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martedì 24 maggio 2011

Il Valor della Rumenta

Da tempo, nella veste di "Grillo Parlante", vado raccontando che la rumenta vale, ha un valore, proprio nel senso che vale denaro: tot carta, alluminio, plastica, tot euri.

Da qualche tempo queste mie prediche hanno trovato l'ascolto della mia Sindaco che ha espresso la volontà che questo concetto ( il valore della rumenta) sia il tema della prossima campagna promozionale dell'AMIU, l'Azienda genovese che si occupa della gestione della nostra rumenta.

Vedremo.

Nel frattempo, dalla lontana Sicilia, giungono notizie di una bella iniziativa che ha dato una palpabile concretezza a questo slogan: 7 chili di carta valgono mezzo chilo di pasta e 11 chili di tappi di plastica valgono tre chili di pelati.

I luoghi dove avvengono questi scambi sono particolari negozi, chiamati "ECOPUNTO".

All'ingresso, un ECOPUNTO sembra un normale negozio, sobrio nell'aspetto e che espone merci sfuse negli appositi dispenser: pasta, riso, frutta secca, ceci e fagioli, zucchero..

La cosa che colpisce di più è che non c'è cassa. Il motivo è banale: per l'acquisto non occorre danaro, si fanno baratti.

Chi entra porta pacchi di carta e cartone, sacchi di lattine e bottiglie di plastica lavate e schiacciate, tutti materiali raccolti in modo differenziato tra gli scarti di casa.

Sulla bilancia all'ingresso, come nei reparti orto-frutta dei supermercati, si schiaccia il tasto corrispondente al materiale conferito, si fa la pesata e sul display compare il valore di quanto consegnato, tradotti in punti e l'ammontare dei punti è proporzionale al valore commerciale dei materiali differenziati: un chilo di lattine vale 42 centesimi, un chilo di tappi di plastica 26 centesimi. Si inserisce la propria scheda magnetica e il totale di punti-acquisto raggiunto è trasferito alla tessera e, a questo punto, se la cifra raggiunta lo permette,  ogni buon differenziatore può procedere a barattare la sua "rumenta" con la merce che gli serve: pasta, zucchero, caramelle,...

Sul retro del negozio ci sono i compattatori e i contenitori in cui vengono stoccati i diversi materiali consegnati. Quando questi sono pieni, si chiama il Consorzio Nazionale Imballaggi che ritira il materiale, che provvederà a riciclare e paga, questa volta con euri veri, il gestore del negozio, in base alla quantità e alla qualità del materiale raccolto.

In sintesi, ogni ECOPUNTO è un'isola ecologica, pulita, in ordine, inserita nel tessuto urbano del paese; un'isola ecologica che crea lavoro, offre opportunità di risparmio alle famiglie e risolve un grave problema, quello che si continua a chiamare "smaltimento dei rifiuti".

Ma non è questo l'unico vantaggio: ogni ECOPUNTO, erogando tutti i suoi prodotti "alla spina", contribuisce alla riiduzione degli imballaggi e può diventare un punto di vendita di prodotti locali, a chilometro zero.

Non sorprende quindi sapere che gli ECOPUNTO si aprono uno dopo l'altro. Dalla Sicilia, sono già sbarcati in Calabria e in un solo mese, un solo ECOPUNTO; quello di Barcellona,  ha ridato nuova vita a 50 tonnellate di ex rifiuti e fatto risparmiare un bel pò di soldini alle famiglie che hanno scoperto i vantaggi della raccolta differenziata.

Una bella idea che mi piacerebbe fosse copiata nella mia Genova, magari aggiungendo un altro vantaggio a chi la realizza (gestori dell'ECOPUNTO e frequentatori): uno sconto sulla propria tassa rifiuti.

Già vedo i tanti negozi chiusi del centro antico trasformati in altrettanti, animati, ECOPUNTO.

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