sono i digestori anaerobici per il trattamento della frazione organica dei rifiuti, nella versione più moderna ed innovativa.
Quella che depura il biogas prodotto per via biologica, in modo da ottenere metano ad alta purezza da comprimere ed immettere nella rete di distribuzione del gas già esistente in Val D'Aosta.
Con questa scelta, l'attuale inquinamento prodotto dagli impianti a metano attivi nella Regione resta immutato e è noto che, tra tutti combustibili, a parità d' energia prodotta, il metano è quello con minori emissioni inquinanti, nanoparticelle comprese.
I residui della digestione anaerobica, simili a fanghi, mescolati con legno triturato (potature di viti e alberi da frutto) e sottoposti a trattamenti di compostaggio, in apposite biocelle, possono essere trasformati in compost di alta qualità  da utilizzare nuovamente nei vigneti e nei frutteti Valdostani.
Tutti questi trattamenti sono assolutamente autosufficenti dal punto di vista energetico, in quanto  utilizzano calore ed elettricità autoprodotti con sistemi di cogenerazione alimentati con biometano.
Insomma, con queste scelte, si crea di fatto un sistema a "rifiuti zero" e a bassissimo impatto ambientale, in grado di risolvere economicamente il problema della gestione di tutta la  frazione organica prodotta in Valle.
L'unico problema di questa scelta è quello di riorganizzare la raccolta in modo che anche la frazione organica sia differenziata. Non son disposto a credere che i Valdostani non siano capaci e disponibili a fare bene una raccolta differenziata, organico compreso.
Non altrettanto si può dire, per quanto riguarda l'impatto ambientale, se la scelta  valdostana continuerà ad essere quella della piro-gassificazione.
Questa è una tecnica che, per il trattamento di rifiuti indifferenziati, è ancora in fase sperimentale e per questo poco usata a livello industriale.
Inoltre, la piro-gassificazione, a parità di energia prodotta, immette in atmosfera inquinanti tossici (ossidi di azoto, polveri sottili, policiclicii aromatici) in quantità maggiore di quelli prodotti dal metano.
E mentre il metano, bruciando, non produce ceneri, la pirogasificazione  produce anche rifiuti liquidi e solidi che, a causa della loro tossicità, occorre inertizzare e mettere in discarica.

Obesità

Sui finestrini dei mezzi pubblici genovesi è comparso questo manifesto, che publicizza abiti per persona sovramisura.
Collegato a questo manifesto ci sono diversi messaggi preoccupanti.
Quello più immediato è che la crisi sta picchiando e  gli italiani risparmiano sul rinnovo del guardaroba.
Industrie e negozi dell'abbigliamento cercano  di rimediare cercando nuovi mercati: le persone fuori taglia, a causa del loro sovrappeso.
Il secondo messaggio preoccupante è che questa pubblicità rende evidente che anche l'Italia, è colpita da una epidemia di obesità che, negli USA, riguarda il 54% dell'intera popolazione.
Il terzo messaggio preoccupante è che a causa di questa epidemia, la crisi economica è destinata a peggiorare, in quanto una popolazione obesa è ad elevato rischio di malattie gravi (diabete, ipertensione, infarto...) la cui cura peggiorerà ancor di più il deficit dei bilanci pubblici.
Infine da questo manifesto emerge un altro problema sottovalutato: le vere cause di questa epidemia.
L'ipotesi di poco movimento e cattiva alimentazione a base di cibo "spazzatura" è vera ma è molto probabile che sia solo una concausa.
Diversi studi stanno dimostrando che l'obesità possa essere la causa dello "stress cronico" che oggi non risparmia nessuno, nemmeno i bambini, anch'essi vittima di questa epidemia.
La molecola chiave che potrebbe spiegare tutto questo è il cortisolo, molecola prodotta da surrene ed ipofisi, che è una risorsa salvavita, nel caso normale di uno "stress acuto", quello che un nostro antenato doveva affrontare quando, ad esempio, era minacciato da un animale feroce o da un suo nemico.
In questo caso, l'immissione nel sangue di una grande quantità di cortisolo, gli permetteva di affrontare al meglio il pericolo e possibilmente superarlo.
Tra gli effetti del cortisolo c'è il rallentamento del metabolismo che, nel breve tempo permette di sfruttare l'energia chimica del cibo per fuggire o per combattere. Di conseguenza una situazione di stress protratta nel tempo, con una continua liberazione di cortisolo, inevitabilmente porta all'aumento di peso.
Il problema grave è che siamo tutti sotto stress per scelta del sistema, il "logorio della vita moderna" che un amaro a base di carciofo avrebbe dovuto annullare.
E' lo stress cronico che la ricetta Monti (competitività, flessibilità, innovazione, successo) e il neoliberismo imperante ci impongono.
Ne usciremo?

