Relazione
sperimentazione compost in piccoli spazi
0.Avvio della sperimentazione (Ottobre 2012)
Il Comune ha promosso la
sperimentazione dell’attività di compostaggio domestico in piccoli spazi (si
intende con ciò il balcone di casa di metratura inferiore ai 15 mq. e quindi
non rientrante nella casistica prevista dalle delibere comunali con le quali si
è formalizzato il compostaggio domestico ai fini della riduzione TIA) in
collaborazione con la Sezione genovese di Italia Nostra (in particolare con il
dott. Federico Valerio che ha curato gli aspetti scientifici contenuti nel
manuale di compostaggio pubblicato a cura dello stesso) e la formazione degli
sperimentatori.
Gli sperimentatori sono stati
individuati tra le persone che hanno aderito ai 2 corsi di formazione organizzati dal Comune (segreteria
dell’Assessorato all’Ambiente) in collaborazione con Italia Nostra tra fine Settembre
ed Ottobre alla Biblioteca Berio. I
canali di reclutamento per la partecipazione alla formazione sono stati :
newsletter compostatori (sito urban center), informativa ai municipi (inclusi
sportelli del cittadino, rete biblioteche ecc.), newsletter AMIU, comunicazioni
ai media cittadini.
Le persone che hanno partecipato
ai 2 corsi (tenuti dal dott. Valerio) sono state complessivamente 36. Ogni
corso è stato organizzato in due sessioni e modulato in una parte teorica ed
una pratica. Al termine del percorso
formativo a tutti i partecipabnti è stato consegnato un kit composto da un
cestino sottolavello ed una dotazione di sacchetti di carta per la raccolta
dell’umido, il manuale di compostaggio, un piccolo quantitativo di compost, una
agenda. Ai partecipanti è stato richiesto di annotare e comunicare i dati
riguardanti la conduzione della sperimentazione
1.Comunicazioni agli/dagli sperimentatori
La sperimentazione è stata monitorata in quattro diverse
occasioni: la prima con email inviata in fase di avvio (13/10/2011), la seconda
con email inviata nel mese di Dicembre (14/12/2011), la terza con interviste
telefoniche effettuate nel mese di Febbraio e la quarta con una email inviata
alla fine del mese di Marzo.
Alle prime due email hanno
risposto complessivamente circa un terzo degli sperimentatori (11 compostatori : 5 nel mese di ottobre e 6
nel mese di dicembre). Una parte di loro
ha fatto pervenire anche immagini fotografiche (dei sistemi di trattamento
adottati, del compost fresco già ottenuto, delle compostiere autoprodotte). Il
responsabile scientifico della sperimentazione ha puntualmente fornito risposte
alle richieste di informazioni circa l’applicazione delle tecniche di
compostaggio: le domande più frequenti hanno riguardato la miscelazione dei
materiali da compostare, la scelta degli integratori strutturanti, l’areazione
nei vasi di compostaggio, i tempi di maturazione del compost, la presenza
indesiderata di moscerini. Nel mese di Febbraio
sono stati contattati telefonicamente a cura della segreteria
dell’Assessorato buona parte degli sperimentatori che non avevano ancora dato
notizie ed a fine mese, a conclusione del progetto, è stato fatto un recall
finale a tutti i partecipanti richiedendo in particolare a chi non la avesse
ancora fatto, di fornire indicazioni circa l’esperienza ed i risultati
raggiunti.
