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mercoledì 9 novembre 2011

Nanopolveri, Alzheimer e cani

L'inquinamento dell'aria fa male anche ai fedeli compagni dell'uomo: i cani.

Autopsie effettuate su cani che avevano vissuto in città molto inquinate hanno constatato, nel loro cervello, danni nettamente maggiori di quelli trovati in cani di campagna.

Il tipo di danno è molto simile a quello che si trova nei cervelli umani di persone colpite dal morbo di Alzheimer.

Il fatto che nelle aree danneggiate dei nostri amici siano state trovate nanoparticelle di metalli quali il nichel e il vanadio, presenti nei combustibili fossili, è un campanello di allarme che è opportuno ascoltare.

Questo risultato, la presenza di nanopolveri nel cervello dei cani, fenomeno riscontrato anche nei topi, significa una cosa sola: particelle metalliche piccole come le nanopolveri presenti nell'aria respirata, possono passare direttamente al cervello attraverso i nervi olfattivi.

E il fatto che nanopolveri siano state trovate anche nei capillari di cervelli umani, non è un buon segnale.

Infatti l'inevitabile effetto infiammatorio che si produce con questo innaturale processo, scatena reazioni che possono portare a gravi e dibilitanti malattie come quelle di Alzheimer e di Parkinson.

Se queste sono le brutte notizie, quelle buone sono che molti casi  umani ( e canini) di queste debilitanti malattie sono evitabili riducendo le concentrazioni di nanopolveri nell'aria che respiriamo noi e i nostri figli e che non mi stancherò di ricordare, si producono solo a seguito di combustioni, in particolare quelle che avvengono nei cilindri di auto a benzina e a gasolio.

Quindi un imperativo categorico per ogni buon amministratore del bene pubblico, a cominciare dal bene salute, è di fare a meno di ogni combustione non obbligatoria e ridurre, grazie all'efficenza energetica, tutte le altre

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