Le statistiche dicono che ogni genovese produce 549 chili di "rumenta". Detta così l'informazione non è corretta, in quanto in questa stima si contano sia i MPC prodotti dalle famiglie che quelli prodotti dalle aziende ( attività commerciali e produttive) che la normativa ha "assimilato" a scarto urbano.
In verità un genovese vero, in un anno non produce più di 200 chili di rumenta ma comunque il Comune ci prova a convincere i genovesi a produrre meno rumenta, almeno cento chili a testa.
Chi segue questo blog sa che si può vivere felici anche senza riempire i cassonetti e già conosce molti trucchi a riguardo, quelli che permettono a me e a mia moglie di produrre solo 150 chili di scarti a testa, di cui ricicliamo e compostiamo più dell'80%.
Oggi la nostra Assessora alla Decrescita (Felice), Pinuccia Montanari e l'Assessore al ciclo dei rifiuti ( a quanto un assessorato al ciclo dei MPC?) Carlo Senesi hanno presentato alla Giunta il piano della riduzione alla fonte degli scarti dei genovesi: in primo luogo gli incentivi al compostaggio domestico, ma anche la promozione dei tanti mercatini dell'usato e dei luoghi di scambio per trovare un nuovo padrone a quello che non ci serve più.
Tra le tante proposte che per noi non sono novità,c'è una piccola idea, certamente interessante: lo sconto sulla tassa per l'occupazione del suolo pubblico alle inziative che si impegnano a mettere a disposizione dei visitatori solo acqua del rubinetto, l'acqua del "bronzino", come si dice da queste parti e nessuna bottiglia in plastica.
Spero, tra qualche mese di potervi dare i risultati di questa "cura dimagrante",
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