lunedì 21 luglio 2025

L’oscena proposta di un forno elettrico a Genova Cornigliano



Solo un governo di estrema destra, ideologicamente contrario a norme comunitarie a tutela della qualità dell’ambiente e della salute e impegnato ad una sistematica demolizione dei “lacci e lacciuoli” previsti nelle Valutazioni di Impatto Ambientale e Sanitario, poteva fare l’oscena proposta di riprendere la produzione di acciaio a Genova Cornigliano, con un forno elettrico, alimentato da migliaia di tonnellate al giorno di rottami di ferro.

Genova e in particolare Cornigliano, dal 2002, con la chiusura della cokeria, seguita, nel 2005, dall’abbattimento degli altiforni, ha posto fine alla sciagurata idea, nata nel dopoguerra,  di produrre acciaio in mezzo alle case di un quartiere densamente popolato.

Durante i 52 anni di pesante inquinamento dell’aria, dentro e fuori la fabbrica, con polveri, ossidi di azoto, anidride solforosa, benzene, idrocarburi policiclici aromatici, diossine…, i lavoratori dell’Italsider e la popolazione di Cornigliano hanno pagato un caro prezzo, sotto forma di gravi danni alla propria salute e minore aspettativa di vita.

La chiusura delle aree a caldo ha rapidamente prodotto un netto e costante miglioramento dell’aria del quartiere.

Con la cokeria in funzione, presso le abitazioni distanti 500 metri dagli impianti, si registravano, mediamente, circa 5 nanogrammi di benzopirene, un potente cancerogeno, per metro cubo d’aria.

Il 7 febbraio del 2002, il giorno dopo la chiusura della cokeria, come previsto, il benzopirene scendeva costantemente a 0,3 nanogrammi per metro cubo, un valore nettamente inferiore al limite annuale di 1 nanogrammo per metro cubo, ancora oggi in vigore.

E, come ci si aspettava, respirare aria più pulita ha subito fatto bene a ragazzi e ragazze, da 0 a 14 anni. 

Uno studio, effettuato nel 2005 dall’Istituto Nazionale Ricerca Tumori di Genova,  ha evidenziato come, con l’acciaieria in funzione, il tasso di ricoveri ospedalieri per problemi respiratori dei giovani di Cornigliano fosse costantemente più elevato dei ragazzi residenti in altri quartieri della città: da 10 a 25 ricoveri in più, all’anno.

Chiusa la parte a caldo dell’acciaieria, quella più inquinante, questa differenza è sparita!

Quindi gli abitanti di Cornigliano hanno abbondantemente già dato allo sviluppo e all’occupazione della città ma, inaspettatamente, continuano a “dare”: ancora oggi, nel quartiere di Cornigliano, anno dopo anno, si continua a registrare il maggiore tasso di mortalità maschile e femminile, rispetto a tutti gli altri quartieri genovesi.

Una possibile spiegazione di questo singolare fatto, riscontrato anche in altre aree pesantemente inquinate, potrebbero essere i danni epigenetici indotti da due inquinanti emessi in grandi quantità nella produzione dell’acciaio: gli idrocarburi policiclici aromatici e le diossine.  

Si tratta di particolari danni al DNA che, senza modificarlo, ne altera l’espressione, favorendo tumori e malattie. 

Alterazione che si trasmette, con gli stessi effetti, di generazione in generazione!

Un’ampia letteratura scientifica dimostra che nelle emissioni in atmosfera di forni elettrici, anche quelli definiti “green”, sono presenti idrocarburi policiclici aromatici e diossine, in quantità tutt’altro che trascurabile. 

Evidentemente il disprezzo della conoscenza, l’ignoranza delle esperienze, il mito della crescita infinita, continua a generare mostri.

Dr. Federico Valerio

Chimico Ambientale

 

 

mercoledì 5 febbraio 2025

Concentrazioni di biossido di azoto a San Teodoro e negli altri siti di “fondo urbano” genovesi, dal 2021 al 2024.


 Confronto con i limiti della nuova Direttiva UE 2024/2882

Autori: Federico Valerio, Mattia Desana

Introduzione

Il 19 novembre 2024 è entrata in vigore la Direttiva UE 2024/2882 sulla qualità dell’aria.

