Translate

domenica 30 agosto 2009

2° Concorrente Compostiera Fai Da Te

Tommasone il Maialone ( Nome dEcco a voi il secondo concorrente al nostro concorso Compostiere Fai Da Te.

Come vedete è una Bio-Compostiera, nome d'arte "Tommasone, il maialone"

Segue  una prima nota tecnica della presentatrice, Marina:

"Nessuno rida, ma questo bel mailone si mangia tutto l'umido di due famiglie compresi gusci di uova e fondi di caffè, non c'è problema nemmeno per le deiezioni, perchè essendo in un recinto bello grande in terra battuta, vengono assorbite dal terreno e vi posso assicurare che non c'è nessun odore nemmeno molto vicino. Capisco però che come soluzione non è praticabile da tutti"

Chiediamo a Marina:  maggiori informazioni sulle quantità di "umido" che "Tommasone" è in grado di digerire giornalmente, il suo vero nome (se cel'ha) e un bel primo piano del candidato Biocompostatore.



martedì 25 agosto 2009

Auto Condizionata

Lo confesso, la mia automobile ha l'aria condizionata.

La uso, prevalentemente,per i viaggi lunghi e non rimpiango i bagni di sudore,della mia lontana gioventù durante avventurosi trasferimenti estivi,  con la tenda sul tettuccio della "500" .

Detto questo, si può fare un uso responsabile anche di questo accessorio, se non altro per risparmiare un bel pò di euro. Infatti, con il condizionatore acceso, i consumi di benzina inevitabilmente crescono; le stime parlano del 3-6% in media, con punte del 20%.

Per capire come sia possibile risparmiare sulla voce climatizzazione, ancora una volta è importante capire come avviene il raffreddamento dell'abitacolo, insomma, come funziona un frigorifero.

Il lavoro di togliere calore dalla vostra auto e di sbatterlo all'esterno lo fa un compressore che riduce il volume di un apposito gas, il quale, quando si espande all'interno di una serpentina, lambita dall'aria calda prelevata dall'abitacolo,  la raffredda. A questo punto, il calore passa al gas che si riscalda. Il gas caldo viene fatto passare in un radiatore raffreddato ad aria e in questo modo il calore  presente nell'aria dell'abitacolo passa all'ambiente esterno. Il gas raffreddato viene nuovamente compresso e il ciclo di refrigerazione può ricominciare.

Nella fase di raffreddamento, l'umidità dell'aria presente nella vostra macchina, si condensa, sotto forma di acqua allo stato liquido  che, a sua volta,  viene liberata all'esterno. Pertanto, il ripertersi di questo ciclo di compressione ed espansione raffredda e deumidifica in continuazione l'aria del vostro abitacolo.

E ora, forse, vi è chiaro perchè, con il condizionatore in funzione, la vostra auto "piscia" acqua e perchè si avverte una forte vampata di calore quando, uscendo, passate vicino al vano motore ancora acceso.

L'energia meccanica per far funzionare il compressore e l'alternatore che produce l'elettricità che alimenta il ventilatore il quale, a sua volta, aspira l'aria calda e riimmette nell'abitacolo l'aria fredda,  viene tutta dalla vostra benzina.

Pertanto, con il condizionatore acceso, non solo consumerete più benzina, ma sottrarrete alla forza motrice che spinge la vostra macchina, la potenza di qualche cavallo, quella necessaria per far funzionare il compressore. Pertanto, se la vostra vettura non è molto potente, avrete notato che, con il condizionamento acceso,  si ha una ripresa più lenta.

E ora veniamo ai consigli per consumare meno benzina.

