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mercoledì 1 ottobre 2008

Riciclo Tetrapack

Un attento lettore di questo Blog mi segnala una svista nella pubblicità per il riciclo dei contenitori Tetrapak o in poliaccoppiati. Presi dalla furia "riciclatutto", i promotori di questa iniziativa si sono dimenticati di segnalare che se il tetrapak è dotato di tappo, questo è in plastica, probabilmente polietilene, e quindi sarebbe meglio toglierlo e metterlo nei raccoglitori della plastica. Invece la pubblicità dice che il Tetrapak, fatto accoppiando uno strato di cartone esterno, con un foglio di polietilene impermeabile e di un foglio di alluminio che protegge il contenuto dalla luce, può essere conferito nei contenitori per il riciclaggio della carta. Temo che la non menzione del tappo di plastica non sia una svista. Le aziende hanno capito che se il loro prodotto è "riciclabile" lo  vendono meglio e in maggiore quantità. Tuttavia è radicato il preconcetto che gli italiani non vogliono fare la raccolta differenziata, e quindi meno contenitori specializzati per la raccolta differenziata ci sono e meglio è. Questo  preconcetto quasi certamente è stato messo ad arte in giro da chi davvero non vuole fare la raccolta differenziata: le aziende municipalizzate e i comuni che le sostengono! Dal punto di vista tecnico il sistema di riciclo del tetrapak illustrato nel depliant in allegato regge. Tuttavia un'unica fabbrica in Italia, specializzata in questa separazione fa dubitare che questa possa essere una soluzione. Dubito anche che la miscela di polietilene e alluminio che esce dal processo sia effettivamente trasformato in un prodotto utile. Temo che il suo destino più probabile sia un bell'inceneritore a cui certamente vanno i contributi CONAI che paghiamo per gli imballaggi, in quanto l'incenerimento con recupero energetico è per legge una forma di recupero di materia. Comunque, a mio avviso il problema maggiore è la separazione dei tetrapak dal resto della carta conferita nei cassonetti, separazione che probabilmente avviene a mano e non mi sembra un bel lavoro. Non mi stupirebbe che tutto il contenuto di questi cassonetti fatti di carta mista, plastica e alluminio dei tetrapak , sia rifiutata dalla carterie e vada così agli inceneritori ben felici di bruciare scarti di alto potere termico. Personalmente evito accuratamente il vino nei cartoni; il vino confezionato in questo modo non è certamente di qualità. E per fortuna, da tempo, il latte genovese non è più confezionato nei cartoni. Insomma, se non in casi eccezionali, non compro nessun tipo di bevanda in questo tipo di imballaggio. Provate a fare altrettanto. Si sopravvive tranquillamente.


Postato da: federico46 a 12:52 | link | commenti (20)


Commenti:
#1  01 Ottobre 2008 - 14:17
 
Evitare di comprare Tetrapak è sicuramente possibile e se lo facessimo tutto forse qualcosa cambierebbe. Io per tentare di velocizzare un po' i tempi mi son messa a comunicare alle aziende che non aquisto più certi prodotti perchè imballati così...purtroppo nemmeno mi rispondono, ma chissà magari tentare con 5/10/50/100 mail forse li farebbe almeno pensare.
Giulia-Bs
utente anonimo
#2  02 Ottobre 2008 - 05:52
 
BUON GIORNO dottore,
il riferimento al tetrapack era il mio, la ringrazio per la prontissima risposta; secondo me non usare il tetrapack sarà impresa non da poco, tuttavia ho recentemente scoperto a due passi da casa mia un caseificio che vende ottimo latte nella vecchia e sempre rassicurante bottiglia di vetro! prezzo un euro! ripeto 1 euro. vuoto a rendere ovviamente...
sarà forse un timido inizio?
saluti.
Utente: 1KONAN Contattami Guarda il mediablog (foto, audio e video) di questo utente. 1KONAN
#3  02 Ottobre 2008 - 10:08
 
Ottima la soluzione di evitare il tetrapak. E' un imballaggio che gli stessi comuni dicono in maggioranza di gettare nel secco non riciclabile data la mancanza di strutture adeguate per il suo recupero.