giovedì 15 marzo 2012

Differenziare e riciclare conviene

Non tutti gli annunci di aumenti ci devono far disperare.
In questi giorni l'Associazione dei Comuni Italiani (ANCI) e il Consorzio Nazionale Imballaggi (CONAI) comunicano che, per i comuni che fanno raccolta differenziata di qualità e consorziati con il CONAI,  aumentano gli introiti per i materiali raccolti.
Qualche esempio: per quanto riguarda l’acciaio, si va da 38,99 €/ton (contro 38,27 del 2011) per frazioni estranee tra il 15 e il 20% fino a 85,07 €/ton (erano 83,51) con impurità limitate al solo 5%. Per la raccolta dell’alluminio si va da 177,21 €/ton (erano l’anno scorso 173,96) a 434,77 (contro 426,79). Per i rifiuti di imballaggi cellulosici si passa dai 91,38 ai 93,09 €/ton. Per quelli di legno da raccolta pubblica vengono corrisposti dai 7,10 €/ton ai 14,18 per qualità superiori. Per il vetro, invece, in fascia d’eccellenza, il corrispettivo è di 38,27 €/ton (contro i 37,57 dell’anno scorso). Più variegati e diversificati sono contributi per i materiali in plastica. Comunque, anche in questo caso plastiche monopolimero post consumo (i famosi tappi di plastica) valgono almeno 246 euro.
Per chi non lo ha ancora capito, se il vostro Comune si accorda con il CONAI, questo corsorzio, per ogni tonnellata di acciaio, alluminio, cartae cartoni, legno, vetro, plastiche, con poche impurezze ( conferimenti sbagliati) versa nelle casse del vostro Comune le cifre che avete letto nel precedente paragrafo.
Secondo una stima Conai, un comune di 100.000 abitanti, con una raccolta differenziata complessiva intorno al 45%, in prima fascia di qualità per la raccolta di tutti gli imballaggi, può arrivare a ricevere corrispettivi pari a circa 1 milione di euro.
Con i miseri bilanci comunali di questi giorni ci si possono fare molte cose buone con tutti questi soldi.
E pensare che c'è ancora chi chima "rifiuti" materiali che valgono più del petrolio e del carbone ( siamo sui 30-50 euro a tonnellata).
L’ultimo dato disponibile (2010) afferma che sono 285 milioni di euro di corrispettivi Anci-Conai erogati a livello nazionale, in aumento del 5% rispetto all’anno precedente.
Chi pensa che la raccolta differenza non serva ("Va tutto in discarica !) e chi continua a raccontare che "La differenziata costa troppo" è servito.
Per cortesia fate girare questa informazione.


Val d'Aosta a tutto gas

Ieri ho partecipato ad una audizione delle commissioni salute e ambiente invitato dalla Regione Valle d'Aosta.
Compito delle Commissioni, dare un parere sulla richiesta di 11.000 cittadini di promuovere un referendum propositivo che, in nome di un costante miglioramento della qualità ambientale della Valle, prevede di chiudere la gestione dei rifiuti solo con trattamenti a freddo.
Oggi, solo Liguria e Val D'Aosta non hanno trattamenti termici dei rifiuti e questo non e' necessariamente un difetto, in quanto, senza vincoli, permette di fare scelte innovative e vincenti, quali il modello Italia Nostra che Genova ha, in parte, attuato: ridurre, riciclare e compostare e infine trattare l'indifferenziato residuale con sistemi meccanico biologici con recupero di materia.
Gli abitanti equivalenti (residenti e turisti) della Val D'Aosta sono più o meno 150.000.
Con questi numeri, l'ipotesi di un termo-valorizzatore non regge economicamente e quindi ora si punta ad un gasificatore più piccolo, dove si dovrebbe trattare un po' di tutto, compresa la frazione organica che "stranamente" non si vuole raccogliere in modo differenziato e nemmeno compostare. Un certo "brivido" ha attraversato le commissioni quando ho prospettato l'ipotesi che organico e fanghi di depurazione acque prodotti in Val D'Aosta, potrebbero essere trasformati biologicamente in bio-metano da immettere in rete.
Ho spiegato ai membri delle Commissioni che questa scelta e' la migliore dal punto di vista ambientale, in quanto, al contrario della pirogasificazione, non residua ceneri e scarti pericolosi (sottoprodotti della pirogasificazione), non aumenta l'emissioni di inquinanti della vallata e, se usato in impianti di trigenerazione(calore, frigorie, elettricità) potrebbe ulteriormente ridurre l'inquinamento presente in Regione.
Dalle reazioni del presidente alle mie valutazioni e' evidente che il partito del pirogasificatore e' molto forte.
Ulteriori valutazioni sull' incontro nei prossimi post.

martedì 13 marzo 2012

Tolleranza zero

A Bogliasco, dopo un mese dall'avvio del Porta a Porta, continuano i conferimenti sbagliati e il Comune è passato alle scelte "forti" e con volantini posti su tutti i contenitori della frazione organica avverte che è vietato l'abbandono dei rifiuti e che chi lo fa rischia multe molto salate.
Non sono in grado di valutare l'effetto di questo avviso anche se la situazione si sta normalizzando. Tuttavia, visto che qui sono veramente poche le multe ad auto di bogliaschini in sosta vietata, questo tipo di informazione rischia il fallimento delle "grida" di manzoniana memoria.
Mi permetto di suggerire un altro messaggio a firma del Sindaco:
"Caro Bogliaschino, ti invito a seguire con grande attenzione le nuove regole per la raccolta differenziata.
Ti ricordo che differenziare è un obbligo nell'interesse tuo e di tutto il nostro paese.
Il riciclo di frazioni ben differenziate non ci costa nulla e se fatto veramente bene, permette al Comune di ricevere danaro dal Consorzio Nazionale Imballaggi.
Un conferimento sbagliato  ci costringe a mandare in discarica l'intero contenuto del cassonetto e questo costa al Comune, a tutti i Bogliaschini e anche a te,  90 euro a tonnellata e 17 euro di ecotassa regionale. Sono tutti soldi sottratti all'assistenza agli anziani, alle scuole, alla manutenzione dei marciapiedi. 
Grazie per la collaborazione"

lunedì 12 marzo 2012

Cronache abruzzesi

Durante la bella cena che gli amici di Lanciano mi hanno offerto, in cambio della mia relazione di domenica mattina, sui problemi ambientali e sanitari della combustione di biomasse, ho sentito racconti interessanti sulle cose incredibili che succedono in questo lembo d'Italia.