  • Il primo consiglio è di fare la scelta giusta al momento dell'acquisto: una macchina chiara, metallizzata, esposta al Sole, si riscalda molto meno di una macchina scura e con vernice opaca.
  • se la mia spiegazione è stata chiara, avete capito che maggiore è la differenza tra temperatura esterna e temperatura interna, maggiore è il consumo di benzina.
  • pertanto, il secondo consiglio è di regolare la temperatura interna, in modo che sia sempre di circa cinque gradi inferiore a quella esterna.
  • seguendo questa regola, oltre a consumare meno, eviterete raffreddori e/o dolori muscolari che accompagnano sempre il brusco passaggio dal caldo al freddo e viceversa.
  • se possibile, posteggiate la vostra vettura all'ombra; in particolare,  l'ombra dovrebbe essere garantita per il tempo più lungo possibile, prima del successivo utilizzo. Prendere famigliarità sul percorso in cielo del Sole nelle diverse stagioni è utile per prevedere dove alberi e case proietteranno la loro ombra, nell'ora in cui salirete in macchina.
  • Quando parcheggiate, lasciate da tutti i finestrini un'apertura di almeno due dita. E' di li che uscirà l'aria più calda e, con questo accorgimento,  anche dopo una lunga sosta al sole, il vostro abitacolo sarà ad una temperatura di qualche grado inferiore a quella che avreste raggiunto con tutti i finestrini chiusi. Tra parentesi, è grazie all'effetto serra (quello vero) che l'interno della vostra auto, se esposta al Sole, raggiunge temperature intorno a 70-80 gradi.
  • Consigliabile mettere tendine parasole fisse su tutti i vetri laterali  e usare uno schermo riflettente mobile per il parabrezza. Meglio mettere questo schermo all'esterno del parabrezza, tenuto fermo dai tergicristalli. In tutti i casi, scegliete un modello di schermo con superfice a specchio, il più chiaro possibile.
  • Quando prendete la macchina dopo un lungo parcheggio al Sole, aprite bene tutte le portiere e aspettate qualche minuto prima di salire a bordo,  per smaltire il più possibile l'aria calda che si è accumulata all'interno.
  • Nei primi minuti di avvio a caldo, in marcia, tenete aperti tutti i finestrini e azionate al massimo il ventilatore per ridurre, il più rapidamente possibile, la temperatura dell'abitacolo. Solo quando l'abitacolo ha raggiunto la temperatura esterna (utile un termometro interno supplementare), chiudete tutti i finestrini ed accendete il condizionatore, regolandone la temperatura, in base alla temperatura esterna.
  • Se il vostro impianto ha la funzione di deumidificatore separata da quella del raffreddamento, ricordate che togliere l'umidità dall'aria richiede molto meno energia (meno benzina) di quella necessaria per raffreddare l'aria e che, con l'aria secca deumidificata, il disagio termico avvertto è minore,  anche con elevate temperature. Pertanto,  il consiglio, dopo una partenza a "caldo", è questo: raggiunta  per ventilazione naturale la temperatura esterna, chiudete i finestrini ed attivate la sola funzione di deumidificazione e valuate la senzazione di confort che vi da l'aria secca. Se è sufficente continuate così.

Buon viaggio e mi raccomando... spegnete il cellulare mentre guidate.

lunedì 24 agosto 2009

Buon Compleanno

Mauna Loa 2009 bis
In questi giorni il mio Blog compie tre anni e, come è ormai consueto, "festeggiamo" andando a vedere che ci dice l'osservatorio di Mauna Loa sull'andamento della concentrazione di anidride carbonica del Pianeta. Nel Luglio 2009 eravamo a 387,28 parti per milione (ppm) , 1,41 ppm in più, rispetto al valore  registrato un anno prima. Nella figura, la linea nera rappresenta l'andamento mensile corretto rispetto all'andamento stagionale ( linea in rosso) che descrive "il respiro " di Gaia, l'effetto dei cicli stagionali sulle piante che crescono in primavera e assorbono anidride carbonica e muoioni in autunno, restiduendo anidride carbonica all'atmosfera.

Insomma, lo strato di "vetro" virtuale (quello formato dalle molecole di anidride carbonica ) che ricopre il Pianeta Terra, si è "ispessito" ancora un pò e quest'anno, nella serra in cui viviamo, il nostro Pianeta, abbiamo intrappolato un pò più di energia solare, rispetto all'anno prima.

Effetti: temperature degli oceani un pò più alti, eventi meteorologici un pò più violenti,  ghiacciai e callotte polari un pò meno estesi.

