Concentrazione di biossido di azoto a Genova.
Fin dal 2007, quando la rete di monitoraggio della qualità dell'aria di Genova, conforme alla normativa europea, è stata completata, è emerso il mancato rispetto dei limiti di legge per il biossido di azoto, in particolare lungo le strade più trafficate di Genova (via Buozzi e corso Europa), dove la concentrazione media annuale era, e continua essere, superiore al 40 microgrammi per metro cubo (ug/m3).
Nonostante che, fin dalla pubblicazione del primo inventario delle emissioni presenti nel comune di Genova, redatto nel 2005, fosse evidente che la maggiore quantità di biossido di azoto provenisse dalle attività portuali, seguito a distanza da quello prodotto dal traffico, fu solo nel 2021 che, su sollecitazione del Comitato Tutela Ambientale Genova Centro Ovest, ARPAL, l'Agenzia Regionale per laProitezione dell'Ambiente Ligure, con una stazione mobile posta in largo San Francesco da Paola, iniziò ad effettuare misure orarie di biossido di azoto, in una zona certamente interessata dalle emissioni portuali, in particolare dai traghetti e dalle navi da crociera che attraccano ai moli del "Porto Antico".
Figura 1: nel cerchio rosso la localizzazione della stazione mobile ARPAL in largo San Francesco da Paola |
Nella Figura1, l'immagine satellitare mostra la localizzazione della prima stazione di monitoraggio usata per misurare la concentrazioni di inquinanti nel quartiere di San Teodoro.
Questo sito, come si può vedere, si trova di fronte ai moli che ospitano traghetti e navi da crociera, a 35 metri sul livello del mare, in linea d'aria, a 400 metri di distanza dalla mezzeria di via Buozzi, a 450 metri da quella dalla Sopraelevata, strade di attraversamento della città e a circa 700 metri di distanza dai fumaioli delle navi che attraccano più vicino a questo sito.
Come le normative europee prevedono, questo sito, come tutti i siti di campionamento, deve essere classificato, in base alle sue caratteristiche e in particolare in base alle fonti di inquinamento che vi impattano in modo prevalente.
A tal riguardo, in base ai documenti ARPAL, sembra che l'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente non abbia avuto le idee molto chiare in quanto, a seconda del documento consultato, si ritrovano le seguenti classificazioni per il sito di l.go San Francesco da Paola: urbano, fondo urbano, fondo industriale.
A nostro avviso, se non ci fosse il porto vicino, largo San Francesco da Paola e il vicino sito di via Bari (bandierina, nella Figura 1), successivamente scelto per misurare l'inquinamento portuale, avrebbero entrambi tutte le caratteristiche di "fondo urbano", in quanto molto distanti, sia in linea d' aria che in altezza, da elevati flussi di traffico.
Quindi, se non ci fossero i fumi delle navi, entrambe le centraline messe in funzione nel quartiere di San Teodoro sarebbero classificate "fondo urbano", come quelle di Belvedere Don Ga, a fianco di corso Firenze, di spianata Acquasola, nei pressi di piazza Corvetto e di Genova Quarto, nel giardino di Largo Cattanei 3, presso gli uffici della citta Metropolitana, tutte mostrate nelle Figure che seguono.
Nella Figura 2 sono localizzati i tre siti ARPAL che controllano l'inquinamento nel quartiere di San Teodoro: a destra il "sito da traffico" di via Buozzi, a pochi metri di distanza da questa via ad alta densità di traffico e a sei corsie, in alto il sito di "fondo urbano di via Bari, a destra il sito di "fondo urbano" di Belvedere Don Ga, a 105 metri s.l.m, con vista sulla citta e il porto.
Nella Figura 3 la localizzazione della centralina di "fondo urbano" di spianata Castelletto, posta in fondo alla spianata alberata, a 350 metri di distanza da piazza Corvetto e a 200 metri da via XX Settembre, entrambe località molto trafficate.
Nella Figura 4, la localizzazione della centralina posta nei giardini di largo Cattanei a Quarto, a 150 metri di distanza da Corso Europa, una delle vie vpiu trafficate di Genova.
La Figura 5 mostra quale sia stata la concentrazione media annuale di biossido di azoto misurata contemporaneamente nel corso del 2023, in tutti questi quattro siti classificati propriamente e impropriamente "fondo urbano".
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