L'avvocato del diavolo
L'amico Gianni Mattioli si è messo a fare l'Avvocato del Diavolo e mi ha chiesto dieci buoni motivi per relegare gli inceneritori ad un ruolo marginale nella gestione dei materiali post consumo.Ecco la mia risposta:
Caro Gianni
eccoti qualche ragione a supporto di scelte che giustificano un ricorso marginale all'incenerimento con recupero energetico ( 10-15%):
- E' il sistema di trattamento più costoso
- Ha tempi di ammortamento degli investimenti eccessivamente lunghi (20 anni)
- Necessita di grandi economie di scala
- Si pone in oggettiva concorrenza con un riciclo poco più che dignitoso, 40-50% ( riciclo vero, non quello che è un incenerimento mascherato come avviene per le plastiche miste raccolte in modo differenziato con il sistema a campane, di così bassa qualità che il loro incenerimento è garantito). Se il riciclo supera questa quota anche con le plastiche ( presenti nei rifiuti per il 15-20% in peso) non c'è più niente da bruciare
- E' un sistema rigido, incapace di assecondare i mutamenti in atto: aumento riciclo con il porta a porta, avvio di politiche di riduzione ( vuoto a rendere), introduzione di imballaggi biodegradabili, recuperi con sistemi di selezione meccanici
- Gli attuali incentivi a favore dell'elettricità prodotta con l'incenerimento creano una concorrenza sleale con tutti gli altri metodi di recupero
- Non elimina affatto la necessità di discariche, produce rifiuti solidi pari al 20-30% del materiale in ingresso
- L'ecotossicità delle ceneri è ancora oggetto di studio e i risultati segnalano che questo problema è stato ampiamente sottovalutato.
- Sono prevedibili ed auspicabili norme comunitarie più restrittive per la gestione delle ceneri, norme che inevitabilmente aggraveranno costi e consumi energetici.
- Trasforma in composti tossici (fumi e ceneri) composti sostanzialmente innocui ( imballaggi) o igienizzabili con tecniche biologiche ( compostaggio e fermentazione anaerobica).
- Per i nostri climi il teleriscaldamento non giustifica l'investimento in queste tecnologie
- La realizzazione di impianti di incenerimento nei centri abitati per utilizzare il teleriscaldamento aumenta imprudentemente il numero degli esposti
- Le attuali normative europee per i composti persistenti e i distruttori del sistema endocrino emessi dagli inceneritori non tengono conto dei reali meccanismi di esposizione (accumulo nell'ambiente e lungo la catena alimentare e l'effetto cumulativo delle altre fonti di questi composti ).
- Norme giapponesi in cui si conteggiano le diossine presenti nei fumi e nelle ceneri non sarebbero rispettate da impianti italiani che vanno per la maggiore
- Un moderno inceneritore emette meno inquinanti in atmosfera per unità di volume di fumi, di uno della penultima generazione ma la sua capacità per l'economia di scala è enormemente aumentata( 600.000 -700.000 ton/anno), con immissione nell'ambiente di quantità di composti persistenti non molto dissimile di quella prodotta dai vecchi impianti più piccoli ( 90-100.000 ton/anno).
- Gli studi epidemiologici ben fatti segnalano rischi sanitari per la popolazione esposta ai fumi degli inceneritori. Questo significa che i composti emessi da questi impianti hanno un effetto biologico dannoso per la salute. E' probabile che i rischi maggiori siano creati dai composti persistenti e bioaccumulabili che continuano ad essere prodotti ed emessi anche dai nuovi impianti
_ a confronto con il riciclo, in base a serie analisi di cicli di vita è quest'ultimo che ha minor impatto ambientale, maggior risparmio energetico e minore emissioni di gas serra. E questo vale sia per la plastica che per la carta.
