lunedì 30 dicembre 2013

Bio combustibili legnosi: il modello trentino 1.


FIGURA 1 Percentuale di emissioni di inquinanti atmosferici nella provincia di Trento (2004) da dieci macro-settori
Il Piano Provinciale di Tutela della Qualità dell'aria, approvato nel 2007 dalla Provincia Autonoma di Trento  e redatto in collaborazione con l' Università di Trento, affronta in modo organico il problema delle fonti inquinanti presenti sul territorio e suggerisce diverse azioni finalizzate a garantire, su tutta la provincia, il rispetto dei limiti di legge per la qualità dell'aria.

Limiti che, nel 2005, risultavano poco rispettati su gran parte del territorio di propria competenza.
Ad esempio, nel 2005, tutte le sette centraline attive, in gran parte in aree definite "background urbano", segnalavano netti superamenti dei limiti di legge per le PM10,

Di seguito riportiamo, in corsivo,  alcuni stralci del Piano.
Nel settore dell'energia, il Piano prevede:
- promozione della conversione a metano di impianti civili ed industriali
- completare la rete di metanizzazione sul territorio provinciale
- promuovere la realizzazione di impianti e reti di teleriscaldamento (fonti rinnovabile e metano)
- promuovere la gestione e/o l'adeguamento degli impianti termici per il miglioramento della qualità ambientale, il contenimento dei consumi energetici e lo sviluppo di fonti rinnovabili.

Vediamo, in dettaglio, alcune delle  azioni previste:
- Promozione della conversione a metano di impianti termici civili ed industriali e il completamento della rete di distribuzione del metano per il riscaldamento (l'Università di Trento conferma che il metano è il combustibile meno impattante, in particolare per le polveri sottili (PM10) ndr)

Il metano è favorito in quanto può essere impiegato con caldaie ad alta efficenza termica e questo comporta risparmi di gas e ovviamente di inquinamento.

Le caldaie a metano ad alta efficenza sono da preferire in quanto inquinano molto meno degli impianti a combustibili liquidi e solidi. La nuova rete del gas si dovrà realizzare nelle zone dove l'inquinamento è maggiore e sostituirà il gasolio.


Poichè gran parte dei centri urbani sono metanizzati, il contributo alla riduzione dell'inquinamento globale della Provincia di questo intervento si "limiterà" a 8 tonnellate/anno di PM10.

- Incentivazione alla sostituzione di impianti a legna domestici più inquinanti con tecnologie ad alta efficenza
   La sostituzione degli impianti a legna tradizionali con altri alimentati a metano comporterebbe una drastica riduzione delle emissioni di particolato, ma la non completa copertura del territorio con la rete di distribuzione del metano e la notevole disponibilità di combustibile legnoso inducono a pensare che sia opportuno uno sfruttamento sostenibile di questa risorsa.
La sostituzione di tutti gli impianti a legna più inquinanti con impianti moderni, alimentati a legna comporterebbe la riduzione  di 1.145-1. 264  tonnellate/anno di PM10

- favorire la diffusione di impianti di teleriscaldamento a biomassa nelle località non raggiunte dalla rete del gas metano
   La realizzazione di impianti di teleriscaldamento alimentato con cippato, principalmente derivante da scarti di attività industriali (segherie, falegnamerie...) o agricole (residui di potature, ramaglie..) porta ad una riduzione delle emissioni se ubicati in zone non servite dal metano ed installati in sostituzione di apparecchi privati obsoleti.
Se ne dovranno valutare gli effettivi vantaggi in zone gia servite dalla rete del gas, in particolare per le emissioni di PM10 e SO2.
La realizzazione di reti di teleriscaldamento alimentate a biomasse potrebbero comportare la riduzione di 30 tonnellate/anno di PM10