2.Analisi della sperimentazione attraverso i contenuti
delle email inviate dai compostatori
2.1.Contenitori usati per compostare
Seguendo le indicazioni fornite
nel corso della formazione, i contenitori prevalentemente usati per il processo
di compostaggio sono costituiti da vasi di coccio di dimensioni correlate alla
produzione familiare di rifiuti organici . Tuttavia emerge abbastanza
diffusamente l’idea di “personalizzare” i contenitori in funzione della effettiva conformazione degli spazi
esterni a disposizione, per motivi
estetici o per un migliore adattamento alle proprie abitudini. Si rileva
quindi la creazione di compostiere “fai da te” prodotte utilizzando semplicemente oggetti di recupero
(ad es.cassette della frutta in plastica) oppure realizzate con utilizzo di materiali
diversi (ad es. reti plastificate). In altri casi i classici vasi di coccio
tondi sono stati sostituiti con vasi a forma rettangolare: gli sperimentatori
hanno comunque sempre tenuto conto della
necessità di avere contenitori funzionali allo scopo e quindi forniti delle
caratteristiche “base” di una compostiera
(buona possibilità di areazione, dimensionamento adeguato alla
produzione domestica di rifiuto umido, maneggevolezza ecc.). Il reperimento di
materiali per la costruzione delle compostiere diventa anche occasione per trasferire
ad altre persone conoscenza ed interesse per il processo di compostaggio (un
compostatore descrive un dialogo con il negoziante di ferramenta che a sua
volta gli riferisce come in molti si rivolgano a lui per costruire compostiere
da mettere in terrazzo)
2.2 La gestione degli scarti umidi
Gli sperimentatori si sono attenuti in genere alle
raccomandazioni fornite in sede di formazione, di procedere ad una
frammentazione degli scarti umidi finalizzata all’aumento della superficie
esposta all’ossidazione ed all’azione dei batteri. Una compostatrice osserva di
avere acquisito la capacità, controllando meglio la gestione della compostiera,
di “rallentare” l’operazione di taglio degli scarti vegetali senza incorrere in
inconvenienti, riuscendo a dosare di volta in volta la quantità di materiale
strutturante necessario a fare progredire correttamente il processo di
compostaggio. L’abilità acquisita nel tempo si manifesta anche nella capacità
di “correggere” lo stato della compostiera quando qualcosa va storto: si cita ad esempio l’episodio di
materiale “abbandonato” nel corso delle vacanze natalizie e recuperato quando
già era iniziato un processo di putrefazione grazie all’aggiunta di
strutturanti e al rimescolamento dell’insieme del materiale compostabile.
In altri casi il taglio degli
scarti diventa un momento per socializzare all’interno del nucleo familiare
l’attività di compostaggio e rendere contemporaneamente l’operazione più veloce.
2.3 Materiale strutturante e integratori
Il reperimento di materiale
strutturante, indispensabile per una corretta gestione del processo di
compostaggio non sempre avviene con facilità (ad es. non risulta semplice
reperire legno vergine non trattato). Spesso prevale la scelta di utilizzare
materiali disponibili gratuitamente, approfittando, ad esempio, di una
passeggiata in campagna per raccogliere rami e foglie secche. Tra gli integratori
usati prevale l’uso del compost (quello fornito con lo starter kit). In alcuni
casi si segnala una certa difficoltà a reperire in vendita altri tipi di
integratori (pollina e cornunghia).
2.4 Il compost
La tecnica messa a punto per il
compostaggio in balcone, accelerando il processo di decomposizione del
materiale organico consente di ottenere il primo compost entro poche settimane
dall’avvio della sperimentazione. Le prime notizie relative al composto
prodotto sono state trasmesse dai compostatori alla fine di Dicembre. Dalle
notizie fornite si ricava come il compost, ancorchè fresco (si segnala qualche difficoltà nella
operazione di setacciatura dovuta ad un eccesso di umidità) appaia già
sufficientemente stabilizzato e privo di cattivi odori. Emerge inoltre la
drastica differenza di peso e volume tra
il materiale introdotto nella compostiera ed il compost prodotto in esito al
processo[1]: ciò
conferma la possibilità di gestire il processo di compostaggio trattando la
maggior parte dei rifiuti umidi prodotti a livello domestico anche in spazi di
ridotte dimensioni .
2.5 Effetti indesiderati: moscerini, formiche, marciumi e
muffe
Le criticità evidenziate dagli
sperimentatori si concentrano essenzialmente nel sopraggiungere di moscerini
attirati dal processo di decomposizione dei rifiuti vegetali e molto
marginalmente dalla produzione di marciumi e muffe. Mentre nel secondo caso i
problemi sembrano collegati direttamente ad imperizia nella gestione del
processo, nel primo caso il fenomeno si presenta diffusamente anche in presenza
di una gestione attenta della compostiera ed è obiettivamente causa di qualche
disagio. Per ovviare al problema sono state proposte strategie di allontanamento collegate alla
installazione di piante aromatiche nei pressi della compostiera o di
collocazione di reti a maglia fitta presso le prese d’aria dei vasi di
compostaggio. Altra pratica consigliata è quella di sottoporre il compost
prodotto a congelamento allo scopo di distruggere le uova degli insetti senza
pregiudicare la sopravvivenza della componente microbiologica.