A Pescara, il locale cementificio è stato autorizzato a bruciare Combustibile da Rifiuto (CDR), in cambio di 800.000 euro.
Il Comune ha utilizzato questi soldi per acquistare il "Calice "di Toyo Hito, una moderna fontana in plexiglass.
Purtroppo l'autore e la civica amministrazione non hanno previsto l'ondata di freddo siberiano e, dopo pochi giorni dalla sua inaugurazione in pompa magna, il calice si è ghiacciato e si è rotto in mille frantumi.
Forse è un segno del destino che ha voluto colpire la singolare e perniciosa iniziativa pescarese che per promuovere la "cultura" non trova altra soluzione che monetizzare  il rischio ambientale dei suoi concittadini.


domenica 11 marzo 2012

Da Lanciano sfida alle biomasse selvagge

A Lanciano, a pochi chilometri dalla fatidica Vasto, IDV e SEL hanno lanciato la loro offensiva comune per frenare il proliferare di centrali a biomasse in Abruzzo.
Quest'evento storico è avvenuto stamane, ad un convegno organizzato da queste due forze politiche dal titolo, un pò forte: "BIOMASSE: prima che sia troppo tardi".
Due i relatori, il sottoscritto, a cui è stato affidato il delicato compito di parlare "Di Malambiente si Muore" e il prof. Giulio Lucchetta, dell'Universita di Chieti con un titolo non meno impegnativo, "Cosa diranno i nostri figli?".
Hanno introdotto le nostre relazioni, Gianni Melilla, coordinatore Regionale SEL e il coordinatore Regionale  IDV, Alfonso Mascitelli; la presenza di quest'ultimo, Senatore, fa ritenere che l'offensiva politica al facile affare delle Biomasse sovvenzionate possa, dall'Abruzzo, anche arrivare a Roma; questo almeno è la mia speranza.
Il fatto che il senatore Mascitelli abbia citato la mia richiesta, inviata al Presidente Monti, di cancellare le sovvenzioni pubbliche alla combustione delle biomasse, mi fa ben sperare.
Come si dice, se sono rose fioriranno.
Intanto i due capogruppi regionali di SEL (Franco Caraminico) e di IDV ( Carlo Costantini) hanno presentato proposte di legge Regionale, per mettere paletti e freni al dilagare di piccole e grandi centrali, con smania di bruciare tutto e di più.
E infine chiudo questa cronaca da Lanciano, osservando che, dopo anni che giro l'Italia, invitato da decine di comitati e da qualche Sindaco contrario a questi impianti, per la prima volta ho visto tanti amministratori pubblici presenti sul tavolo dei relatori e tra il pubblico: tutti molto attenti e interessati alle nostre due relazioni, per tutta la loro durata.
Chi sa se, questa volta, il Biomass Buster si a,finalmente riuscito a convincere qualche decisore politico a fare la scelta giusta.
Al Convegno mancavano rappresentanti ufficiali del PD, ma questa è un'altra storia.

giovedì 8 marzo 2012

Ce lo chiede l'Europa

Sono molte le cose che L'Europa ci chiede, ma non so perchè, il nostro Paese fa sempre "l'orecchio da mercante" (fa finta di non sentire) proprio alle richieste europee che gli Italiani gradirebbero fossero introdotte nel nostro vivere quotidiano.
L'ultima tirata di orecchi dell'Europa, che ci accumuna a Cipro e Romania, è la scarsa attenzione di questi tre paesi all'etichetta che classifica l'efficenza energetica degli elettrodomestici.
Sembra una schiocchezza, ma una corretta e diffusa etichettatura di televisori, frigoriferi, cellulari, lampadine.. e ancor di più, un'ampia campagna d'informazione sul risparmio energetico, oltre ad orientare gli acquirenti verso apparecchiature che consumano meno energia, spingerebbe anche i produttori ad investire sull'efficienza energetica dei loro prodotti.
E anche questo è innovazione, maggiore competitività e nuovo lavoro.
E non dimentichiamoci che meno energia sprechiamo, meno inquinamento produciamo.
E ad un minore inquinamento corrisponde più salute e un popolo più sano ha meno necessità di ricorrere a medicine e ospedali e così facendo pesa meno sul debito pubblico...


martedì 6 marzo 2012

PaP a Bogliasco: i bambini ci guardano 2)

Ecco il secondo "pensierino" di uno studente delle scuole medie di Bogliasco, un bel paesino ligure da circa 20 giorni alle prese con la nuova raccolta ( Porta a Porta) dei suoi Materiali Post Consumo.