Elia Frigo
utente anonimo
#4  06 Ottobre 2008 - 11:45
 
Dottore, a Brescia, domani, parlerà anche di nanoparticelle? (per anticipare magari un intervento futuro del dott. Montanari...) di nanoparticelle si muore.
Possibile che questo non venga mai fuori? (nell'articolo del giornaledibs che parla della conferenza non si parla di salute!!)
Gemma
Bs
utente anonimo
#5  06 Ottobre 2008 - 11:58
 
Abbiamo 20 minuti a testa per il primo intervento. Il mio è intitolato "Incenerimento con recupero energetico: una scelta intelligente?"
La risposta è ovviamente NO ampiamente articolata, pur nel limite dei tempi a disposizione.
Che io sappia sono previste domande da parte del pubblico per specifici approfondimenti.
Mi permetto di suggerirvi di prepararvi e concordare questi interventi.
Confronti diretti alla pari, come sembra possa essere l'incontro di domani, sono una rarità
Utente: federico46 Contattami Guarda il mediablog (foto, audio e video) di questo utente. federico46
#6  10 Ottobre 2008 - 14:15
 
Buongiorno dottore,
lei esprime dubbi sul riciclo della parte di alluminio e polietilene, ma se guarda sul sito Tetra Pak viene mostrato anche il riciclo di quella parte creando un materiale denominato ecoAllene. Esiste anche un sito internet che raccoglie prodotti realizzati con esso: http://www.ecoallene.com
Cosa ne pensa?
utente anonimo
#7  24 Ottobre 2008 - 08:46
 


Meno male, pensavo di essere solo nella battaglia contro il famigerato contenitore.
In questi giorni la Tetrapak sta diffondendo in modo massivo e costoso la notizia che il loro prodotto è riciclabile. Sarebbe interessante conoscere i costi della catena di lavorazione per giungere al riciclaggio del contenitore; ho visto alcuni oggetti che provengono dalla trasformazione del tetrapak, (ecoallene) ma si tratta di piccole cose tipo portachiavi o simili, assolutamente inutili alla vita quotidiana anche perché trattasi di articoli già prodotti con ogni tipo di materiale esistente. Mi sembra che l'investimento di denaro destinato alla pubblicità (preceduta da una importante e martellante campagna televisiva di alcuni mesi fa) sia sproporzionato e faccia riflettere sulla validità di tutta l'operazione. Non sarebbe più semplice ammettere che il riciclaggio di cui sopra è antieconomico e forse più inquinante dell’incenerimento stesso? I governi anzichè vessare il consumatore nella divisione dei rifiuti dovrebbero rivolgersi ai ricchi produttori e obbligarli a vendere le loro merci in contenitori a bassissimo impatto ambientale .Nel mio piccolo già da alcuni anni ho smesso di comprare prodotti in tetrapak, scegliendo quelli contenuti nel vetro, riciclabile al 100%...........in vetro si possono trovare succhi di frutta, salse di pomodoro, latte e per non parlare del vino……
E adesso come se non bastasse la carta accoppiata ci si mettono anche i produttori di caffè, con le loro superinquinanti capsule in plastica.

grazie per l'attenzione

Massimiliano Fossati





utente anonimo
#8  24 Ottobre 2008 - 10:56
 
Ho appena visto il sito di ecoallene e confesso di avere gli stessi dubbi di Massimiliano: dal riciclaggio dei poliaccoppiati non sembra uscire nessun prodotto strategico.
Resta immutato il dubbio che i bilanci energetici del riciclo di questi imballaggi siano tutti in perdita.
Utente: federico46 Contattami Guarda il mediablog (foto, audio e video) di questo utente. federico46
#9  09 Dicembre 2008 - 06:11
 
