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giovedì 15 giugno 2023

Ridurre la produzione degli scarti urbani dei romani si può e conviene.




Le più recenti statistiche, di fonte ISPRA, documentano come un romano, ogni anno, produca 527,4 chili di "scarti", 69,8 chili in più di un milanese.

Senza sottovalutare le differenze tra Milano e Roma, è evidente che sarebbe utile che anche i romani comincino  a pensare a produrre meno rifiuti, come stanno già facendo molti altri connazionali e come l'Europa e il nostro Governo, che ne ha accettato le Direttive, raccomandano.

Ipotizzando che i 2,8 milioni di romani, opportunamente supportati e incentivati, attuassero le semplici strategie per ridurre alla fonte la produzione dei loro scarti, raggiungendo i livelli di produzione procapite milanesi, il sindaco Gualtieri e l'AMA (l'azienda che si occupa degli scarti romani) non dovrebbero più raccogliere e gestire, oltre 193.000 tonnellate all'anno di rifiuti.

Non è poco, è circa un terzo dei rifiuti romani che si vorrebbero "termovalorizzare"!

E anche i romani, adottando semplici pratiche virtuose di riduzione non dovrebbero più preoccuparsi di differenziarli e di conferirli al cassonetto giusto.

Poiché si pensa che la maggiore produzione romana di rifiuti sia dovuta alla grande presenza di turisti, è opportuno cominciare da alberghi, B&B, bar e ristoranti per ridurre alla fonte molti rifiuti.

In questi ambienti, la produzione di scarti è dovuta principalmente all'abuso dell' "usa e getta" e dallo spreco di cibo non consumato.

Pertanto lanciamo la proposta che il Comune di Roma proponga ai gestori di queste attività,  a fronte di una sostanziosa riduzione della TARI, l'adesione volontaria a pratiche di riduzione, alla fonte, della produzione degli scarti della propria azienda.

Le associazioni di categoria dell'accoglienza hanno già colto questa opportunità, sia per ridurre i costi di gestione che per venire incontro all'anima "verde" dei  propri clienti e propongono diverse soluzioni pratiche, a cominciare dal sostituire le saponette monouso con un dispenser.



Gli stessi messaggi vengono dal mondo della ristorazione e tra i suggerimenti, quello  più efficace è di mettere a disposizione dei propri clienti il servizio di "doggy bag", il pacchetto, rigorosamente di carta e cartone riciclato, con cui confezionare cibi e bevande non consumate, per poterle portare a casa o in albergo.



Alla riduzione dei rifiuti possono partecipare direttamente anche tutti i romani, con numerose scelte personali, a cominciare con la riscoperta della borsa della spesa in tela e dell'acqua del sindaco di Roma, unanimemente giudicata di alta qualità.

A riguardo, ci piace ricordare che un progetto pilota, realizzato nel 2006 da Italia Nostra, denominato "Cittadini in Rete per il Riciclo", con un attento monitoraggio della produzione di scarti e della loro differenziazione da parte di 109 famiglie, attive in diverse regioni italiane, ha verificato che nuclei familiari ben informati e adeguatamente motivati hanno una produzione annua procapite media di 189 chili di rifiuti!

Un'altra importante forma di riduzione della frazione organica, è quella di incentivare la pratica del compostaggio domestico, che potrebbe coinvolgere il 17% della popolazione, tutta quella che recenti statistiche, hanno dimostrato dedicarsi con regolarità al giardinaggio, anche in piccoli spazi  urbani: balconi, terrazzi e giardini.

Per tutte le famiglie romane con "pollice verde", che hanno un balcone o un terrazzo fiorito, il Comune di Roma, può dare l'opportunità di avere il generoso sconto sulla TARI (30%),  ad oggi previsto solo per chi dispone  di un giardino di almeno 25 metri quadrati,  anche a chi fa compostaggio domestico sul suo terrazzo o sul suo balcone e utilizza il compost prodotto per rinnovare, di anno in anno, il terreno dei suoi vasi.

Con questa scelta, il numero di famiglie romane che non conferiranno più ai cassonetti per l'organico i loro scarti di cucina, potrebbe aumentare in modo significativo.

Da tempo, il comune di Genova, in base agli ottimi risultati di una sperimentazione sul campo, offre uno sconto, meno generoso di quello di Roma, a tutti quelli che fanno compostaggio domestico sul terrazzo o sul balcone, pratica resa formalmente possibile ed incentivata con sconti sulla Tari e con corsi di compostaggio.

Visto che, dopo un breve corso, molte famiglie che hanno un terrazino fiorito nel centro storico di  Genova, sono riusciti a compostare, senza creare fastidi per se e per i vicini, il comune di Genova ha deciso di abolire i limiti, ancora presenti nel regolamento romano

E per far conoscere questa simpatica pratica, che in tre mesi trasforma gli scarti di cucina in terriccio profumato di bosco, da usare per le proprie piante di casa, il comune di Genova offre, in ogni Municipio, a cadenza mensile, corsi di Compostaggio Domestico, gestisti da giovani Maestri Compostatori appositamente preparati.

Se si considera che una famiglia che composta, per ciascuno dei suoi componenti, non conferisce più alla raccolta dell'umido circa  60 chili all'anno, si può avere un'idea dell'efficacia di queste scelte alla riduzione del rifiuto più problematico e pesante: la frazione organica putrescibile.

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