mercoledì 5 dicembre 2012

Lettera da Taranto a Genova

Operai e cittadini di Taranto hanno inviato questa lettera aperta agli operai e ai cittadini genovesi.
La mia assoluta solidarietà agli amici di Taranto.

Operai, cittadini e mamme di Genova, siamo venuti a conoscenza, tramite giornali e televisioni nazionali, delle vostre proteste dovute alle notizie di messa in “libertà” degli operai dei vostri stabilimenti del gruppo ILVA. Sempre tramite i media abbiamo addirittura appreso di festeggiamenti dopo l’emanazione del decreto SALVA-ILVA.
Noi operai, cittadini e mamme di TARANTO vi poniamo alcune domande:
Come vi sentireste se a causa delle malattie dovute all’inquinamento molte donne fossero impossibilitate ad allattare i propri figli o addirittura fossero costrette a rinunciare alla maternità.
Come vi sentireste se le persone a voi più care, in particolare neonati e bambini, fossero colpite da patologie oncologiche e non, strettamente collegate all’inquinamento industriale.
Come vi sentireste se ai vostri figli venisse vietato, per ordinanza emessa dal sindaco a causa dell’inquinamento industriale, di giocare nei giardini pubblici.
Come vi sentireste se vietassero il pascolo delle vostre greggi per un raggio di 20 km e distruggessero mitilicoltura e pescicoltura poiché il terreno e il mare risultano contaminati in profondità di sostanze tossiche, se mutilassero così il vostro territorio delle sue risorse naturali ed economiche più peculiari, privando totalmente migliaia di famiglie del loro sostentamento e impedendo di fatto anche lo sviluppo futuro di lavoro alternativo.
Come vi sentireste voi operai se i primi ad essere colpiti dall’inquinamento industriale e dal ricatto occupazionale foste voi.
Ricordando che in un recente passato la vostra città ed i paesi limitrofi hanno dovuto lottare per i problemi sopra citati e che a seguito di queste lotte (portate avanti in particolare dal COMITATO DONNE DI CORNIGLIANO) i vostri diritti sono stati giustamente rispettati:
Chi meglio di voi può comprendere i nostri problemi?
Chiediamo con questo di moderare il vostro sentimento di gioia e di comprendere e possibilmente partecipare alle nostre iniziative di sensibilizzazione affinché i nostri DIRITTI vengano rispettati come lo sono stati i vostri.
Non dobbiamo pagare NOI insieme a VOI, con il ricatto occupazionale, una situazione che sappiamo bene da chi è provocata, ossia GRUPPO RIVA e STATO ITALIANO che devono farsi carico del reddito di tutti gli operai coinvolti, garantendo da subito un LAVORO PULITO, in tutti gli stabilimenti ILVA ITALIANI.
Pertanto, ribadiamo con forza, convinti di essere nel giusto e di incontrare la vostra solidarietà, il nostro NO al decreto legislativo denominato SALVA ILVA in quanto anticostituzionale e privo di risoluzione ai problemi occupazionali e di reddito, ambientali e di salute.
TARANTO a questo decreto che salvaguarda solo i profitti del GRUPPO RIVA risponderà con una manifestazione il 15 dicembre ed invita voi e chiunque voglia unirsi a sostenere questo corteo.

2 commenti:

  1. Grazie Federico per aver pubblicato questa lettera.

    Certo che siamo solidali con i tarantini, come non esserlo? Siamo solidali a Spezia, senz'altro lo sono a Vado e a Savona: siamo tutti inquinati da impianti industriali obsoleti, e inquieti per i danni potenziali che l'inquinamento quotidianamente può arrecare alla nostra salute e a quella dei nostri ragazzi.

    Se ci pensano bene, si rinfrescano la memoria e si documentano, sono certa che sono solidali con gli amici tarantinti anche i genovesi.

    Nel caso, questo documento di Federico Valerio può aiutare a capire http://speziapolis.blogspot.it/2011/09/la-chimica-ambientale-il-carbone-la.html#more

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  2. Comunque la revisione storica e' già in atto. Burlando, presidente della regione Liguria e sindaco di Genova quando i reparti a caldo della acciaieria Ilva impestavano la città dichiara che è stata la politica a fare gli accordi per spegnere questi reparti.
    Posso testimoniare, perché io c'ero, come perito del pubblico ministero, che senza l'intervento della magistratura che ha imposto la chiusura di cokeria e altiforni per palese violazioni delle leggi e altamente probabili danni alla salute, lavoratori e cittadini genovesi, in nome del lavoro a ogni costo e contro ogni legge, avrebbero continuato a respirare cancerogeni a pieni polmoni.
    È' il caso di ricordare che le inadempienze e le responsabilità dell'ILVA erano state evidenziate da almeno 10 anni,
    In tutto questo tempo la politica, Burlando in testa, ha preferito, non vedere e non sentire.

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