Fino a qualche giorno fa credevo che per fare mattoni occorresse solo della buona argilla ed una robusta fonte di calore.
Sabato scorso, ospitato nelle Crete Senesi, ho scoperto che in una moderna fornace per produrre mattoni e laterizi possono anche entrare, ufficialmente autorizzate dalla Provincia, diverse migliaia di tonnellate di rifiuti riconosciuti per legge non pericolosi.
L'autorizzazione è finalizzata al "recupero" di questi rifiuti, il cui residuo solido è letteralmente inglobato nei mattoni.
Certo non ci sono problemi se i rifiuti sono "sfridi e scarti di prodotti di prodotti ceramici".
Ma quando si autorizza il "recupero" di "ceneri leggere di carbone e di legno non trattato", qualche perplessità mi viene in quanto è ampiamente documentato che nelle ceneri leggere, comprese quelle prodotte bruciando legname e di solito trattenute dai sistemi di filtrazione fumi, sono concentrati numerosi composti e metalli tossici.
Quello che mi viene da pensare scoprendo questi fatti è se, quando le ceneri leggere di carbone e di legna sono state classificate non pericolose, il legislatore poteva già disporre dei risultati degli studi sulla concentrazione di metalli pesanti, diossine, policiclici aromatici su queste ceneri e della loro attività mutagena.
Anche l'uso di fanghi di diversa provenienza ( industrie cartarie, fanghi di perforazione, trattamento acque industriali) meriterebbe qualche cautela e qualche analisi , prima di autorizzarle nella produzione di mattoni.
Insomma ho scoperto che oltre ai cementifici, anche le fornaci sono diventati sistemi per lo smaltimento di rifiuti e che di fatto, di questo si tratta, si evince da un fatto elementare: l'azienda che introduce nei suoi cicli produttivi questi scarti, è pagata da chi questi scarti li produce
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