Ad esempio, è un pannicello caldo quello che l'ILVA vuol fare per ridurre la polverosità dei grandi depositi di materie prime: aggiungere un legante all'acqua con cui ora tengono umidi i cumuli di carbone all'aperto!
L'immagine che segue, più di tanti discorsi, da una chiara idea a che livello di arretratezza sia la più grande acciaieria d'Europa (foto in basso), confrontata con le scelte impiantistiche di una acciaierie della Corea del Sud (foto in alto), un nostro concorrente sul mercato mondiale dell'acciaio.
I veri problemi di Taranto sono le vecchie cokerie, che l' ILVA ha rimesso in funzione, e il reparto Agglomerazione.
E da qui che escono i cancerogeni (benzene, benzopirene, diossine) e per garantire la salute di lavoratori e cittadini non c'è altra soluzione che chiudere entrambi, al più presto possibile.
La verità è che, se Taranto deve ancora produrre acciaio, bisognerebbe rifare tutto l'impianto, di sana pianta.
E per fare questo bisogna chiudere, ma nessuno andrebbe a casa, in quanto la chiusura, la bonifica e la ricostruzione di nuovi moderni impianti richiede lavoro e operai, ma anche capitali e qui temo, Riva non ci sente:per fare affari bisogna che tutto continui come ora, con un pò di fumo negli occhi dei politici di turno e del sindacato.
complimenti per la schiettezza e la correttezza delle informazioni: il lavoro ci sarebbe, forse più di prima, con la chiusura dell'impianto...a patto che ci sia la volontà politica, naturalmente. Grazie, Sofia Astori.
RispondiEliminala storia del collante sui parchi è una pratice hce già avveniva, almeno a dire dei dirigenti ilva..e adesso la escono come il coniglio dal cappello, un pò spelacchiato per altr...perchè non è che dia chissà che risulatati. L'ilva troppo obsoleta...è una bomba ecologica!
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