L'ecoallene è un operazione di facciata, non è un prodotto, è un miscuglio di PE sporco di alluminio in piccola percentuale, affogato in una percentuale alta di PE, come faceva la mafia affogando nei pilastri di cemento armato i suoi nemici, provate ad ordinare un gelato alla cioccolerda, con un' alta percentuale di cioccolata ed una piccola percentuale di .........
utente anonimo
#10  05 Novembre 2009 - 19:26
 
molto interessante
utente anonimo
#11  01 Gennaio 2010 - 00:56
 
Meno male che ci sono ancora persone che si accorgono di quante cazzate sparano per vendere un contenitore di cartone tossico:Il contenitore per esser prodotto inquina parecchio,provate ad immaginare....andate vicino alla fabbrica tetra pak...Non è bastato lo scandalo itx per fare riflettere la gente...Questo contenitore non è igenico,non è reciclabile e poi per essere prodotto devono tagliare alberi che verranno trasformati in cellulosa con l'aggiunta di additivi pericolosi,poi stampato con inchiostri pieni di resine poi va  accoppiato a plastiche e alluminio con un processo di lavorazione non sicuro anche per i lavoratori che sicuramente sono soggetti ad ammalarsi di cancro...Ho visitato personalmente la fabbrica e devo dire poveracci quelli che ci lavorano non solo chi beve in quei contenitori....
utente anonimo
#12  10 Febbraio 2010 - 09:01
 
FATTI MANDARE DALLA MAMMA A PRENDERE IL LATTE...
ESISTONO OGGI SEMPRE PIU' DISTRIBUTORI AUTOMATICI DI LATTE FRESCO,APPROFITTIAMONE! TRA L'ALTRO IN VENETO FUNZIONANO
PRATICAMENTE 24 ORE AL GIORNO CON UN COSTO DI 1 EURO AL LITRO QUINDI ECOLOGICO E CONVENIENTE.LA BOTTIGLIA SI PUO' PORTARSELA DA CASA O ACQUISTARLA DAL DISTRIBUTORE STESSO
PER POI RIUTILIZZARLA.
utente anonimo
#13  10 Febbraio 2010 - 09:08
 
Quest'ultima idea mi sembra molto buona,anche se non di immediata soluzione per tutti,il riciclo ormai va di moda anche se e' solo apparente,
quindi visto che certe scelte sono politiche capiamo perche' sembrino emerite C_ _ _ _ _ E da qualsiasi lato le si guardi,praticamente delle
TETRACAZ _ _ _ _ E.
utente anonimo
#14  10 Febbraio 2010 - 12:12
 
I distributori di latte crudo sono una realtà in espansione, nonostante i tentativi di bloccarli per motivi igienici ( il latte, per legge dovrebbe essere bollito prima del consumo).
Si sospetta che si sia riscoperta l'importanza della salute pubblica, quando i numeri (litri di latte venduto) e i costi ( un euro al litro, che vanno tutti al produttore) hanno cominciato a disturbare la grande distribuzione.
Per altrte notizie andate al post del 17 ottobre 2007
Mi raccomando...bevete più latte.....
Utente: federico46 Contattami Guarda il mediablog (foto, audio e video) di questo utente. federico46
#15  23 Giugno 2010 - 22:40
 
invito chiunque di Voi sia interessato ad esprimere pareri A RAGION VEDUTA a visitare l'impianto in cui si recupera lo scarto industriale e post-consumo del TETRA PAK.
Parlare per parlare, scrivere per scrivere, almeno sappiate di cosa state parlando
utente anonimo
#16  22 Settembre 2010 - 19:26
 

Volentieri visiterei "L'impianto". Dove come e quando? Così capisco quello che scrivo...
utente anonimo
#17  17 Novembre 2010 - 13:46
 
Buongiorno a tutti, credo che disponendo di decine di milioni di Euro come Tetra Pak non sia difficile convincere i cittadini che il prodotto è riciclabile. Peccato che in Europa se ne ricicli poco più del 30% (fonte Tetra, per chi ci vuole credere) e in Italia meno del 20% e per di più, come hanno già detto altri, ottenendo materiali di dubbia utilità e ancor più dubbia riciclabilità come l'ecoallene. Insomma, nulla a che vedere con imballaggi in vetro, acciaio o alluminio, riciclabili al 100% infinite volte!
utente anonimo
#18  05 Febbraio 2011 - 11:49
 