COMMENTO
Dal 1995 al 2004, nella provincia di Trento (Figura 1) la principale fonte di PM10 sono stati gli impianti di combustione non industriali (riscaldamento domestico) che nel 2004 hanno prodotto 1.473 tonnellate di polveri sottili (il 55% delle emissioni totali di polveri). Nonostante che metano e gasolio siano le principali fonti energetiche utilizzate per il riscaldamento domestico, la maggior parte di queste polveri (stima: 1.145 - 1.264 tonnellate) sono prodotte dagli impianti di riscaldamento alimentate a legna di tipo tradizionale.
All'uso della legna per il riscaldamento sono da attribuire anche gran parte  dei 464 chili di benzopirene,  stimati essere emessi nel territorio trentino durante il 2004, su un totale di 489 chili di benzopirene emessi da tutte le fonti (4,15 kg di benzopirene sono attribuiti al traffico).
Pertanto, anche per la provincia di Trento, come in Lombardia e nel resto d'Europa, si conferma come l'uso energetico della legna sia stata la principale fonte di inquinamento dell'aria in particolare per le polveri sottili e il benzopirene.
Nella provincia di Trento, il traffico, nel suo complesso, è la seconda fonte di polveri sottili, con 944 tonnellate nel 2004, pari al 34% del totale delle emissioni di PM10.
Come già avvenuto in numerosi altri paesi come Svezia, Stati Uniti, anche nel Trentino, non potendo utilizzare il metano come fonte energetica, nei paesi non serviti dalla rete di distribuzione del gas, si cerca, in modo razionale, di ridurre il problema incentivando la sostituzione di impianti termici tradizionali con impianti più efficienti.




Sullo stesso argomento

- Il crescente uso di biocombustibili preoccupa la UE
- La qualità dell'aria: bene comune disponibile alle leggi del mercato?
- Polveri sottili e caminetti in Baviera e Lombardia.
- La legna peggiora la qualità dell'aria: IPA
- La legna peggiora la qualità dell'aria: polveri sottili
- Centrali a biomasse: tutte illegali

12 commenti:

  1. Purtroppo dovendo lavorare, e anche tanto, non ho l’adeguato tempo di rispondere come si dovrebbe a questa campagna a favore delle fonti fossili e anti rinnovabili come la legna.
    Essendo un testardo, cerco comunque di proporre la verità. E siccome non mollo ecco che si cerca di colpirmi sulla pelle viva citando la mia terra che amo all’infinito.
    Respinto al mittente con estrema facilità: nonostante in Trentino si brucia molta legna la qualità dell'aria è migliore che nelle altri parti di Italia dove c'è più traffico veicolare e si brucia molta meno legna (Pianura Padana). Vedasi grafici di questo blog. Gli unici luoghi dove c’è qualche sforamento dei limiti sono le città : i luoghi tipici dove è tutto metanizzato e non si brucia per nulla legna.
    Ancora più macroscopico l’esempio dell’ Austria. Dove si brucia ancora più legna e la qualità dell’aria è ancora migliore!
    Come la mettiamo? Ma chi ci crede ancora a certe tesi? Cosa ci si inventerà "di scientifico"per cercare di confutare anche questa evidente verità?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro Andrea
      certamente per la fretta non hai letto a fondo questo post. Ti ripeto che negli anni dello studio citato, come in quelli precedenti, tutte le centraline attive nella Provincia di Trento segnalavano ampi superamenti dei limiti delle polveri sottili.
      So che i colleghi dell'Università di Trento hanno messo a punto il metodo di analisi che permettere di quantificare quante polveri sottili sono prodotte dalla combustione della legna . Proprio ieri gli ho chiesto di inviarmi i suoi studi sulla origine delle polveri trentine.
      Da parte mia so che quando ho voluto quantificare correttamente il problema, facendo i campionamenti dentro e fuori case riscaldate a legna e a metano l'inquinamento delle stufe a legna l'ho trovato senza ombra di dubbio. A conferma, negli stessi punti di monitoraggio una volta cessato il riscaldamento i valori rientravano ampiamente nei limiti di legge , nonostante l'arrivo dei villeggianti e delle loro auto.
      Ti ricordo che laddove i limiti di legge per la qualità dell'aria sono superati è obbligo per gli enti pubblici identificare le cause e porre rimedio.
      Il piano per la qualiutà dell'aria per la Provincia di Trento fornisce diagnosi e cura. Ho l'impressione che la Provincia preferisca ignorare il problema. Sarà l'argomento del prossimo post Modello Trentino 2

