Se volete individuare da lontano una discarica di rifiuti, legale o illegale, basta dare un'occhiata in cielo; se vedete stormi di gabbiani volteggiare a lungo su una determinata area, siate sicuri che li sotto c'è una discarica di rifiuti urbani, su cui i gabbiani banchettano, mangiando loro tutto il cibo che scartiamo e sprechiamo.
E, ovviamente, un gabbiano e una gabbiana satolli, mettono subito su casa e cominciano a sfornare uova e pulcini di gabbiano!
Ieri il volo Genova-Londra è stato interrotto subito dopo il decollo, per un impatto con uno stormo di gabbiani che ha mandato fuori uso un motore e costretto il comandante ad un atterraggio di emergenza. Esclusi i più o meno gravi inconvenienti per i passeggeri, che hanno dovuto rinviare il loro viaggio, è ancora andata bene, ma lo scontro non è stato un fatto casuale. E primo o dopo potrebbe esserci un decollo o un atterraggio non riuscito.
Da anni i gabbiami hanno adottato l'aeroporto di Genova come luogo del loro riposo notturno, al riparo di ogni pericolo.
Al mattino presto, a migliaia, si alzano in volo e tutti si dirigono verso i monti. Loro obiettivo è la discarica del monte Scarpino, a pochi chilometri dalla costa, dove, da oltre 40 anni, mandiamo la rumenta dei genovesi e l'ora della partenza dei gabbiani non è affatto casuale, coincide esattamente con l'arrivo del primo camion, carico di rifiuti.
Prima che, come previsto, la rumenta spianata, sia ricoperta con uno strato di terra, i gabbiani hanno fatto piazza pulita degli scarti organici e, una volta satolli, ritornare tranquilli al mare, sui prati dell'aeroporto e sui moli che lo proteggono.
Per allontanarli ed evitare il ripetersi di incidenti, hanno provato di tutto: cannonate per spaventarli, registrazioni stazianti di gabbiani in agonia. Risultati zero. Grazie alla loro intelligenza, dopo un pò, capito che si trattava di falsi allarmi, i gabbiani sono ritornati. Una sagoma di un falco piazzato nell'aeroporto, molto ben realizzata, ha funzionato per qualche giorno, poi quattro gabbiani coraggiosi hanno dato l'assalto all'intruso, riducendolo comunque a brandelli, anche se di plastica.
Eppure sarebbe sufficente una conoscenza elementare di ecologia per risolvere alla radice il problema: eliminare totalmente l'alimentazione artificiale e costringere i gabbiani a ritornare ai loro antichi sistemi di sussistenza: pescare faticosamente pesci e crostacei.
Meno cibo, meno gabbiani: elementare Watson!
E dire che, in base a normative europee, da anni sarebbe vietato conferire scarti organici e biodegradabili in discarica; norma che elimina ben più gravi e costosi problemi, quali la produzione di eluato e il conseguente inquinamento di falde, di corsi d'acqua, del mare.
Ma tant'è, nel nostro Bel Paese, questa norma è regolarmente elusa, con continue deroghe.
Eppure basterebbe ridurre la produzione di rifiuti organici, eliminando gli sprechi di cibo (Banco Alimentare, Last Minute Market), organizzare su tutta la città una capillare raccolta differenziata dell'organico, da trasformare in buon compost da vendere ed incentivare il compostaggio domestico da parte di tutte le famiglie che hanno giardini, orti, terrazzi e poggioli fioriti.
Ma così facendo, si potrebbe fare anche la raccolta differenziata Porta a Porta degli altri scarti e, a questo punto, con una raccolta differenziata superiore al 65%, cosa si darebbe da bruciare all'inceneritore/ gasificatore? Che fine farebbero i previsti lauti guadagni? E i dividendi per il maggiore azionista (il Comune)?
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