Su richiesta del Comitato di Lendinara (Rovigo), letti i documenti da loro ricevuti, ho scritto questa nota che potrebbe essere d'interesse ai tanti Sindaci d'Italia che, da qualche tempo a questa parte, stanno ricevendo curiose proposte per riscaldare scuole e piscine comunali.
Valutazioni preliminari sull'impatto ambientale e sanitario dell' impianto di turbo-espansione - cogenerazione finalizzato alla produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile da realizzarsi a Lendinara.
L'analisi della documentazione ricevuta ci ha lasciato molto perplessi sull'opportunità che, a tutela dei propri interessi e di quelli della cittadinanza, il Comune di Lendinara autorizzi questo impianto nella modalità proposta..
A nostro avviso questo progetto procurerà sicuri ed elevati vantaggi economici al proponente ma danni, altrettanto certi, al Comune di Lendinara e ai suoi abitanti.
Il danno più importante sarà quello di un maggiore inquinamento atmosferico, prodotto dalle emissioni dei motori diesel alimentati ad oli vegetali grezzi e dagli automezzi pesanti usati per il trasporto di questi oli.
E il maggiore inquinamento, rispetto all'attuale, inevitabilmente aumenterà il rischio di danni sanitari nella popolazione esposta alle ricadute degli inquinanti emessi dalla centrale a oli vegetali.
A parità di energia prodotta, un motore diesel alimentato ad oli vegetali produce una maggiore quantità di polveri sottili (PM10, PM2,5), rispetto a quelli emessi da un impianto di cogenerazione alimentato con lo stesso metano che si deve riscaldare per permetterne la riduzione di pressione.
Analoghe valutazioni si possono fare per le emissioni di Ossidi di azoto, un problema rilevante per tutti i motori diesel, in particolare per quelli alimentati con oli vegetali grezzi.
La scelta di riscaldare il metano utilizzando come combustibile oli vegetali non è affatto ecologica, ma motivata solo dagli incentivi pubblici garantiti per 15 anni, da una norma di legge approvata con singolare superficialità dal nostro governo.
Infatti la stessa riduzione delle emissioni di anidride carbonica, alla base delle motivazioni di questi incentivi, manca di una solida base scientifica.
Ad esempio, un corretto bilancio delle emissioni di gas clima-alteranti, realizzato con il metodo della Valutazione sui Cicli di Vita, dovrebbe valutare anche quanta anidride carbonica fossile è emessa nei processi di coltivazione delle piante aleaginose e durante l'estrazione e trasporto degli oli vegetali.
Solo sommando questi contributi, si vede come la combustione di biomasse vegetali non abbia affatto un bilancio neutro nelle emissioni di anidride carbonica, come superficialmente si afferma, invocando il ciclo del carbonio messo in moto dalla sintesi clorofilliana.
E nel caso in cui l'olio utilizzato a Lendinara, come è stato prospettato, possa derivare dalla coltivazione di palme, alberi piantati dopo abbattimento dell'originaria foresta tropicale, come avviene in Indonesia, il bilancio di gas serra sarebbe ancora peggiore. Infatti, numerosi studi prevedono che la produzione estensiva di olio di palma su terreni sottratti alla foresta, possa addirittura provocare un aumento delle emissioni di gas serra.
Questo evento è provocato dalla rapida mineralizzazione del carbonio organico, presente nel terreno delle foreste , a seguito del loro abbattimento e la messa a nudo del profondo strato di humus accumulatosi nel corso di decenni, se non addirittura di secoli.
Già ora l'Unione Europea si pone il problema dell'opportunità che i Paesi Membri possano incentivare la produzione di olio di palma a fini energetici, e in alcuni Paesi europei questa pratica è stata abolita.
Anche l'accordo che parte del calore prodotto con la combustione di oli vegetali, possa essere utilizzato dal Comune di Lendinara per riscaldare le sue scuole, non sembra affatto un buon affare.
Il Comune , a sue spese, dovrà realizzare le costose opere per il trasporto del calore in condotte isolate termicamente e quando dopo 15 anni l'impianto diventa di sua proprietà, il Comune di Lendinara oltre a dover gestire un impianto già vecchio, non avrebbe nessuna garanzia che alla scadenza dell' attuale periodo di incentivazioni garantite, queste incentivazioni, per i motivi accennati, siano ancora valide.
E sostituire l'attuale riscaldamento a metano delle scuole con il teleriscaldamento ad oli vegetali è, ancora una volta, un sicuro peggioramento della qualità dell'aria sul territorio comunale a danno degli alunni.
A nostro avviso, molto meglio per il Comune, investire nell' isolamento termico degli edifici scolastici e, se necessario, nell'efficenza termica dell'attuale impianto a metano.
A nostro avviso è l'efficenza energetica, con la permanente riduzione nell'uso di combustibili fossili, che si realizza la più efficace lotta alla riduzione delle emissioni clima-alteranti e delle emissioni tossiche dei processi di combustione.
Dr. Federico Valerio
Chimico Ambientale
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