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lunedì 25 agosto 2014

Metano e Biomasse a confronto. Chi inquina di meno?


L'articolo è stato accettato su Bio-resource Technology e merita di essere citato, in quanto conferma e quantifica quanto già affermato su questo Blog: sostituire il metano con biomasse, non fa per niente bene alla salute di chi abita intorno alla centrale alimentata con questo combustibile rinnovabile.

Lo studio è a firma di Ann Pa, del Centro di Ricerca per le Energie Pulite dell'università della British Columbia, Canada, e il suo titolo  è : "A Life Cycle Evaluation of wood pellet gasification for district heating in British Columbia". (Analisi del ciclo di vita della gasificazione di pellet di legno per il teleriscaldamento nella British Columbia).

Lo studio stima i diversi impatti ambientali che si potrebbero verificare se si decidesse di sostituire l'attuale sistema di teleriscaldamento di Vancouver, basato sull'uso di metano, con gas di sintesi (singas) prodotto dalla gasificazione di  pellet di legno.

Intanto, diciamo subito che gasificare il pellet e poi bruciare il gas prodotto, è meno inquinante che bruciare direttamente i pellet.
E' il caso anche di aggiungere che a Vancouver gli impianti di teleriscaldamento sono finalizzati solo a produrre calore distribuito agli edifici nel solo perido invernale e non mi risulta che il governo canadese stia sovvenzionare la produzione d' elettricità dalla combustione di biomasse.

L'analisi ha considerato tutti gli impatti degli interi cicli di vita dei combustibili scelti per il confronto: dall'estrazione del metano e il  taglio della legna, al loro trasformo alle centrali, allo smaltimento delle ceneri del pellet.

Le conclusioni dello studio LCA sono che gassificare la legna produce molto meno gas serra che estrarre e bruciare metano, ma per quanto riguarda la salute umana (esposta a polveri sottili, ossidi di azoto, composti organici prodotti dalla combustione del singas e durante la lavorazione del legno)  la scelta delle biomasse, nella fase della raccolta del legno e della sua gassificazione,  è deleteria, in quanto aumenta l'impatto sanitario di ben 6 volte rispetto alla estrazione e combustione del metano.

Le cose migliorano, ma è sempre meglio il gas naturale (metano), se le emissioni dell'impianto di gasificazione sono trattate per abbattere ossidi di azoto e polveri sottili. Ma, anche in questo caso, l'impatto sanitario delle biomasse legnose è maggiore del 12%.

Questi risultati avrebbero dovuto far meditare gli amministratori di Parma se fosse negli interessi dei parmigiani realizzare il teleriscaldamento delle case bruciando i loro rifiuti, al posto del metano, combustibile  già oggi usato nelle caldaie  condominiali di questa città.

Per quanto riguarda l'emissione di gas serra da parte del metano, l'articolo non ne parla, ma sarebbe interessante valutare quale sarebbe il risultato di una analoga analisi,  se per il teleriscaldamento si utilizzasse biometano da fermentazione anaerobica, ma ancor più se si investisse, prima di qualunque scelta, nell' isolamento termico degli edifici, nell'alta efficenza delle caldaie ed in usi passivi dell'energia solare, fruttando con verande orientate a sud, anche il pallido sole invernale della Padania.

Questo sarà il tema di un prossimo post.

2 commenti:

  1. +12% non mi sembra un valore così persicoloso, considerando che dietro al metano ci sono:
    - guerre (come quella in Ucraina ad esempio),
    - deturpazione dell'ambiente in modo devastante (pozzi, depurazione del gas, gas-dotti, rigassificatori, navi cisterna, ecc.),
    - terremoti con il shale gas e fracking (!),
    - il metano è un gas serra 25 volte superiore alla anidride carbonica e dal pozzo all'utilizzatore finale non ci saranno perdite? Considerando i miliardi di mc di metano utilizzati nella sola EU?,
    Se LCA conclude che è meglio la legna del metano, vuol dire che dobbiamo migliorare i sistemi di purificazione per usare la legna e non andare a metano. Se poi, il fatto che coloro che stanno vicino alla centrale avranno problemi di salute, questo mi sembra il prezzo onesto per vivere con tutti gli agi che i paesi industrializzati hanno rispetto al secondo o terzo mondo (meglio un possibile tumore ai polmoni o guerre, malaria, AIDS, Ebola ed una vita media intorno ai 50 anni?).
    Se i paesi industrializzati vogliono avere meno problemi di salute devono consumare meno risorse e pulire quando emettono.
    Ricordiamoci infine, che il metano che non è una fonte rinnovabile (eccetto il biometano) e quindi non possiamo puntare su questa fonte per stare meglio di salute.
    La legna è ben distribuita, specie in Italia, bisogna imparare a sfruttarla al meglio per cogenerare energia e purificare le emissioni (specie quelle civili!).
    Un LCA simile era stato fatto anche dall'Università di Bologna; gli dia un'occhiata.

    Mirko Rossi (VE)

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    1. Le Analisi del Ciclo di Vita danno un giusto peso agli impatti negativi dell'intero ciclo di vita del metano, come a quelli del legname. Per quanto riguarda la legna, la LCA stima gli impatti delle strade forestali, delle strade per il trasporto della legna dal bosco alla centrale e per il trasporto delle ceneri dalla centrale alla discarica. La LCA non trascura il consumo di combustibili fossili per il taglio, la cippatura e il trasporto della legna. La stessa analisi deve valutare le perdite di metano lungo la rete, come pure la sintesi di metano durante la combustione della legna e la sua immissione in atmosfera.
      Un impatto sanitario della gassificazione del legno maggiore del 12 % rispetto al metano non è affatto trascurabile: significa il 12% in più di malattie respiratorie, ictus, infarti a carico della popolazione esposta.
      Ricordo che questa LCA fa riferimento a due impianti finalizzati al solo riscaldamento invernale delle abitazioni.
      Gli impianti che si stanno realizzando in Italia, nella maggior parte dei casi, sono finalizzati a produrre solo elettricità 24 ore su 24, per 330 giorni all'anno ( un mese di spegnimento è previsto per la manutenzione degli impianti).
      In questi impianti il 70-80 % dell'energia termica prodotta bruciando la legna è letteralmente buttata all'aria , in quanto il calore non interessa poichè non riceve incentivi pubblici pubblici
      In sintesi, con la scusa dell'ecologia, bruciando legna pochi privati fanno affari sicuri e molti cittadini sono costretti a respirare una quantità di sostanze tossiche maggiore del dovuto.
      Ovviamente bisogna traguardare verso un futuro prossimo senza combustibili fossili. A sostituire il gas naturale dovrebbe poterci pensare il biometano prodotto dalla degradazione di scarti organici ad opera di batteri anaerobi. E i biometano già ora puo sfruttare la rete di distribuzione del gas naturale e arrivare senza problemi nelle nostre case. In questo modo il danno ambientale e il consumo energetico necessario per la realizzazione della rete sarà ammortizzato su un più lungo numero di anni.
      Per quanto riguarda LCA dell'Università di Bologna, se mi puo far avere il link la leggero volentieri e la commenterò su questo Blog.

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