La scusa e' che sono troppo sporche per essere riciclate. E la "sporcizia", spesso, e' la presenza di plastica non da imballaggio: giocattoli, cd, rasoi, spazzolini, forchette e cucchiai usa e getta...
Il problema vero e' che senza plastica gli inceneritori non stanno in piedi e dato che spesso chi gestisce questi impianti e' lo stesso che fa la raccolta differenziata, il palese conflitto di interesse spiega il tutto.
Quello che non mi torna nel comunicato ANSA che potete leggere in coda, e' avere accumunato riciclo ed incenerimento di plastiche post consumo, nel risparmio di 770.000 tonnellate di anidride carbonica in atmosfera ottenuto grazie alla raccolta differenziata delle plastiche.
I risparmi di gas clima alteranti, di energia, di inquinamento si ottengono solo con il riciclo e il riuso delle plastiche.
L 'incenerimento delle plastiche, ricavate dal petrolio con grandi consumi energetici, e' un costoso spreco energetico, fatto pagare tre volte al consumatore: con il contributo Consorzio Nazionale Imballaggi quando il consumatore acquista una merce imballata con la plastica, con la Tassa Rifiuti e con la tassa per incentivare le fonti di energia rinnovabile sulla bolletta della luce, tassa che si riconosce alle plastiche trattate dall' inceneritore di Acerra, con la scusa dell'emergenza.
E ovviamente l'incenerimento di plastiche, vista la loro origine fossile, aumenta l'emissione di anidride carbonica in atmosfera: circa tre volte di più della anidride carbonica emessa con il riciclo della stessa quantità di plastica.
Ci sono poi da mettere in conto tutti gli inquinanti prodotti dall' incenerimento e assenti o emessi in minore quantità dal riciclo.
Perchè non vengono allestiti dei bio-digestori invece di bruciare plastiche?
RispondiEliminaCol fv poi penso sarebbe giusto, come propongo quihttp://blog.libero.it/terraviva/alimentare circuiti idrici pseudo naturali per andare a sollecitare risorgive in modo da utilizzare la caduta dell'acqua...che ne pensi? ciao
I biodigestori sono la soluzione ottimale per eliminare i problemi igienico-ambientali degli scarti organici (cibo, verde, tessuti organici, biopolimeri) ma, ovviamente, non sono la soluzione per le plastiche di sintesi che non sono biodegradabili.
RispondiEliminaPer quanto riguarda i circuiti idrici pseudo naturali che proponi non conosco l'acronimo FV e sul tuo Blog non ho trovato il riferimento che suggerisci :-)
Federico Valerio
E' sempre la solita storia, il paradigma della crescita impone che vengano esaltate le virtù ecologiche di soluzioni che sono nient'altro che il meno peggio di quanto si ha la possibilità pratica di fare. Se l'alternativa all'incenerimento è la discarica, l'incenerimento appare virtuoso. Se l'alternativa all'incenerimento è il riciclo spinto, non appare più così virtuoso. Quindi giù a sperticarsi calcolando la "co2" risparmiata (ma rispetto alla discarica).
RispondiEliminaIn realtà, la scala dei valori reali non serve venga imposta per legge, deve anche essere percepita dai soggetti economici coinvolti.
Se alle società che raccolgono fosse vietato di smaltire, e dovessero utilizzare il libero mercato per disfarsi del materiale, ciò sarebbe di impulso per la nascita di veri distretti del riciclo. Perchè incenerire non diventa più economicamente conveniente.
Quindi, chi raccoglie non ricicla ne smaltisce, chi ricicla o chi smaltisce deve fare solo quello, e se va fuori mercato perchè il riciclo è più conveniente semplicemente CHIUDE i battenti. Non è semplice arrivare a questo, ma necessario.