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lunedì 13 febbraio 2012
Sentenza Amianto e Prevenzione
I primi studi che segnalavano la pericolosita' dell'amianto risalgono al 1920. Negli anni 60 la comunita scientifica concordava che respirare fibre di amianto provocava fibrosi polmonare e un particolare tipo di tumore alla pleura polmonare, il mesotelioma pleurico. La sentenza definitiva sull' elevato rischio di cancro dovuto all'inalazione di questa fibra minerale e' stata fatta nel 1972, dall'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro. Nel 1992 l' Italia bandiva qualunque uso dell' amianto. I 70 anni di ritardo, dall' accertamento del pericolo, alle norme di tutela la della salute pubblica sono dipesi dai grandi interessi dell'industria mondiale del cemento-amianto. Non e' un caso isolato. Simili storie si possono raccontare per il benzene e il DDT.
Il divieto dell'uso dell'amianto stabilito in Europa e negli Usa (ma non nel sud America)dall' inizio degli anni 90 ha interrotto l esposizione di chi e' nato dopo questa data, ma l'epidemia silenziosa di mesoteliomi pleurici continuerà ancora per decenni. I tempi di latenza del mesotelioma, dal momento dell' esposizione alle fibre, fino alla manifestazione chiara di questo tumore incurabile, sono anche di 40 anni.
Se, come sta avvenendo, non sarà più finanziata la ricerca sui cancerogeni ambientali e la prevenzione finalizzata ad evitare l'esposizione della popolazione, l' epidemia silenziosa degli altri tumori evitabili, in quanto di origine ambientale,continuerà.
Oggi, diminuito l'uso di sigarette,gli oncologi si stanno accorgendo che e' in aumento il numero di tumori polmonari in in persone giovani che non hanno mai fumato. E' un fenomeno che rischia di passare inosservato, in assenza di studi specifici che valutino quanti cancerogeni umani presenti nell'aria inquinata hanno respirato fin dalla nascita.
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E per i neonati, quale siano l'entità e le conseguenze dell'esposizione in utero, con la gestante ad agire da incolpevole mediatrice e donatrice di inquinati bioaccumulati nel corso della sua vita...
RispondiEliminaNon hai notato uno spiraglio per la ricerca in questo studio EU:
http://www.repubblica.it/tecnologia/2012/02/16/news/unione_nell_innovazione-29960498/?ref=HREC1-36
http://www.repubblica.it/tecnologia/2012/02/16/news/unione_nell_innovazione-29960498/?ref=HREC1-36
RispondiEliminaChe l'investimento in ricerca crei sviluppo è una certezza che la mediocre classe politica che ci hanno costretto a scegliere ha ignorato fino ad oggi.
Anzi, in nome del risanamento dei conti pubblici, si è fatto e si sta facendo di tutto per smantellare la poca ricerca che ancora si fa in questo paese.
Monti, se volesse, potrebbe chiedere di assumere tutti i precari, di finanziare adeguatamente la Ricerca Pubblica, su obbiettivi prioritari. La copertura finanziaria potrà essere ottenuta rinunciando ad una decina di cacciabombardieri e a qualche grande opera.
Per quanto riguarda gli obiettivi della nuova ricerca italiana,ne suggerisco due:
1) realizzazione di impianti pilota di bioraffinerie alimentate con scarti agricoli
2) prevenzione primaria delle malattie di origine ambientale.
Per ottenere tutto questo Monti ha a disposizione una frase "mantra":
"Ce lo chiede l'Europa"