Fumare in locali fumosi è pericoloso ?
Ormai è un dato certo: non è salutare condividere locali chiusi con persone che fumano.
Quindi per il coniuge, per i propri figli, per i colleghi d’ufficio, per gli inservienti dei bar, subire il cosiddetto fumo passivo aumenta i rischi per numerose malattie, compreso il cancro polmonare.
Ma per un fumatore, fa differenza fumare all’aperto o in ambienti chiusi, compresa la propria abitazione?
In altre parole, ai fumatori, il proprio fumo passivo, fa male?
Fino ad ieri nessuno si era posta la domanda di come cambia l’esposizione a cancerogeni di un fumatore se, oltre ai cancerogeni presenti nelle sigarette che fuma, lo stesso fumatore inala i fumi con cui sta impestando la stanza che frequenta.
Questa curiosità è venuta ai ricercatori del Servizio di Chimica Ambientale dell’Istituto Tumori di Genova che avevano sottomano un gruppo di soggetti che si prestava bene allo scopo: trenta edicolanti di cui, per un’intero giorno, era stata misurata l’esposizione a benzopirene, un cancerogeno presente in tutti i fumi, compreso quello delle sigarette.
Questi lavoratori per dodici ore al giorno stanno chiusi in piccoli locali, le loro edicole, e finito il lavoro, c’è solo il tempo di andare a casa a riposare.
Pertanto, se un edicolante è fumatore, fuma sempre in ambienti chiusi, poco ventilati: la sua edicola e la sua abitazione; e sul lavoro, fuma sempre da solo.
Pertanto lo studio dell’IST, con opportune misure effettuati con campionatori personali, letteralmente indossati tutto il giorno, ha potuto quantificare con sufficiente accuratezza e senza particolari interferenze, quanto benzopirene ogni edicolante fumatore aveva inalato a causa dell’inquinamento prodotto con il proprio fumo.
Questo dato è stato confrontato con l’esposizione desunta dal numero di sigarette fumate e dal contenuto di benzopirene nel loro fumo, derivata da studi sulle principali marche di sigarette.
I risultati, pubblicati in questi giorni dalla Rivista “ Environmental Health”, hanno permesso di stimare che sulla dose giornaliera di benzopirene, complessivamente inalato da un edicolante fumatore, il fumo passivo pesa da 15 al 34 % , a seconda del tipo di sigarette.
Questo significa che un fumatore esposto al proprio fumo passivo, di fatto, è come se fumasse due sigarette e mezze in più, rispetto a quelle effettivamente fumate.
E lo studio ha permesso di stimare anche il ruolo dell’inquinamento urbano, aspetto non secondario per chi, come gli edicolanti, lavora a lungo a pochi metri di distanza dai tubi di scappamento.
In questo caso, la quantità di cancerogeni inalati giornalmente, a causa dell’inquinamento della città, è risultato equivalere a quello provocato dal fumo di una singola sigaretta.
In conclusione, lo studio IST ha dimostrato che l’esposizione di fumatori al proprio fumo passivo e all'inquinamento urbano non è trascurabile e quindi la somma di entrambi potrebbe aggravare i danni della loro cattiva abitudine.
Pertanto, dati IST alla mano, oggi si può affermare che il divieto di fumo in tutti i locali è doppiamente utile: questa norma tutela i cittadini non fumatori, ma anche i fumatori che, rispettando questa norma, corrono meno rischi per la loro salute...., a meno che non prendano freddo, mentre fumano all’aperto.
Quindi per il coniuge, per i propri figli, per i colleghi d’ufficio, per gli inservienti dei bar, subire il cosiddetto fumo passivo aumenta i rischi per numerose malattie, compreso il cancro polmonare.
Ma per un fumatore, fa differenza fumare all’aperto o in ambienti chiusi, compresa la propria abitazione?
In altre parole, ai fumatori, il proprio fumo passivo, fa male?
Fino ad ieri nessuno si era posta la domanda di come cambia l’esposizione a cancerogeni di un fumatore se, oltre ai cancerogeni presenti nelle sigarette che fuma, lo stesso fumatore inala i fumi con cui sta impestando la stanza che frequenta.
Questa curiosità è venuta ai ricercatori del Servizio di Chimica Ambientale dell’Istituto Tumori di Genova che avevano sottomano un gruppo di soggetti che si prestava bene allo scopo: trenta edicolanti di cui, per un’intero giorno, era stata misurata l’esposizione a benzopirene, un cancerogeno presente in tutti i fumi, compreso quello delle sigarette.
Questi lavoratori per dodici ore al giorno stanno chiusi in piccoli locali, le loro edicole, e finito il lavoro, c’è solo il tempo di andare a casa a riposare.
Pertanto, se un edicolante è fumatore, fuma sempre in ambienti chiusi, poco ventilati: la sua edicola e la sua abitazione; e sul lavoro, fuma sempre da solo.
Pertanto lo studio dell’IST, con opportune misure effettuati con campionatori personali, letteralmente indossati tutto il giorno, ha potuto quantificare con sufficiente accuratezza e senza particolari interferenze, quanto benzopirene ogni edicolante fumatore aveva inalato a causa dell’inquinamento prodotto con il proprio fumo.
Questo dato è stato confrontato con l’esposizione desunta dal numero di sigarette fumate e dal contenuto di benzopirene nel loro fumo, derivata da studi sulle principali marche di sigarette.
I risultati, pubblicati in questi giorni dalla Rivista “ Environmental Health”, hanno permesso di stimare che sulla dose giornaliera di benzopirene, complessivamente inalato da un edicolante fumatore, il fumo passivo pesa da 15 al 34 % , a seconda del tipo di sigarette.
Questo significa che un fumatore esposto al proprio fumo passivo, di fatto, è come se fumasse due sigarette e mezze in più, rispetto a quelle effettivamente fumate.
E lo studio ha permesso di stimare anche il ruolo dell’inquinamento urbano, aspetto non secondario per chi, come gli edicolanti, lavora a lungo a pochi metri di distanza dai tubi di scappamento.
In questo caso, la quantità di cancerogeni inalati giornalmente, a causa dell’inquinamento della città, è risultato equivalere a quello provocato dal fumo di una singola sigaretta.
In conclusione, lo studio IST ha dimostrato che l’esposizione di fumatori al proprio fumo passivo e all'inquinamento urbano non è trascurabile e quindi la somma di entrambi potrebbe aggravare i danni della loro cattiva abitudine.
Pertanto, dati IST alla mano, oggi si può affermare che il divieto di fumo in tutti i locali è doppiamente utile: questa norma tutela i cittadini non fumatori, ma anche i fumatori che, rispettando questa norma, corrono meno rischi per la loro salute...., a meno che non prendano freddo, mentre fumano all’aperto.
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