Per non offrire il fianco alla facile accusa di essere sempre contro a tutto, mi piace dare qualche informazione su un impianto di teleriscaldamento a biomasse che mi sembra realizzato con equilibrio e intelligenza. Siamo in Germania , nel Baden-Wurtenberg, nel piccolo centro di Tettnang che ospita l'antica chiesa di San Gallo.
Quattro edifici , afferenti al centro parrochiale, compreso oratorio, casa del parroco e casa del sagrestano, dovevano sostituire i loro quattro vecchi impianti di riscaldamento a gas. Per volontà del parroco, il nuovo impianto doveva avere un minore impatto ambientale e costi di gestione più contenuti.
La soluzione è stata una mini rete di teleriscaldamento ed un unico impianto integrato per il riscaldamento, formato da una caldaia a pellet da 160 kW, in grado di fornire il calore di base, una caldaia a gas (150 kW) per coprire le punte della domanda di calore nelle giornate più fredde e 40 metri quadrati di pannelli solari, in grado di coprire, in estate, tutta la domanda di acqua calda per usi sanitari.
La caldaia a biomasse consuma ogni anno 65 tonnellate di pellet, stoccato in un apposito locale ricavato sotto il parcheggio della parrocchia e dopo il primo anno di funzionamento si è potuto verificare che il nuovo impianto comporta un risparmio annuale di 10.000 € rispetto alla passata gestione, con quattro diverse caldaie a gas.
Il risparmio è dovuto anche ad un minor consumo energetico (40.000 kWh all'anno).
Nella documentazione acquisibile su internet, mancano le informazioni sulle emissioni inquinanti prima e dopo l'intervento e su come sono gestite le ceneri. Sarebbe utile avere queste informazioni per valutare in modo più completo l'impatto di questa scelta, rispetto alla soluzione precedente.
Comunque è da sottolineare che il progetto è stato pensato unicamente per soddisfare al meglio l'inderogabile richiesta di calore invernale e non per la fame di certificati verdi regalati all'elettricità prodotta da fonti rinnovabili.
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