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mercoledì 27 febbraio 2013

Chi la dura la vince


In questi anni di crisi, ci sono i partiti che promettono “crescita”, altri che promettono “sviluppo”, altri ancora precisano che lo sviluppo debba essere “sostenibile”.
Questi ultimi sono i più sensibili alla tutela dell’ambiente, ma l’aggettivo “sostenibile” è troppo debole, ambiguo.
In base a quali parametri si decide che un determinato modello di sviluppo, una più o meno grande opera, sia sostenibile?  Perché si mette qualche alberello intorno? Perché  sui tetti si installa qualche pannello solare?
Per evitare ambiguità e inganni, mi piace molto di più la terminologia francese : développement durable.
Potremmo tradurlo come “sviluppo duraturo”: scelte di miglioramento progressivo del benessere dei membri di una comunità che ne garantiscano la durata nel tempo.
Misurare il successo di un’organizzazione sociale, in base alla sua durata nel tempo è certamente un parametro facile da valutare.
Da qualche mese, in quel di Bogliasco, sono partiti i lavori per realizzare, nel cosiddetto Fondo Valle, un pesante intervento di urbanizzazione: sei condomini “immersi nel verde”, a due passi dal mare, come dice la sua pubblicità.
Nel corso degli sbancamenti, si è tagliata la fitta boscaglia che ricopriva la collinetta sotto ai campi sportivi e, con una certa sorpresa, sono comparsi ampi terrazzamenti,  con una superfice di circa 2.500 metri quadrati, ancora in buono stato ed un edificio rurale.
Quando sono stati realizzati questi terrazzamenti?
Non crediamo di sbagliare affermando che i terrazzamenti abbiano almeno la stessa età della Chiesa Parrocchiale di Bogliasco, le cui origini sono documentate intorno al 1100 d.C.
Se c’è una Chiesa, esiste una comunità il cui sostentamento è garantito dalla produzione agricola che, in Liguria, si realizza grazie ai terrazzamenti che creano superfici piane coltivabili in zone molto acclivi.
Quindi, per almeno 900 anni la comunità che ha realizzato e mantenuto quei terrazzamenti, ha convissuto in equilibrio con le risorse del territorio, coltivando su questi stessi terrazzamenti grano, ortaggi, frutta, olivi, fieno per alimentare gli animali.
Per almeno 900 anni, i terrazzamenti hanno evitato la naturale erosione delle montagne, frane e smottamenti, hanno avuto la funzione di accumulare le acque piovane, hanno smorzato la forza distruttrice dei tanti nubifragi che nel tempo hanno colpito il Golfo Paradiso. E la stessa comunità che ha realizzato e mantenuto i terrazzamenti con muretti a secco, per secoli ha sfruttato l’energia rinnovabile del corso d’acqua, oggi tombinato sotto la discarica, per far funzionare mulini e frantoi.
Tra qualche mese, questi terrazzamenti ultracentenari saranno distrutti e, in nome della crescita, e perchè no anche in nome del lavoro, sostituiti con tetti, strade, parcheggi.
Certamente il prossimo nubifragio che colpirà Bogliasco porterà a valle molta più acqua di quanto fino ad oggi avvenuto, certamente non avremo più la possibilità di avere orti urbani a disposizione a pochi passi dalle case e neppure l’opportunità di riciclare in questi orti, dopo il loro compostaggio, qualche cosa come 15 tonnellate all’anno delle frazioni organiche prodotte dai bogliaschini.
Quanto pensate che durerà il modello di sviluppo avviato in questo secolo che, per puri scopi speculativi, cementifica i suoi terreni agricoli?

giovedì 21 febbraio 2013

Modello Genova: Valorizzare la differenziata

A Genova, da qualche mese  è entrato in funzione un impianto di valorizzazione dei Materiali Post Consumo che molti cittadini ed aziende del capoluogo ligure differenziano alla fonte.

La valorizzazione avviene con trattamenti meccanici ed elettromagnetici e riguarda la raccolta differenziata dei cassonetti bianchi, in cui si deve conferire solo carta e cartoni e dei cassonetti gialli, in cui si devono conferire gli imballaggi in plastica e lattine per alimenti e bevande.

L'impianto occupa una superfice di 3.000 metri quadrati ed  è collocato in Val Polcevera, presso Genova Bolzaneto.

Il sistema di selezione prevede due diverse linee di trattamento.