      Elimina
  2. Andrea ha nuovamente ragione, basta tifare per le fonti fossili!!! Qualcuno VOLUTAMENTE dimentica i veri costi delle energie fossili che sono chiamate “esternalità”, ovvero i costi reali che vengono pagati in termini ambientali, salutari, mondiali, sociali, ecc., che vengono pagati sia da NOI, che nei paesi che teniamo nel terzo mondo per sfruttarli. In Trentino, vista l'orografia del terreno avranno molte abitazioni isolate ed il riscaldamento andrà a gasolio, GPL, carbone, ecc. e quindi è auspicabile che venga sostituito con il metano, ma non vuol dire necessariamente che dobbiamo andare a tutto gas (il metano è più pericoloso della CO2 per il riscaldamento del globo!). In Italia ci dimentichiamo che vengono pagati sussidi ai combustibili fossili, anche attraverso agevolazioni fiscali che però vengono pagati dai cittadini e dalle imprese attraverso il bilancio generale dello stato.....

    http://www.qualenergia.it/articoli/20131104-report-ecba-italia-quasi-50-miliardi-di-euro-all-anno-di-esternalit%C3%A0-negative
    http://qualenergia.it/articoli/20130919-studio-esternalit%C3%A0-le-rinnovabili-costano-gi%C3%A0-meno-delle-fossili-

    Non è che qui c'è qualcuno che vuole fare campagna elettorale, senza santini, ma con un blog?
    Dei politici non si può dire che siano imparziali.....
    http://sinistragenova6.wordpress.com/2010/02/19/un-candidato-al-giorno-federico-valerio/

    http://sinistraelibertaliguria.com/2010/03/04/campagna-elettorale-senza-spreco-di-carta-per-federico-valerio-sel/

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Per tutte le fonti energetiche, comprese quelle rinnovabili occorre valutare le esternalità.
      E' un fatto certo, ben documentato che, tra tutte le fonti rinnovabili, le biomasse legnose abbiano il maggiore impatto ambientale a causa della emissione di pericolosi inquinanti. E questa esternalità interessa, in primo luogo, chi ospita l'impianto.
      Ho cominciato a studiare l'inquinamento domestico prodotto da stufe a legna alla fine degli anni '80 e con sorpresa nelle case di chi si riscaldava con la legna ho trovato alti livelli di benzopirene, benzene, formaldeide che, in seguito, molti altri colleghi hanno confermato a livello modiale. Quest contaminazione non l'ho trovata nelle case di chi si riscaldava con il metano.
      Quello che ho evidenziato nelle comunità rurali dell'entroterra ligure, che da sempre si riscaldano con la legna autoprodotta, è che i rischi aumentano anche per ignoranza. Ho certamente salvato la vita a due amici nella cui casa avevo rilevato elevate quantità di ossido di carbonio. Motivo dell'inquinamento era il fatto che la caldaia a legna di ultima generazione si collegava al camino con un lungo tubo orizzontale che si stava riempiendo di cenere. Se non avessi fatto le misure, di li a poco se ne sarebbero andati al Creatore, passando dal sonno alla morte, alla faccia delle energie rinnovabili naturali e non inquinanti.
      In tema di ignoranza, segnalo che il metano, una volta bruciato si trasforma in anidride carbonica con fattori di emissione decisamente inferiori a quelli della legna.
      Una caldaia di potenza termica inferiore a 50 Mwatt termici, per ogni Gigajoule di calore prodotto, immette in atmosfera 55 kg di CO2 se alimentata a metano, 83 kg se alimentata a legna ( da Inventario Emissioni Provincia Trento 2010).
      E' vero che il metano ha un potenziale clima alterante superiore alla CO2, ma nei fumi di un impianto a legna si trova anche del metano sottoprodotto dalla combustione. In questo caso i fattori di emssione sono 2,5 grammi di metano da una caldaia a metano, 400 grammi di metano da una caldaia a legna.
      E' un dato, questo nel metano nei fumi di impianti a legna, che quantomeno mette in discussione la pretesa neutralità della combustione delle biomasse nei bilanci dei gas serra.
      Infine se è vero che le fonti fossili ricevono sussidi dallo Stato, la stessa cosa si verifica per le centrali alimentate a biomasse. Se dipendesse da me abolirei subito gli attuali incentivi pubblici e , se necessario,valuterei forme di incentivazioni per le soluzioni meno impattanti localmente e globalmente.

