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martedì 9 aprile 2013

Biogas da rischio temuto a vera opportunità.

 


Da decenni usiamo il gas naturale (metano) estratto nelle viscere delle terre libiche e siberiane, per cuocere la pasta, fare il caffe, riscaldare la casa, girare in macchina, produrre elettricità.

Nessuno sembra si preoccupi più di tanto di sapere da dove viene questo gas, di che cosa è fatto, come si è formato e se è vettore di cariche microbiche pericolose.

Quello che hanno potuto constatare coloro che, come me hanno qualche primavera alle loro spalle, con l'arrivo del metano, la vita si è semplificata (niente più bombole da trasportare,  ne cenere da smaltire) e la qualità dell'aria delle città è decisamente migliorata.

Nei decenni precedenti all'arrivo del metano,  il gas per illuminare la citta era prodotto distillando il carbone nelle periferie delle città e le case si riscaldavano con il gasolio e, ancor prima, con il carbone.


Da qualche anno, in Italia si è scoperto che esiste anche il bio-gas e sul suo uso stanno sorgendo paure e sospetti, in quanto il bio-gas ha a che fare con i RIFIUTI: puzzolenti scarichi di porcilaie e letamaie e altrettanto puzzolenti cumuli di spazzatura.


Eppure anche il metano libico e siberiano, derivano da rifiuti organici putrescibili (piante, alghe...) che eventi geologici remoti hanno sottratto all'ossigeno atmosferico e in questo modo hanno fornito un lauto pasto ad altrettanto antichi batteri che mangiando questi scarti organici hanno come principale sottoprodotto del loro metabolismo proprio il metano.

Questi batteri, definiti anaerobi (essere viventi che non hanno bisogno dell'ossigeno) continuano a produrre metano, nascosti nei fanghi di laghi e paludi e nelle viscere dei ruminanti.

Quindi non è un caso che gas-naturale e biogas appena estratti,  abbiano una composizione chimica molto simile: una miscela di metano e altri idrocarburi gassosi (etano, propano, butano),  anidride carbonica, vapore acqueo, idrogeno solforato...

In entrambi i casi, per poter utilizzare l'elevato potenziale energetico del metano occorre depurare il gas grezzo, riducendo la concentrazione di anidride carbonica, per aumentare il potere calorifico e quella di composti solforati che, bruciati, produrrebbero la pericolosa anidride solforosa.

L'uso energetico del biogas è possibile con due diverse tecniche che prevedono purificazioni via via più spinte.

Nell'utilizzo attualmente più diffuso, riducendo la quantità di umidità, di anidride carbonica e idrogeno solforato, il biogas è usato come combustibile per motori a scoppio e l'energia meccanica è utilizzata per produrre elettricità e il calore recuperato dal raffreddamento del motore è usato per il teleriscaldamento.

Con una raffinazione ulteriore il biogas è trasformato in bio-metano che, per le sue caratteristiche può essere immesso direttamente nella rete di distribuzione del gas e utilizzato al posto del gas naturale fossile.

E' una pratica attuata in numerosi paesi, i quali hanno fissate le specifiche tecniche per l'uso del bio-metano.

A seguito della diffusione dell'uso del biometano si stanno effettuando studi finalizzati a valutare possibili rischi tossicologici e microbiologici.

Uno di questi studi, a firma di Naja G.M. e altri autori, è stato recentemente pubblicato su Renewable Energy

Segue la traduzione del riassunto:

" Il biogas prodotto dalla fermentazione anaeorobica di sostanze organiche è una fonte di energia rinnovabile alternativa a combustibili fossili. Il suo uso potrebbe contribuire ad una sostanziale riduzione dei volumi di rifiuti solidi da conferire in discarica e negli inceneritori. Il biogas può essere utilizzato nel sito dove è prodotto o può essere iniettato nella rete di distribuzione del gas naturale. Questo studio ha valutato la composizione chimica e microbiologica di biogas di diversa origine con l'obiettivo di effettuare studi qualitativi e quantitativi sui potenziali rischi sanitari associati con l'usi domestici del biogas, in particolare per la cottura dei cibi. Sono stati individuati i tipi di biogas che, con opportune raccomandazioni si possono autorizzare all'immissione nella rete, descrivendo le procedure previste in Europa. I risultati indicano che l'immissione di biogas opportunamente trattato nella rete di distribuzione del gas non presenta alcun aggiuntivo rischio chimico e microbiologico per gli utilizzatori, rispetto all'uso del gas naturale. Questo risultato si ottiene quando il biogas proviene dalla fermentazione di scarti non pericolosi quali biodigestione di rifiuti organici da raccolta differenziata, biogas da rifiuti urbani stoccati in discarica, biogas da fermentazione di scarti organici (ristoranti, attività agricola).
Tuttavia, poichè questo studio non ha esaminato la composizione chimica e microbiologica di biogas prodotto da fanghi e scarti industriali, l'immissione in rete di questo tipo di biogas non dovrebbe essere autorizzato senza la conduzione di analoghi studi come quelli oggetto di questa pubblicazione "