Una linea separa la carta dal cartone e la valorizzazione riguarda il cartone, in quanto il suo valore di mercato è decisamente maggiore: 94,95 euro per tonnellata, contro i circa 30 euro/ton della carta.


La seconda linea è dedicata a separate le plastiche, le lattine in acciaio e quelle in alluminio, raccolte tutte insieme nel cassonetto multimateriale di colore giallo.

Il processo avviene completamente in un ambiente chiuso tenuto in depressione da un impianto di aspirazione  con trattamento dell'aria, prima della sua espulsione in atmosfera.
Durante la visita che ho effettuato ieri, l'impianto appariva abbastanza pulito, nessun particolare odore si avvertiva, anche nei pressi dei materiali appena scaricati. Anche i livelli di polverosità apparivano contenuti. L'esperto in impiantistica che era con noi ha confermato la buona progettazione dell'impianto.

Su entrambe le linee, la raffinazione finale è effettata a mano da due operatori che, in una cabina climatizzata,  tengono sotto controllo visivo il passaggio dei materiali da cui tolgono gli MPC conferiti in modo improprio.
Attualmente, questi conferimenti impropri rappresentano circa il 2 % del totale e sono portati nella discarica di Scarpino.
Si tratta in gran parte di oggetti di plastica non classificabili come imballaggi: giocattoli, CD, lastre radiografiche, sedie, tavolini, vasi da fiore, ecc.
La loro presenza deprezza il materiale raccolto, fino a renderlo nullo; quindi diventa importante per la stessa azienda (AMIU) investire in comunicazione per spiegare bene ai cittadini quali tipi di plastiche bisogna conferire nei cassonetti gialli.

Comunque, attualmente, gli esami effettuati casualmente dal Consorzio Nazionale Imballaggi (CONAI) hanno verificato che le balle di MPC valorizzati provenienti da Genova si trovano sempre in seconda fascia di qualità (su tre previste).

Con il direttore dell'impianto si è concordato che si può fare ancora molto per migliorare la qualità dei materiali in ingresso.
Certamente si può fare molto sul fronte dei controlli. Ogni carico in arrivo all'impianto è monitorato nel suo percorso, per cui, in presenza di scarti non idonei (spesso frazioni biodegradabili) è facile risalire alla zona della città in cui questi conferimenti anomali sono stati effettuati. Di conseguenza  opportuni controlli effettuati in  queste zone a "rischio" possono con una certa facilità individuare le singole responsabilità e in questo modo, prima con l'informazione e poi con la sanzione è possibile eliminare le dannose anomalie.

Oltre ad iniziative di comunicazione "spot", come quelle degli Angeli del Riciclo effettuato da volontari, occorrerebbe adottare costanti forme di comunicazione istituzionale, più incisive e monitorate nei loro effetti sulla quantità e la qualità delle frazioni differenziate raccolte.

Sono obiettivi a cui anche il Direttore dell'impianto sta lavorando, con l'idea di aprire l'impianto alle scuole e alla cittadinanza.

Attualmente, nel corso della giornata, il contenuto di tutti i cassonetti per la differenziata, sparsi per la città e trovati pieni, sono scaricati qui. I materiali una volta selezionati e  ripuliti sono pressati  e confezionati in balle che, caricate su camion da 25 tonnellate, sono avviate ai centri di riutilizzo indicati dal Consorzio Nazionale Imballaggi.

L'impianto di Bolzaneto è in grado di valorizzare tutti materiali attualmente separati dai genovesi,  con una  percentuale di RD che, in costante ma ancora troppo lenta crescita, nel 2012 dovrebbe assestarsi al 36-37%.

Comunque, con un aumento dei turni di lavoro si prevede che questo impianto possa trattare tutti i materiali differenziati prodotti da Genova, anche quando, tra qualche anno, la RD raggiungerà finalmente il 65%, obiettivo che bisognava raggiungere entro il 2012.

Con l'entrata in funzione di questo impianto, possiamo dire che finalmente AMIU ha cominciato a capire che la rumenta vale e che il riciclo è più vantaggioso della discarica e del gasificatore.

Infatti, con questa realizzazione è stata anche sbugiardata la solfa che riciclare costa: con i ricavi certi pagati dal CONAI  per carta, cartone, plastica, metalli ben differenziati, l'investimento per la realizzazione dell'impianto di selezione (2,5 milioni di euro) rientrerà entro due-tre anni; negli anni successivi ci sarà solo guadagno netto, guadagno che aumenterà con l'incremento della raccolta differenziata.