      L'effetto delle vostre insinuazioni è che da oggi, non accetterò nessun commento anonimo.
      Le critiche, meglio se documentate sono e saranno ben accette, ma firmate con nome e cognome

      In quanto alla vostra "antipolitica" personalmente credo che tutti dovrebbero fare, obbligatoriamnete, una esperienza nelle istituzioni, come servizio civile, per capire come funziona uno Stato Costituzionale.
      Io questa esperienza l'ho fatta, con 5 anni nel consiglio comunale di Genova e mi sono bastati vista la fatica e il tempo sottratto al lavoro e alla famiglia.
      E se mi sono ricandidato recentemente, l'ho fatto per spirito di servizio a favore della comunità con l'intenzione di portare dentro le Istituzioni l'esperienza acquisita nel mio quotidiano lavoro di ricercatore pubblico a tutela dell'ambiente e della salute dei miei concittadini. Comunque ho scoperto che aprire un Blog non ti porta voti :-)

      Cordiali saluti e buon anno.

      Elimina
    2. Caro Anonimo
      questo è il secondo commento anonimo che non avendo elementi per confutare le mie tesi prova a gettare un pò di fango, per vedere l'effetto che fa
      L'effetto delle vostre pueriliinsinuazioni è che da oggi, non accetterò nessun commento anonimo.
      Le critiche, meglio se documentate sono e saranno ben accette, ma firmate con nome e cognome

      In quanto alla vostra "antipolitica" personalmente credo che tutti dovrebbero fare, obbligatoriamnete, una esperienza nelle istituzioni, come servizio civile, per capire come funziona uno Stato Costituzionale.
      Io questa esperienza l'ho fatta, con 5 anni nel consiglio comunale di Genova e mi sono bastati vista la fatica e il tempo sottratto al lavoro e alla famiglia.
      E se mi sono ricandidato recentemente, l'ho fatto per spirito di servizio a favore della comunità con l'intenzione di portare dentro le Istituzioni l'esperienza acquisita nel mio quotidiano lavoro di ricercatore pubblico a tutela dell'ambiente e della salute dei miei concittadini. Comunque ho scoperto che aprire un Blog non ti porta voti :-)

      Elimina
    3. E' il suo blog. Può cambiere le regole come e quando vuole. Ma non le sembra un atteggiamento dittatoriale e per nulla democratico? Le critiche vanno bene solo se firmate? Mentre gli elogi vanno bene anonimi? Se vi fossero state notizie false, allora aveva ragione di arrabbiarsi, ma così credo che se la prenda per nulla... Perché non aspetta che rispondano "al fango gettato" i suoi lettori anziché lei? Poi, quale è il primo commento anomino che getta fango? Non si preoccupi, nei blog dove manca la libertà di espressione non c'è gusto a scriverci e non lo farò più. Buon divertimento....

      Elimina
    4. Dal 2007 ad oggi è la prima critica che le fà cambiare le regole del suo blog. E' il primo intervento che lei giudica così "ingnorante" da farle cambiere idea? Ci sono molti post precedenti e la gran parte sono anonimi.... forse perhé non tutti hanno account su siti web. Comunque, le ricordo che fare un falso account è un attimo sul web e non avrebbe comunque risolto il problema...... Buon anno!