Mauna Loa 1960-2009Come potete vedere dalla figura, che ci viene sempre da Mauna Loa, è dalla fine degli anni '50, da quando su  questa isola in mezzo all'Oceano Pacifico, a 3.200 metri di altezza sul livello del mare  si sono cominciate a fare misure,  che le cose vanno così: anno dopo anno, la concentrazione di anidride carbonica aumenta, a vista d'occhio.

E le cause di questo fenomeno sono stranote: è la corsa mondiale alla crescita del Prodotto Interno Lordo, (PIL) con la sua coda di deforestazioni, di aumento dei consumi di combustibili fossili e non fossili.

E Il fatto che un anno di crisi mondiale, con il crollo di tutti i mercati e dei consumi globali, non abbia dato nessun segno visibile di inversione di tendenza del fenomeno, quantomeno con un rallentamento della crescita, è un dato che aumenta la mia preoccupazione.


domenica 23 agosto 2009

Stop ai Congelatori

Era meglio pensarci prima, ma visto l'allarme afa di questi giorni, vi passo un piccolo consiglio per diminuire la temperatura dell'aria nelle vostre case e, come sempre, per risparmiare anche qualche euro di bolletta della luce. Il consiglio è quello di vuotare il congelatore (ovviamente se lo avete) e di tenerlo spento, fino a quando l'emergenza afa non sarà passata. Se non seguirete questo consiglio, sarà come se in casa vostra, in pieno agosto, ci fosse una stufetta elettrica in funzione, di potenza pari a quella del  vostro congelatore. Mi rendo conto che comprendere il funzionamento di un frigorifero non è facile, ma ci provo. Il frigorifero, in estrema sintesi, è una macchina che utilizza energia elettrica, per trasferire il calore da una parte (cibo e bevande nel frigo-congelatore) ad un'altra (di solito l'aria della cucina); e più bassa è la temperatura nell'elettrodomestico e nei cibi che contiene, maggiore è la quantità di calore che, la stessa macchina, immette nel vostro appartamento. Se avete dei dubbi a proposito, andate a provare, con mano, la temperatura del muro dietro al frigo e, con un termometro,  la temperatura dell'aria che esce dal retro del  vostro frigo, nella parte superiore. Tutto questo calore, aumenta la temperatura delle camere vicine al frigo e aumenta il costo della vostra bolletta della luce, specialmente se avete un impianto di condizionamento che dovrà trasportare altrove (in questo caso, fuori dalla finestra), anche il calore prodotto dal vostro congelatore. Se una giustizia esiste a questo mondo è quella della termodinamica: ogni errore in campo energetico si paga sempre, non esistono ne possibilità di condoni, ne di evasioni fiscali. E per questo caso, come per tutte le scelte quotidiane,  al posto della furbizia, molto meglio usare l'intelligenza. Pertanto, se seguirete il mio consiglio, che asseconda i principi fisici della termodinamica,  eliminerete, in un sol botto, il consumo di elettricità del congelatore e quello dell' impianto di condizionamento (se lo avete acquistato) e il vostro ambiente domestico sarà un pò più confortevole. Inutile dire che, se questo consiglio (insieme agli altri già dati in questa rubrica e a quelli che vi daremo)  fosse seguito da tutti i vostri concittadini, la temperatura della vostra città, sarebbe un tantino più sopportabile. Pertanto vi consiglio di valutare, con serenità, se dovete proprio tenere a  meno 20, meno 30  gradi centigradi, alimenti acquistati mesi fa e che magari vi siete anche dimenticati di avere. E questa non è affatto una scelta irrazionale; infatti tutti sanno che d'estate è consiglibile mangiare cibi freschi, insalata, ortaggi e frutta che è meglio consumare entro pochi giorni dall'acquisto, conservandoli certamente nel frigo,  ma con temperature intorno ai 10 - 15 gradi sopra lo zero.  E ricordate che una temperatura intorno ai 15-18 gradi (sempre sopra lo zero)  è quella ottimale per tutte le bevande fresche, senza rischi di congestioni. Questo significa che, molto probabilmente, per ridurre ulteriormente spese e temperatura della casa  sarebbe anche opportuno alzare di qualche grado la temperatura del termostato del vostro frigorifero. E se proprio non potete fare a meno di un gelato, il congelatore spento vi da la scusa di fare due passi alla sera e godervi, in compagnia, il vostro gelato ( mi raccomando, rigorosamente artigianale e servito con coni "usa e mangia" :-)),  insieme alla frescura notturna (almeno da noi, in Liguria, è così ).

lunedì 10 agosto 2009

No Pubblicità

NO PUBBLICITA

Allego la lettera che ho inviato oggi a mio Sindaco, per cercare di contrastare la seccante pratica della consegna di pubblicità indesiderata.