In sintesi, l'impianto di valorizzazione del differenziato è un altro piccolo tassello per la realizzazione del possibile Modello Genova per una innovativa gestione dei Materiali Post Consumo prodotti dalla Città.

Il prossimo passo sarà la realizzazione dell'impianto di compostaggio di qualità per trattare 50.000 tonnellate di frazione organica raccolta in modo differenziato su tutta la città.

Con la scelta di realizzarlo nei pressi della discarica di Scarpino sembrerebbe essere stato superato il difficile scoglio della realizzazione di questo impianto che richiede almeno 10.000 metri quadrati.

Sarà la scelta strategica per incrementare in modo significativo la raccolta differenziata, una scelta non più riinviabile.



martedì 19 febbraio 2013

Casa con cappotto: punti freddi

Se i vostri vetri si appannano spesso, la cosa sarà anche romantica, ma avete un problema, anzi ne avete due: disperdete troppo calore, avete un alto rischio di pareti ammuffite.

Se avete qualche angolo della casa ridotto così, come mostra la figura a sinistra,  questo significa che le muffe stanno colonizzando la vostra casa e anche questa non è una buona notizia: allergie e disturbi respiratori sono in agguato.

Ancora una volta, per capire cosa sta succedendo e come rimediare con successo, occore rispolverare un pò di fisica: il punto di rugiada.

Se un'elevata quantità di acqua allo stato vapore (vapore acqueo) viene a contatto con una superfice fredda ( vetro, specchio, parete ...) il vapore si condensa, passa allo stato liquido e si deposita, sotto forma di goccioline, sulla superfice fredda. 

Le condizioni alle quali avviene questo fenomeno dipendono dalla quantità di vapore acqueo disperso in un determinato volume d'aria e dalla temperatura dell'aria e delle superfici. Più alta è la quantità di umidità presente in un determinato ambiente, più alta è la temperatura alla quale si formano le gocce d'acqua.

Certamente avete sperimentato questa regola, quando vi fate la doccia.
Finito il bagno è facile trovare il vetro appannato.
In questo caso, usando l'acqua calda avete riempito di vapore acqueo il bagno e il vetro dello specchio è certamente uno dei punti più freddi del bagno, sul quale il vapore si condensa.

Se un vetro o uno specchio umido si asciugano rapidamente, la situazione diventa più difficile se la superfice fredda, su cui il vapore condensa, è una parete in muratura.
In questo caso l'acqua è assorbita dal muro e un muro bagnato non si asciuga facilmente.
E un muro umido trasmette  più velocemente il calore verso l'ambiente esterno e quindi fa aumentare i costi per il riscaldamento.

E un muro umido, insieme alla polvere che vi si deposita sopra, diventa il luogo ideale per la colonizzazione di nuove "terre" da parte delle muffe, sempre in cerca di posti umidi e ricchi di "cibo".

In questi casi, per rimediare, niente antimuffe, ma una attenta diagnosi per trovare la cura più efficace.

Per evitare condense e muffe si opera su due variabili, la temperatura dell'aria e delle pareti e la concentrazione di umidità nell'aria.
Un diagramma psicro-metrico come quello mostrato in  figura fornisce informazioni su quali siano i valori di temperatura e di umidità relativa che permettono di evitare la formazione di condensa.

Per il suo uso, che richiede nozioni di una certa complessità, rinvio alla lettura di una adeguata spiegazione.

Tuttavia, prima di chiamare in soccorso un bravo termotecnico, ecco qualche utile consiglio pratico:

1) Non dovete mai scendere sotto i 18 °C. Quindi se siete a rischio di condensa, cominciate a vedere cosa succede alzando la temperatura del termostato.
Per evitare la condensa sulle finestre è sufficiente sostituire un vetro semplice con una vetrocamera, cosa da fare in ogni caso
Se sono le pareti ad essere fredde, meglio prendere in seria considerazione l'ipotesi di fare un investimento per aumentarne l'isolamento termico o per ridurre l'effetto di raffreddamento del vento (barriere frangivento)

2) In ogni caso dovete ridurre la concentrazione di vapore presente nel vostro appartamento.

Ed ecco un elenco delle cose che dovreste evitare o ridurre:

- Tenere sempre chiusi gli infissi: è una brutta abitudine, occorre ricambiare l'aria ogni giorno aprendo le finestre, meglio se con apertura a vasistas, per almeno 10 minuti. In questo modo, oltre al vapore acqueo, ridurrete i numerosi inquinanti che sono presenti in casa. Un estrattore d'aria a vetro o a muro, con sensore dell'umidità, può essere una soluzione definitiva al problema.

