FIGURA 1. Andamento del consumo di biomasse nei paesi della Unione Europea (1990-2011) per usi domestici e la produzione di elettricità e calore |
Anche il settore domestico europeo ha visto la crescita dei consumi di biomasse, prevalentemente legnose e, in entrambi i casi, la crescita è spiegata dagli incentivi pubblici alle fonti di energia rinnovabile ma anche dagli aumenti dei costi dei combustibili fossili e dalla recessione economica che spinge all'uso di combustibili più economici.
Nel rapporto 2013 sugli indicatori ambientali, edito dalla Agenzia Europea per l'Ambiente, questa crescita suscita qualche preoccupazione.
"Un aumento dell'uso di biomasse forestali è fonte di preoccupazione in quanto potrebbero essere necessari decenni per far si che la ricrescita del bosco tagliato possa controbilanciare l'iniziali rilascio di carbonio dal legname bruciato e dal terreno disboscato. La combustione di tutte le biomasse provoca l'emissione di gas clima alteranti e di inquinanti atmosferici.
Questo significa che in assenza di adeguati accorgimenti, alcuni usi energetici delle biomasse potrebbero offrire pochi vantaggi, rispetto ai combustibili fossili (EEA, 2013)".
Tra gli adeguati accorgimenti, normalmente assenti nei progetti di centrali a biomasse presentati in Italia, il teleriscaldamento, i cui alti costi di installazione sono sempre demandati ai Comuni ospitanti.
Senza teleriscaldamento, all'inquinamento degli impianti di riscaldamento domestici presenti nel Comune ospitante si aggiunge quello della centrale a biomasse e del traffico pesante indotto dalla centrale, per il conferimento delle biomasse e il ritiro delle ceneri.
Per l'Agenzia Europea per l'Ambiente, l'aumento del 56% della legna utilizzata per il riscaldamento domestico tra il 1990 e il 2011, anche se più contenuto degli usi termoelettrici, è ancora più preoccupante.
"La mancanza di filtri negli impianti di riscaldamento domestici significa che, in questo momento nei paesi dell'Unione Europea, le abitazioni sono la principale fonte di emissione di polveri fini e i loro abitanti sono i soggetti più direttamente esposti a queste emissioni.
L'aumento del ricorso a legname per il riscaldamento domestico crea ulteriori preoccupazioni sulla possibilità che le pratiche forestali utilizzate siano poco sostenibili (ndr: con tagli annuali superiori alla capacità rigenerativa del bosco)"
Nel prossimo post, vedremo quali dovrebbero essere le scelte razionali per gli usi energetici delle biomasse legnose che la politica nazionale dovrebbe promuovere.
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Ennesima bufala colossale pubblicata :”.. potrebbero essere necessari decenni per far si che la ricrescita del bosco tagliato possa controbilanciare l'iniziali rilascio di carbonio dal legname bruciato e dal terreno disboscato”
RispondiEliminaIn Italia , dal 1950 ad oggi la superficie boschiva è RADDOPPIATA.
I danni ambientali veri si hanno perché i boschi non vengono mantenuti come una volta e migliaia di tonnellate di legna marciscono a terra.
In Austria, si utilizza il 70% della quota rinnovabile, in Italia circa il 20-25%.
Ma è serio riportare inesattezze di questo tipo?
Tanto per documentare che si tratta di bufala clamorosa : http://meteolive.leonardo.it/news/In-primo-piano/2/clamoroso-le-aree-boschive-in-italia-stanno-aumentando-esponenzialmente-ma-tutto-passa-sotto-silenzio/23166/
RispondiEliminaE non lo dico io : lo dice la il corpo FORESTALE dello stato… non speculatori sovvenzionati.
L’Agenzia Europea per l'Ambiente pensi a limitare i danni derivati dal traffico, e faccia qualcosa contro le lobby del petrolio e del gas, con fatturati miliardari in cassaforte.
Basta falsa informazione e tendenziosa!
Per chi non ha voglia di leggere tutto... questo è molto significativo.
RispondiEliminale foreste "si trovano oggi in uno dei momenti di massima espansione rispetto agli ultimi 2 secoli; la forestazione avanza al ritmo di circa 74.000 Ha all'anno dal 1920 e NON SONO IN ATTO processi di deforestazione significativa, nè per gli incendi, largamente inferiori all'aumento dei boschi, nè per il RISCALDAMENTO CLIMATICO che NON sembra avere avuto effetti sensibili su tale tendenza, nè oltretutto l'aumento delle foreste sembra averlo rallentato". L'aumento dei boschi è però stato accompagnato dalla semplificazione delle strutture forestali dovuta alla sospensione delle pratiche colturali tradizionali e da una forte semplificazione del mosaico paesistico, soprattutto nelle regioni di montagna.