Al  Sindaco di Bogliasco

Caro Sindaco

innanzitutto desidero congratularmi con l'amministrazione da lei presieduta per gli accordi sul  rilancio della raccolta differenziata a Bogliasco e nei comuni limitrofi.

Mi auguro che, insieme ad una efficace politica di incentivazione di questa pratica, finalizzata a raggiungere gli obiettivi di legge di RD ( 65% entro la fine del 2012) Bogliasco ed altri Comuni attivino  anche efficaci politiche di riduzione alla fonte della produzione di rifiuti,  in base a scelte di loro competenza.

Tra le tante strategie allo studio in Provincia, alla portata dei singoli Comuni, c'è quella di limitare il conferimento condominiale di pubblicità indesiderata.

A riguardo, mi permetto di darle una prima informazione: in Italia, il 20% delle famiglie non gradisce che le proprie cassette della posta siano riempite di pubblicità ( Fonte: Ecomondo 2005).

Le quattro famiglie che abitano nel nostro condominio condividono questa scelta e di conseguenza abbiamo esplicitato questa nostra decisione con una targhetta, posizionata sopra la nostra buca delle lettere: " No pubblicità".

Nonostante questo, i ragazzi che provvedono alla distribuzione, continuano a depositare, con abbondanza, i loro annunci.

Solo questa mattina, a fronte di quattro nominativi sul citofono, ho trovato otto copie della stessa pubblicità.

A parte il fastidio di trovarsi la buca delle lettere intasata, questa poco efficace forma di pubblicità ( è il parere degli specialisti del settore) contribuisce significativamente ad aumentare indebitamente la mia personale produzione di rifiuti e ovviamente quella dell'intero Comune.

Dopo aver monitorato per un adeguato periodo il peso della pubblicità consegnataci, ho potuto valutare che questa, su base annua, ammonta a 30 chili, pari al 10 % di tutti i rifiuti che io e mia moglie produciamo.

Ovviamente, ricicliamo subito tutti questi depliant, insieme all'80% della nostra produzione di materiali post consumo, ma mi sembra superfluo farle presente che siamo molto seccati di doverne pagare anche il ritiro e lo smaltimento.

Moltiplichi questi numeri per le mille famiglie bogliaschine che condividono la nostra avversione per la pubblicità  e avrà meglio l'idea che il problema segnalato non è affatto di piccolo conto.

Ora sta a lei fare in modo che questo sperpero di risorse e di denaro pubblico si attenui e che l'esplicito messaggio affisso al nostro portone sia rispettato.

E' sufficiente una sua ordinanza che vincoli le società di distribuzione della pubblicità, pena adeguate multe,  al rispetto della volontà espressa dall'assemblea condominiale ed esplicitata dalla targhetta posta sulla buca delle lettere.

Successivamente, una segnalazione ai vigili di verificare l'avvenuta contravvenzione alla sua ordinanza e la facile identificazione del commitente, dovrebbero funzionare come deterrente a questo abuso.



Con cordialità

Federico Valerio

sabato 8 agosto 2009

Ai Confini della Realtà

In questi giorni Mediaset sta rispolverando una serie di film catastrofici, in cui comete e meteoriti , che potrebbero farci fare la fine dei dinosauri , sono neutralizzate dal solito pugno di eroi che si sacrificano per l'umanità. E alla fine, felici per lo scampato pericolo, seppelliti i morti, ringraziati i Russi che ci hanno aiutato a sventare il pericolo, nel film e nella vita quotidiana, tutto ricomincia come prima.

