mercoledì 17 ottobre 2007

Le leggende Metropolitane colpiscono ancora

Se avete avuto la sfortuna di leggere La Repubblica di oggi 17 ottobre 2007, a pagina 27 avete trovato un articolo intitolato Viaggio nell'utopia di Gussing , il paese a emissione zero. Sottotitolo: Il sole, il legno, il mais, i rifiuti bastano per alimentare il riscaldamento e le auto di tutto il  villaggio.

Tra le didascalie usate per illustrare le fonti rinnovabili  grazie alle  quali il paesino austriaco di Gussing ha raggiunto l'autosufficenza enegetica, avete trovato quella che descrive l'uso dei rifiuti a scopo energetico e avete letto:

Rifiuti. Gli inceneritori trasformano i rifiuti in energia, ma non riescono ad azzerare del tutto l'emissione di sostanze inquinanti.

Il testo dell'articolo non aggiunge informazioni utili, per cui alla fine della lettura sarete convinti che Gussing ha un inceneritore grazie al quale si risparmia energia anche se inquina un pò, ma non si può avere tutto dalla vita.

Sbagliato! 

A Gussing non ci sono inceneritori ma impianti a digestione anaerobica alimentati con scarti di mais, sfalci d'erba e altri scarti prodotti dall'attività agricola locale.

E come è noto ai più , ma non al all'inviato di La Repubblica,  i digestori anaerobici producono metano che viene usato per produrre elettricità e calore.

A Gussing un'altra fonte energetica è rappresentata dagli scarti legnosi della lavorazione del bosco che sono gasificati e il gas prodotto è usato per produrre elettricità e calore.

Insomma, a Gussing non c'è  nessuna termovalorizzazione dei rifiuti urbani che, immaginiamo siano regolarmente raccolti in modo differenziato per essere compostati e riciclati. Come avviene da sempre in Austria, cosa che, ovviamente, non fa notizia.

Postato da: federico46 a 14:53 | link | commenti (2)
ambiente e società, materiali post consumo


Commenti:
#1  17 Ottobre 2007 - 19:09
 
Grazie della precisazione, avevo letto l'articolo ed ero rimasto colpito anche io da questa affermazione, pensavo più che ad un inceneritore ad una centrale a biomasse, come quella che intendono costruire a Forlimpopoli al posto dell'insediamento SFIR. Vorrei davvero visitarlo questo paesino a sud di Vienna!
utente anonimo
#2  18 Ottobre 2007 - 06:57
 
Una centrale a biomasse in effetti esiste, ma a differenza di quella di Forlimpopoli e di decine di altri impianti simili il " combustibile" è solo scarti di legno e il processo chimico-fisico è la gasificazione ( degradazione termica in ambiente privo di ossigeno).
Un vantaggio di questi impianti è quello di non avere gravi problemi di economia di scala. Nel periodo bellico circolavano autovetture che sfruttavano il gas prodotto a bordo gasificando legna.
La gasificazione funzione bene solo se il prodotto gasificato è omogeneo, come in questo caso. Le esperienze per gasificare rifiuti urbani tal quali sono fallimentari.
Al contrario gli impianti a biomassa proposti in italia sono in gran parte forni a griglia in cui si può bruciare tutto. Si comincia con il legname e poi , vista la scarsa di sponibilità, in particolare per impianti di grande potenza, si passa ad altro in particolare ai combustibili da rifiuto, in quanto la legge lo permette.
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