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venerdì 3 febbraio 2012

Reggio Emilia chiude l'inceneritore

Reggio Emilia, 121.000 abitanti, chiude l'inceneritore, punta sulla Raccolta differenziata di qualità, il riciclo, il compostaggio, la produzione di biogas e il trattamento meccanico biologico. Con le mie numerose conferenze a Reggio e a Novellara su una moderna gestione dei materiali post consumo penso di avere dato una mano a questa rivoluzione epocale.
Segue il comunicato del Comune:

La provincia di Reggio Emilia registra dei livelli di raccolta differenziata molto elevati; nel corso del 2010 si è raggiunto il 58,4%, che rappresenta il miglior dato in regione.

A regime, il nuovo modello gestionale-organizzativo consentirà nel 2014 di arrivare - su una produzione stimata di rifiuti urbani di 410.875 tonnellate - ad una percentuale di raccolta differenziata del 67,2%, pari a 276.129 tonnellate. Resterebbero così da smaltire – tolte 6.747 tonnellate di spazzamento stradale - 128.000 tonnellate di rifiuti indifferenziati, ai quali provvederà una rete impiantistica suddivisa in quattro poli individuati in aree già destinate a tali scopi, riducendo dunque sensibilmente l’impatto.

Il Polo del recupero è stato individuato nell’impianto di Sabar, dove si potrebbe localizzare due nuovi impianti: uno per il trattamento della carta e della plastica, uno per il compostaggio della frazione verde della raccolta differenziata (sfalci e potature). La discarica di Novellara cesserebbe quindi la sua funzione nel corso dell'anno 2015.

Il Polo del Trattamento sorgerà a Gavassa con la realizzazione del Tmb, dove confluiranno i rifiuti indifferenziati della Provincia (circa 120 mila tonnellate/anno).

Il Polo dello smaltimento è stato localizzare presso l’attuale discarica a Poiatica di Carpineti. Ad essa perverranno le circa 60 mila tonnellate annue di biostabilizzato e di scarti dello smaltimento derivati dal Tmb. L’ampliamento dell’attuale polo di Carpineti ospiterà dunque un materiale secco ed a minore impatto ambientale (per tipologia e quantità) rispetto al rifiuto tal quale che oggi viene conferito.

Ad integrazione di questi tre poli si dovrà localizzare un quarto impianto per il trattamento della frazione organica del rifiuto solido urbano (Forsu) con produzione energetica di biogas.

Il nuovo impianto di Tmb sorgerà a Gavassa, a nord dell’autostrada. “In questo modo – ha sottolineato l’assessore comunale Ugo Ferrari – non verrà utilizzato suolo agricolo grazie anche alla nuova politica urbanistica che abbatte le rendite fondiarie, rendendo sostenibile economicamente l’investimento in quell’area”. Per quanto riguarda i tempi di realizzazione, l’assessore Ferrari ha ipotizzato “circa un anno e mezzo per la lunga prassi amministrativa che prevede Conferenza dei servizi, Valutazione d’impatto ambientale e variante urbanistica, e un altro anno e mezzo circa per la realizzazione, in carico a Iren, di un impianto che costerà tra i 50 e i 60 milioni di euro”.

Reggio insegna.

Niente inceneritori, raccolta differenziata spinta porta a porta, impianti per gestire le frazioni differenziate come plastica, vetro, organico, metalli.

2 commenti:

  1. Anche le discariche si esauriscono ed obbligano poi ad aprirne altre,rovinando in pochi decenni l'ambiente.Si può risolvere meglio il problema dello smaltimento dei rifiuti residui impastandoli nel calcestruzzo. Si formeranno così,senza inquinare,blocchi in qualsiasi forma e misura,adattabili per qualsiasi genere di lavoro, in particolare per la messa in sicurezza di molti siti a rischio idrogeologico e dissestati.

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    1. Con la raccolta differenziata Dell ' organico e il compostaggio domestico gli scarti urbani attualmente non riciclabili sono inerti e possono essere stoccati senza particolari problemi. La novità potrebbe essere realizzare discariche differenziate dove stoccare temporaneamente in sezioni separate frazioni cellulosiche, plastiche miste, inerti, in attesa che diventino economiche tecniche di recupero quali produzione di bio etanolo, gasolio, manufatti per il recupero di cave e difesa erosione

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