Questa Direttiva sostituisce la precedente (2008/50/Ce) e diventerà operativa nel 2030.

 

La principale novità di questa Direttiva è che sono state recepite le raccomandazioni OMS 2021 che, in base a nuove evidenze epidemiologiche, a maggior tutela della salute dei soggetti esposti, introducono nuovi limiti, più restrittivi di quelli previsti dalla Direttiva attualmente in vigore.

In particolare, per il biossido di azoto, la concentrazione media annuale passa da 40 a 20 microgrammi per metro cubo e si introduce un limite giornaliero di 50 microgrammi per metro cubo, da non superare più di 18 volte all’anno.

La Tabella 1, riporta il numero di giorni con concentrazione giornaliera superiore a 50 microgrammi per metro cubo e la media annuale registrati, dal 2021 al 2024, nelle stazioni ARPAL localizzate nel quartiere di San Teodoro nel sito di l. go San Francesco da Paola e in via Bari.

Poiché il 20 agosto 2024 la centralina di via Bari è stata disattivata, causa esposto contro la sua eccessiva rumorosità, per stimare il rispetto dei limiti si è calcolata la media mobile di 365 giorni, dal 20 agosto 2023 al 20 agosto 2024.

La Tabella 1 mostra che tutti i quattro anni monitorati hanno registrato medie annuali di biossido di azoto superiori al suo nuovo limite annuale, con una tendenza alla progressiva riduzione delle concentrazioni medie, passando dal 2021 al 2024

Tabella 1Concentrazione media annuale (2021-2024) di biossido di azoto

e numero di giorni con concentrazioni media giornaliera > 50 mg/m3

nei siti di San Teodoro. In rosso, i limiti Dir. 2024/2882 superati.

Stazione monitoraggio

     anno

n.  giorni

con media >50 microgr/m3

Media annuale

microgr/m3

l.go S. Francesco da Paola

2021

49

31

l.go S. Francesco da Paola

2022

30

28

l.go S. Francesco da Paola

2023

17

22

l.go SFP - via Bari

2023-24

21

23

 

Confronto tra le concentrazioni di biossido di azoto nei siti di “fondo urbano”.

Le Tabelle che seguono riportano le misure di biossido di azoto ottenute in tre altri siti di campionamento attivi a Genova, classificati, come l. go San Francesco da Paola  e via Bari, “siti di fondo urbano”. 

Questa denominazione è ufficialmente attribuita ai siti di monitoraggio ARPA, posizionati in aree urbane che, essendo lontani da strade ad elevato traffico e da attività industriali rilevanti, si ritiene possano dare informazioni attendibili sulla esposizione media della popolazione.

La denominazione di “sito urbano” è stata data anche ai seguenti siti di monitoraggio presenti a  Genova: 

·      belvedere Don Ga (corso Firenze)

·      spianata Acquasola

·      Quarto.

La Tabella 2 mostra che solo in belvedere Don Ga sono stati registrati, in tutti gli anni, giorni con concentrazione di biossido di azoto maggiori di 50 microgrammi per metro cubo.

In particolare, nel 2021, con 27 giorni fuori regola, è stato superato il numero massimo di giorni con medie superiori a 50 microgrammi per metro cubo, considerato accettabile: 18 superamenti annuali.

Sempre nel 2021, presso il belvedere Don Ga, si è registrata la concentrazione media annuale di biossido di azoto (26,2  mg/m3più alta nel periodo esaminato, e le medie annuali del 2020-2021-2022 sono state superiori ai nuovi limiti introdotti dalla Direttiva Ue 2024/2882.

Negli altri due siti di “fondo urbano”, Acquasola e Quarto, progressivamente più distanti dal porto, anche le loro concentrazioni medie di biossido di azoto diminuiscono, in accordo con la maggiore distanza da questa specifica fonte. 

E, in questi stessi due siti, nel corso di tutti gli anni esaminati, non si sono mai registrati superamenti dei nuovi limiti, sia quello giornalieri che  quello annuale.