"Non sta andando tanto bene perchè a qualche persona non va molto bene allora per ribellarsi buttano tutta la roba dentro un cassonetto che per loro è come l'indifferenziato. Poi vorrei fare un osservazione quando noi per esempio cuciniamo il pesce gli scarti li buttiamo nell'umido ma dato che l'umido si ritira ogni settimana poi dopo 3 o 4 giorni inizia a puzzare e allora siamo costretti a portarlo dove non fanno questa raccolta. A me questa raccolta sembra molto utile così saremo dei veri ecologisti"

Commento
A parte la punteggiatura che ignora l'uso della virgola, Roberto (nome inventato) segnala un fatto vero: qualche Bogliaschino non ci vuole sentire e non è disposto a cambiare abitudini.
Comunque, a distanza di qualche giorno, sembra che la situazione sia migliore.
Il tema del pesce che puzza lo troveremo in altri "pensierini", ma la mia impressione è che questo disagio sia più psicologico che reale. Infatti Roberto (la sua famiglia?) sembra che non abbia letto con attenzione le istruzioni che il Comune ha fornito a ogni famiglia. La raccolta della frazione organica (questa è la sua denominazione corretta), d'inverno si effettua due volte alla settimana e precisamente il mattino di lunedì e venerdì; d'estate i ritiri  settimanali saranno tre. Pertanto se, ad esempio, la famiglia di Roberto mangia pesce venerdì sera, le lische si tengono in casa al massimo per due giorni e con qualche attenzione, che spiegheremo nel prossimo post, le lische difficilmente possono produrre odori fastidiosi. Ho anche il dubbio che Roberto confonda il "l'umido" con il "secco", in quanto è questa la frazione che a Bogliasco viene raccolta una volta alla settimana.
Da quanto scrive Roberto (siamo costretti a portarlo dove non fanno questa raccolta), temo che la sua sia una delle tante (?) famiglie bogliaschine che hanno deciso di esportare i rifiuti nel comune vicino, Genova, dove (ahime) la raccolta porta a porta, per il momento, non si fa e i cassonetti (per l'indifferenziato e il riciclo) sono tutti ad accesso libero.
Ricordo che esportare rifiuti è un'infrazione grave per i quali i vigili di Genova, difficilmente chiuderanno un occhio.
Comunque Roberto aspira a diventare un vero ecologista e siamo certi che così sarà.

PaP a Bogliasco: i bambini ci guardano 1)

Gli alunni delle medie di Bogliasco hanno commentato la novità del paese: l'avvio della raccolta Porta a Porta.
Ecco qui il primo "pensierino":
"Io penso che questa raccolta differenziata possa funzionare, solo che le persone sono indisponenti  e non gli va bene mai niente. Anche i ragazzi a scuola, per non far fatica e restare li a decidere dove gettare la roba, gettano tutto nel secco sopratutto la plastica.
Per esempio ieri io sono passata vicino alla spazzatura e ho visto della plastica, allora l'ho presa e sotto c'era dell'altra plastica, così ho "ravatato" nella spazzatura, ho raccolto tutta la plastica e sono andata buttarla al posto giusto. Così il secco che era mezzo pieno, dopo che io ho raccolto tutta la plastica, si è svuotato quasi completamente perchè c'è rimasta della carta della focaccia.
Per questo dico che non è la raccolta differenziata svolta in questo modo a non funzionare, ma è la gente di Bogliasco, che prima critica e poi accetta"

Commento:  suggerisco agli insegnanti ( e agli amministratori) di lavorare, come prima cosa, sul lessico. 
La raccolta differenziata non separa "rifiuti" o, come in questo caso, " spazzatura".
La separazione è effttuata su "Materiali Post Consumo", oppure su "scarti".
I Materiali Post Consumo non si "buttano", ma si "depositano", si "conferiscono",  si "mettono".


domenica 4 marzo 2012

Verso "rifiuti zero"


Di seguito il comunicato stampa sui risultati di un'interessante impianto pilota realizzato a Prato per recuperare plastiche riciclabili dalle frazioni indifferenziate residuali alla raccolta differenziata.
 Gli amici di inceneritori e gasificatori non gradiranno.

Ariel, il progetto sostenuto da Publiambiente Spa, da Asm Spa e da Quadrifoglio Spa e cofinanziato dall’Unione Europea, ha l’obiettivo di sperimentare una soluzione tecnologica innovativa capace di recuperare materiali plastici contenuti nei rifiuti urbani indifferenziati.

Nell’ambito di questo progetto, che ha avuto inizio il 7 gennaio 2009, è stato allestito presso il polo tecnologico Asm di Prato un impianto pilota in grado di processare il materiale plastico. L’impianto si compone di due macchine a riconoscimento ottico: una più grande operante sulla plastica leggera (film) e una più piccola operante sulle plastiche rotolanti.

Le analisi merceologiche ed i controlli di qualità, i test di produttività ed efficienza portati avanti a partire dal 13 dicembre 2010, giorno in cui l’impianto è entrato in funzione, hanno evidenziato risultati importanti.

Relativamente alla qualità del materiale selezionato, sia quella che si è riusciti ad ottenere partendo dal flusso di plastica rigida sia quella individuata all’interno del film plastico, consentono di avviare i quantitativi individuati al recupero/riciclaggio: operazioni ulteriori di trattamento differiscono da un caso all’altro soltanto in considerazione di percentuali diverse di impurità.