      Elimina
    5. La regola di firmare i commenti è stata introdotta due giorni or sono.

      Chi non ha account può firmare il suo commento, scrivendo nome e cognome.

      Non amo "chattare" con sconosciuti. Tutto qui.

      Federico Valerio

      Elimina
  3. Per tutte le fonti energetiche, comprese quelle rinnovabili occorre valutare le esternalità.
    E' un fatto certo, ben documentato che, tra tutte le fonti rinnovabili, le biomasse legnose abbiano il maggiore impatto ambientale a causa della emissione di pericolosi inquinanti. E questa esternalità interessa, in primo luogo, chi ospita l'impianto.
    Ho cominciato a studiare l'inquinamento domestico prodotto da stufe a legna alla fine degli anni '80 e con sorpresa nelle case di chi si riscaldava con la legna ho trovato alti livelli di benzopirene, benzene, formaldeide che, in seguito, molti altri colleghi hanno confermato a livello modiale. Quest contaminazione non l'ho trovata nelle case di chi si riscaldava con il metano.
    Quello che ho evidenziato nelle comunità rurali dell'entroterra ligure, che da sempre si riscaldano con la legna autoprodotta, è che i rischi aumentano anche per ignoranza. Ho certamente salvato la vita a due amici nella cui casa avevo rilevato elevate quantità di ossido di carbonio. Motivo dell'inquinamento era il fatto che la caldaia a legna di ultima generazione si collegava al camino con un lungo tubo orizzontale che si stava riempiendo di cenere. Se non avessi fatto le misure, di li a poco se ne sarebbero andati al Creatore, passando dal sonno alla morte, alla faccia delle energie rinnovabili naturali e non inquinanti.
    In tema di ignoranza, segnalo che il metano, una volta bruciato si trasforma in anidride carbonica con fattori di emissione decisamente inferiori a quelli della legna.
    Una caldaia di potenza termica inferiore a 50 Mwatt termici, per ogni Gigajoule di calore prodotto, immette in atmosfera 55 kg di CO2 se alimentata a metano, 83 kg se alimentata a legna ( da Inventario Emissioni Provincia Trento 2010).
    E' vero che il metano ha un potenziale clima alterante superiore alla CO2, ma nei fumi di un impianto a legna si trova anche del metano sottoprodotto dalla combustione. In questo caso i fattori di emssione sono 2,5 grammi di metano da una caldaia a metano, 400 grammi di metano da una caldaia a legna.
    E' un dato, questo nel metano nei fumi di impianti a legna, che quantomeno mette in discussione la pretesa neutralità della combustione delle biomasse nei bilanci dei gas serra.
    Infine se è vero che le fonti fossili ricevono sussidi dallo Stato, la stessa cosa si verifica per le centrali alimentate a biomasse. Se dipendesse da me abolirei subito gli attuali incentivi pubblici e , se necessario,valuterei forme di incentivazioni per le soluzioni meno impattanti localmente e globalmente.


    Cordiali saluti e buon anno.

