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lunedì 18 marzo 2019

Non ci resta che sperare nei "millennials.

I bambini del terzo millennio e i loro nonni in sciopero per raffreddare la Terra.

Venerdì 15 marzo 2019, studenti di tutto il mondo, insieme ai loro insegnati, hanno abbandonate le aule e sono scesi in piazza per chiedere ai loro governanti, il rispetto degli accordi per contrastare i cambiamenti climatici, sottoscritti a Parigi alla fine del 2015.

L'Italia, che insieme alla Unione Europea, ha firmato l'accordo, si è formalmente impegnata , entro il 2030, a ridurre le proprie emissioni di anidride carbonica (CO2) il principale gas clima alterante e sotto prodotto di tutte le combustioni, del 40%, rispetto a quanto, l'intero paese, per il suo funzionamento aveva emesso in atmosfera nel 1990.

Fig. 1 Andamento annuale della produzione procapite di anidride carbonica 1960-2011
La Figura 1 mostra l'andamento annuale della produzione pro capite di anidride carbonica nel nostro paese dovuta a tutti i consumi energetici (famigliari, industriali, servizi, trasporti, agricoltura..) utilizzati per il buon funzionamento del Paese.

Nel 1990, per garantire il benessere di ogni italiano abbiamo immesso in atmosfera 7,36 tonnellate di anidride carbonica bruciando benzina, gasolio, carbone, metano, legna...

In base agli accordi di Parigi, nei prossimi dieci anni dobbiamo ridurre le emissioni del 40% e quindi riuscire a garantire lo stesso benessere a tutti gli italiani, emettendo solo 4,43 tonnellate di anidride carbonica per abitante.

Questa emissione, ( vedi Figura 1)  corrisponde a quella che gli italiani, in pieno miracolo economico, producevano nel 1967.

A tutti quelli che la ridicolizzano, segnaliamo che stiamo parlando di una drastica decrescita delle nostre emissioni, sotto scritta da 179 paesi, che non potrà che essere felice, perché, insieme al resto dell'umanità che avrà fatto la stessa scelta, ci garantirà di poter bloccare la crescita della temperatura del pianeta entro i due gradi centigradi, rispetto alla temperatura che il nostro pianeta aveva alla fine del 1800, quando è partita la rivoluzione industriale e la crescita continua di combustibili fossili estratti dalle viscere della Terra.

I ragazzini scesi in piazza il 15 marzo 2019, con una emissione pro capire che nel 2018 è stata di 7,5 tonnellate di CO2, non hanno la minima idea di come vivessero i loro nonni, a loro volta ragazzini nel 1967, responsabili  in quegli anni di emettere in atmosfera, solo 4,43 tonnellate/anno di CO2.

Chi in quegli anni c'era potrà raccontare ai nipoti come vivevamo e , ovviamente non è quella stupida storia del ritorno alla candela.

Si potrebbe raccontare che solo tre anni prima era stata inaugurata l'Autostrada del Sole, che,proprio nel 1967 a Genova, era stato inaugurato lo spettacolare viadotto Morandi e che le case avevano cominciato a riscaldarsi con il metano che stava arrivando con i nuovi gasdotti, che frigoriferi e lavatric, insieme ai televisori  entravano nelle case e sempre più famiglie ( 4,6 milioni) possedevano una "utilitaria", a cominciare dalla mitica Fiat 500.

Ma proprio in quegli anni le bottiglie in vetro con il vuoto a rendere erano sostituiti da tetrapak usa e getta, le linee tramviarie (vedi Genova) erano smantellate per far posto ad autobus a gasolio, si aprivano i primi supermercati dove si andava a comprare senza portarsi dietro la scomoda borsa della spesa...
Insomma, si inaugurava alla grande il consumismo e la retorica del PIL che deve sempre crescere, all'infinito.
Se tutti i venerdì, insieme a Greta, usciamo tutti in piazza per chiedere a gara voce il necessario e possibile cambiamento, forse ce la caviamo.

Ma con i personaggi al governo locale e mondiale, la vedo dura.

Certamente meglio il consapevole e informato "fai da te".

Sarà l'argomento dei prossimi post.

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