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venerdì 19 ottobre 2012

40 anni dopo "I limiti dello sviluppo"

Era il 1972, quando uscì la prima edizione di un libro straordinario, illuminante per quelli che, come me, stavano intuendo che le scelte energetiche, la tutela della qualità dell'ambiente fossero cose importanti per tutti noi e per l'intera Umanità.
A dir la verità, la traduzione italiana ha fatto un cattivo servizio agli autori, in quanto il titolo originario "Limits to Growth" (I Limiti alla Crescita), ha ben altro significato.
E ovvio che anche il titolo originario non è stato gradito da finanzieri ed economisti, come il nostro attuale primoministro, per i quali "CRESCITA (esponenziale) " è un mantra.
Nel 2004, a firma degli stessi autori  è uscito il 3° aggiornamento  (I nuovi limiti dello sviluppo) in cui il programma WORL3, ancora una volta, ha simulato gli effetti globali di diversi modelli di sviluppo.

Le conclusioni sono che se non si fa nulla di serio, il collasso mondiale è garantito e, molto probabilmente, nel collasso mondiale, ci siamo già dentro.
Tuttavia, quanto elaborato da WORLD3 ci conferma che è ancora possibile metterci in equilibrio con le risorse del Pianeta e garantire ad otto miliardi di umani, e alle loro future discendenze, di continuare a popolare il Pianeta nei millenni a venire.
Le principali condizioni perchè tutto ciò avvenga, sono:
- ogni nucleo famigliare mette al mondo solo due figli
- le fonti di energia non rinnovabile si riducono dell'80%.
Diciamo pure, obbiettivi difficili, con una classe politica che pensa decisamente ad altro, ma si potrebbe fare.
Per chi fosse interessato, è possibile scaricare la mia recente presentazione sui primi 40 anni di I Limiti alla Crescita.

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