Il brutto è che siamo veramente in pochi a renderci conto che non stiamo vivendo un film o un "reality"; la catastrofe sta realmente venendo avanti a passi veloci, e il fatto più preoccupante è che le cause di questa catastrofe non vengono da fuori ( la meteora, gli alieni, il mostro risvegliatosi dai ghiacci...) ma sono la conseguenza dei nostri comuni atti quotidiani di consumo e sperpero, moltiplicati per qualche miliardo di simili atti, tutti i giorni e su gran parte del Pianeta.

Se i grafici dell'andamento dell'anidride carbonica nell'atmosfera del pianeta, postati in precedenza ( segnali premonitori della catastrofe) non vi hanno impressionato, date un'occhiata a questo nuovo grafico, anch'esso proveniente dal sito di Mauna Loa



Andamento della CO2 dall



Quello che vedete è l'andamento della concentrazione di CO2 ( anidride carbonica), nell'aria del nostro Pianeta, in parti per milione (ppm), dall'anno 1000 dc ( per capirci,  dal più profondo Medioevo), al 2009.

Il grafico in rosso riporta  le misure di Mauna Loa, dal 1960 ad oggi;  il grafico in nero rappresenta l'andamento delle concentrazioni di CO2 stimate , in base alla concentrazione di questo gas , trovato, a diverse profondità, nei ghiacci perenni che si accumulano, anno dopo anno,  nel polo Sud e che hanno intrappolato la CO2 che si trovava nell'aria in quei tempi remoti, durante remote nevicate.

Come potete vedere, per diversi secoli, la concentrazione  di CO2 è stata  stabile, intorno a 280 ppm. Da metà del 1700,  il valore è sempre aumentato, di anno in anno, fino ad impennarsi bruscamente ,a partire dalla metà del secolo scorso (il 1900) e, come avete già visto,  aumenta di anno in anno  al ritmo di circa 1,5 ppm all'anno.

Per chi si ricorda ancora quel pò di storia insegnata nelle nostre scuole, tra il 1400 e il il 1500 , con la CO2 piatta, in Italia hanno vissuto e operato personaggi quali Leonardo da Vinci, Raffaello, Michelangelo e nel 1700, in concomitanza con la veloce crescita della CO2,  si è avviata la rivoluzione industriale, quella che ha scoperto le macchine a vapore, il carbone, il petrolio, il capitale...

E se la cosa vi può "tranquillizare" , forse è il caso di sapere che il carotaggio nei ghiacci perenni ci ha permesso di indagare sulla composizione dell'atmosfera del Pianeta fino a 600.000 anni fa. Da allora,  ad oggi , la CO2 non è stata mai così alta.

E per darvi una misura temporale di questi dati, è opportuno ricordare che il primo rappresentante della nostra specie, l' Homo Sapiens, ha cominciato a calpestare, e a modificare, il Pianeta che l'ospita, da soli 50.000 anni, più o meno,  alla fine dell'ultima, grande,  glaciazione.

martedì 4 agosto 2009

Salvate il Geraneo

Sono assolutamente d'accordo sulle campagne per evitare l'abbandono estivo degli animali di casa, ma a quando una adeguata campagna per salvare dalla tremenda morte per sete i poveri gerani abbandonati dai padroni in vacanza?

Anche in questo caso la migliore soluzione è la prevenzione, ovvero provvedere ad una idonea innaffiatura delle piante di casa quando siamo assenti.

Dopo avere provato quasi tutto quello che offre il mercato,  ecco la soluzione che raccomando per salvare i vostri gerani: i conetti in terracotta porosa.

Per chi non li conosce, si tratta di coni in terracotta di circa 15 centimetri di altezza,  con attacco alla base di un idoneo coperchio su cui si trova un tubicino in plastica. Il tutto funziona per capillarità: si riempie il conetto di acqua, fino all'orlo, si immerge il tubicino di plastica in un contenitore d'acqua e si chiude il conetto con il coperchio porta tubicino. Con quest'operazione l'aria presente nel tubicino viene espulsa e al suo posto entra l'acqua. A questo punto, basta infilare tuttto il conetto nella terra del vaso, vicino alla pianta che si vuol salvare e si può andare in vacanza per almeno una decina di giorni sicuri di trovare le vostre amiche piante vive e vegete.

