A distanza di pochi anni (quattro), gli Stati Uniti sono colpiti da una nuova, ancor piu' pesante, siccita'che sta mettendo in ginocchio la produzione agricola del Midwest, il granaio del mondo; la più grave mancanza di pioggia dal 1956, secondo la National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa), l'ente nazionale preposto al monitoraggio climatico.
Il fenomeno sta interessando oltre la meta' del paese.
La devastazione delle colture ha portato a valori record il prezzo dei principali cereali, mais, frumento e soia, mentre i bovini, sottoposti a stress da caldo, hanno ridotto fortemente la produzione di latte.
I produttori di mais pur di salvare il salvabile raccolgono in anticipo il mais e questo fa prevedere che anche la produzione di carne subirà pesanti effetti negativi.
Nelle ultime 24 ore le quotazioni dei cereali hanno raggiunto cifre da record: il mais è salito del 57 per cento rispetto a giugno, toccando 8,08 dollari al bushel (l'unità di misura statunitense equivalente a circa 24 chilogrammi).
Il prezzo del frumento ha raggiunto il livello più alto dall'agosto 2008, raggiungendo 9,83 dollari a bushel e i i semi di hanno hanno toccato i 17,16 dollari.
Le conseguenze della siccità negli Stati Uniti, aggravate dal maltempo che sta colpendo la Russia, altro gigante nella produzione di cereali, si faranno sentire a livello globale: l'America è il secondo esportatore mondiale di mais, il primo di frumento e soia.
E anche il Nord Italia deve fronteggiare lo stesso problema con migliaia di ettari coltivati a mais senz'acqua.
Pertanto è facile prevedere che anche nel nostro Paese si sentiranno gli effetti dei cambiamenti climatici globali (la siccità e' uno di questi effetti, il più pericoloso): ai tagli del Governo si aggiungeranno gli aumenti di carne, pane e pasta.
Da sottolineare il fatto che la produzione di mais richiede grandi consumi di acqua e di energia fossile e che il mais è prevalentemente usato per una produzione di lusso quale quella della carne.
E anche la nuova lucrosa moda, incentivata con denaro pubblico, di usare il mais per produrre bio-carburanti, una scelta ancora peggiore, è messa in crisi.
E' anche il caso di ricordare che la siccità mette in crisi anche la produzione di energia elettrica, compresa quella nucleare, che ha bisogno di grandi quantità di acqua per la produzione e il raffreddamento del vapore.
Insomma, se fossimo stati lungimiranti, da tempo, avremmo dovuto tutti consumare meno carne, usare meno l'automobile, aumentare l'efficenza energetica dei nostri consumi e rinunciare a maggiori profitti.
Che sia questa la profezia Maia!
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