 

Tabella 2Concentrazione media annuale (2020-2024) di biossido di azotoe numero di giorni con concentrazioni media giornaliera > 50 mg/m3nel sito di belvedere Don Ga (c.so Firenze). In rosso, i limiti Dir. 2024/2882 superati.

     anno

n.  giorni

con media >50 microgr/m3

Media annuale

microgr/m3

 

Tabella 3Concentrazione media annuale (2021-2024) di biossido di azotoe numero di giorni con concentrazioni media giornaliera > 50 mg/mnel sito di spianata Acquasola.

     anno

n.  giorni con media >50 microgr/m3

Media annuale microgr/m3

2021

0

16,3

2022

1

16,7

2023

0

14,9

2023-24

0

14

 

Tabella 4Concentrazione media annuale (2020-2024) di biossido di azotoe numero di giorni con concentrazioni media giornaliera > 50 microgr/mnel sito di Quarto.

 

     anno

n.  giorni

con media >50 microgr/m3

Media annuale

microgr/m3

2020

0

11,6

2021

0

11,3

2022

0

13,8

2023

0

12,4

2024

0

10,2

 

Discussione e Conclusioni

I modelli diffusionali ARPAL (progetto Aer Nostrum) hanno dimostrato che durante l’agosto 2021 e l’aprile 2022 i siti di San Teodoro (l. go  San Francesco da Paola e via Bari) e quello di belvedere Don Ga,  si trovavano nelle zone di ricaduta delle emissioni navali, con contributi di biossido di azoto di origine navale stimati, su base annuale,  tra il 10 e il 20%.

Le misure ARPAL confermano le stime dei loro modelli e le medie annuali e giornaliere trovate nei siti di san Teodoro e di corso Firenze, a partire dal 2021, anno di pubblicazione delle raccomandazioni OMS, avrebbe dovuto allertare l’ASL 5 e le istituzioni pubbliche sugli effetti sanitari che l’inquinamento portuale, stava e sta provocando su decine di migliaia di cittadini genovesi esposti a questa specifica fonte emissiva.

E possibile che la riduzione dei livelli medi di biossido di azoto, riscontata nei due ultimi anni  nei siti di San Teodoro e c.so Firenze, possa essere attribuita all’attività di sorveglianza della Capitaneria di Porto, a seguito dell’entrate in vigore del Genoa Blue Agreement, sottoscritto nel 2024 da oltre quaranta armatori, supportata, come è stato riconosciuto dalla stessa Capitaneria,  dalle segnalazioni delle “sentinelle dei fumi”, messe in campo dalla Rete delle Associazioni di San Teodoro.

Come dimostrano i risultati, di fonte ARPAL, riportati in questa nota, quanto fatto finora, a tutela della qualità dell’aria e della salute dei cittadini, non ha ottenuto i risultati auspicati nei quartieri sottovento alle emissioni portuali.

Pertanto, bisogna attivare rapidamente ulteriori e più efficaci misure di riduzione delle emissioni portuali, per garantire a tutta la città una qualità dell’aria rispettosa dei nuovi limiti.

E’urgente realizzare, senza ulteriori ritardi, l’elettrificazione di tutte le banchine e favorire il rinnovo della flotta traghetti. 

E’ altrettanto strategico realizzare una rete di monitoraggio dedicata al continuo controllo delle emissioni portuali, da Genova Prà a Carignano, per verificare l’efficacia degli interventi messi in atto in tutto il fronte porto.


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lunedì 27 gennaio 2025

Stima dell'impatto sulla salute dell'inquinamento prodotto dal porto di Barcellona.


 La rivista PLOS ha, recentemente (2024), pubblicato uno studio sull'impatto  sulla salute attribuibile alle emissioni inquinanti prodotte dal porto di Barcellona.

Il porto di Barcellona è meta di una intensa attività crocieristica, con 3,5 milioni di passeggeri nel 2023.

Per un confronto ricordiamo che, nello stesso anno, a Genova, sono sbarcati 1,7 milioni di croceristi.



Figura 1. Navi da crociera attraccate ai moli del porto di Barcellona. 

Come nel porto di Genova, a Barcellona solo una parte dei moli sono dedicati al trasporto passeggeri.

