A partire dal 1786 e fino al 1788, il poeta tedesco Johann Wolfgang Goethe, intraprende il suo
viaggio in Italia, attraversando tutto il paese, da Trento a Palermo.
Nella sua ricerca non ci sono solo i grandi monumenti del passato e le opere degli artisti italiani del Rinascimento; usi e costumi degli Italiani, così diversi da quelli dei popoli del Nord, attirano la sua attenzione e molte pagine sono dedicate al popolino napoletano, alla sua gaiezza, alla sua gioia di vivere, alla sua arte di arrangiarsi.
Un brano, in particolare è di singolare attualità e merita di essere citato alla lettera: è la descrizione della folla e dei banchi di frutta e di ortaggi di piazza del Mercato di Napoli.
piazza del Mercato di Napoli di Domenico Gargiulo (1609-1675) |
"Napoli, 28 Maggio 1787
.... Un numero rilevantissimo di persone, in parte uomini di mezza età, in parte ancora ragazzi, quasi tutti straccioni , sono occupati a trasportare sugli asini la spazzatura fuori dalla città. La campagna che circonda Napoli è tutta un immenso orto: è un piacere osservare l'incredibile quantità di verdura che vien portata in città tutti giorni di mercato e come l'industria umana riporta poi alla campagna i rimasugli e i rifiuti della cucina, per accelerare lo sviluppo della vegetazione. Dato il gran consumo di legumi, i torsoli e le foglie di cavolfiori, dei broccoli, dei carciofi, dei cavoli dell'insalata, dell'aglio costituiscono una parte notevole della spazzatura della città; e ognuno cerca di raccoglierne quanto più può..... Servi, ragazzi, i padroni stessi vanno e vengono dalla città durante la giornata quanto più possono, e quella è veramente per loro una preziosa miniera.....Mi é stato assicurato che talvolta due di questi individui fanno società, comprano un asino, prendono a fitto da un proprietario più benestante un pezzo di terra, e così, lavorando assiduamente, dato questo clima felice, in cui la vegetazione non si arresta mai, riescono a dare alla loro industria uno sviluppo non indifferente"
Alcune informazioni e osservazioni: la Napoli della fine del 1700 conta cinquecentomila abitanti e, agli occhi di Goethe, Napoli appare una delle città più pulite d'Italia, più di Venezia, Roma e Palermo la cui sporcizia, abbandonata lungo le strade, non sfugge agli occhi del poeta.
Il consumo di verdura degli odierni napoletani è ancora oggi alto, e alta è la loro produzione procapite di umido ( torsoli e foglie di cavolfiori, dei broccoli, dei carciofi, dei cavoli dell'insalata, dell'aglio...) e la campagna che circonda Napoli, nonostante discariche abusive e non, gli stoccaggi di ecoballe, la cementificazione legale e abusiva è ancora un immenso orto.
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