- Angolo cucina senza canna fumaria a tetto: i filtri a carboni attivi nella cappa non servono a nulla. Quando si cucina si produce vapore acqueo, sia riscaldando l'acqua sia con le fiamme del gas che bruciando si trasforma in vapore acqueo. Se non avete canna fumaria, una finestra con apertura a vasistas, tenuta aperta quando cucinate, può risolvervi il problema.

- Bagni e docce con acqua molto calda e di durata eccessiva

- Asciugare i panni in casa. Se proprio non avete alternative, arieggiate bene il locale durante l'asciugatura

- Tenere molte piante in casa. Le piante hanno bisogno di acqua ed emettono grandi quantità di vapore acqueo. Evitate ristagni d'acqua nei sottovasi.


Tutte le puntate di Casa con Cappotto:

- Che classe energetica sei?
- Stare in mutande: quanto mi costa?
- Misuriamo gli sprechi evitabili
- Vasi "termici" comunicanti
- Sangue caliente 
- Muffe e condense
- Punti freddi
- Barriere frangivento
- Via col vento
- Finestre solari 3
- Finestre solari 2
- Finestre solari 1
- Occhio ai cassonetti
- Riflettori sui caloriferi
- Liberiamo i caloriferi
- La Fisica che serve 3
- La Fisica che serve 2
- La Fisica che serve 1
- Casa con cappotto




lunedì 18 febbraio 2013

Casa con cappotto: punti freddi

Ogni volta che aprite il frigorifero avvertite una sensazione di frescura che, d'estate, può anche essere piacevole.
Come spiegate questo fenomeno?
Se avete seguito questo Corso, avete la risposta: stando davanti al frigorifero aperto, le parti scoperte del vostro corpo (a circa 30 °C), inviano raggi infrarossi a cibi e bevande nel frigo che, a loro volta di inviano raggi infrarossi a circa 4 °C.
In questo scambio di radiazioni, la maggiore quantità di energia raggiante è la vostra (siete più caldi)  e quindi, per irraggiamento, il vostro corpo perde più calore di quando ne assorbe e di conseguenza voi vi raffreddate e il frigorifero si riscalda!
Lo stesso fenomeno succederà tutte le volte che passate vicino a superfici fredde della vostra casa: una finestra, un muro esposto a nord.
Se poi sostate a lungo vicino a queste superfici, la sensazione di freddo può diventare un vero e proprio disagio che vi può spingere  ad aumentare la temperatura del termostato della calderina.
Ma in questo modo avrete curato i sintomi, non le cause del disagio. E certamente la vostra bolletta del gas aumenterà.
In attesa del rifacimento della facciata, per risolvere definitivamente il problema delle pareti fredde con un bel cappotto termico aggiunto alle pareti, potete da subito adottare piccoli, ma efficaci ed economici rimedi.
Per prima cosa dovete individuare le pareti fredde della vostra abitazione.
Certamente sono le pareti che danno sull'esterno, in particolare quelle rivolte a nord che non ricevono mai la luce del sole e spesso anche le  più esposte ai freddi venti invernali.
Anche pavimenti posti sopra locali non riscaldati potrebbero essere luoghi freddi.
La conferma che avete parete fredde la potrete avere, semplicemente appongiandoci sopra una mano.
Se volete fare una ricerca più scientifica, dotatevi di un termometro all'infrarosso che, senza toccare le superfici ne stima la temperatura; i modelli più semplici hanno prezzi decisamente affrontabili.
La foto che segue vi mostra una delle parete fredde della mia casa che, costruita all'inizio del 1900, ha muri in pietra di circa 40 cm di spessore, che richiederebbero un bel cappotto.
Questa parete è esposta ai freddi venti che vengono da nordest e non è un caso che per tutta la sua lunghezza non ci siano finestre. Chi ha costruita la casa, sapeva bene che queste finestre non sarebbero servite a nulla, se non per disperdere un bel pò di calore.
In attesa che maturino i tempi per il rifacimento della facciata, abbiamo fatto scelte "low cost" per ridurre i problemi di questa ed altre pareti fredde.