La Figura 2 mostra che il porto di Barcellona dispone di 20 chilometri di banchine e attracchi e si estende per 8,3 chilometri quadrati.
A confronto, il porto di Genova si estende per circa 7 chilometri quadrati a terra, con 22 chilometri di banchine.

La più importante differenza tra Barcellona e Genova è la popolazione residente (2017): 1,6 milioni di abitanti a Barcellona, 580.000 a Genova.


Figura 2. Mappa di Barcellona e del suo porto passeggeri e commerciale.


Come mostra la Figura 2, il centro storico di Barcellona, in alto a destra, si è sviluppato intorno all'attuale porto passeggeri, mentre la parte più nuova della città è cresciuta  alle spalle del porto commerciale che ospita anche ampi depositi petrolchimici.

Pertanto, Barcellona, come Genova, risente degli effetti delle emissioni portuali in base alle condizioni meteorologiche, in particolare con venti da nord-est e sud-ovest che trasportano gli inquinanti dal porto verso le aree abitate.

Nell'articolo citato i ricercatori spagnoli, con una modellistica molto simile a quella applicata a Genova, nel corso del progetto "Aer Nostrum", hanno stimato le concentrazioni al suolo di alcuni inquinanti, in particolare il biossido di azoto, stimando, nei diversi quartieri della città,  la sua concentrazione media annuale (2017 attribuibile a tutte le fonti emissive (traffico, porto, attività industriali, impianti di riscaldamento domestico...) e alle sole emissioni portuali (navi turistiche e commerciali e altre attività svolte nell'area portuale).


Figura 3. Concentrazioni medie annuali (2017) di biossido di azoto (NO2) in microgrammi per metro cubo, stimate nei diversi quartieri di Barcellona. In blu le concentrazioni di NO2 attribuite a tutte le fonti, in verde quelle stimate essere prodotte dalle sole fonti portuali.


La Figura 3 mostra, in blu,  come a Barcellona le concentrazioni  massime di biossido di azoto, attribuibili a tutte le fonti, vadano da 46 a 52 microgrammi per metro cubo, registrate in prevalenza nel centro città. In questo caso si può ritenere che la fonte principale sia il traffico cittadino.
Anche in questo caso si colgono somiglianze con Genova, dove le maggiori concentrazioni medie annuali di NO2, maggiori di 40 microgrammi per metro cubo, si registrano lungo strade urbane ad elevato traffico

Le concentrazioni minime di NO2 (medie annuali),  si riscontrano in prevalenza nelle aree periferiche e vanno da 19,6 a 24 microgrammi per metro. Questi valori sono confrontabili con quelli che a Genova si trovano presso i siti definiti "fondo urbano", come spianata Acquasola, Quarto.

Le massime concentrazioni di biossido di azoto da sola fonte portuale, a destra, in verdevanno da 10 a 15 microgrammi per metro cubo e impattano prevalentemente nell'area portuale e industriale a sud  (verde scuro) della citta e a concentrazione  minore  nelle aree urbane adiacenti (da 5,8 a 10,2 microgrammi per metro cubo). 

Un impatto simile è stato stimato anche per Genova anche se, in questo caso, le ricadute al suolo sono state calcolate in base alle sole emissioni di navi passeggeri, traghetti e navi da crociera.


Figura 4. Mappa del tasso dei  decessi  ( numero morti ogni 100.000 abitanti) attribuibili alle emissioni portuali di biossido di azoto. Il colore dei 73 quartieri corrisponde al "range" di concentrazione di biossido di azoto di fonte portuale  


La Figura 5 riporta, all'interno di ciascun quartiere,  il numero di morti premature attribuibili alle sole emissioni portuali di biossido di azoto. Si va da da 32,6 casi/100.000 abitantii nei quartieri con la più elevata concentrazione di biossido di azoto di fonte portuale, a 1,6 casi/100.000 abitanti nei quartieri periferici, più lontani dalle aree portuali.

Su un totale di 1,35 milioni di adulti (età maggiore di 20 anni, inserito nello studio,  residenti nei 73 quartieri di Barcellona, 91 morti registrate nel 2017, in base alle stime dello studio, può essere considerate il numero medio  di decessi prematuri attribuibili all'esposizione a biossido di azoto di sola fonte portuale, con una importante riduzione dell'aspettativa di vita della popolazione esposta.