A fronte di tutte le prove effettuate, la quantità massima di materiali plastici che è stato possibile recuperare in un’ora su un flusso totale di 18.000 kg di rifiuti urbani indifferenziati, è stata di 571 kg, pari ad una percentuale di produttività del 3,17%.

Tale risultato conferma, quindi, che è possibile recuperare il 3% di materiale plastico presente nei rifiuti urbani indifferenziati, incentivando così lo sviluppo dei mercati del riciclaggio e riducendo lo smaltimento in discarica (in linea con quanto previsto dalla Dir. 1999/31 Ce, D.Lgs 36/03). In altri termini, questo significa che, attraverso “Ariel”, nelle province di Prato, Firenze e Pistoia, si potrebbe ridurre il consumo annuo di volumi di discarica grazie al recupero di circa 15.000 tonnellate annue di plastica.

Detersivi concentrati


Sarà perchè piace a mia moglie, ma questa nuova linea di prodotti per la casa, venduti concentrati in contenitori idrosolubili, mi sembra un'idea da far conoscere, in quanto studiata per venire incontro alle nuove sensibilità degli Italiani.
Sembra proprio che siamo sempre di più quelli che, oltre a risparmiare, gradiscono un prodotto a basso impatto ambientale.
Con queste ricariche, l'azienda che le ha progettate, risparmia nella confezione (niente flacone) e nel trasporto (niente acqua e niente flacone da trasportare insieme al detersivo vero e proprio dalla fabbrica al negozio).
E chi usa le ricariche, spende meno, ha meno rifiuti di plastica da differenziare e un peso più leggero nella borsa della spesa.
Oltre all'evitato smaltimento del flacone di plastica che acquistato la prima volta, si riutilizza infinite volte mettendo dentro la ricarica idrosulubile ed aggiungendo acqua, il blister per l'imballaggio delle due fiale è facilmente separabile nella parte in cartoncino e in quella in plastica trasparente,  entrambi riciclabili.
Insomma, con questa  idea "verde", l'utopia di "rifiuti zero" diventa una realtà e sembra che tutti ci possiamo guadagnare