Oggi, a Bogliasco, la temperatura esterna è di  10 °C.
L'impianto di riscaldamento è acceso con il termostato posizionato a 20°C.
La temperatura dell'aria, all'interno di questa stanza è a 19,2 °C.
La parte scoperta del muro, nonostante l'impianto di riscaldamento in funzione, è a 16,6 °C, una temperatura decisamente bassa che potrebbe dare fastidio, stando fermi davanti al computer-televisione.
Invece, il termometro a infrarossi mi comunica che la temperatura degli sportelli del mobile in legno è decisamente più alta: 19,4 C°.
Anche i dorsi dei libri posizionati sul mobile e sulla libreria pensile sono caldi: 19,2 - 19,8  C°.
Questa differenza di temperatura trova una spiegazione nell'isolamento termico, rispetto al mutro freddo, del legno dei mobili, un ottimo isolante, dello spessore di aria ferma all'interno dei mobili, della carta dei libri, anch'essi ottimi isolanti.
Pertanto, come è stato fatto in questo caso, una attenta scelta dell'arredamento (e un grande amore per i libri) ha permesso di ridurre di molto la superfice fredda scoperta di questa stanza.
Quindi è di molto diminuita l'entità della superfice con irraggiamento negativo e quindi il disagio termico che la parete fredda avrebbe potuto produrre. 
Anche il tappeto non ci sta per caso. Serve per ridurre il disagio del pavimento freddo, in quanto posizionato sopra un locale non riscaldato. Rispetto al pavimento, il tappeto è di circa un grado più caldo.
Vi segnalo che per isolare le pareti fredde vanno bene anche quadri, specchi, raccolte di CD e DVD.
Ora che avete capito, vedete come potete riposizionare i vostri mobili.
E se l'idea vi piace, vi ricordo che un bell'arazzo appeso lungo le pareti più fredde della vostra casa, certamente ne aumenterà il confort e l'isolamento termico.
E la presenza di grandi e spessi arazzi in lana, sugli antichi muri in pietra di palazzi nobiliari e castelli non è affatto una semplice dimostrazione di ricchezza. Servivano, principalmente, per attenuare l'irraggiamento termico dei padroni  (e della loro servitù) verso i muri freddissimi della loro abitazione.
Tutte le puntate di Casa con Cappotto:

- Che classe energetica sei?
- Stare in mutande: quanto mi costa?
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- Barriere frangivento
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lunedì 11 febbraio 2013

Casa con cappotto: barriere frangivento

Se abitate in una zona molto ventosa, questo fatto può aumentare di molto la vostra bolletta per il riscaldamento.
 Nel precedente post, abbiamo spiegato per qual motivo un oggetto caldo investito dal vento si raffredda.
 Questo effetto è molto importante e potrebbe essere, letteralmente, di vitale importanza contrastare  il raffreddamento dovuto al vento, qualora vi sorprendesse una tempesta di vento mentre eravate in giro a raccogliere funghi.
La temperatura "percepita" dal vostro corpo, come pure dalla vostra casa, scende rapidamente, mano a mano che aumenta la velocità del vento a cui siete esposti
Ad esempio con una temperatura dell'aria di 10 °C, con un vento debole (5km/ora) la temperatura percepita sarà  10 °C, uguale a quella che misura il termometro.
Ma se il vento passa a 20 km/ora, la temperatura percepita scende a 7°C e, con venti di 60km/ora la temperatura percepita scenderà ancora, a 5 °C.
Questo significa che se vi trovate dentro una corrente d'aria a 10 °C che soffia a 60 km/ora, il vostro corpo disperde calore come se si trovasse a 5 C°!
Pertanto, se improvvisamente si alza il vento e non siete attrezzati per affrontare una temperatura esterna di 5°C, se non riuscite a ripararvi al più presto dal vento, quanto meno, rischiate un bel raffreddore.
Se esposti al vento ci raffreddiamo più rapidamente, la stessa cosa avviene per le nostre case.
Se la vostra casa è stata costruita prima degli anni '50, è probabile che il progettista abbia scelto terreni ben soleggiati e poco esposti al vento.
Molto più probabile che non sia così, per case costruite durante il boom economico degli anni anni 60 e oltre.
Se abitate in un antico borgo medioevale, con le case a schiera, una addossata all'altra, con strette strade di collegamento, prevalentemente pedonali, come nel centro antico della mia Genova, potete essere certi che il vento per voi non è un grande problema.
Se abitate in cima ad una collina o lungo una vallata, è molto probabile che proprio il vento la causa delle vostre bollette salate.
Comunque a tutto c'è rimedio, almeno parziale.
Per ridurre il raffreddamento prodotto dal vento, avrete capito che bisogna diminuire la sua velocità evento tutt'altro che impossibile, in quanto da tempo si sono scoperte e utilizzate idonee barriere frangivento, la cui funzione è di ridurre la velocità del vento che soffia sulla nostra casa e, se possibile, azzerarla.
Se avete la fortuna di avere un ampio terreno intorno alla vostra abitazione, se non l'avete ancora fatto, investite nell'acquisto e nella messa a dimora di un fitto boschetto lungo il lato della vostra casetta da dove provengono i forti e freddi venti invernali.
Gli alberi da scegliere sono, ovviamente, quelli idonei al vostro clima e ovviamente quelli che d'inverno non perdono le foglie.
La loro distanza dalla casa e la loro altezza, devono essere in grado di deviare il vento al di sopra del tetto della vostra casa.
A riguardo, un buon bio-architetto e' in grado di darvi tutti i consigli utili per un efficace intervento.
Per tutti quelli che non hanno prati e giardini, ricordarsi di usare sempre le barriere frangivento di cui casa vostra e' certamente dotata: persiane e tapparelle.
Chiudere le persiane e abbassare le tapparelle dopo il tramonto, quando la luce solare non è più sufficiente, e' una buona prassi per ridurre le bollette del gas.
Ovviamente la chiusura di questi infissi e' raccomandabile anche nelle giornate di vento forte.
Studi qualificati hanno dimostrato che, per appartamenti romani, la chiusura di tapparelle e persiane, nelle ore notturne, riduce le perdite di calore dell' intera casa, dal 4 al 6%.
Risparmi più importanti si hanno in zone più a Nord e piu ventose: - 11% a Bruxelles, -14 a Stoccolma.
Tenete presente che questo risparmio non è tanto dovuto al potere isolante di tapparelle e persiane, ma allo strato di aria ferma che, con la chiusura, si forma tra gli scuri e i vetri della finestra.
Come abbiamo già visto, a parità di spessore, l'aria ferma evita la perdita di calore molto di più di materiali solidi isolanti.
Questo significa che anche la chiusura di una o più tende, aggiunge strati di aria isolanti, anche dall' interno.

