Differenziare pile usate e farmaci scaduti è una buona pratica in quanto se questi scarti sono smaltiti in discarica o in inceneritori/gasificatori, senza le adeguate precauzioni, creano certamente dei problemi.
Ma avete un'idea di quanto costi lo smaltimento di pile e farmaci fatto a regola d'arte?
Ancora una volta, grazie alla politica della trasperenza adottata dal mio Comune (Bogliasco) posso darvi qualche cifra.
Smaltire una tonnellata di pile e di farmaci costa al mio Comune, rispettivamente, 800 e 1300 euro!
Sono cifre rilevanti, anche a confronto dei 91 euro che paghiamo per mandare a discarica il residuo secco.
Nel 2010, abbiamo differenziato 1,4 tonnellate di pile e 2,5 tonnellate di farmaci scaduti con una spesa, a carico del Comune di circa 3.500 euro.
Si tratta di un bel pò di soldini che sarebbe importante poter risparmiare, ovviamente senza rinunciare alla tutela dell'ambiente e della salute.
Per le pile, la soluzione c'è: passare in massa all'uso delle pile ricaricabili.
Chi fa questa scelta spende molto meno per alimentare i tanti piccoli elettrodomestici a pile. Personalmente, da diversi anni, alimento il mio rasoio con due pile ricaricaribili al Nichel e Idruri di Metalli, sempre le stesse.
Questo tipo di pile non hanno l'effetto memoria delle precedenti pile ricaricabili e si possono ricaricare centinaia di volte, senza apprezzabile perdita di potenza. Fatta questa scelta si evita di differenziare e smaltire centinaia di pile esauste di tipo convenzionale.
Per i farmaci da smaltire occorre fare due riflessioni.
La prima riguarda il fatto che 5000 persone, più o meno gli abitanti di Bogliasco, in un anno buttino via, anche se differenziandole, 3 tonnellate di farmaci!
Mi sembra uno spreco pazzesco. Le cose sono tre: 1) i miei concittadino sono un pò troppo smemorati e una volta comprate le medicine non le usano. 2) I medici prescrivono troppe medicine 3) Le confezioni contendono un numero di pastiglie eccessive rispetto alla effettiva durata della cura.
Ho l'impressione che siano vere tutte queste tre ipotesi e forse è il caso di darsi una regolata.
Ma occorre fare un'altra considerazione.
Tutti coloro che differenziano farmaci scaduti dovrebbero aver ben chiaro che nei contenitori davanti alla loro farmacia non devono mettere scatole, bugiardini nè, tantomeno flaconi in vetro e in plastica.
In una scatola di medicine l'imballaggio di cartone e il "bugiardino di carta" rappresentano circa il 40% de peso dell'intera confezione.
Se anche gli imballaggi riciclabili a costo "zero" si smaltiscono come farmaci, insieme ai farmaci veri e propri, è uno spreco "pazzesco" di danaro pubblico.
Ora che sapete tutto questo, due consigli:
- Al vostro medico chiedete la quantità di medicine strettamente necessarie per curare i vostri acciacchi.
- Se avete medicine da smaltire, riciclate tutti gli imballaggi (cartone, carta, vetro plastica), e nella raccolta differenziata dei farmaci mettete solo le pastiglie!
Ciao! Il tuo blog è stata proprio una bella scoperta, parli di tante cose niente affatto scontate, e soprattutto lo fai con cognizione di causa.
RispondiElimina3 tonnellate di farmaci all'anno per 5000 persone mi sembrano davvero molte e purtroppo, tra le motivazioni che adduci, tutte e tre vere, credo che quelle più rilevanti siano proprio la seconda e la terza. Ma qui si aprirebbe un capitolo che ha poco di ecologico e molto di politico-economico (soprattutto economico).
ciao,
cristiana