venerdì 2 marzo 2012

Le tante Val Susa

Siamo stati in Val di Susa e abbiamo capito

by siamostatiinvaldisusa

La baita
La baita
Siamo stati in Val di Susa ospiti degli abitanti della valle: insegnanti, agricoltori, pensionati, studenti e abbiamo visto:
Un luogo attraversato da due strade statali, un’autostrada, un traforo, una ferrovia, impianti da sci, pesanti attività estrattive lungo il fiume.
Persone che continuano a curare questo territorio già affaticato da infrastrutture ed attività commerciali e cercano di recuperare un rapporto equilibrato con l’ambiente e la propria storia.
Una comunità che crede nella convivialità e nella coesione sociale e coltiva forti rapporti intergenerazionali.
Abbiamo capito che in Val di Susa non è in gioco la realizzazione della ferrovia Torino-Lione, bensì un intero modello sociale. Un popolo unito e coeso, una comunità forte non può essere assoggettata a nessun interesse nè politico, nè economico. E’ interesse di tutti i poteri forti dividere, isolare, smembrare per poter meglio controllare e favorire interessi particolari.
Abbiamo capito perché tutto l’arco costituzionale vuole la TAV, non è dificile, basta guardare alle imprese coinvolte:
Cmc (Cooperativa Muratori e Cementist) cooperativa rossa, quinta impresa di costruzioni italiana, al 96esimo posto nella classifica dei principali 225 «contractor» internazionali che vanta un ex-amministratore illustre, Pier Luigi Bersani, si è aggiudicata l’incarico (affidato senza gara) di guidare un consorzio di imprese (Strabag AG, Cogeis SpA, Bentini SpA e Geotecna SpA) per la realizzazione del cunicolo esplorativo a Maddalena di Chiomonte. Valore dell’appalto 96 milioni di Euro.
il cantiere
il cantiere
Rocksoil s.p.a società di geoingegneria fondata e guidata da Giuseppe Lunardi il quale ha ceduto le sue azioni ai suoi familiari nel momento di assumere l’incarico di ministro delle Infrastrutture e dei trasporti del governo Berlusconi dal 2001 al 2006. Nel 2002, la Rocksoil ha ricevuto un incarico di consulenza dalla società francese Eiffage, che a sua volta era stata incaricata da Rete Ferroviaria Italiana (di proprietà dello stato) di progettare il tunnel di 54 Km della Torino-Lione che da solo assorbirà 13 miliardi di Euro. Il ministro si è difeso dall’accusa di conflitto di interessi dicendo che la sua società lavorava solo all’estero.
Impregilo è la principale impresa di costruzioni italiana. È il general contractor del progetto Torino-Lione e del ponte sullo stretto di Messina. Appartiene a:
33% Argofin: Gruppo Gavio. Marcello Gavio è stato latitante negli anni 92-93 in quanto ricercato per reati di corruzione legati alla costruzione dell’Autostrada Milano-Genova. Prosciolto successivamente per prescrizione del reato.
33% Autostrade: Gruppo Benetton. Uno dei principali gruppi imprenditoriali italiani noto all’estero per lo sfruttamento dei lavoratori delle sue fabbriche di tessile in Asia e per aver sottratto quasi un milione di ettari di terra alle comunità Mapuche in Argentina e Cile
33% Immobiliare Lombarda: Gruppo Ligresti. Salvatore Ligresti è stato condannato nell’ambito dell’inchiesta di Tangentopoli pattuendo una condanna a 4 anni e due mesi dopo la quale è tornato tranquillamente alla sua attività di costruttore.
Abbiamo capito che l’unico argomento rimasto in mano ai politico-imprenditori ed ai loro mezzi di comunicazione per giustificare un inutile progetto da 20 miliardi di euro mentre contemporaneamente si taglia su tutta la spesa sociale è la diffamazione. Far passare gli abitanti della Val di Susa come violenti terroristi. Mentre noi abbiamo visto nonni che preparavano le torte, appassionati insegnanti al lavoro, agricoltori responsabili, amministratori incorruttibili.
Abbiamo capito che questo è l’unico argomento possibile perchè ormai numerosi ed autorevoli studi, di cui nessuno parla, hanno già dimostrato quanto la TAV sia economicamente inutile e gravemente dannosa.
Questi i principali:
Interventi scientifici e studi relativi all’Alta Velocità Torino-Lione dei ricercatori del Politecnico di Torino: http://areeweb.polito.it/eventi/TAVSalute/
Analisi degli studi condotti da LTF in merito al progetto Lione-Torino, eseguiti da COWI, rinomato studio di consulenza che lavora stabilmente per le istituzioni europee: http://ec.europa.eu/ten/transport/priority_projects/doc/2006-04-25/2006_ltf_final_report_it.pdf
Contributo del Professore Angelo Tartaglia, del Politecnico di Torino: http:/www.notav.eu/modules/Zina/Documenti/2010_11-Angelo%20Tartaglia%20confuta%20teorie%20S%EC%20TAV%20On.%20Stefano%20Esposito.pdf
Analisi economica del Prof. Marco Ponti del Politecnico di Milano
http://www.lavoce.info/articoli/pagina1002454.html
Rapporto sui fenomeni di illegalità e sulla penetrazione mafiosa nel ciclo del contratto pubblico del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro:
http://www.notav.eu/modules/Zina/Documenti/2008_Rapporto%20sugli%20appalti.pdf
Risultanze del controllo sulla gestione dei debiti accollati al bilancio dello Stato contratti da FF.SS., RFI, TAV e ISPA per infrastrutture ferroviarie e per la realizzazione del sistema “Alta velocità”:
http://www.notav-avigliana.it/doc/delibera_25_2008_g_relazione.pdf
Presentazione dell’Ingegnere Zilioli, in relazione a “EFFETTI TAV – STUDI EUROPEI/buone pratiche e cattivi esempi”
http://www.comune.re.it/retecivica/urp/retecivi.nsf/PESIdDoc/CE2F74FF4EBDC0A7C125783000474080/$file/Presentazione%20Ing.%20Zilioli.pdf
Ricerca del Politecnico di Milano sull’alta velocità in Italia che svela un buco di milioni di utenti.
http://www.tema.unina.it/index.php/tema/article/view/486
NON POSSIAMO RESTARE IN SILENZIO, COSTRUIAMO LA NOSTRA INFORMAZIONE DAL BASSO, INOLTRA E DIFFONDI QUESTO MESSAGGIO.