- Si mette in concorrenza sleale con chi ricicla carta e legno, sottraendogli indispensabili materie seconde
- Non è una scelta obblgatoria: un giusto mix di riduzione, riciclo, compostaggio, fermentazione anaerobica con produzione di bio-metano e trattamenti meccanico biologici per la frazione indifferenziata e si può chiudere il cerchio, mettendo a stoccaggio una quantità di scarti inerti pari alle ceneri che, a parità di materiali trattati, il modello Brescia avrebbe prodotto.
- Stanno entrando sul mercato tecniche di separazione e trattamenti chimici e biochimici delle frazioni miste di cellulosa e plastiche ( quello che residua da trattamenti meccanico biologici) in grado di offrire ulteriori recuperi di materia e la produzione di combustibili liquidi ( gasolio)
- Gli inceneritori austriaci immettono in atmosfera 44 nanogrammi di diossine equivalenti ogni 1000 chili di rifiuti inceneriti, alcuni dei migliori inceneritori italiani viaggiano sui 170 ng/ ton.
- Se si sommano le diossine emesse nei fumi con quelle presenti nelle ceneri , nella maggior parte dei casi questa quantità (10400 ng/ton ) è maggiore di quella presente nei rifiuti (2700 ng/ton nel 1999 e in ulteriore diminuzione in corrispondenza ad una minore contaminazione dei nostri cibi con l'eccezzione della mozzarella di bufala nostrana
- Le concentrazione di metalli tossici, idrocarburi policiclici aromatici, diossine che si trovano nelle ceneri sono spesso maggiori di quelle presenti nei rifiuti inceneriti.
Può bastare?
Postato da: federico46 a 22:12 | link | commenti (5)
ambiente e salute, materiali post consumo
Commenti:
Grande dottor Valerio!
Per la parte dei poli-accoppiati cellulosa-alluminio come il Tetrapak, in Italia dovrebbero già esserci degli impianti per il suo recupero. Questo stando a quanto il sito del Tetrapak comunica. Speriamo che il ministro Mattioli prenda seriamente in considerazione ciò che lei gli ha riferito.
Grazie per il suo lavoro!
Elia
Per la parte dei poli-accoppiati cellulosa-alluminio come il Tetrapak, in Italia dovrebbero già esserci degli impianti per il suo recupero. Questo stando a quanto il sito del Tetrapak comunica. Speriamo che il ministro Mattioli prenda seriamente in considerazione ciò che lei gli ha riferito.
Grazie per il suo lavoro!
Elia
utente anonimo |
Ottime considerazioni.
L'unico obiettivo serio e concreto di qualsiasi amministrazione pubblica dovrebbe essere quello di puntare ad una % di incenerimento = 0, ovvero alla tutela della salute dei cittadini.
Se non sbaglio, l'amico cui fa riferimento il prof. Valerio non è il ministro Matteoli ma un ex parlamentare dei Verdi.
Occorre insistere con gli attuali politici e sfinire i nuovi ministri con questi e altri articoli, invitandoli a visitare i luoghi dove la strategia "rifiuti zero" è una realtà!
Altrimenti tra qualche mese ci troveremo di fronte a schiere di super-esperti pro-cancrovalorizzatori stipendiati dal politicante di turno che con 5-10 interventi in trasmissioni TV, radio, giornali, propugneranno il solito elogio del recupero energetico ....
L'unico obiettivo serio e concreto di qualsiasi amministrazione pubblica dovrebbe essere quello di puntare ad una % di incenerimento = 0, ovvero alla tutela della salute dei cittadini.
Se non sbaglio, l'amico cui fa riferimento il prof. Valerio non è il ministro Matteoli ma un ex parlamentare dei Verdi.
Occorre insistere con gli attuali politici e sfinire i nuovi ministri con questi e altri articoli, invitandoli a visitare i luoghi dove la strategia "rifiuti zero" è una realtà!
Altrimenti tra qualche mese ci troveremo di fronte a schiere di super-esperti pro-cancrovalorizzatori stipendiati dal politicante di turno che con 5-10 interventi in trasmissioni TV, radio, giornali, propugneranno il solito elogio del recupero energetico ....
il tetrapak va riprogettato
non riciclato, non smaltito:
RIprogettato.
