Osservazioni alla Relazione Ambientale della demolizione viadotto Polcevera Cod. E-00_AMB-RL-001-IRE del 22.02.2019
Il 22 febbraio 2019 il Commissario straordinario alla ricostruzione del viadotto Polcevera ha pubblicato la Relazione Ambientale che può essere oggetto di osservazioni, da parte di chiunque, osservazioni da far pervenire entro 30 giorni dalla data di pubblicazione.
Quelle che seguono sono le osservazioni redatte dall' Ecoistituto Reggio Emilia-Genova.
Premessa
La demolizione e ricostruzione del viadotto Polcevera e’ un evento eccezionale che richiede misure eccezionali a tutela degli abitanti e dei lavoratori, entrambi coinvolti, per molti mesi, dagli interventi di demolizione del vecchio manufatto e di costruzione del nuovo.
L’area interessata è densamente popolata, con abitazioni a poche decine di metri dalle aree dei cantieri.
L’elevato tasso di mortalità di questo quartiere, superiore alla media cittadina, come pure l’elevata età media, segnalano una “fragilità” della popolazione residente che richiede particolari attenzioni, per non aggiungere nuovi rischi sanitari (stress, inquinamento…) ad una situazione già precaria.
Un piano di mitigazione “attiva” all’inquinamento
Le misure dell’inquinamento registrate dai campionatori presenti nella valle segnalano da tempo frequenti superamenti degli standard di qualità dell’aria e la pressione ambientale delle emissioni generate nella val Polcevera è già elevata per i numerosi cantieri già aperti e per l’appesantimento del traffico a causa del crollo del ponte.
A questa pressione, già intollerabile, si aggiungerà, quella prodotta dalle demolizioni, in particolare quella realizzata con micro-cariche, e quella dei mezzi pesanti che saranno usati per il trasporto delle macerie e per tutte le attività di costruzione del ponte.
A nostro giudizio il piano non deve limitarsi a monitorare la situazione e a consigliare procedure di mitigazione delle emissioni dei nuovi cantieri, ma deve anche prevedere un piano straordinario di abbattimento delle emissioni “storiche” che affliggono la vallata, in particolare quelle prodotte dalla mobilità urbana e dai mezzi pesanti in entrata e in uscita dal porto.
Inventari delle emissioni a confronto
Il piano deve stimare con accuratezza le principali emissioni prodotte dai nuovi cantieri e dalle procedure di demolizione.
Queste emissioni dovranno essere “neutralizzate” da adeguati interventi realizzati in val Polcevera, in grado di ridurre la pressione di altre fonti attive sul territorio.
In particolare, si dovrà operare sul traffico, spostando passeggeri da auto e moto private a mezzi di trasporto collettivo, treno e metrò, introducendo sulle linee autobus che percorrono la vallata, mezzi pubblici a trazione elettrica o a metano, in sostituzione di quelli a gasolio, contenere i consumi energetici degli impianti di riscaldamento dei condomini, aumentandone l’efficienza.
L’efficacia di questi interventi sarà valutata dalla attuale rete di monitoraggio, adeguatamente potenziata, che dovrà confermare che, anche con i cantieri del ponte in azione, la qualità dell’aria della valle non si discosta significativamente dai valori registrati prima dell’apertura dei cantieri.
Monitoraggi delle demolizioni con micro-cariche.
E’ ampiamente documentato che il ricorso a micro-cariche per la demolizione di manufatti in cemento armato, come quelli del viadotto, e di strutture murarie di civili abitazioni, come quelle di via Porro, comportano la produzione di micro e nano-polveri a concentrazioni molto elevate, anche se di breve durata.
L’elevata pericolosità di tali polveri, specialmente per soggetti a rischio, quali asmatici e cardiopatici, richiede particolari attenzioni nell’approntare il piano di sicurezza .
Modello diffusionale per identificare le aree di ricaduta
Prima di autorizzare le demolizioni con micro-carica è altamente raccomandato l’individuazione delle aree maggiormente coinvolte dalla ricaduta di polveri ultrafini.
