La TARES, la nuova Tariffa Rifiuti E Servizi, in base alla quale avremmo dovuto pagare il servizio di Nettezza Urbana (spazzature strade, raccolta dei rifiuti e loro trattamenti) come pure l'illuminazione pubblica, passando da Monti a Letta e infine a Renzi, ha cambiato nome (da TARES a TARI) ma fregatura era prima e fregatura è rimasta.
Infatti la Tares, che era stata introdotta dalle riforme del governo di
Mario Monti, calcolava il coefficiente di produzione dei rifiuti in base alla metratura dell’immobile di residenza.
La Tari riprende strettamente quest’ultima impostazione, con
l’esclusione delle aree circostanti la residenza, come i giardini.
I tecnici e i non eletti dal popolo messi al governo sono in grado di spiegare agli Italiani cosa centrano i metri quadrati delle nostre abitazioni, negozi, uffici, aziende, con la nostra quota di produzione di Materiali Post Consumo (ex rifiuti)?
Provo a fare un esempio: io e mia moglie abitiamo in 120 metri quadrati. L'anno scorso il Comune di Bogliasco, dove abitiamo, facendo i conti in base alla superfice della nostra abitazione, ci ha chiesto per il nuovo servizio di Igiene Urbana (TARES) , 258 euro all'anno.
Ogni anno il mio nucleo famigliare produce 306 chili di scarti (li abbiamo pesati nell'ambito del progetto " Cittadini in rete per il Riciclo" promosso da Italia Nostra) e ne differenziamo e compostiamo 234 chili.
Quindi la nostra differenziata supera il 74% e ogni anno, inviamo a discarica solo 72 chili dei nostri scarti non riciclabili, quelli che il Comune realmente paga.
Non siamo "super-eroi verdi", siamo informati e motivati a farlo, come tutte le famiglie italiane già servite da servizi Porta a Porta.
Pertanto la nostra Tariffa reale, per tutti i 306 chili di MPC che effettivamente produciamo è stata di 0,84 euro a chili: 840 euro per tonnellata !!!
Al Comune di Bogliasco la discarica costa 80 euro a tonnellata, a quello di Napoli, raccogliere i rifiuti e mandarli ad incenerire in Olanda, costa solo 113 euro a tonnellata!
E quest'anno, con la TARI, sarà peggio perchè, in base alle nuove disposizioni, la TARI deve coprire l'intero costo del servizio e il Comune non può piu accollarsi, come faceva, una parte dei costi del servizio di Igiene Urbana.
Questa mia situazione, che accomuna milioni di famiglie italiane, io la definirei una TRUFFA!
C'è qualche bravo avvocato che possa dare un parere su questa ipotesi, in modo da attivare una bella CLASS ACTION, contro il Governo dei Tecnici e quello delle larghe intese?
C'è anche da dire che, visto che sia io che mia moglie facciamo una bella differenziazione, il nostro Comune potrebbe vendere al CONAI la plastica, la carta, i metalli, il vetro che abbiamo separato e guadagnare un bel pò di soldini.
Facendo i conti, una famiglia tipo con 3 componenti, con servizio Porta a Porta, differenzia circa 450 chili all'anno di materiali preziosi che nelle casse del Comune, con gli attuali e magri contributi CONAI, farebbero entrare 47 euro, equivalenti a 104 euro a tonnellata di materiali differenziati. Visti i tempi, non sono certamente soldi da buttar via.
Insomma che sia TIA, che sia TARES, che sia TARI si paga per lavorare (per fare la differenziata) e si versa uno sproposito alle casse del Comune, rispetto al servizio reso.
Il brutto è che il mio Comune ha rinunciato a fare accordi con il Consorzio Nazionale Imballaggi (CONAI), come la maggior parte dei Comuni italiani, nonostante una raccolta differenziata, che a Bogliasco supera il 70%.
Quindi, il possibile ricavato del nostro lavoro di differenziazione e di tutti gli altri 5000 bogliaschini, (stimabile intorno ai 70.000 euro all'anno) va alla ditta che effettua la raccolta, alla quale il Comune ha ceduto il diritto di proprietà dei rifiuti raccolti,con il sospetto che, in questo modo, siano super pagati i pochi servizi aggiuntivi chiesti in cambio.
Possiamo sperare in un prossimo governo di persone di buon senso che pongano fine a questo sconcio, ad esempio obbligando tutti i Comuni italiani a fare la raccolta differenziata Porta a Porta e di Prossimità, abbinata alla Tariffazione Puntuale, calcolata in base al numero di sacchetti per la frazione secca non riciclabile conferiti annualmente da ciascuna famiglia, a loro volta identificata da un codice a barre stampato sui sacchetti assegnati?
Translate
martedì 7 ottobre 2014
mercoledì 1 ottobre 2014
Quanto ci costano i rifiuti inceneriti? Molto più della TARI!
Inceneritore di Acerra |
Avete un'idea di quanto pagate, a peso, per liberare la vostra casa dei vostri rifiuti, o per meglio dire, dei vostri materiali materiali post consumo?
Se volete farvi passare questo sfizio e farvi venire un pò di nervoso, per un certo periodo pesate i vostri scarti (sia quelli indifferenziati che quelli che separate per la raccolta differenziata) prima di conferirli nei cassonetti, annotando il numero di giorni che ci sono voluti per la loro produzione.