Il contenitore di cartone poliaccoppiato tetrapak,è nato negl'anni 50-60 con l'utilizzo dell'usa e getta...Ma ai giorni nostri non può più essere valido,e deve essere considerato un contenitore inadeguato,incompatibile con le nuove normative sul rispetto dell'ambiente...Tutto il processo di lavorazionne per produrre questo contenitore è molto inquinante!!Pensate!Gli alberi che devono essere tagliati,per produrre carta,con l'aggiunta di additivi chimici..deve essere trasportata negli stabilimenti tetrapak...Il processo di lavorazione,per poliaccopiare la carta,richiede la fusione di plastica ad alte temperature,quindi con il rilascio di vapori delle plastica nell'ambiente,è addizionata a gas(ozono), pericoloso per l'ambiente dove sono situati gli stabilimenti della multinazionale..Per non parlare dello stampaggio del contenitore,dove vengono usati inchiostri contenenti sostanze chimiche,per accellerare l'essicazione dell'inchiostro,con tutti i residui da smaltire!!!.......Per fortuna non usano più l'isopropilxioantone.Vi ricordate i neonati contaminati con il latte nei contenitori tetrapak,nel 2006...Speriamo che qualche potente, pensi di più a salvare l'ambiente, che a fare soldi,ma ne dubito...
utente anonimo
#19  04 Luglio 2011 - 10:15
 
Quanta ignoranza..
Mi sembra che qui parliate solo attraverso luoghi comuni del tutto disinformati!
Certo sarebbe meglio non dover riciclare nulla, non inquinare affatto.. ma voi lo fate? nessuno di voi usa l'auto, l'energia elettrica? o semplicemente la carta igienica?
Sappiate che da qualche mese il prodotto ecoAllene riciclato e riciclabile è stato approvato. La convenienza ad usare tetra pak invece che vetro era dettata dai vantaggi del trasporto e la qualità di conservazione degli alimenti. ma d'ora in poi sarà anche una convenienza attenta al dopo, cioè al riciclo.. sì, perchè l'ecoAllene abbatte i costi del riciclo rispetto ai costi del riciclo del vetro.
E per di più l'ecoAllene può essere impiegato esattamente al posto di qualunque materiale in Pet. Ora come ora si producono penne, braccialetti, vasi, igloo impiegati nell'edilizia, pavimentazioni, pedane dedicate al trasporto..
Rispetto il Dottore, ma non certe lingue interessate solo a far disinformazione o diffamazione.
utente anonimo
#20  06 Luglio 2011 - 10:14
 
Ho ricontrollato il sito del ecoAllene e non mi sembra proprio che ci siano novità in grado di farmi cambiare opinione.

Chi produce tetrapack dovrebbe rispondere alle seguenti domande:

- quale percentuale di contenitori tetrapack vanno al trattamento ecoAllene e quale percentuale viene termovalorizzata

- Quanti contributi pubblici ricevono gli inceneritori che bruciano tetrapack

- Esistono imballaggi alternativi con impatti ambientali più favorevoli

-quale sono  i bilancio energetici e economici della produzione di ecoallene

In base a queste risposte potremo riduscutere questa scelta in modo più razionale
Federico Valerio

2 commenti:

  1. a prescindere dall'ecoallene che è un materiale a bassissima diffusione, oggi esiste un procedimento che recupera anche il poliaccoppiato plastica/alluminio: si tratta di un trattamento non in inceneritori, bensì in forno pirolitico, col quale l'alluminio è recuperato come materia prima seconda, mentre la plastica è utilizzata per produrre energia / calore. In questo modo sia il materiale residuo dal recupero di carta da Tetra Pak (vedi cartiera Saci di VR o Lucart), sia i materiali poliaccoppiati classici (confezioni di merendine o di altri alimenti come ad es. il caffè...) possono essere completamente riciclati e non buttati a bruciare ad alte temperature che producono diossine ed inquinamento nocivo. La pirolisi è una tecnologia piuttosto datata, ma finalmente qualcuno la sta utilizzando per il recupero dei moderni confezionamenti di oggi che altrimenti debbono essere smaltiti in maniera assolutamente arbitraria. Queste informazioni le ho trovate su questo link http://tgeint.com/soluzioni-e-progetti/san-ferdinando/ ma non ho capito se l'impianto funziona già...

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  2. Bisogna comunque ricordare che anche la pirolisi, nella fase di utilizzo energico del gas di sintesi inquina

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