In sintesi, fare la pasta asciutta con biometano prodotto nell'impianto di digestione anaerobica comunale,  utilizzando i propri scarti organici raccolti un mese prima, con sistemi Porta a Porta, non comporta rischi diversi da quelli che già oggi si corrono cuocendo la stessa pasta con il metano che il buon Putin estrae in Siberia e ci vende a caro prezzo :-).







6 commenti:

  1. Gentile Pf Valerio,
    Premetto che ritengo condivisibili tutte le considerazioni da lei poste a parte precisare che le paure e i sospetti da lei citati, non sono inerenti l'origine o la tipologia della biomassa dalla quale per digestione anaerobica si ottiene il biogas, ma da numerosi altri aspetti che immagino lei conosca approfonditamente, ma che in quest'occasione non cita... qualche esempio?

    -Il biogas ottenuto dalle centrali attualmente e' incentivato solo quando combusto e tradotto in energia e non quando viene immesso in rete .
    ( ergo al momento dica addio agli spaghetti)

    -Le centrali a biogas ovviamente sono in funzione 24 ore su 24 per 360 gg all'anno e ovviamente producono emissioni d'inquinanti
    ( alcuni normati altri no...)

    -La maggioranza delle centrali a Biogas di mia conoscenza, ( le scrivo dall' Emilia Romagna) non sfruttano l'energia termica ( addio teleriscaldamento)

    -La maggioranza delle centrali non chiudono un ciclo produttivo e sono alimentate da colture dedicate ( addio etica)

    -L'uso agronomico del digestato e' frequentemente divenuto un abuso sia in termini quantitativi sia per le modalita' con le quali vengono irrorati i campi, senza contare che non mancano moniti da parte di osservatori accreditati, sui potenziali rischi microbiologici derivanti dall'uso del digestato tal quale ( senza processi di sanificazione, obbligatori in altri stati europei)

    Mi fermo a questi primi punti di riflessione per non tediare lei e i lettori , ma ci tenevo a precisare da dove originino paure e timori .

    Il biogas , unitamente al solare sono straordinarie risorse grazie alle quali cercare di affrancarsi dal tradizionale fossile, ma vanno gestiti e indirizzati correttamente.

    La nuova produzione in Italia di energie rinnovabili ha guadagnato spazi molto velocemente , ma in alcuni casi a scapito dei cittadini . Talvolta sarebbe consigliabile , seguire l'esempio di paesi con maggior esperienza , poi programmarsi in funzione del fabbisogno , utilizzare le migliori tecnologie , solo dopo far partire gli incentivi... non viceversa.

    Con stima

    LUCA GUARNIERI

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  2. Caro Luca le tue osservazioni sono corrette e condivisibili.
    Ti sfugge solo un importante particolare, tutto quello che tu denunci è sfrutto delle distorsioni indotte dagli incentivi dei Certificati Verdi.
    Non a caso la Legge di Inziativa popolare Rifiuti Zero, come primi commi, prevede l'eliminazione di ogni incentivo alla produzione di energia elettrica con biomasse e biogas.
    Il biometano (biogas depurato ulteriormente ed immesso in rete) è già una realtà normata ed applicata in numerosi paesi europei.
    Personalmente ritengo che incentivi tipo CIP 6 e certificati verdi debbano essere aboliti per tutte le fonti di energia rinnovabile.
    In alternativa, occorre trovare modalità che accelerino la parità dei costi delle fonti rinnovabili con quelle fossili.
    Certamente una strada è quella di investire nella ricerca finalizzata a questi obiettivi.
    In attesa che questi sforzi diano i loro frutti, sarà pure una banalità ma un ipotesi operativa potrebbe essere quella di eliminare iva e accise alle fonti rinnovabili e tassare ulteriormente le fonti fossili.
    Queste tasse, a loro volta dovrebbero, esclusivamente servire per finanziare, con modalità ESCO, investimenti di efficenza energetica in edifici pubblici e privati ed installazione domestica di impianti di solare termico, fotovoltaico, minieolico, geotermico a bassa temperatura.
    In quanto al biometano, bisognerebbe fare qualche conto, ma non escludo che potrebbe stare tranquillamente sul mercato se non gli facciamo pagarele le tante tasse, accise e balzelli vari che oggi gravano sulle nostre bollette del gas.