    RispondiElimina
  4. Tanto per togliere il dubbio (mi rammarica che si insinui) che non ci voglio mettere la faccia mi identifico con precisione. Andrea Trent-O … è il nome dell’acount google che uso per la mia società sportiva, Trent-O = Trento Orienteeering ( http://www.trent-o.org/ ) dove rivesto il ruolo di atleta, dirigente, allenatore e accompagnatore di ragazzi. Ho solo questo e non sento proprio il bisogno di farne uno con nome e cognome. In realtà mi chiamo Andrea Segatta, Vivo a Pergine Valsugana (10 km da Trento) , e sono un Ingegnere che si occupa di impiantistica, efficienza energetica e fonti rinnovabili. La legna è solo una parte del mio lavoro, ma quando leggo di cose a discredito delle rinnovabili, per me false, mi spendo per fare emergere la verità. Poi vivendo in Trentino fra i boschi, facendo orienteering per definizione lo sport dei boschi, vivendo le tematiche dei boschi sul campo e non da una scrivania, essendo ingegnere impiantista penso di avere un punto di vista privilegiato sull’argomento legna. Il mio contatto per chi vuole è : andrea.segatta@seriva.it. Inoltre il Dott. Valerio sa bene chi sono, ma scrivendolo anche qui mi sembra di usare ancora più trasparenza.
    Secondo : non ho paura delle mie opinioni perché mi reputo (scusate, non vorrei sembrare presuntuoso) un tecnico che ha a cuore il suo lavoro, cerca di farlo bene studiando e documentandosi e ancora di più, spero sopra tutto di essere (quantomeno mi impegno) una persona per bene e onesta specie perché ho due figli piccoli a cui voglio e devo trasmettere i valori giusti per crescere sani intellettualmente.
    Onestamente non sapevo del ruolo politico e della candidatura politica del Dott. Valerio. Lavoro moltissimo e il tempo che mi rimane è tutto per i miei adorati bimbi e come scritto per fare un po’ di sport attivo. Appunto non ho il tempo per fare indagini e non mi passa nemmeno per la testa di fare dei Dossier, come spero di sbagliarmi è stato insinuato. Sono però oggettivamente deluso di avere ora il dubbio che, dietro tutto questo terrorismo sulla legna (e non sul traffico, l’industria, i rifiuti speciali, il nucleare….) ci sia la solita maledetta politica! Nella buona fede del Dott. Valerio, pur pensandola molto diversamente su certi argomenti (ma essendo anche sinceramente d'accordo su tanti altri) in fondo ci credevo. Ora che so che c’è la politica di mezzo mi si insinuano però tanti , tantissimi dubbi. E mi dispiace un sacco perché come ho anticipato con Valerio abbiamo avuto un confronto di un ora su skype, che al di la della differenza di vedute mi è sembrato costruttivo (continua)

    RispondiElimina
  5. Da un po’ di interventi a questa parte (proprio in coincidenza con l’intensificarsi delle mie contro argomentazioni sugli impianti a legna, coincidenza strana) però noto nell’approccio di questo blog, una direzione DECISAMENTE politica. Quella di cavalcare la paura delle persone per raccogliere consenso.
    Federico (ci siamo dati del tu di persona, mi permetto di farlo anche sul blog), io non voglio essere offensivo. Se mi conoscessi sapresti che sono pacato, ma che discorsi mi fai sul racconto della canna fumaria della caldaia dei tuoi amici? Ma che ragionamento è? Se un impianto è fatto da installatori al limite della denuncia, cosa c’entra la legna? Sarebbe come dire che se un installatore che fa male una condotta di metano, fa esplodere un palazzo (quante volte non è successa questa cosa… potremmo fare una triste e lunghissima lista), allora il metano è il colpevole? Colpevole è chi fa male la canna fumaria e la condotta gas che perde. Legna e metano non c’entrano nulla!
    Poi hai anche scritto che gli impianti a legna inducono alla deforestazione…. Quando è di dominio pubblico che sta capitando l’esatto contrario.
    E ancora scrivi che i gas serra sono pericolosi (tuo post http://federico-valerio.blogspot.it/2013/06/e-l-anidride-carbonica-va-su.html) , che il metano è la panacea di tutti i mali quando chiunque è esperto di combustione sa che le maggiori emissioni di metano arrivano proprio dagli impianti a metano e che il metano in termini di effetto serra è ancora peggio della CO2.
    Poi, parli del “mio” (sono talmente legato tanto alla mia terra che mi permetto affettuosamente di chiamarla “mia”) il Trentino, e citi dati contraddittori. Te lo ho scritto già 2-3 volte e ancora non ho risposte: se la legna è il male del mondo , come spieghi che nella regione d’Italia dove di brucia più legna c’è l’aria più pulita di Italia? Idem a livello di nazione per l’Austria…. Vedi , puoi impegnarti finchè vuoi a fare post 1, 2, 3 e anche 4 sul Trentino, ma questi sono dati di fatto… Nelle zone dove si brucia più legna, cioè per motivi forestali, orografici, paesaggisti e logistici c’è meno traffico veicolare, L’ARIA E’ PIU’ PULITA. Non c’è post o tuo studio che tenga. Fanne quanti vuoi, ma questa è la realtà.

