La crescente attenzione alla qualità dell’ambiente, alle
risorse naturale, alla salute di tutti gli eco-sistemi, compreso quello umano,
ha posto in evidenza l’opportunità di avere nuovi strumenti di valutazione, in
grado di tener conto della complessità
dei sistemi produttivi e di consumo di una moderna società globalizzata.
A partire dagli anni settanta si sono messe le basi di una nuova
disciplina, necessariamente multidisciplinare, definita come Life CycleAssesment (LCA) , in italiano “Valutazione del Ciclo di Vita”.
In sintesi, l’obiettivo di uno studio LCA dovrebbe essere in
grado di dare risposte a domande di questo tipo:
"qual è l’impatto ambientale e sanitario della produzione di una bottiglia di Poli Etilen Tereftalato (PET), mettendo in conto gli impatti dell'estrazione, del trasporto e raffinazione di petrolio utilizzato come materia prima, della produzione di energia per la realizzazione degli impianti e la loro gestione, degli impatti della produzione del PET e, infine degli impatti per lo smaltimento della bottiglia, una volta che questa sia stata utilizzata, mettendo a confronto, ad esempio, la discarica, l’incenerimento con recupero energetico e il riciclo?"
"qual è l’impatto ambientale e sanitario della produzione di una bottiglia di Poli Etilen Tereftalato (PET), mettendo in conto gli impatti dell'estrazione, del trasporto e raffinazione di petrolio utilizzato come materia prima, della produzione di energia per la realizzazione degli impianti e la loro gestione, degli impatti della produzione del PET e, infine degli impatti per lo smaltimento della bottiglia, una volta che questa sia stata utilizzata, mettendo a confronto, ad esempio, la discarica, l’incenerimento con recupero energetico e il riciclo?"
Dopo i primi anni pioneristici, la LCA si è progressivamente
evoluta e oggi è diventato uno strumento
frequentemente utilizzato per orientare i progettisti a realizzare impianti o
merci a basso impatto ambientale e sempre più rispettosi di un modello di
sviluppo durevole.
Nel 1999, il metodo LCA è stato applicato a diverse tipologie
di impianti per il trattamento delle frazioni organiche di rifiuti urbani:
compostaggio, digestione anaerobica con uso energetico del biogas e incenerimento
con recupero di energia.
Questo studio, dal titolo
“Ecological, energetic and economic comparison of anaerobic digestion
with different competing technologies to treat biogenic wastes “ porta la firma
di Edelman W, Schleiss K Joss A, ricercatori svizzeri ed è stato pubblicato su
Water Science Technology 2000; 41 (3) 263-73
Nel prossimo post analizzeremo l'impostazione di questo studio.
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