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lunedì 27 aprile 2020

Arriva la pandemia e l'aria ritorna pulita anche a GENOVA.

Fig. 1 Mappa satellitare della concentrazione media di NO2 nei paesi europei: marzo- aprile 2019 e dal 13 marzo al 13 aprile 2020

La Fase 1, adottata inizialmente dalla Cina e poi dall'Italia e da il resto del mondo, per contrastare la pandemia, con una drastica riduzione della mobilità di persone e merci, ha avuto l’effetto, a livello mondiale, di un netto calo dell’inquinamento, in particolare quello da biossido di azoto, un contaminante prevalentemente prodotto dalle combustioni, che a Genova è stato sempre superiore ai limiti di legge.

La Figura 1 mostra la mappatura satellitare della concentrazione media di ossidi di azoto rilevata tra marzo e aprile 2019 e nel periodo tra il 13 marzo (avvio del  lock down) e il 13 aprile.

A Milano e nella pianura padana l'inquinamento, normalmente  estremamente elevato, si è ridotto del 47%, a Roma del 49% .

Le immagini satellitari segnalano anche un calo dell'inquinamento nel genovesato

Il miglioramento della qualità dell’aria genovese è confermato dalle misure della locale rete di monitoraggio gestita dalla Agenzia Regionale Protezione Ambiente Liguria (ARPAL).

In due siti da traffico, costantemente fuori norma, corso Europa e via Buozzi, dopo l’11 marzo, giorno della chiusura totale, fino al 19 aprile, ultimo risultato al momento disponibile, le  concentrazioni  medie di biossido di azoto sono costantemente inferiori ai limiti di legge (media annuale 40 microgrammi per metro cubo): 34 microgrammi/metro cubo in via Buozzi, 33 microgrammi/metro cubo in corso Europa.
E il confronto dell’inquinamento registrato nelle centraline ARPAL di Genova, tra 11 marzo e 19 aprile 2020, con i valori misurati durante lo stesso intervallo di tempo nel 2019, segnala, su tutta Genova, riduzioni delle concentrazioni inquinanti comprese tra il 40 e il 51%.
Tutto questo significa che, dall’11 marzo 2020 per ogni metro cubo di aria inspirata, dei circa 11 metri cubi che inaliamo giornalmente, i genovesi immettono nei loro polmoni circa 20 microgrammi in meno di biossido di azoto, rispetto ai giorni, ai mesi  precedenti, con l'aria costantemente inquinata dalle emissioni veicolari, portuali, degli impianti a metano.
Non è una differenza di poco conto: in base allo studio EPIAIR 2 condotto sulla popolazione di 25 citta italiane, tra cui Genova, per verificare l’effetto dell’inquinamento sulla salute, una differenza di 20 microgrammi/m3 di biossido di azoto potrebbe modificare  la mortalità naturale del 2,5% in più se l'inquinamento aumenta di tale entità ma, ragionevolmente anche in meno, se l'inquinamento diminuisce, come in questi mesi sotto attacco virus.

Se le cose stanno così, su base annuale, a Genova, continuare a respirare aria pulita vorrebbe dire 184 decessi in meno, sui settemila e rotti che si registrano ogni anno nel comune di Genova.
Inoltre primi studi segnalano che lo stress da inquinamento possa aggravare l’effetto prodotto dall’infezione da Covid 19 e il fatto che, da un mese a questa parte, medici genovesi segnalino una minore virulenza della epidemia, potrebbe essere una interessante conferma, da tenere sotto controllo.
Alla luce di questi fatti, il buon senso suggerirebbe di approfittare dell’inevitabile ripresa al rallentatore, in questi tempi di pandemia, per realizzare, anche a Genova, la rivoluzione della mobilità a basso impatto, da troppo tempo ignorata.

E respirare a pieni polmoni potrebbe essere un insperato regalo del COVID 19.


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