Nel 2017, a Barcellona si sono registrati 16.346  decessi, pertanto l'"effetto porto" considerando i decessi e i ricoveri ospedalieri attribuibili a questa specifica fonte non sono trascurabili.

Le concentrazioni di biossido di azoto stimate per Barcellona, sia quelle da tutte le fonti che quelle da fonte portuale, sono simili a quelle misurate e stimate per Genova dove la concentrazione media annuale di NO2 nel 2022 è stata di 35 microgrammi per metro cubo, e la concentrazione massima, stimata dalla sola fonte navale passeggeri, nel mese di agosto del 2021, è stata di 14 microgrammi per metro cubo.

Pertanto è ragionevole pensare che anche a Genova l'impatto sanitario dovuto alle emissioni portuali non sia trascurabile e che sia opportuno condurre un adeguato studio, con metodologie simili a quello condotto a Barcellona per accertare l'entità dei danni evitabili con provvedimenti quali elettrificazione banchine e rinnovo della flotta traghetti in servizio a Genova 



sabato 18 gennaio 2025

Si respira meglio a San Teodoro (via Bari) o nella spianata dell' Acquasola?

 

Figura 1. Concentrazione oraria (19:00-20:00) di biossido di azoto il 12 agosto 2024
 nelle stazioni di monitoraggio ARPAL, in rosso via Bari, in blu spianata Castelletto.


La Figura 1 mostra la localizzazione del sito di monitoraggio ARPAL in via Bari (cerchio  rosso) e sulla spianata dell' Acquasola (cerchio blu).

La stazione di monitoraggio di via Bari si trova sulla collina di San Teodoro all'altezza della terza fermata della cremagliera di Granarolo, con ampia vista sul sottostante porto; la spianata dell' Acquasola, che ospita un piccolo parco urbano alberato, si sviluppa su un ripiano rialzato di una ventina di metri rispetto alla sottostante via XX settembre e piazza Corvetto.

I numeri riportati nella Figura 1 corrispondono alla concentrazione  media oraria di biossido di azoto, espressa come  microgrammi per metro cubo d'aria (microgrammi/mc), misurata contemporaneamente in questi due siti  di nostro maggiore interesse e negli altri due presenti nella mappa (via Buozzi e Belvedere Don Ga), dalle 19:00 alle 20:00, del 12 agosto 2024.

E' evidente la marcata differenza delle concentrazioni di biossido di azoto nei due siti, su cui abbiamo puntato la nostra attenzione: via Bari, a 89 microgrammi /mc e spianata Acquasola a 9 microgrammi/mc.

Siti che la stessa ARPAL, in alcuni suoi documenti, classifica come finalizzati al controllo del "fondo urbano", ossia dell'inquinamento che si registra in tutte le aree urbanizzate della città, lontane da grandi flussi di traffico e dovuto a fonti emissive diffuse o poste a distanza, come emissioni veicoli, impianti di riscaldamento, incendi boschivi…

Anche il sito Belvedere Don Ga è classificato come "fondo urbano", ma anche qui la concentrazione oraria di biossido di azoto (37 microgrammi /mc) è quattro volte superiore a quella che si registra contemporaneamente sulla spianata Acquasola.

Come mostra la Figura 1, la più alta concentrazione oraria (75 microgrammi/mc) si è registrata in via Buozzi, sito correttamente classificato "traffico urbano" in quanto la centralina è posta a terra, a qualche metro di distanza dagli intensi flussi di traffico di questa via a quattro corsie.

L'istantanea della qualità dell'aria, mostrata nella Figura 1, è stata scattata un'ora prima della partenza di sei traghetti, ancora attraccati alle banchine , ma tutti con i motori accesi, per garantirne l'adeguato riscaldamento al momento del distacco degli ormeggi.

Durante questo giorno, dalle 07:30 del mattino, fino alle 21:00 della sera, l'anemometro ARPAL del Porto Antico registra la consueta brezza marina estiva, proveniente dal quadrante sud, dal mare verso la collina, carica dei fumi prodotti dal porto, in particolare dalle navi.

