Con la ratifica degli accordi sul clima di Parigi, avvenuta ai primi di novembre 2016 l’Italia ha reso noto al resto del mondo le sue intenzioni di riduzione di gas climalteranti (INDC- Intended Nationally Determined Cotributions).
Insieme agli Stati membri dell’Unione Europea, il
nostro INDC è di ridurre le emissioni
italiane di gas serra del 40%, rispetto alle emissioni del 1990. E questo obiettivo
deve essere raggiunto nel 2030.
In
rete è disponibile una banca dati sull’emissioni di anidride carbonica che
ci permette di capire quanta anidride carbonica abbiamo annualmente immesso in
atmosfera dal 1969 al 2011, in base ai nostri stili di vita.
Nel 2011 ogni italiano, con i suoi consumi, ha immesso in
atmosfera 6,7 tonnellate di anidride
carbonica equivalente.
E’ un valore in calo, responsabile la crisi economica,
rispetto al valore massimo di 8,22 tonnellate pro capite del 2004
Nel 1990 eravamo a 7,36 tonnellate di CO2 .
In base all’accordo ratificato dobbiamo ridurre del 40% le
emissioni del 1990.
Questo significa che, entro il 2030, la nostra emissione
individuale di gas clima alteranti che oggi, come abbiamo visto è di 6,7
tonnellate, deve essere di 4,42 tonnellate pro capite.
Scorrendo il
grafico dell’andamento delle nostre emissioni si scopre che questa è la stessa emissione di gas clima alteranti che avevamo nel 1967.
Per chi in quegli anni non c’era ancora, ricordiamo che nel
1967 il prof. Barnard fece il primo trapianto di cuore, l’Unione Sovietica
mandava la prima sonda su Venere, a Genova partiva il piano di metanizzazione dell’ìntera
città, pochi anni prima si inaugurava l’Autostrada del Sole e nel nostro paese circolavano 4,6 milioni di
automobili.
Erano gli anni in cui il latte si vendeva ancora in bottiglie di vetro che, vuote e ben lavate si riportavano alla latteria sotto casa e i ragazzini a scuola ci andavano a piedi o prendendo l’autobus.
Erano gli anni in cui il latte si vendeva ancora in bottiglie di vetro che, vuote e ben lavate si riportavano alla latteria sotto casa e i ragazzini a scuola ci andavano a piedi o prendendo l’autobus.
Oggi le auto immatricolate in Italia sono 37, 3 milioni,
impera il "vuoto a perdere" e l’usa e getta e può apparire difficile che gli
italiani rinuncino ad andare a comprare le bottiglie d’acqua nei centri
commerciali senza la propria automobile.
Comunque, a parte che negli anni sessanta non si viveva
tanto male, dal punto di vista energetico abbiamo introdotto diverse novità: le
auto e gli elettrodomestici consumano di meno (ma durano meno), il 40%
dell’elettricità che usiamo viene da fonti rinnovabili, molte abitazioni hanno
aumentato il loro isolamento termico, la raccolta differenziata e il riciclo
dei materiali post consumo sono in progressivo aumento, il compostaggio domestico non è più una novità, forme innovative di
trasporto collettivo come il BlaBlacar, si vanno diffondendo, mangiamo meno
carne e si comprano sempre più ortaggi prodotti vicino a cas…
In conclusione, se vogliamo, proseguendo con decisione lungo la strada giusta, è possibile ridurre
sensibilmente le nostre emissioni di gas serra e rispettare gli impegni presi
senza “tornare al lume di candela”,
anzi…
E se avete la curiosità di quanto state contribuendo alle
emissioni di gas clima-alteranti e quanto siete personalmente distanti dagli
obiettivi di Parigi, vi invito ad utilizzare il calcolatore dell’impronta di carbonio, messa a punto dal
WWF.
Se vi può interessare io sono a 5,1 tonnellate di CO2, non
molto superiore all’obiettivo del 2030, di 4,42 tonnellate.
Se riesco a convincere mia moglie a non tenere aperte le finestre per ore, in pieno inverno per arieggiare le stanze, forse ce la faccio, entro l’anno prossimo, a rietrare negli obiettivi di Parigi.
Se riesco a convincere mia moglie a non tenere aperte le finestre per ore, in pieno inverno per arieggiare le stanze, forse ce la faccio, entro l’anno prossimo, a rietrare negli obiettivi di Parigi.
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