Infatti, man mano che la pianta utilizza l'acqua che esce per capillarità dal conetto, la diminuita pressione all'interno del conetto richiama nuova acqua dal contenitore esterno, con la possibilità di superare dislivelli di oltre mezzo metro, tra il livello dell'acqua e il conetto.

Il tutto senza pile, senza collegamenti elettrici, senza parenti da scomodare.

Per essere sicuri di ritrovare al ritorno il vostro geranio, sano e salvo, ecco qualche consiglio, frutto della mia personale esperienza.

Preparate i vasi per affrontare l'emergenza estiva qualche settimana prima di partire, meglio se raggruppati insieme, per farsi ombra e avere una maggiore protezione dal vento che aumenta l'evapporazione dell'acqua. Con questa preparazione in anticipo, potrete verificare il buon funzionamento dei conetti e i consumi di acqua,  in condizioni reali. Per far questo, riempite a tappo il contenitore per l'acqua che avete scelto per garantire la riserva per la vostra pianta e controllate il consumo giorno dopo giorno. Se tutto è stato fatto a regola d'arte, scoprirete che la quantità d'acqua di cui ha veramente bisogno il vostro geranio per le sue funzioni vitali  è veramente poca e, comunque , scegliete il contenitore per l'acqua il cui volume sia tale da garantire, con ampia riserva, il rifornimento per tutto il periodo della vostra assenza. Ovviamente,  per tutto il perido di esperimento non innaffiate le piante;  Il periodo di esperimento servirà anche alla pianta per scoprire il punto più umido del suo vaso e far crescere intorno al conetto una fitta maglia di nuove radici per assorbire tutta l'acqua che le serve.

Come contenitori di acqua io uso bottiglie del latte riciclate che, grazie al collo largo, si possono facilmente riempire. Inoltre, grazie alla trasparenza del PET, spariscono di fatto alla vista.  Vista la comodità e il basso consumo di acqua, da qualche tempo uso i conetti come sistema stabile di innaffiamento delle piante di casa che, in questo modo, crescono più rigogliose, anche grazie a periodici inserimento di resine per culture idroponiche nelle bottiglie, resine che hanno la caratteristica di cedere lentamente all'acqua e alla pianta, le sostanze nutritive di cui ha bisogno.

Per le altre piante, quelle tenute all'esterno, rientrati dalla vacanze vi consiglio di togliere i conetti, di lavarli bene dalla terra e di asciugare, altrettanto bene, conetti, tappi e tubici al sole per evitare muffe, durante il loro stoccaggio invernale. E , ovviamente riprendete ad innaffiare regolarmente le vostre piante.

Il costo iniziale dei conetti è impegnativo ( qualche euro l'uno),  ma, se trattati con cura, sono eterni e in pochi anni, vista la sicura efficacia , si ripagheranno con l'evitato acquisto di nuovi gerani disidratati dalla vostra incuria.

domenica 2 agosto 2009

Biogas questo sconosciuto

Biogas e biometano hanno grandi potenzialità nel nostro paese, ma devono scontrarsi con burocrazia e incertezza normativa. Alla Solarexpo di Verona oggi si è fatto il punto della situazione del settore in Italia.

In Svezia oltre la metà del gas consumato è biometano, cioè biogas prodotto dalla fermentazione di residui agricoli, rifiuti organici e biomassa varia, purificato. In Germania gli impianti che producono elettricità da biogas sono circa 4mila e oltre una decina quelli che immettono biometano nei gasdotti. In Italia per l’elettricità prodotta da questa fonte abbiamo incentivi tra i più generosi in Europa, eppure in tutto non si superano i 500 impianti. Grandi potenzialità, dunque, ma anche ostacoli da superare. Primi fra tutti l’incertezza normativa e una burocrazia in mezzo alla quale è difficile districarsi. Oggi alla Fiera di Verona, durante il seminario internazionale Biogas e Biometano, ospitato da Solarexpo, si è fatto il punto sulla situazione italiana del settore. Che le potenzialità di questa fonte energetica siano buone lo dimostra la situazione tedesca, illustrata da Michael Köttner, dell’International Biogas & Bioenergie Kompetenzzentrum. Lì il biogas soddisfa già l’1,5% del fabbisogno elettrico nazionale, gli impianti collegati alla rete elettrica sono circa 4mila e gli addetti del settore 10mila. Ma, spiega, “ci sarebbero le potenzialità per arrivare a soddisfare il 17% del fabbisogno elettrico”. Gli impianti, alimentati preferibilmente a liquami da allevamenti, a costo zero, o a rifiuti, che ricevono un buon incentivo; funzionano molto anche con colture energetiche dedicate (dal mais, all’erba) e diventano economicamente convenienti nel momento in cui si recupera anche il calore prodotto bruciando il biogas oltre all’anidride carbonica.