Val Susa, l'altra verità


Care-i,
immagino che come me stiate seguendo con il fiato sospeso quanto sta avvenendo in Valle di Susa. Non so che cosa ne pensiate, ma quello che è certo è che la narrazione da parte dei grandi media nazionali di quanto succede in valle sta mostrando tutta la faziosità e la poca professionalità del mondo giornalistico italiano. Le rimozioni, le mezze verità, le censure si susseguono: è quindi dovere di ogni cittadino/a che ha voglia di farsi un’opinione critica sugli avvenimenti in corso cercare e diffondere canali alternativi di informazione. Permettetemi allora di proporvi di lasciare per un attimo (se già non lo avete fatto) la strada segnata dei media  mainstream  e inoltrarci lungo i sentieri dell’informazione orizzontale, per cercare di contrastare l’occupazione coloniale non solo di una terra ma anche dell’infosfera che l’accompagna.
1. Le ragioni dei notav
La battaglia contro la ferrovia Torino-Lione va avanti ormai da 21 anni e coinvolge l’intera valle, dai sindaci ai cittadini comuni. I documenti messi a punto dal movimento con l’ aiuto di esperti, professori universitari, ecc., per contestare un’opera inutile e terribilmente costosa (20 miliardi di euro, destinati a crescere) sono numerosi. Ve ne segnalo alcuni:
- In  questo dettagliato articolo , il Prof. Angelo Tartaglia , del Politecnico  di Torino, confuta una serie di luoghi comuni sulla necessità di costruire la Torino-Lione
- L’associazione Pro Natura del Piemonte ha elaborato un  documento intitolato “150 ragioni per dire no al TAV”
- Il Fatto quotidiano pubblica oggi (1.3.2012) un  articolo  sui profitti legati alla costruzione del TAV:
- Oltre 20 giorni fa 360 tra professori ed esperti hanno firmato un appello per chiedere al presidente del consiglio italiano Mario Monti un ripensamento sulla costruzione del TAV. Fino ad ora non c’è stata nessuna risposta.  Qui  trovate il testo dell’appello con le argomentazioni dei firmatari.  Qui  invece potete firmare l’appello se desiderate sostenere la richiesta rivolta a Monti.
2. La grande manifestazione
La battaglia dei notav contro la distruzione del loro territorio è diventata ormai di dimensioni nazionali: la Val di Susa è diventata l’immagine di un’Italia che resiste allo scempio ambientale e che propone un altro modo di intendere il rapporto con il territorio e i beni comuni. Così a poco a poco il movimento si è allargato al di fuori della valle: ad ogni manifestazione è aumentata la partecipazione da tutt’Italia. L’ultima manifestazione, quella del 25 febbraio scorso, ha visto la partecipazione di circa 75mila persone.  Qui  potete trovare molti video relativi a quella splendida giornata di lotta, mentre  qui  trovate un’intervista a Luca Mercalli, presidente della società meteorologica italiana, raccolta durante la manifestazione.
La sera del 25, dopo la manifestazione, le forze dell’ordine che si erano prudentemente tenute in disparte, riappaiono con violenza presso la stazione di Torino Porta Nuova, attaccando senza nessuna ragione un gruppo di manifestanti che stavano salendo su un treno.  Qui  potete trovare tutta la documentazione (tra cui la testimonianza di Giorgio Cremaschi, FIOM-CGIL, presente durante i tafferugli) relativa a quei fatti. Gli agenti in tenuta anti sommossa hanno lanciato anche lacrimogeni all’interno dei vagoni del treno. Ricordo che l’utilizzo del  gas CS  contenuto nei lacrimogeni sparati dalla polizia è stato  definitivamente vietato nel 1997 con l’entrata in vigore della  convenzione sulle armi chimiche  di Parigi, firmata nel 1993.
A seguito di questi scontri, scaturiti da evidenti provocazioni delle forze dell’ordine, il circo mediatico si è messo in movimento: le provocazioni sono state ovviamente attribuite ai manifestanti e i tafferugli sono stati utilizzati per non parlare della straordinaria manifestazione appena conclusa.
3. Luca
Luca Abbà, l’uomo inseguito su un traliccio da un poliziotto e precipitato dopo aver preso una scarica elettrica, è un agricoltore i cui terreni sono stati espropriati per farvi passare la ferrovia. Il 27 febbraio, insieme ad altri suoi compagni, ha cercato di resistere allo sgombero della Cascina Clarea, centro di raccolta dei notav, effettuato dalle forze dell’ordine per portare a termine il trasporto dei materiali del cantiere e l’esproprio dei terreni.
Poco dopo l’incidente (ora Luca sembra non essere più in pericolo di vita!) la Polizia di Stato mette in rete un  video  con il momento della caduta di Luca. Anzi, no: le immagini si interrompono proprio poco prima della caduta, per riprendere poi subito dopo il distacco dal traliccio e mostrare lo schianto a terra. Perché il video è tagliato? Perché è senza audio?
Sulle dinamiche dell’incidente ecco poi una semplice domanda, posta via Twitter da Sandro Ruotolo (@sandroruotolo), giornalista del Serviziopubblico: âœ@sandroruotolo: #notav se un manifestante sale su un traliccio l’unica cosa che non doveva fare la polizia era quella di arrampicarsi e invece lo ha fatto.” 
E poi:
Da quel momento il circo mediatico si scatena e dà il peggio di sé stesso, mentre in Val di Susa la popolazione scende per le strade e occupa le principali vie di comunicazione, ad oltranza.
4. Giornalisti con la sirena
Sono un giornalista, ho lavorato per lunghi anni nelle redazioni, sono convinto che la libertà di cronaca sia importante, da difendere a tutti i costi. Ma la mia esperienza mi ha portato a constatare come i giornalisti siano sottoposti a pressioni quotidiane di ogni tipo, a intrusioni politiche nel loro lavoro, a intollerabili ricatti (primo fra tutti quello di una precarietà che è ormai la norma), che spesso li portano a non essere liberi nel proprio giudizio e a interpretare i fatti secondo categorie standardizzate (violenti vs pacifici, ecc.) che è molto pericoloso abbandonare per dare una visione critica di quanto si vede. In più il rapporto che lega a doppio filo media e forze dell’ordine si è stretto ancor di più negli ultimi anni, grazie alla sempre maggiore importanza data ai fatti di cronaca nera: ho cercato di raccontare questo meccanismo in un  articolo  di qualche tempo fa.