    RispondiElimina
  6. L’aria è inquinata al limite della compromissione della salute nei centri urbani, dove NON si brucia legna, perchè ormai è tutto metanizzato al contrario delle zone rurali, e il traffico veicolare ha assunto proporzioni inconcepibile. Fatti una ragione di questo, senza sprecare tempo in tanti altri post inutili in tal senso.
    Citi gli impatti per gli impianti a legna, ma non spendi una parola sugli impatti ambientali devastanti dei gasdotti di metano. Specie per la loro costruzione. Ma lo sai cosa sta succedendo in Puglia (Lecce) su un gasdotto? http://www.affaritaliani.it/puglia/no-tap-tensione-a-lecce-fischiato-de-vincenti.html E guarda che sono proprio quelli di SEL ( voglio dimostrarti ancora di più di essere corretto: non voglio metterti nel calderone facendo di tutta l’erba un fascio, come però tu fai allegramente con il termine Biomassa).
    Poi sempre parlando di SEL Vendola elogia in pomap magna una centrale a biomassa all’aeroporto di Bari : http://www.regione.puglia.it/index.php?page=pressregione&opz=display&id=16729
    Quantomeno, lo dico sorridendo, dovresti cambiare partito…
    Quando scrivi cose come quelle che ho citato, e qualcuno legge del tuo ruolo politico (come anonimo che anche a me piacerebbe compaia con nome e cognome) i pare quasi logico che pensi che sia una cosa strumentale al raccoglimento di consenso. Io credo sempre alla buona fede delle persone, ma con questa campagna a senso unico, senza ragionamenti, dai adito a molti , molti dubbi. Anche a me che alla tua buona fede vorrei credere.

    Se vuoi avere un dialogo serio ed essere credibile a mio modo di vedere devi essere più obiettivo, non tendenzioso, e soprattutto lasciare perdere questo atteggiamento di totale ed assoluta demonizzazione sulla legna, che ormai (credimi) anche chi ti legge ha capito che è clamorosamente sbagliato. Le persone che mi contattano da facebook leggendo le discussioni sui post, mi scrivono in gran numero (non esagero, anche fonti molto qualificate fra cui universitari) sostenendo che le mie tesi sono corrette e che le semplici considerazioni di fatto che espongo sul traffico veicolare e centri urbani- sono molto più credibili di strane teorie sulla legna.
    Ma dimmi … tu andresti a fare una corsetta o una passeggiata nel centro della Milano metanizzata, o in un paesino di montagna del “mio” Trentino dove tutti bruciano la legna. Federico… siamo seri!
    Discutere sul contesto facendo i giusti distinguo è utile. La politica unilaterale, unidirezionale a mio modo di vedere non va proprio bene.

    Ora sono troppo stanco per continuare. Questa sera ho scritto tantissimo! Troppo. Mi si perdono eventuali errori di battitura. Non ho (e purtroppo temo non avrò mai, sono troppo giovane) la tua fortuna di cui hai scritto ovvero quella di avere una buona pensione : cosa che ti da un vantaggio insuperabile su di me in termini di tempo per scrivere. Io devo guadagnare il pane per me e per la mia famiglia per ancora tanti anni come ai fatto tu.
    Chiuso solo scrivendo una cosa. Dato che mi insinui il dubbio che qui io non sia gradito, se vuoi continuare la tua campagna anti legna senza disturbatori, non hai che da comunicarmelo. Non scriverò più una riga e potrai continuare senza nessuno che ti contraddica e ti dia fastidio.

    RispondiElimina