Pertanto,  per otto ore e mezza, il quartiere di San Teodoro e il sito ARPAL di via Bari sono stati interessati dalle ricadute al suolo delle emissioni portuali, con il loro massimo impatto verso le ore 13:00 quando,  in via Bari, si è registrata la massima concentrazione oraria del giorno: 138 microgrammi/mc di biossido di azoto.

Concentrazione superiore a quella misurata contemporaneamente in via Buozzi: 124 microgrammi/mc.

Le due figure che seguono ci raccontano come, durante i 365 giorni trascorsi dal 20 agosto 2023 al 20 agosto 2024, sono cambiate le concentrazioni giornaliere di biossido di azoto in via Bari (in blu) e in spianata Acquasola (in rosso).



Figura 2. Via Bari, andamento delle concentrazioni giornaliere di biossido di azoto, dal 20/08/2023 al 20/08/2024. Le due righe tratteggiate corrispondono al limite giornaliero UE di 50 microgrammi/mc e al limite giornaliero OMS 2021 di 25 microgrammi/mc.




Figura 3. Spianata Castelletto, andamento concentrazioni giornaliere di biossido di azoto dal 20/08/23 al 20/08/24



Figura 4. Sovrapposizione delle concentrazioni giornaliere di biossido di azoto campionate in via Bari (blu) e in spianata Castelletto (rosso).


la Figura 4, in cui sono state messe insieme le misure fatte contemporaneamente in via Bari e in spianata Acquasola, evidenzia come, per tutto il periodo esaminato,tranne nei mesi invernali, in via Bari le concentrazioni giornaliere di biossido di azoto siano maggiori di quelle contemporaneamente campionate in spianata Acquasola.

Un'altra importante differenza è che in spianata Acquasola non si sono registrate mai concentrazioni giornaliere maggiori di 50 microgrammi/mc, limite UE.


                               Numero di superamenti “annuali" del limite giornaliero UE
  • via Bari.                                                     20 
  • spianata Acquasola.                                    0

Quindi in spianata Acquasola  è stato sempre rispettato il limite giornalieri UE.

Al contrario di quanto emerso nel sito di via Bari dove, specialmente nei mesi estivi con maggiore presenza di  venti da Sud, il limite giornaliero UE e’ stato superato per 20 volte.

Per quanto riguarda il limite giornaliero OMS di 25 microgrammi/mc 

                               Numero di superamenti “annuali" del limite giornaliero OMS
  • via Bari.                                                     115 
  • spianata Acquasola.                                    35

I superamenti giornalieri registrati all’Acquasola, in prevalenza in inverno, sono attribuibili alle emissioni di biossido di azoto da impianti di riscaldamento attivi in centro città di cui, molti, sono ancora alimentati con gasolio.

Ovviamente, la media di 365 giorni di misure, risulta statisticamente maggiore in via Bari, con un valore superiore al limite annuale UE di 20 microgrammi/mc.


                                                      Media "annuale" biossido di azoto
                                                           (microgrammi/metro cubo)
  • via Bari                                          23,0
  • spianata Acquasola                        14,4

In conclusione, nel corso dei 335 giorni presi in esame, la qualità dell'aria è risultata mediamente migliore in spianata Acquasola. con il pieno rispetto dei nuovi limiti giornalieri e annuali approvati dal Consiglio Europeo nel 2024.

Gli 8,6 microgrammi/mc in più, trovati nella media annuale di via Bari, rispetto a quella di spianata Castelletto, sono da attribuire alle emissioni navali che, solo marginalmente,  coinvolgono il sito di  spianata Castelletto.

Quindi, questo confronto tra due siti urbani vicini, ma con diverso orientamento rispetto alla direzione dei venti di mare, conferma l’importante ruolo delle emissioni portuali nel degrado della qualità dell’aria del quartiere di San Teodoro, ai quali in modo mirato occorre porre rimedio. 








lunedì 13 gennaio 2025

A San Teodoro, tra 2023 e 2024, superati i nuovi limiti giornalieri e annuali del biossido di azot

Figura. Andamento delle concentrazioni giornaliere di NO2, misurate in via Bari, dal 20/08/23 al 20/08/24  

Quale e’ stata la qualità dell’aria in via Bari, nel quartiere genovese di San Teodoro, dal 20 agosto 2023 al 20 agosto 2024?