è troppo energivono nella produzione/assorbimento di materie prime
è troppo energivoro post consumo.
Rifiuti zero è questo:
gestione ottimale e riduzione di quanto possibile (più dell'80% del totale OGGI)
riprogettazione industriale di materiali problematici.
Aggiungo il centro di Vedelago per completare il cerchio ben espresso dal Professor Valerio, e arrivare al 99% di riutilizzo complessivo, anche del malamente definito "secco non riciclabile":
http://it.youtube.com/watch?v=VJ7ZWkSPqOM
Comune di Capannori, 45mila abitanti:
(porta a porta)
Sul sito si trova anche una scheda sull'esperienza di Capannori sulla raccolta differenziata ed il percorso verso rifiuti zero:
www.comune.capannori.lu.it
Un cordiale saluto, Roberto Pirani
www.buonsenso.info
non riciclato, non smaltito:
RIprogettato.
è troppo energivono nella produzione/assorbimento di materie prime
è troppo energivoro post consumo.
Rifiuti zero è questo:
gestione ottimale e riduzione di quanto possibile (più dell'80% del totale OGGI)
riprogettazione industriale di materiali problematici.
Aggiungo il centro di Vedelago per completare il cerchio ben espresso dal Professor Valerio, e arrivare al 99% di riutilizzo complessivo, anche del malamente definito "secco non riciclabile":
http://it.youtube.com/watch?v=VJ7ZWkSPqOM
Comune di Capannori, 45mila abitanti:
(porta a porta)
Sul sito si trova anche una scheda sull'esperienza di Capannori sulla raccolta differenziata ed il percorso verso rifiuti zero:
www.comune.capannori.lu.it
Un cordiale saluto, Roberto Pirani
www.buonsenso.info
utente anonimo |
le virgolette....
"Il risparmio di conferimento è stato per l’anno 2007 di 2.348.000 euro
Con queste risorse abbiamo potuto autofinanziare il passaggio al nuovo sistema" (porta a porta)
Comune di Capannori comunicazione ufficiale
(le chiacchiere da bar le lasciamo ai fantasisti bipartisan a media unificati)
"Il risparmio di conferimento è stato per l’anno 2007 di 2.348.000 euro
Con queste risorse abbiamo potuto autofinanziare il passaggio al nuovo sistema" (porta a porta)
Comune di Capannori comunicazione ufficiale
(le chiacchiere da bar le lasciamo ai fantasisti bipartisan a media unificati)
utente anonimo |
Grande Valerio!
No, non può bastare, ne vorranno sempre di più, dato che basta un veronesi che dice "zero" in TV per annullare le montagne di dati a sfavore.
Aggiungerei che l'utilizzo degli inceneritori toglie qualsiasi necessità di investimento verso politiche di riduzione, pertanto così come accade ad esempio a Brescia, più capacità di incenerimento si correla con un aumento spaventoso di rifiuto procapite prodotto nella stessa zona di pertinenza.
Aggiungiamo anche che l'energia recuperata è circa quattro volte inferiore rispetto a quella risparmiata riciclando.
Per ultimo aggiungerei la svalutazione degli immobili che si ritrovano ad essere circostanti alla zona di ubicazione dell'impianto..
Devo continuare anche io ?
No, non può bastare, ne vorranno sempre di più, dato che basta un veronesi che dice "zero" in TV per annullare le montagne di dati a sfavore.
Aggiungerei che l'utilizzo degli inceneritori toglie qualsiasi necessità di investimento verso politiche di riduzione, pertanto così come accade ad esempio a Brescia, più capacità di incenerimento si correla con un aumento spaventoso di rifiuto procapite prodotto nella stessa zona di pertinenza.
Aggiungiamo anche che l'energia recuperata è circa quattro volte inferiore rispetto a quella risparmiata riciclando.
Per ultimo aggiungerei la svalutazione degli immobili che si ritrovano ad essere circostanti alla zona di ubicazione dell'impianto..
Devo continuare anche io ?
utente anonimo |