Una nave moderna è una centrale elettrica galleggiante. Il motore che fa girare le eliche è elettrico e l'elettricità che serve a bordo per l'illuminazione, la refrigerazione, il condizionamento dell'aria è prodotta a bordo.
A far girare le dinamo ci pensano motori diesel di potenza adeguata alle necessità e le potenze elettriche complessivamente installate sono di alcune decine di Megawatt. Il combustibile è, ovviamente, gasolio e, per contenere i costi di trasporto, non certo quello di qualità migliore.
A causa dell'aumento della stazza delle navi e dell'aumento dei traffici marittimi, i fumi che escono dalle comignoli, non annunciano più arrivi che ci si augura benvenuti, ma cominciano a diventare una delle principali fonti di inquinamento a livello mondiale.
Ovviamente i problemi più gravi per la salute si hanno nei porti, in quanto non solo c'è l'inquinamento prodotto dal via-vai delle nave con la potenza al massimo, ma i maggiori pericoli si creano quando le navi attraccano ai moli e si trovano ad alcune centinai di metri dalle abitazioni della città che le ospita. Sono proprio queste abitazioni quelle che si trovano sottovento ai fumi che i diesel di servizio emettono in continuazione, giorno e notte.
D'estate, in tutte le citta di mare ,si registra un regime di brezze, prodotte dalla diversa temperatura giornaliera di terra e di mare.
Quindi, per definizione, le città di mare, dalla tarda mattinata alla sera, sono interessate da brezze che dal mare vanno verso la città, proprio nelle ore in cui, ad esempio a Genova, i traghetti da e per la Corsica e la Sardegna, stanno attraccati ai moli, tutti insieme ammucchiati al terminal traghetti della città.
Se la città in questione, come Genova, si sviluppa in collina a partire da poche decine di metri dalle banchine, ecco qui che a diverse migliaia di genovesi che abitano o lavorano negli edifici che si affacciano sul porto, tocca respirare anidride solforosa, ossidi azoto, polveri fini ed ultrafini, benzene e policiclici aromatici. L'entità di questo inquinamento non è ancora noto, anche se oggetto di attenzione da parte di Capitaneria e Ente Porto.
Per darvi un'idea, dove le misure sono state fatte, nel porto di Santa Cruz di Tenerife ( isole Canarie), le nanoparticelle da traffico veicolare sono 15.000-30.000 per centimetro cubo, mentre le nanoparticelle provenienti dai comignoli delle navi da crociera vanno da 35.000 a 50.000 per centimetro cubo d'aria.
Per affrontare questo problema da alcuni anni i paesi Baltici e del nord europa si sono mossi obbligando le loro navi ad usare gasolio meno inquinante e le normative internazionali chiedono che le nuove navi siano dotate di un doppio serbatoio: quello per il gasolio di bassa qualità da usare in crociera e quello di alta qualità da usare quando la nave è attraccata ai moli.
In Italia, a quanto mi risulta, nulla di questo esiste e a Genova, come già accennato, si pensa di cominciare a ridurre il problema, attaccando "alla spina" alcune navi, a cominciare da quelle in riparazione e quindi senza equipaggio da tenere a temperature confortevoli.
L'idea è come quella che sia attua normalmente nei porticcioli turisticii, in cui le barche, subito dopo l'attracco si collegano alla rete elettrica accessibile sulla banchina e,in questo modo, possono spegnere i motori che hanno anche caricato le batterie lungo il viaggio in mare. Nel caso di un porto come quello di Genova, le potenze elettriche di tutte le navi attraccate, sono ben altre e forse non basterebbe neppure la vecchia centrale a carbone presente nel porto per fornire tutta l'elettricità necessaria.
ps: i fumi delle navi non subiscono alcun trattamento. Quello che le Direttive al momento prevedono è che l'anidride solforosa presente nei fumi sia ridotta, lavando i fumi con acqua di mare (sic) . Il plancton ringrazia...
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