In Val di Susa, durante i blocchi di questi giorni, il giornalismo  mainstream  italiano ha fallito nel compito di raccontare quanto stava avvenendo, dando luogo anche a vere e proprie manipolazioni della realtà.
La prima è quella che riguarda l’insulto fatto da un manifestante a un agente di polizia in tenuta antisommossa, che ha scatenato le reazioni dell’Italia benpensante. Chiunque abbia frequentato una manifestazione negli ultimi anni in Italia sa che “pecorella” è niente in confronto a quanto gli agenti in divisa dicono normalmente ai manifestanti, donne, bambini, anziani: troie, zecche, merde e altri epiteti si sprecano, con una preferenza per gli insulti machisti e fascisti. A questo proposito vi propongo l’istruttiva lettura di alcune  testimonianze  di manifestanti internati a Bolzaneto, dopo la manifestazione anti G8 di Genova nel 2001.
Ma torniamo al ragazzo che provoca il poliziotto:  qui  trovate il video. Il poliziotto ha ricevuto un encomio per non aver reagito:  hanno reagito altri al suo posto , con un’eleganza encomiabile. Nella logica dell’occhio per occhio, dente per dente che vige nella mentalità dei tutori dell’ordine, è giusto reagire alle parole con le botte.
I media hanno fatto a gara nel condannare la scena del ragazzo che sfotte il poliziotto, eppure hanno dimenticato di citare quello che il ragazzo dice  prima (citazione non letterale): “Ce l’hai un segno di riconoscimento? No? Tu sai chi sono, invece io non so chi sei tu. Sei illegale, dovresti portare un segno di riconoscimento”. Il ragazzo ha ragione.
Parliamo allora dell’insulto che secondo i media assetati di sangue giustifica cariche, botte e dietro cui si tenta nascondere l’occupazione militare di una valle: “sei una pecorella. Fiuuu, ragazzi, pesante! Complimenti al poliziotto, resistere cinque minuti senza menare le mani davanti a un manifestante disarmato che ti insulta pesantemente.Come avrà fatto? E l’arbitro che ogni domenica si fa dare del cornuto da milioni di italiani o il vigile urbano che ne sente di tutti i colori per una multa? Cosa dovrebbero fare? Un massacro a suon di AK47? Qui c’è evidentemente un problema di proporzioni, ma l’equazione per i media è bella chee fatta: quello che si costruisce è un nesso tra una supposta causa, l’nsulto (che serve a dare l’idea di manifestanti estremisti, maleducati), e un effetto: la militarizzazione di una valle intera, costruendo un’equazione assurda e insensata.
Beh, vi interessa sapere chi è veramente il manifestante in questione e come è andato a finire il suo dialogo con il poliziotto che occupava la sua valle per un progetto inutile? Leggete  qui .
Resto, su questa questione, del parere che ho espresso a caldo via Twitter:
Nel pomeriggio del 29 febbraio un’altro fatto ha mandato in fibrillazione il mondo del giornalismo italiano. Ecco il testo di un’agenzia su quanto avvenuto:
“Una troupe di Corriere Tv, che riprendeva la protesta in Valsusa dei No Tav, è stata aggredita da una trentina di ragazzi con il volto coperto che, sotto minaccia di coltelli, si son fatti consegnare tutte le attrezzature tecniche. Ferito al setto nasale un operatore.”
Le reazioni indignate non si fanno attendere, è un rincorrersi di prese di posizione e condanne. Ma nulla di quanto raccontato è vero. A poco a poco le notizie si precisano, scompaiono i coltelli, i volti coperti, il furto delle attrezzature. Restano dei giornalisti che viaggiano con un mezzo dotato di sirena e lampeggiante e che, intercettati dai notav, sono stati gentilmente, anche se con fermezza, rimandati indietro, come spiegato nel  comunicato ufficiale  del movimento che mostra anche un video del mezzo su cui viaggiavano i giornalisti.
Ma il danno è già stato fatto e il comunicato dei notav non interessa nessuno: questi giornalisti oscuri e senza volto diventano eroi della libertà di informazione, che più che altro pare essere interpretata come libertà di distorcerla.
5. Notte di follia
Ma, a fronte della potenza mediatica messa in campo dall’informazione mainstream  italiana per condannare il ragazzo con la barba e i notav che cacciano i giornalisti, c’è quantomeno una grande ritrosia nel diffondere con la stessa forza le testimonianze della violenza delle forze dell’ordine che nella notte tra il 29 febbraio e il primo marzo mettono in campo un’offensiva senza precedenti per mezzi e uomini impiegati allo scopo di sgomberare i presidi notav. Un’offensiva che ha  tra le sue prime vittime la libertà di informazione: in  questo video  potete vedere chi in verità è aduso a scacciare i giornalisti che testimoniano delle violenze perpetrate.
Violenza che si sfoga in inseguimenti nei paesi e rastrellamenti casa per casa:  qui  potete vedere come un gruppo di poliziotti assalti un bar gremito di pericolosi estremisti (tra cui una donna incinta) sfondando la porta d’entrata. C’è il diritto di cronaca?, dice l’operatore. Risposta: “Per adesso no”.
Ecco, appunto, “Per adesso no”: la libertà di cronaca può essere sospesa, gli uomini con l’elmetto hanno anche questo potere.
  6. Conclusioni
Cosa possiamo fare, noi? Resistere. Diffondere le informazioni che i media non diffondo, partecipare, se possibile, alle manifestazioni sui territori in solidarietà alla val di Susa. Quello che sta succedendo lì ci riguarda così tanto che oggi non c’è battaglia più importante, per salvare il nostro futuro e questo paese, che sta affondando nei residui tossici della sua mediocrità, che non sa più indignarsi di fronte allo scempio dell’ambiente e delle risorse pubbliche, davanti alla violenza di Stato.
Se questo testo vi è parso utile diffondetelo, fatelo girare, discutetene, ampliatelo, aggiornatelo.
Mattia
PS: questa lettera la trovate anche su internet seguendo questo link.
Per approfondire: