venerdì 11 aprile 2014

Il Piano Rifiuti della Liguria, secondo Italia Nostra


 

OSSERVAZIONI DELLA SEZIONE GENOVESE DI ITALIA NOSTRA,

AL PIANO REGIONALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI.

 

 Introduzione

Il Piano Regionale per la gestione dei rifiuti urbani, appare troppo “timido” rispetto al raggiungimento degli obiettivi ineludibili, previsti dalla normativa europea, quali una drastica riduzione della produzione pro-capite di scarti, in particolare quelli biodegradabili, la differenziazione di almeno il 65% dei materiali post consumo prodotti e il loro avvio al riciclo e al riuso per almeno il 50%.

Pertanto, le nostre osservazioni saranno incentrate sulle scelte che, a nostro avviso, la Regione Liguria deve attivare e promuovere affinché, rapidamente, nel giro di due-tre anni, questi obiettivi siano raggiunti su tutto il territorio regionale.

Procrastinare il raggiungimento degli obiettivi di azzerare il conferimento di scarti biodegradabili in discarica e di differenziare alla fonte la maggior parte (65%) dei materiali post consumo prodotti dai cittadini e dalle aziende liguri, comporta l’inaccettabile conseguenza di pesanti danni economici ed ambientali a carico della comunità, quali costi per lo smaltimento, produzione di percolato, costi per il trattamento del percolato, spreco di risorse materiali e di energia.

Il ritardo nel raggiungimento degli obiettivi di riciclo e riuso comporterà anche un pesante costo per mancata creazione di nuove e innovative opportunità di lavoro.

 

OBIETTIVI DA INTRODURRE NEL PIANO REGIONALE

Maggiorazione della “ECOTASSA”


Italia Nostra propone che, a partire dal 2015, il tributo speciale per il deposito in discarica di rifiuti solidi (ecotassa) , dagli attuali 17,30 € a tonnellata,  passi a 25,82 €/ton, il valore massimo previsto dalla Legge 549/1995.

La nuova ecotassa, con l’attuale (2010) conferimento annuale in discarica di 509.305 tonnellate di rifiuti urbani prodotti in Liguria, metterebbe annualmente a disposizione della Regione oltre 13 milioni di euro.

Questa somma deve essere integralmente utilizzata per realizzare interventi finalizzati alla riduzione della produzione dei rifiuti e al loro riuso e riciclo.

Gli interventi che in modo prioritario devono essere realizzati con i proventi della “ecotassa” sono:
·      realizzazione di isole ecologiche
·      Attivazione di sistemi di raccolta Porta a Porta e di Prossimità
·      realizzazione di impianti di compostaggio di comunità
·      promozione del compostaggio domestico
·      incentivi economici per gli agricoltori che utilizzano compost di qualità
·      acquisto di lavastoviglie mobili da utilizzare nelle “ecofeste”
·      acquisto di cippatrici mobili da mettere a disposizione della cittaddinanza per la cippatura di ramaglie e potature


Promozione del compostaggio domestico


Una recente ricerca sulla propensione degli Italiani alla pratica del giardinaggio ha evidenziato che il 28,4% delle famiglie italiane si dedica regolarmente al giardinaggio.

Ipotizzando che questo dato sia valido anche per la popolazione ligure, in Liguria ci sono più di 220.000 famiglie, con 418.000 componenti, dedite al giardinaggio e alla cura dell’orto.

Tutte queste famiglie sono nelle condizioni pratiche (disponibilità di spazi verdi) e mentali, di utilizzare i loro scarti biodegradabili (scarti di cucina, sfalci, potature) per trasformarli, grazie a sistemi di compostaggio domestico, in terriccio, indispensabile per coltivare la loro passione.

In questo modo, dato che ogni componente di una famiglia dedita al compostaggio sottrae, mediamente, al ciclo dei rifiuti 51 chili all’anno dei propri scarti di cucina, la conversione al compostaggio domestico di gran parte delle famiglie liguri con “pollice verde” avrebbe l’effetto di una rapida sottrazione al ciclo dei rifiuti di quantità significative di scarti “organici”.

Se tutte le 220.000 famiglie liguri dedite al giardinaggio e all’orticultura praticassero anche il compostaggio, si può stimare che, ogni anno, 21.300 tonnellate di scarti di cibo che oggi finiscono in discarica, potrebbero essere trasformati in  compost.

Questa sola frazione (scarti di cibo) corrisponde a circa il 4 % dell’intera frazione di rifiuti biodegradabili prodotti annualmente nell’intera regione (circa 500.000 ton/anno).

Il rifiuto organico non prodotto dalle famiglie liguri potenzialmente vocate al compostaggio potrebbe essere certamente maggiore, in quanto nella loro compostiera o nel cumulo, finirebbero  anche gli scarti dell’orto e del giardino (foglie secche, sfalci, potature).

Nel 2012, nell’intera Regione, risultavano consegnate, tramite attività promozionali,  solo 36.000 compostiere.

Pertanto, solo il 16 % delle famiglie liguri potenzialmente predisposte al compostaggio, è stato convertito a questa pratica.

Le circa 4.000 famiglie che, nel 2013, hanno autocertificato di praticare il compostaggio nel Comune di Genova, dimostrano che questa pratica è realizzabile in ambito urbano con spazi verdi ricavati anche su terrazzi e balconi fioriti.

E anche in questo caso, con oltre 80.000 famiglie genovesi dedite al giardinaggio, ci sono ampi margini di un maggiore coinvolgimento al compostaggio urbano nel capoluogo ligure.

Per raggiungere rapidamente i massimi obiettivi di compostaggio domestico, la Regione Liguria, nel suo Piano per la Gestione dei Materiali Post Consumo, deve rendere obbligatorio, su tutto il territorio regionale, il riconoscimento della riduzione sulla Tassa-Tariffa Rifiuti a tutti i nuclei famigliari che autocertificano di fare regolarmente compostaggio e giardinaggio.

Attualmente, solo 60 comuni sui 235 presenti in Liguria, riconoscono uno sconto alle famiglie che autocertificano il compostaggio

L’entità della riduzione deve essere proporzionale ai costi di raccolta e di smaltimento evitati e deve essere stabilita ai livelli massimi possibili.

Per promuovere il compostaggio domestico e di comunità si ritiene prioritario che la Regione, in collaborazione con i Comuni, organizzi su tutto il territorio regionale, Corsi di Compostaggio Domestico, con frequenze regolari.

Ai fini della reale promozione del compostaggio si ritiene che sia meno efficace, come fino ad oggi si è fatto,  la consegna di compostiere che difficilmente per forma e volume utile, possono soddisfare tutte le necessità delle singole famiglie dedite al compostaggio. Ad esempio, le compostiere in commercio sono troppo piccole per chi ha un ampio appezzamento di terreno e inadatte per il compostaggio su terrazzo e balcone. I corsi, oltre ad insegnare tutti gli accorgimenti utili per ottenere rapidamente compost senza inconvenienti,  potrebbero fornire anche utili informazioni per auto costruire semplici compostiere con caratteristiche idonee alle singole esigenze.

I Corsi di Compostaggio saranno anche utili per famigliarizzare i Liguri con la raccolta differenziata della loro frazione organica e far comprendere il funzionamento delle semplici norme che riducono al minimo i disagi dello stoccaggio domestico di queste frazioni. I Corsi e la pratica del compostaggio potranno contribuire a vincere la naturale ripulsione a questa pratica (timore di cattivi odori, di attirare insetti, animali…) e, di riflesso, agli impianti  industriali di compostaggio e di digestione anaerobica che dovranno realizzarsi rapidamente su tutto il territorio regionale.

