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domenica 1 dicembre 2024

DUE O TRE COSE CHE SO DI LORO. Biossido di azoto nei quartieri a fronte del porto di Genova 1)


 Gli ossidi di azoto: come si formano, effetti sulla salute, limiti.

Gli ossidi di azoto si formano, prevalentemente, per reazione tra l'ossigeno e l'azoto presenti nell'atmosfera del nostro Pianeta.

Questa reazione avviene quando l'aria è sottoposta ad alte temperature e ad elevate pressioni, condizioni che si realizzano nei motori a combustione interna, in particolare nei motori diesel.

Pertanto, nei gas di scarico dei motori diesel sono presenti diversi ossidi di azoto (NOx); i più importanti sono: monossido di azoto (NO), biossido di azoto (NO2).

La loro quantità, in uscita dai tubi di scappamento, dipende dalla cilindrata dei motori, dalla loro manutenzione, dalla velocità delle auto, dai trattamenti fumi.

Respirare aria con questi inquinanti provoca effetti alla salute anche gravi (asma, disturbi respiratori, ictus, infarti, ....), che possono ridurre l'aspettativa di vita.

A seguito di evidenze sperimentali, anche recenti, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha raccomandato ai Paesi ONU il rispetto di limiti (concentrazioni medie  in atmosfera) sempre più restrittivi, che sono stati recepiti dalla normativa europea e di conseguenza da quella italiana.

Attualmente (2024), i limiti del biossido di azoto, concentrazione medie che non devono essere superate, espresse come micro-grammi, milionesimo di grammo, per metro cubo di aria (ug/mc), in vigore nel nostro paese, sono i seguenti:

- media annuale: 40 ug/mc
- media oraria:   200 ug/mc, da non superare più di 18 volte nel corso di un anno.

A Genova, il limite annuale del biossido di azoto, non è mai stato rispettato in almeno due dei siti da traffico, monitorati dalla Agenzia Regionale Protezione Ambiente Liguria (ARPAL), via Buozzi e Corso Europa, rispettivamente a 44 e a 65 microgrammi per metro cubo, nel corso del 2023.

Pertanto, Genova contribuisce alla procedura di infrazione a carico dell’Italia, da parte dell’Unione Europea, per il mancato rispetto della Direttiva 2008/50/CE sulla qualità dell’aria.

Nel 2023, la Corte di Giustizia Europea ha segnalato il perdurare di questa infrazione a carico dell’Italia  e, per questo, rischiamo  di essere sanzionati, come già avvenuto per simili “reati” ambientali,  con multe di decine di milioni di euro.

A seguito di nuove evidenze sperimentali, in particolare l'occorrenza di danni sanitari anche a seguito di esposizioni di breve durata, su raccomandazione dell'OMS, l'Unione Europea ha recentemente approvato nuovi limiti, per il biossido di azoto  che entreranno in vigore nel 2030.

In particolare, i nuovi limiti per il biossido di azoto sono:

- media annuale: 20 ug/mc
- media giornaliera: 50 ug/mc, da non superare più di 18 volte/anno
- media oraria: 200 ug/mc, da non superare più di 3 volte/anno

Da sottolineare  che la nuova normativa ha introdotto limiti  giornalieri, una scelta importante per i quartieri genovesi in fronte porto che si trovano sottovento alle emissioni portuali in particolari situazioni stagionali come le brezze di mare estive.

A causa della sua elevata reattività, una volta immesso in atmosfera, il biossido di azoto va incontro a una rapida degradazione, in funzione della temperatura ambiente e della intensità delle radiazioni solari. 
Pertanto, la sua concentrazione si riduce nel tempo, con un tempo di dimezzamento che, in base all’intensità della luce solare e altri parametri ambientali, va da 30 minuti a 24 ore. 

In ambito urbano il tempo di dimezzamento è più breve e va da 1 a 3 ore, a causa della interazione con altri inquinanti. 

In questo caso, il biossido di azoto, specialmente nel periodo estivo, contribuisce alla formazione di ozono, un’altro pericoloso inquinante che spesso sfora nelle zone periferiche delle città, che a Genova sono il parco di Acquasola e Quarto dove sono state collocate i campionatori per misurare in continuo l’ozono.

Altre reazioni che avvengono in atmosfera contribuiscono alla “scomparsa” del biossido di azoto, e alla formazione di altri composti problematici (acido nitrico, perossi acetil  nitrati, nitrati…) i quali, a loro volta, comportano la formazione di polveri sottili secondarie.

Per tutti questi motivi, a Genova , dovrebbe essere prioritario attivare, rapidamente, strategie efficaci per ridurre l’inquinamento da biossido di azoto, in particolare in ambito portuale, fonte prevalente di questo inquinante nel territorio comunale di Genova ma, di fatto, ignorato fino al 2020, quando su sollecitazione del Comitato Ambientale Genova Centro Ovest, si sono avviate le prime misurazioni da parte di ARPAL, presso largo San Francesco da Paola, in zona di impatto delle emissioni portuali.







 









 







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