Il primo rapporto ARPAL sulla qualità dell’aria in Liguria, in base ai dati registrati  dalla sua rete di stazioni di monitoraggio, durante il 2024, nulla dice a riguardo, anche se, per circa otto mesi del 2024, una sua centralina ha effettuato misure in via Bari, sulla collina di San Teodoro.

https://www.arpal.liguria.it/home-page/notizie-tematiche/item/bilancio-aria-2024-in-liguria.html

In questo post, si supplisce a questa carenza, con la Figura allegata che mostra l’andamento, per tutti i 365 giorni del periodo indicato, della media giornaliera di biossido di azoto, registrata nel sito ARPAL di via Bari, disattivata  il 21 agosto 2024, causa esposto di abitanti della via, per l’eccessivo rumore delle apparecchiature.

Ad oggi, la centralina ARPAL non e’ ancora stata riattivata.

A questa mancanza di dati abbiamo supplito, come si usa fare per valutare la tendenza della media annuale prima del 31 dicembre, calcolando la media mobile annuale al 20 agosto 2024. 

In questo modo, come richiede la normativa, si tiene comunque conto di tutte le variabili stagionali che influenzano la diffusione degli inquinanti e la loro concentrazione al suolo.

Nella Figura, le due linee tratteggiate corrispondono a:

- limite giornaliero OMS di 25 microgrammi per metro cubo (ug/mc)

- limite giornaliero UE (Direttiva 2024/2881/CE) di 50 ug/mc

Come si vede, nel periodo studiato, il limite giornaliero UE, che avrà valore legale  a partire dal 2030 (https://www.epicentro.iss.it/ambiente/direttiva-ue-qualita-aria-2024 ) e’ stato superato venti volte.

E per ben centoquindici volte e’ stato superato il limite giornaliero OMS di 25 ug/mc, che non prevede un numero massimo di superamenti nell’arco dell’anno..

Pertanto, nell’intervallo di 365 giorni considerato, risulta che in via Bari non e’ stato rispettato il nuovo limite giornaliero UE che prevede, al massimo, diciotto superamenti giornalieri, nell’arco di 365 giorni! 

Inoltre, la concentrazione media annuale di biossido di azoto, misurata nei 365 giorni, dal 20 agosto 2023 al 20 agosto 2024, è stata pari a 23 ug/mc, quindi superiore al limite annuale UE 2030, fissato a 20 ug/mc.

Pertanto  non sono stati rispettati entrambi i limiti del biossido di azoto: 

- per esposizioni croniche (media annuale) 

- per esposizione acuta (media giornaliera) 

E se, solo nel 2030, l’Italia, a fronte di queste stime, sarebbe stata accusata formalmente di non aver rispettato i limiti giornalieri e annuali previsti dalla Direttiva 2024 sulla qualità dell’aria, nel 2023-24, l’accertata ”mal’aria” di San Teodoro e, in particolare i superamenti giornalieri di 50 ug/mc, hanno, certamente, causato problemi gravi alla salute della popolazione fragile, sotto attacco dei fumi portuali, come previsto dagli studi epidemiologici dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che hanno convinto l’Unione Europea a ridurre i precedenti limiti.

https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/tools-della-salute/glossario/biossido-di-azoto

Danni alla salute pubblica che non si può continuare ad ignorare e che bisogna, con urgenza, evidenziare e quantificare, con una adeguata indagine epidemiologica come richiesto dalla Rete delle Associazioni San Teodoro.

Forse, solo dopo aver compreso il pesante prezzo che i cittadini esposti ai fumi portuali stanno pagando, la politica locale e nazionale attiverà i provvedimenti che sappiamo, da tempo, possono azzerare “fumi” e danni: elettrificazione banchine, incentivi al costo della elettricità alle banchine, rinnovo flotta traghetti, incentivi al cambio di combustibili, corretta manutenzione e gestione dei motori, tariffe portuali più convenienti per le navi "green".

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