domenica 6 novembre 2016

Decarbonizziamoci




Con la ratifica degli accordi sul clima di Parigi, avvenuta ai primi di novembre 2016 l’Italia ha reso noto al resto del mondo le sue intenzioni di riduzione di gas climalteranti  (INDC- Intended Nationally Determined Cotributions).


In rete è disponibile una banca dati sull’emissioni di anidride carbonica che ci permette di capire quanta anidride carbonica abbiamo annualmente immesso in atmosfera dal 1969 al 2011, in base ai nostri stili di vita.

Nel 2011 ogni italiano, con i suoi consumi, ha immesso in atmosfera 6,7 tonnellate di anidride carbonica equivalente.

E’ un valore in calo, responsabile la crisi economica, rispetto al valore massimo di 8,22 tonnellate pro capite del 2004

Nel 1990 eravamo a 7,36 tonnellate di CO2 .

In base all’accordo ratificato dobbiamo ridurre del 40% le emissioni del 1990.
Questo significa che, entro il 2030, la nostra emissione individuale di gas clima alteranti che oggi, come abbiamo visto è di 6,7 tonnellate, deve essere di  4,42 tonnellate pro capite.

Scorrendo il grafico dell’andamento delle nostre emissioni si scopre che questa è la stessa emissione  di gas clima alteranti che avevamo nel 1967.

Per chi in quegli anni non c’era ancora, ricordiamo che nel 1967 il prof. Barnard fece il primo trapianto di cuore, l’Unione Sovietica mandava la prima sonda su Venere, a  Genova partiva il piano di metanizzazione dell’ìntera città, pochi anni prima si inaugurava l’Autostrada del Sole e nel nostro paese circolavano 4,6 milioni di automobili.
Erano gli anni in cui il latte si vendeva ancora in bottiglie di vetro che, vuote e ben lavate si riportavano alla latteria sotto casa e i ragazzini a scuola ci andavano a piedi o prendendo l’autobus.

Oggi le auto immatricolate in Italia sono 37, 3 milioni, impera il "vuoto a perdere" e l’usa e getta e può apparire difficile che gli italiani rinuncino ad andare a comprare le bottiglie d’acqua nei centri commerciali senza la propria automobile.

Comunque, a parte che negli anni sessanta non si viveva tanto male, dal punto di vista energetico abbiamo introdotto diverse novità: le auto e gli elettrodomestici consumano di meno (ma durano meno), il 40% dell’elettricità che usiamo viene da fonti rinnovabili, molte abitazioni hanno aumentato il loro isolamento termico, la raccolta differenziata e il riciclo dei materiali post consumo sono in progressivo aumento, il compostaggio domestico non è più una novità, forme innovative di trasporto collettivo come il BlaBlacar, si vanno diffondendo, mangiamo meno carne e si comprano sempre più ortaggi prodotti vicino a cas…

In conclusione, se vogliamo,  proseguendo con decisione lungo la strada giusta, è possibile ridurre sensibilmente le nostre emissioni di gas serra e rispettare gli impegni presi senza  “tornare al lume di candela”, anzi…

E se avete la curiosità di quanto state contribuendo alle emissioni di gas clima-alteranti e quanto siete personalmente distanti dagli obiettivi di Parigi, vi invito ad utilizzare il calcolatore  dell’impronta di carbonio, messa a punto dal WWF.

Se vi può interessare io sono a 5,1 tonnellate di CO2, non molto superiore all’obiettivo del 2030,  di 4,42 tonnellate.

Se riesco a convincere mia moglie a non tenere aperte le finestre per ore, in pieno inverno per arieggiare le stanze, forse ce la faccio, entro l’anno prossimo, a rietrare negli obiettivi di Parigi.


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