Per questo scopo sono da preferirsi tende pesanti, poste a non più di tre-quattro centimetri di distanza dal vetro e tra di loro, nel caso di tende doppie.
Il rispetto di questa distanza (più piccola è, meglio è) riduce la possibilità che nello strato d'aria, a causa della diversa temperatura (fredda a contatto del vetro, calda a contatto della tenda) si creino moti convettivi, in definitiva, venticelli artificiali che, come abbiamo visto, bisogna evitare per ridurre le perdite di calore per convezione.

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domenica 10 febbraio 2013

Casa col cappotto: via col vento.

Cosa fate quando vi servono cibi e bevande troppo calde?

Io ci soffio sopra, non solo perchè funziona, ma anche perchè, grazie alla conoscenza della teoria cinetica del calore, che vi ho spiegato in un precedente post, so cosa succede.

E ora ve lo spiego.

Prendiamo, ad esempio, la tazza di caffè nell'immagine di copertina. Le molecole d'acqua che contiene la tazza, durante il riscaldamento hanno ricevuto una bella quantità di energia termica che ha aumentato la velocità dei loro movimenti.

Mediamente, la velocità delle molecole del caffe è maggiore delle molecole vicine, quelle della tazzina, dell'aria circostante, della mano della ragazza.

Tuttavia le molecole calde del caffe non hanno tutte la stessa velocità.

Negli scambi di energia dovuti ad urti casuali tra le molecole, una piccola parte, ad un certo momento, avrà una energia cinetica maggiore delle altre e tale da rompere i deboli legami che tengono insieme le molecole dei liquidi.

Rotto il legame liquido-liquido, le molecole passano allo stato di vapore e si muovono in modo più libero nell'aria circostante, portandosi dietro l'energia che avevano assorbito.

Soffiando sopra la tazzina, si accelera l'allontanamento dal caffè del vapore e, con lui, delle molecole d'acqua che avevano assorbito più energia termica.

Per il principio della conservazione dell'energia, grazie al soffio, il caffe si raffredda più velocemente e l'aria circostante si riscalda.

Ora dovrebbe esservi più chiaro il motivo per cui, nelle giornate di vento, a parità di temperatura dell'aria, avete la sensazione di avere più freddo.

Non è una sensazione, ma un fatto vero.

Con il vento se ne vanno via più rapidamente del solito,  le molecole di aria calda attaccate alla superfice esterna del vostro giubbotto, molecole che avevate riscaldato con il  vostro "fornelletto portatile" alimentato a zuccheri, carboidrati e grassi: il vostro corpo.