3. Conclusioni
Delle 36 persone registrate
in fase di avvio, 15 hanno condotto
l’esperienza fino alla sua conclusione, 14 si sono ritirate e 7 non hanno mai
fornito informazioni circa le azioni condotte.
Le motivazioni delle persone che hanno abbandonato la sperimentazione
sono riconducibili nella grande maggioranza dei casi a sopravvenuta disaffezione imputabile a mancanza di tempo; in alcuni casi hanno
influito sulla decisione le condizioni meteo avverse (il gelo), marginalmente
sono stati determinanti la presenza di moscerini o difficoltà incontrate nella
gestione della compostiera.
Il compostaggio domestico in
balcone di ridotte dimensioni, come
dimostrano le varie testimonianze allegate alla presente relazione, è una
tecnica di riduzione a monte dei rifiuti umidi attuabile con relativa facilità
da parte delle famiglie genovesi: se applicata seguendo le indicazioni
contenute nel Manuale di compostaggio realizzato dalla sezione genovese di
Italia Nostra essa non comporta particolari difficoltà di gestione.
Il bacino potenziale di applicazione del
compostaggio domestico si estende a tutti i fruitori di una abitazione con
balcone. Si tratta quindi di una parte significativa della popolazione
cittadina il cui coinvolgimento in questa pratica virtuosa potrebbe dare
risultati consistenti in termini di riduzione dei rifiuti umidi in città.
Occorre altresì considerare che
il compostaggio domestico è un strumento potentissimo per veicolare ai
cittadini la nuova percezione del rifiuto, in particolare del rifiuto organico,
visto come materiale utile per nutrire la terra e non come elemento nocivo alla
salute di cui disfarsi al più presto. Nell’ambito dell’educazione alla
sostenibilità ambientale il compostaggio domestico in balcone ha il vantaggio
di consentire l’avvicinamento di persone che pur senza possedere giardini o
ampi spazi esterni, vengono messi in grado di gestire la componente più
problematica dei propri rifiuti domestici.
Il problema degli abbandoni
registrati nel corso della sperimentazione potrebbe essere indice di una certa criticità
legata in particolare alla quantità di tempo necessaria per mettere in atto correttamente
e con continuità il compostaggio: nel caso della sperimentazione in oggetto è
fisiologico considerare una quota di abbandoni da parte di volontari per i
quali non era previsto alcun beneficio economico. Nel caso in cui si decida di
formalizzare la pratica del compostaggio in balcone prevedendo forme di
incentivazione per gli aderenti, sarà necessario, come già avviene per il
compostaggio tradizionale, prevedere una attività di monitoraggio e controllo e
di eventuale sanzione per inadempienti.
In conclusione appare
nell’interesse della Amministrazione Comunale perseguire l’espansione del
compostaggio in balcone come attività di gestione virtuosa del ciclo dei
rifiuti oltre che come strumento di diffusione dell’educazione alla
sostenibilità ambientale. Considerata la natura ancora in parte sperimentale di
questa forma di compostaggio rispetto a quella tradizionale in compostiera di
grandi dimensioni o in cumulo ed in ragione di una probabile maggiore
difficoltà a gestire la componente proteica del rifiuto umido domestico, si
potrebbe in una prima fase iniziale condizionare l’accesso agli incentivi
economici previsti per il compostaggio tradizionale alla frequentazione
obbligatoria di un corso di formazione specifico per compostaggio in balcone o,
in alternativa, per chi non intenda gestire in toto i propri rifiuti umidi
domestici escludendo scarti di origine animale proporre un incentivo analogo a
quello attualmente previsto per il conferimento di ingombranti alle isole
ecologiche (accredito punti su TIAcard).
[1] una
famiglia composta di quattro persone (due adulti e due bambini) producendo una quantità di rifiuto umido pari
a circa un sacchetto da 8 litri ogni due settimane al termine del periodo
dichiara di avere prodotto circa ½ kg. di compost.
per evitare i moscerini uso tessuto non tessuto fissato con elestici sui vasi di coccio.
RispondiEliminaGrazie al suo manuale non produco più rifiuti organici
Alfredo Vitolo
Via Dallolio 29
Bologna