Calcolate quindi, il numero medio di chili prodotti giornalmente e moltiplicate questo valore per 365: in questo modo avrete la stima della quantità di scarti che la vostra famiglia produce in un anno.
A questo punto prendete il bollettino che vi ha cominicato quanto avete dovuto pagare lo scorso anno per il servizio di nettezza urbana ( ritiro dei vostri rifiuti e loro riciclo e smaltimento, vostra quota di spazzamento strade).
Dividete questa cifra per in numero di chili di MPC che avete stimato produrre in un anno e avrete il vostro costo a chilo. Moltiplicate questo numero per mille e saprete finalmente quanto a voi costa la gestione di una tonnellata di materiali post consumo.
Se non avete pazienza e famigliarità con la matematica vi posso informare che, in base ai risultati di un centinaio di famiglie italiane che per quattro mesi si sono coscienziosamente pesati i loro scarti, avendo aderito ad un progetto di Italia Nostra, il costo medio della tassa/tariffa rifiuti di una famiglia italiana è di 350 € a tonnellata di rifiuto realmente prodotto.
Se la cosa vi può consolare, il costo a carico della mia famiglia (due componenti) e' di oltre 800 ( sic) euro a tonnellata.
Il problema mio e di tutti gli italiani e' che, conteggiare il costo del servizio in base ai metri quadrati della abitazione e' una emerita sciocchezza.
La mia famiglia (due componenti) abita in un appartamento di 120 metri quadrati ma differenzia oltre il 70% dei propri scarti e adotta numerose strategie per produrne pochi (ad esempio il compostaggio domestico) quindi produce annualmente una quantità estremamente ridotta di rifiuti ( una settantina di chili), in particolare in forma indifferenziata.
Purtroppo per tutti noi non finisce qui l'analisi di quanto ci costa gestire la nostra spazzatura.
Come forse sapete, il 7% della nostra bolletta della luce sovvenziona la produzione di elettricità da fonti di energia rinnovabile e in Italia i rifiuti urbani, per la quota di rifiuto biodegradabile trattato ( carta, cartone, sfalci, scarti di cucina... ) sono stati per legge assimilati a fonte energetica rinnovabile per cui, gran parte di questa tassa finisce ai cosidetti termovalorizzatori.
In particolare, attualmente, ogni tonnellata dei nostri rifiuti termovalorizzata riceve, per la quota di rifiuto biodegradabile un contributo prelevato dalla nostra bolletta della luce pari a 70 €.
Mi dispiace farvi sapere che non abbiamo ancora finito.
Per ogni imballaggio che serve a contenere, preservare trasportaretutti gli oggetto che compriamo, paghiamo al momento dell'acquisto, una ecotassa di 70 € a tonnellata pagata dal produttore dell'imballaggio e ovviamente scaricata sul prezzo finale della merce.
Questa cifra dovrebbe essere utilizzata dal Consorzio Nazionale Imballaggi (CONAI) per permettere il riciclo degli imballaggi, ma le cose non vanno proprio così e sono ancora numerosi i Comuni che neanche sanno di poter recuperare un bel po' di euro dagli imballaggi differenziati convenzionandosi con il CONAI.
Se infine avete la sfortuna di vivere in una città dotata di inceneritore che distribuisce acqua calda con il teleriscaldamento, come succede a Brescia, avete anche la beffa di pagare il calore prodotto con il vostro combustibile che avete dovuto pagare per la sua termovalorizzazione.
Insomma, tra tasse palesi e tasse occulte la gestione dei nostri rifiuti ci costa dai 400 ai 500 € a tonnellata prodotta.
Avete una idea idea di quanto costa al gestore la raccolta e la termovalorizzazione di una tonnellata di MPC?
Per raccogliere una tonnellata di MPC il gestore paga 95 € e per termovalorizzarli, lo stesso gestore spende da 90 a 150 €.
Pertanto il costo massimo a carico del gestore è di 245 € a tonnellata e il suo quadagno netto ammonta circa a questa stessa cifra, in un mercato assolutamente assistito, protetto e garantito.
Ora avete capito perchè Casa delle Libertà, Partito Democratico con Renzi in testa, sono favorevoli a termovalorizzare tutto quello che brucia, quale uso strumentale sia stati fatto della emergenza di Napoli e perché Renzi pensa di sbloccare il Paese dando via libera alla realizzazione di inceneritori che, in quanto dichiarati di utilità strategica, potranno essere presidiati dall'esercito?
Quale forza politica è disposta a mettere nel suo programma la liberazione di tutti gli Italiani da queste tasse odiose e di avviare il Paese verso obiettivi di Rifiuto Zero?
Postato da: federico46 a 15:59 | link | commenti (1)
ambiente e società, vedi napoli, materiali post consumo
Commenti:
avevo gia letto di queste cifre, ma non avevo realizzato il collegamento tra Napoli e i termovalorizzatori...
grazie.
adesso ho un'argomentazione in più contro questa casta di delinquenti...
grazie.
adesso ho un'argomentazione in più contro questa casta di delinquenti...
Iscriviti a:
Post (Atom)