Altro settore che sta crescendo molto in Germania è la produzione di biometano: biogas raffinato separando il metano dall’anidride carbonica e dalle altre impurità per essere immesso in rete o usato come carburante. In questo caso la convenienza si ha solo per impianti grandi, anche che raccolgano biogas da diversi piccoli produttori e in Germania le esperienze partite sono già 12. Da marzo 2008 una direttiva ne permette infatti l’immissione in rete e l’obiettivo tedesco è di arrivare ad avere entro il 2030 il 10% di biometano sul totale del gas immesso in rete.

Il biometano, fa notare Sergio Piccinini del Centro Ricerche Produzioni Animali (CRPA), sarebbe una soluzione particolarmente indicata per il nostro paese, che ha una rete capillare di gasdotti a bassa pressione (quindi compatibili con l’immissione di biogas) e che è il paese al mondo con più veicoli a metano (400 mila su un totale mondiale di 6 milioni). “Come carburante rinnovabile, il biometano - sottolinea Piccinini - ha un’efficienza ben maggiore rispetto agli altri carburanti rinnovabili: se da un ettaro di coltura energetica si ricaverebbero circa 14 chilowattora trasformandola in biodiesel, facendo biometano con lo stesso ettaro i kWh ottenuti sarebbero 59. Biogas e biometano assieme potrebbero coprire il 7-8% del fabbisogno elettrico, mentre il biometano potrebbe soddisfare il 10% del fabbisogno di gas naturale, in crescita e dipendente dalle importazioni. ” Peccato che in Italia - denuncia Piccinini - la produzione di biometano non goda di nessun tipo di incentivo”.

A godere di incentivi generosi in Italia è invece la produzione di energia elettrica da biogas. Se in Germania l’incentivazione - che è modulata a seconda della tecnologia usata, del tipo di substrato da cui si parte e di altre variabili - arriva al massimo a 22-23 euro cent/kWh, nel nostro paese 22 euro cent /kWh è la tariffa base, in vigore da gennaio 2009 per tutti gli impianti a biogas inferiori al megawatt (mentre per gli impianti più grandi o per chi voglia convertire l’incentivo in certificati verdi il coefficiente per unità di energia prodotta è di 1,1).

Per gli impianti legati ad una filiera corta che usi sottoprodotti e altri scarti agricoli la tariffa incentivante è addirittura di 30 centesimi (o un coefficiente di 1,8 per i CV). Parte di questi incentivi denuncia però Marino Berton, dell’Associazione Italiana Energie Agroforestali (AIEL), “stanno rimanendo sulla carta per carenze legislative: se la tariffa incentivante di 22 centesimi è finalmente entrata in vigore a gennaio, l’incentivo di 30 centesimi a kWh per la filiera corta agricola attende da 16 mesi i decreti attuativi.”

Quali siano i freni alle potenzialità di questa fonte energetica si capisce poi dalla presentazione della normativa del settore, fatta da Lorella Rossi del CRPA: il primo è sicuramente una burocrazia spesso difficile da interpretare e da adempiere. Incentivi ancora incerti e soggetti ai tempi lunghi della politica e una normativa bizantina che, come si scopre dalle domande del pubblico di operatori del settore, lascia zone d’ombra e ambiguità irrisolte. Come spiega Pietro Gattoni, membro del comitato esecutivo dell’European Biogas Association: “gli investimenti in questo settore hanno bisogno di un alto grado di pianificazione su diversi livelli, dall’impianto alla filiera di approvvigionamento e la difficoltà di coordinare questi livelli a livello burocratico e l’incertezza normativa si riflette negativamente sull’accesso al credito”. (Qualenergia.it)