A Parigi, le scelte sull'accordo per il clima sono il frutto del compromesso della politica, ma alla loro base esiste una robusta evidenza scientifica, frutto di un vivace dibattito tra esperti in diverse discipline.
A chi desidera approfondire questo argomento e conosce bene l'inglese, consiglio questo sito che mette a confronto i miti di chi nega il riscaldamento globale e i dati forniti da studi scientifici che confermano come queste fenomeno sia reale e diretta conseguenza delle nostre recenti scelte di crescita esponenziale dei consumi mondiali.
Una domanda che mi sono posto riguarda le condizioni ambientali, in particolare la concentrazione di CO2, che hanno accompagnato, fin dai suoi albori, lo sviluppo delle grandi civiltà alla base della nostra storia, a cominciare da quella egizia, quella più antica.
Fig 1. Il trasporto della statua in alabastro del dignitario Djehutihotep, XII dinastia (1932-1842 AC) |
Bastavano centosettantadue operai, distribuiti in gruppi di quarantatre, distribuiti in coppia lungo quattro funi, e una slitta. Poi un operaio, addetto a versare acqua davanti alla slitta, riduceva l'attrito sulla sabbia di oltre il 50% e la movimentazione era assicurata.
Un buon risultato, ottenuto solo grazie a fonti di energia rinnovabile, quella dei 172 operai (stipendiati dal Faraone) e a tanta ingegnosità.
Un esempio di ingegnosità da tenere presente per affrontare la prossima fine dei combustibili fossili e che, è il caso di ricordare, senza carbone, petrolio e gas, ha permesso la realizzazione di tutti i grandi e meravigliosi monumenti che ancora oggi vediamo ed usiamo, dal David di Michelangelo al duomo di Milano e alla basilica di San Pietro in Vaticano.
Durante questo lunghissimo periodo, sull'intero pianeta si sono succedute le grandi civiltà che hanno plasmato l'ambiente secondo le loro esigenze: egiziani, assiro babilonesi, micenei, greci, romani, cinesi, maja...
La mia curiosità è di sapere quanta CO2 hanno respirato il primo faraone d' Egitto (3.500 AC) e la bella Cleopatra con il suo Antonio, nel corso dei 3.470 anni di questa lunga storia.
La Figura 2, che riporta le misure della concentrazione di CO2 negli ultimi 10.000 anni, i piu recenti misurati sulla cima del Mauna Loa e quelli più antichi misurati nei ghiacci antartici, mi permette di soddisfare questa curiosità
Fig 2. La concentrazione di C02 negli ultimi 10.000 anni (8.000 AC -2.000 DC) |
Tremilaquattrocento anni dopo, Cleopatra, con il suo ultimo respiro inalava, più o meno, 278 ppm di CO2.
Pertanto si può affermare che nei primi 5.000 anni della propria storia, l'umanità ha vissuto con una composizione chimica della atmosfera sostanzialmente stabile.
Dal 6.000 AC al 1.000 DC si nota un leggero progressivo aumento della concentrazione di CO2, da 260 ppm a 285 ppm.
E' possibile che questo aumento (25 ppm) possa essere attribuito al disboscamento che tutte le civiltà, tranne quella egizia, hanno esercitato sui propri territori per far spazio alle città, ma ancor più a pascoli e coltivazioni.
Niente a che fare con quello che stiamo vivendo che, a partire dalla fine del 1.700, con circa 280 ppm di CO2, ci vede sfondare, in questi giorni, quota 400 ppm.
Un aumento di 120 ppm, in soli 265 anni, e non è ancora finita.
E la causa di questo aumento è sicura: la scoperta e l'uso del carbone e poi del petrolio e del gas naturale.
Il tutto accompagnato dalla crescita esponenziale della popolazione e, per una piccola parte di essa, dei suoi consumi.
Nel prossimo post, vedremo le conseguenze di tutto ciò.
Fig 3. Carota di ghiaccio antartico che contiene bolle d'aria vecchie di 800.000 anni |
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