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  3. Gentile Pf. Valerio,

    Volendo mantenere una visione nazionale "distaccata" e "ottimista", si potrebbe affermare che aver lasciato per un certo periodo di tempo un vuoto normativo a favore dello sviluppo del business del biogas ( in particolare taglia o,999mw)e parallelamente non fatta mancare l' erogazione di golosi incentivi, sia servito ad accellerare la quota % di rinnovabili in tempi record, salvo poi con molta calma e frequentemente su pressione dei numerosi comitati cittadini sorti nel frattempo , incominciare ad introdurre qualche paletto....

    Uno dei problemi rimarra' il controllo di tutti gli impianti a vecchia tecnologia, gia' autorizzati e in buona parte funzionanti, che probabilmente non cesseranno l'attivita' dopo i 15 anni previsti...
    Infatti piu' di qualche studioso del campo , sostiene che lo stato le regioni le provincie , i comuni asserviti alla logica dei crediti e debiti ( burden sharing) in realta' non potranno permettersi di interrompere la produzione di energia rinnovabile a scadenza di AU, ma saranno costretti a protrarla nel tempo.( quindi tecnologia old style x sempre?)

    Oggi ci sembra un sogno la possibilita' di incentivare l'immissione in rete del biogas purificato e di incentivare l'efficientamento energetico del costruito oltre che del nuovo ( strategia che darebbe un 'enorme spinta al settore edile e al suo indotto) . Credo che queste possibilita' abbiamo il dovere di promuoverle ai cittadini non focalizzati al tema e alla classe politica tutta. Ridurre/ razionalizzare i consumi, parallelamente all'aumento degli investimenti in ricerca e sviluppo nelle fonti alternative possono nel ns. paese divenire un punto d'eccellenza e di ripresa economica.

    Ribadisco che sulle rinnovabili e' mancata/ manca la visione di lungo periodo , ma siamo ancora in tempo .

    In conclusione mi" passi" un gioco di parole, nel suo blog vedrei piu' attuale la definizione " lo scienziato occupato".. considerando quanto c'e' da fare!!

    Vale ovviamente per tutti..

    Con immutata stima

    Luca Guarnieri

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  4. Caro Luca, il mio nickname "scienziato preoccupato" è la versione italiana di "concerned scientist".
    In realtà "concerned scientist " significa anche "ricercatore che è interessato ad un determinato argomento, che se ne prende cura".
    Mi darai atto che cerco di prendermi cura, di interessarmi ai problemi che hanno a che fare con la tutela dell'ambiente e della salute.
    In Italia, sulle rinnovabili si è fatto l'errore di incentivarle senza criteri, facendole diventare anche terreno di conquista di affaristi senza scrupoli e della mafia.
    Se una politica superficiale (per essere benevoli) ha fatto tutti questi sconquassi, una politica attenta agli interessi collettivi puo porvi rimedio.
    Un possibilità che tutti abbiamo è quello che diventi legge dello Stato la Legge di Iniziativa Popolare Rifiuti Zero che, tra i suoi obiettivi si pone anche quello di porre fine ai Certificati Verdi.
    In questi giorni è partita la raccolta di firme, manca ancora la tua o sbaglio?

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  5. Gent.Mo Pf. Valerio,

    Chiedo venia ...avrei dovuto scrivere (e me ne dolgo), "considerato quanto c'e' da fare e quanto lei sta' gia' facendo.."
    L'intenzione era solo di giocare con le parole , non di accusare d'inerzia nessuno!!
    In merito alla sua domanda diretta, le rispondo che la mia firma manca, ma le garantisco che approfondiro' rapidamente la citata "legge d'iniziativa popolare rifiuti zero " e se mi trovero' allineato a quanto proposto non manchero' di firmare e proporre la firma a colleghi, amici e conoscenti.

    Cordialita'

    Luca Guarnieri

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