Promozioni di pratiche finalizzate alla riduzione della produzione di MPC


In attesa che la tariffazione puntuale si estenda a tutto il territorio regionale, i Comuni Liguri sono invitati dalla Regione ad applicare sconti sulla Tassa-Tariffa Rifiuti agli esercizi commerciali che, su loro autocertificazione, adottano buone pratiche finalizzate alla riduzione della produzione di rifiuti, ad esempio: ristoranti che offrono solo acqua in caraffa e danno la possibilità al cliente di portare a casa cibo non consumato (doggy bag), centri commerciali che mettono a disposizione del cliente prodotti alla spina e sfusi, centri commerciali che aderiscono a progetti tipo “Last Minute Market”…

Lo sconto ai ristoranti e ai centri commerciali dovrà essere proporzionale ai costi evitati per evitata raccolta e smaltimento.

La Regione Liguria, in collaborazione con le Aziende per l’Igiene Urbana, s’impegna a  realizzare studi finalizzati a valutare l’entità della riduzione di rifiuti di ciascuna di queste e di simili pratiche e dei corrispondenti risparmi economici per evitato trasporto e smaltimento.


Obbligo del passaggio alla raccolta Porta a Porta


E’ ampiamente documentato, anche nella realtà ligure, che gli unici metodi di raccolta dei Materiali Post Consumo, in grado di garantire un rapido raggiungimento di raccolte differenziate superiori al 65 % sono i sistemi di raccolta Porta a Porta e di Prossimità per vetro, plastiche miste e metalli, carta e cartoni e frazioni organiche.

Le stesse esperienze liguri hanno smentito la “leggenda metropolitana” che il Porta a Porta aumenti i costi. In realtà, tutti i Comuni Liguri che sono passati a forme di raccolta innovativi possono testimoniare che i maggiori costi della raccolta differenziata porta a porta e di prossimità sono ampiamente compensati dai costi di smaltimento evitati e dai compensi ottenuti dalla vendita dei materiali differenziati raccolti.

Il progetto Pilota proposto da Italia Nostra, Legambiente e Amici del Chiaravagna e realizzato dal Comune di Genova e AMIU nei quartieri di Ponte Decimo e Sestri ha ampiamente confermato che questo tipo di raccolta è realizzabile anche in contesti urbanisticamente complessi,  con buoni risultati quantitativi, con il 50% di RD raggiunto in pochi mesi, nonostante una ampia elusione totale: gli studi effettuati hanno verificato che oltre il 30% di famiglie e aziende coinvolte nel progetto non effettuava nessuna forma di differenziazione.

Percentuali così alte di elusione sono certamente riducibili con adeguati controlli, ma ancor più con una diffusione di questa pratica di raccolta su tutta la città.

Il progetto pilota di Genova ha anche verificato che in ambito urbano, a fronte di adeguate politiche di comunicazione e controlli, sono possibili più che accettabili qualità delle diverse frazioni separate, in particolare della frazione organica.

Per questi motivi, la Regione Liguria, alla scadenza degli attuali contratti, deve obbligare tutti i Comuni Liguri a passare a sistemi di raccolta Porta a Porta e di Prossimità.

 

Obbligo della Tariffazione Puntuale


E’ ampiamente documentato, eticamente corretto e tecnicamente realizzabile che con l’introduzione della Tariffazione Puntuale, proporzionale al numero di conferimenti delle frazioni secche non riciclabili, la produzione pro capite di Materiali post Consumo diminuisca sensibilmente e aumenti in modo significativo la percentuale di raccolta differenziata, a livelli ben superiori al 65%

Per questo motivo, la Regione Liguria, alla scadenza degli attuali appalti, obbliga tutti i Comuni liguri a introdurre la Tariffazione Puntuale che, in base al sistema di raccolta adottato (Porta a Porta e Prossimità), sarà a favore di singole attività commerciali e famiglie servite dal porta a porta oppure di singoli condomini che conferiranno le proprie frazioni secche non riciclabili in appositi cassonetti condominiali.


Per Italia Nostra, Sezione di Genova
Federico Valerio
Responsabile Gruppo di Lavoro
Sviluppo Durevole

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