E se le molecole calde se vanno via con il vento, il vostro corpo si raffredda. Per evitarlo, cibi più energetici e vestiti più isolanti.

La stessa cosa succede per casa vostra. Nelle giornate di vento la vostra calderina deve funzionare più a lungo per mantenere calda la casa.

Nel prossimo post, trucchi e accorgimenti per ridurre i consumi energetici provocati dal vento.

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giovedì 7 febbraio 2013

Casa con cappotto: finestre solari 3)

Se avete una finestra rivolta verso Sud, ritenetevi fortunati.
Facendo le scelte giuste, potete trasformarla in una vera è propria stufetta alimentata ad energia solare che, gratuitamente, sarà in grado di fornirvi una quota non trascurabile dell'energia termica che vi serve d'inverno per tenere calda la vostra casa.
Se state seguendo  questo corso (Economia Domestica per il 3° millennio), sapete già che nella vostra finestra dovete sostituire il vetro semplice con una vetro-camera basso riflettente.
Questa vetro-camera riduce di molto la quantità di calore che per conduzione si trasferisce dalla vostra stanza all'ambiente esterno.
Dati alla mano, ipotizzando una differenza di 10 °C tra interno ed esterno, una vetrocamera di 1,5 metri quadrati, in un'ora immette nell'ambiente esterno una quantità di calore pari a 21 wattora.
A Dicembre, dalle parti di Genova, ci sono in media 9 ore di luce ( dal sorgere del Sole al suo tramonto).
Durante questo tempo, la nostra finestra, per conduzione perde 189 wattore (21x9) di energia termica, ma fa entrare nella stanza circa il 60% dell'energia solare che, in modo diretto e diffuso, incide su questa stessa finestra.
Pertanto, in base al soleggiamento che si registra a Genova, la stessa finestra, fornirà 2.439 wattore di energia raggiante, di fonte solare, circa 13 volte di più dell'energia termica persa, per conduzione, dal vetro.
Pertanto, grazie alla finestra e al Sole, la vostra stanzetta si riscalderà e se avrete dotato il termosifone di un termostato, nelle giornate più soleggiate lo troverete spento!
E ora facciamo qualche calcolo.
Ipotizziamo che la vostra casa sia in classe energetica D (una situazione intermedia tra la classe A, la migliore, e la G, la peggiore) e che la superfice della stanza con finestra solare sia di 25 metri quadrati.
In questo caso, ogni 24 ore, ci vogliono 13.000 wattore di energia termica per mantenere la  temperatura della stanza a valori confortevoli (max 20 °C- min 17°C).
Pertanto, nel periodo piu sfavorevole (dicembre), una finestra con vetro-camera  basso riflettente, grazie all'energia solare, copre oltre il 16% del proprio fabbisogno energetico.
Risultati simili si otterrebbero anche per località poste più a nord di Genova.
In questi casi, la minore intensità delle radiazioni solari e la maggiore differenza di temperatura potrà essere compensata da un miglior isolamento termico delle abitazioni.

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domenica 3 febbraio 2013

Casa con cappotto: finestre solari 2)



La fabbricazione di vetro in lastre è stata una bella invenzione che, applicata alle finestre, fin dalla antica Roma, ha permesso alle case di essere luminose e di tenere fuori, vento e pioggia e in parte, il freddo.
Tra le proprietà del vetro c'è quella di essere trasparente alla luce solare, ma anche quella di essere opaco alle radiazioni infrarosse, il tipo di "luce oscura", invisibile ad occhio umano, che emettono gli oggetti caldi.
Quindi, una finestra in vetro, rivolta verso sud,  per molte ore al giorno, riceve luce solare che, in gran parte, attraversa il vetro ed entra nell'abitazione.
Una volta entrata in casa, la luce solare interagisce con tutti gli oggetti che incontra, compresi gli umani, e cede loro la sua energia. In questo modo, gli oggetti illuminati si riscaldano e, a loro volta, emettono, tutt'intorno a se, energia termica, sotto forma di luce infrarossa.
Quando la luce infrarossa, emessa dagli oggetti dentro casa, incontra il vetro non riesce ad attraversarlo,  gli cede parte della sua energia (il vetro si riscalda) ed è riflessa verso l'interno della casa che, ancora una volta, assorbe questa energia raggiante riscaldandosi.
 