Questo potrà essere fatto con adeguati modelli diffusionali applicati alle emissioni diffuse prodotte dalle attività di demolizione, in base alle condizioni meteo più frequenti durante il periodo individuato come possibile per procedere alle esplosioni.
Rete dedicata per il monitoraggio in tempo reali delle micropolveri
In base a questi modelli, si individueranno i siti dove collocare campionatori per il conteggio, in tempo reale, delle particelle aeriformi, in base alla loro granulometria.
Misure di durata adeguata, prima dell’esplosione delle micro-cariche, stimeranno i valori di fondo che serviranno per stabilire il cessato allarme e il rientro nelle abitazioni, quanto, dopo le esplosioni, le concentrazioni di nano e micro polveri, presso i siti sensibili, avranno raggiunto, in modo stabile, il valore ante esplosione.
Protezione delle abitazioni
Da valutare l’opportunità che le abitazioni più a rischio, quelle collocate nelle area di ricaduta delle polveri fini e ultrafini, siano momentaneamente abbandonate, previa sigillatura con teli e nastro adesivo degli infissi, per evitare infiltrazioni delle polveri liberatesi a seguito delle esplosioni.
Caratterizzazione chimica e biologica delle polveri prodotte dalle demolizioni.
E’ ampiamente documentato che durante le demolizioni, specialmente quelle realizzate con micro-cariche a civili abitazioni, si possa liberare in atmosfera silice, presente nelle murature e nel cemento, insieme ad amianto che possa essere sfuggito alle previste bonifiche.
Un altro problema segnalato dalla letteratura internazionale è quello della carica microbica liberata in atmosfera dalle demolizioni, dovuta alla presenza di muffe e di deiezioni animali (ratti, uccelli) sui manufatti demoliti.
Sarebbe opportuno prevedere, come risulta essere stato fatto in simili operazioni di demolizione, misurazioni di questi specifici inquinanti nell’aria, in corrispondenza delle abitazioni, prima delle demolizioni e nelle ore successive.
Condizioni meteo nel corso di demolizioni con micro-cariche
La scelta delle ore e del giorni per la demolizione con micro-cariche deve essere fatta tenendo conto delle condizioni meteorologiche che garantiscano la rapida dispersione delle polveri prodotte verso aree meno densamente abitate.
In linea di massima, queste condizioni si hanno con venti provenienti dal quadrante nord.
Sono invece da evitare condizioni meteo con venti dominanti dal quadrante sud che sposteranno la nube di polveri verso quartieri densamente popolati
Si dovranno evitare esplosioni durante periodi di calma di vento in quanto favorevoli alla permanenza della nube di polvere sulle aree abitate per tempi più lunghi.
Procedure da adottare nel caso di superamento dei limiti
Nel Piano non sono indicate le procedure da adottare a seguito dei risultati dei diversi monitoraggi previsti, in particolare quando sono superati limiti di legge.
E’ il caso di ricordare che i parametri ambientali (chimici e fisici) oggetto di controllo, hanno a che fare con la salute della eterogenea popolazione esposta a tali agenti e che il rispetto dei limiti ha un valore legale, ma non necessariamente garantisce l’assenza di danni alla salute indotti da esposizioni fuori dalla norma.
La possibilità di danni alla salute anche a concentrazione inferiore ai limiti di legge è un evento ampiamente accertato per le polveri sottili, e per questo motivo, riteniamo inderogabile, come osservato, che l’attivazione dei cantieri si accompagnino ad adeguati interventi compensativi, in grado di mantenere la qualità dell’aria ai livelli ante cantiere e possibilmente ancora più bassi.
Ma cosa avviene se le misure segnalano un superamento dei limiti di legge e quindi, di fatto, l’accadimento di un reato ambientale, penalmente perseguibile?
A nostro avviso il Piano deve, in modo chiaro, individuare le procedure da adottare immediatamente per riportare l’inquinamento fuori norma, ai livelli “normali”, con misure straordinarie compresi monitoraggi continui per verificare il rientro nei valori considerati "normali".