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martedì 20 giugno 2023

Trattiamoli a freddo: compostaggio e digestione

 E’ evidente che la nostra classe politica non abbia dimestichezza con la chimica e la tossicologia ambientale, altrimenti non si ostinerebbe, come sta facendo, a proporre “termovalozzatori” per risolvere più o meno fantomatiche emergenze rifiuti.

Come mostra, in sintesi,  la Figura 1 e’ proprio l’incenerimento che trasforma un problema di raccolta e di corretto riutilizzo di scarti, in pesanti problemi ambientali,  a causa delle complesse reazioni chimiche che avvengono in un forno di incenerimento.


Fig.1. L'incenerimento produce composti tossici, assenti (ossidi di azoto, o a concentrazione trascurabile (diossine e furani) o in forma innocua (solfuro di cadmio) negli scarti inceneriti
 
                 Per evitare tutti i problemi creati dall’incenerimento, basta ricorrere a trattamenti a “freddo”, di tipo biologico e meccanico e biologico, nei quali non si superano temperature di sessanta-settanta gradi centigradi e pertanto, intrinsecamente sicuri, dal punto di vista ambientale.

Per il trattamento “intelligente” di scarti umidi biodegradabili (scarti alimentari, sfalci, potature, deiezioni animali, fanghi da depurazioni acqua…)  esistono due collaudati processi biologici, nei quali micro-organismi di tipo diverso, già presenti nell’ambiente, sono messi nelle condizioni migliori per "cibarsi" di questi scarti e trasformarli in terriccio profumato di bosco (compost), da immettere nuovamente  nei cicli produttivi agricoli, e in gas, recuperabili e riutilizzabili, quali metano e anidride carbonica.

Questi trattamenti avvengono in impianti dedicati, opportunamente isolati rispetto all’esterno per ridurre al minimo i disagi olfattivi e, anche per questo,  da realizzarsi , se possibile, in zone agricole a bassa densità di popolazione.

Esistono due diverse procedure per il trattamento della frazione organica putrescibile, entrambe ben collaudate e con numerosi impianti operanti da tempo in tutto il mondo, compresa l’Italia: il compostaggio e la digestione anaerobica.

Il compostaggio avviene in presenza d’aria (ossigeno) e, dopo qualche decina di giorni di trattamento, gli scarti si stabilizzano, non sono più soggetti a processi  di putrefazione e non producono odori sgradevoli .

Il prodotto di questi trattamenti, che richiedono importanti quantità di scaglie di legno (cippato) recuperabili dalle potature di alberi e dal recupero di legname morto da alvei di fiumi e boschi e’ , come già detto,  il compost, utilizzato in campo agricolo e floro-vivaistico.


Compost maturo con lombrichi


Per effettuare il compostaggio in impianti dedicati, occorrono ampi spazi e ampia disponibilità di cippato di legno.

Con una corretta gestione  dei flussi d’aria in uscita dalle biocelle, e opportuni abbattimento dei composti odorigeni, il disagio olfattivo  e la carica microbica  diventano trascurabili  a 300-350 metri di distanza.


Figura 2. Impianto di compostaggio di Faenza per il trattamento di 30.000 tonnellate/anno
di scarti biodegradabili


Per la corretta gestione di grandi quantità di scarti organici di fonte urbana, in ambiti con limitata disponibilità di superfici utili e di cippato di legno, si preferisce ricorrere alla combinazione di tecniche di digestione anaerobica,e il successivo compostaggio del "digestato" mescolato a cippato di legno.

In questo tipo di impianti si ottiene metano e anidride carbonica di elevato grado di purezza e compost per uso agricolo.

Il metano è usato, come combustibile, per produrre calore e elettricità per la copertura dei  consumi energetici dell'impianto, può essere immesso nella reta di distribuzione del gas e, in forma liquida o compressa, è utilizzato per alimentare mezzi di trasporto,  compresi quelli usati per la raccolta dei rifiuti.

Nel 2020, in Italia erano operativi dodici impianti di biometano.

L'impianto operante a Montello  è quello con la massima capacità di trattamento annuo, pari a  765.000 tonnellate di scarti biodegradabili.

 Oltre a produrre biometano e compost,  questo impianto recupera anche l'anidride carbonica derivata dal processo di digestione e di purezza adatta al consumo umano (bibite gasate).

Figura 3. Impianto biometano di Montello (Brescia) , 765.000 ton/anno 





         



1 commento:

  1. Numerosi studi confermano che l’attività microbica presente nel compostaggio e nella digestione anaerobica e’ in grado di ridurre la presenza di sostanze contaminanti gli scarti quali pesticidi, erbicidi, e persino diossine.

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