Questa caratteristica del vetro è sfruttata nelle serre, vere e proprie case con tetti e pareti di vetro, all'interno delle quali, anche d'inverno, si possono coltivare fiori e ortaggi. Le piante, per crescere, usano l'energia solare che attraversa il vetro e ,grazie al vetro che intrappola le radiazioni solari, la serra si riscalda e il calore aiuta le piante a crescere velocemente.

Ma quando fuori è molto freddo, una lastra di vetro, spessa pochi millimetri, puo fare molto poco per contrastare il passaggio, per conduzione, del calore dentro casa verso l'esterno freddo.

Si stima che circa il 22% del calore prodotto in casa da stufe, caloriferi, caminetti si disperda attraverso le finestre tradizionali, con una singola lastra di vetro.

Per nostra fortuna, ancora una volta la fisica c'è venuta incontro per ridurre drasticamente questa perdita di calore, risparmiare soldi e contemporanemente godere di maggiore confort.

Per prima cosa i fisici hanno scoperto che l'aria secca è un ottimo isolante termico.
La capacità di un materiale a condurre calore è definita come conducibilità termica.
L'unità di misura della conducibilità termica è: watt/metro.kelvin

Più è alto è il valore della conducibilità di un materiale, maggiore è la quantità di calore che fluisce lungo questo materiale, a parità di differenza di temperatura esistente tra il lato caldo e quello freddo.

Ad esempio la conducibilità dell'alluminio (ottimo conduttore) è 111, quella del vetro 1, la lana 0,05, il polistirolo espanso 0,045, l'aria secca 0,026.

Di fronte a questi numeri dovrebbe esservi chiaro il motivo per cui i nostri maglioni sono fatti di lana e non di alluminio e che, se vogliamo isolarci da freddo, molto meglio mettere tra due lastre di vetro uno strato d'aria, piuttosto che palline di polistirolo.

In base a questi dati , sviluppate le tecniche produttive, nelle finestre, al vetro singolo si è sostituita la vetro camera: due lastre di vetro parallele (4 millimetri ciascuno) , separate da uno strato d'aria di 15 millimetri a tenuta stagna su tutto il perimetro.


Conti alla mano, da una finestra a vetrocamera, passa la metà del calore che fluisce all'esterno attraverso una finestra a vetro semplice.

E già questo è un vantaggio che dovrebbe suggerire di passare subito alla vetro camera se avete ancora il vetro semplice.

Ma si può fare di più.

Da qualche tempo, in commercio ci sono vetro camere innovative, denominate basso emissive che, grazie ad un microscopico e trasparente strato di materiali riflettenti, depositato sul lato 3 della vetrocamera (vedi figura sopra) le radiazioni infrarosse che raggiungono il vetro sul lato interno della casa sono in gran parte riflesse nuovamente verso l'interno.

In questo modo, rispetto ad una vetro camera normale,  si dimezzano ulteriormente le perdite di calore.

In base ai valori di  Trasmittanza Termica, forniti dai produttori si possono fare conti precisi sulla quantità di calore che è possibile risparmiare.

Ad esempio, se avete una finestra con una superfice di 1,5 metri quadrati, con una differenza di temperatura di 10 °C  (20 °C dentro casa e 10°C fuori), se nella finestra c'è un vetro semplice, in un'ora, attraverso questo vetro esce energia termica per 88,5 wattore (Wh), con vetro camera normale il calore perso è 40,5 Wh e con vetrocamera a bassa emissione la perdita si riduce a 21 Wh.

Se vi riscaldate con metano, per produrre queste quantità di calore dovete bruciarne, rispettivamente circa 8, 4, 2 litri.

Moltiplicate questi valori per tutta la superfice vetrata delle vostre finestre e per il numero di ore invernali  in cui, dalle vostre parti, la temperatura esterna è inferiore a 15 °C, temperatura alla quale si comincia ad accendere il riscaldamento e vi potrete fare un'idea del risparmio che ogni anno potreste fare cambiando tutti gli infissi.

Certamente cambiare gli infissi tradizionali con altri ad alta efficenza energetica ha un costo.

Comunque, tenete conto che potrete detrarre dalle tasse il 55% della spesa e che il risparmio si ripeterà anno dopo anno, senza che dobbiate far altro che tenere puliti i vetri.

Mi sembra un bel modo di investire il vostro denaro.

Comunque i vantaggi delle vetrocamere a bassa emissione non sono tutte qui. Ci sono interessanti e piacevoli sorprese che vi sarano svelate nel prossimo post.

Non mancate.

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