Le notizie che arrivano dalla Cina meritano attenzione in quanto potrebbero essere il costo oscuro del loro e nostro modello di sviluppo.
In Cina, nel 1996, ogni 1000 nati si registravano 8,77 malformazioni. Nel 2010 ogni 1000 bambini/e nati in quel paese, 15 risultavano malformati. Un aumento del 70,9%!
La fonte di questi drammatici numeri è assolutamente ufficiale: il Rapporto sullo stato di salute di donne e bambini pubblicato a settembre di quest'anno.
In parte, questo incremento può essere dovuto ad una migliore registrazione dei dati, ma il fatto che la maggiore incidenza di malformazioni si registri nelle regioni cinesi maggiormente inquinate ed in particolare presso miniere di carbone e ferro, lascia pochi dubbi che l'inquinamento dell'ambiente e di conseguenza del cibo possa essere uno dei principali fattori di questa nuova strage degli innocenti.
La Cina è un paese di forti contrasti e se è vero che la crescita esponenziale del suo prodotto interno lordo si accompagna ad un pesante inquinamento ambientale è pur vero che moltissimi studi sull'entità e le cause dell'inquinamento ambientale si svolgono in Cina, a cura di ricercatori Cinesi.
E così leggendo questi articoli si scopre che gran parte dei nostri scarti elettronici ( cellulari, computer..) sono "riciclati" in Cina, con tecniche primitive, quali quella di dare fuoco ai cavi elettrici per recuperare il prezioso rame.
Peccato che durante la combustione della guaina di plastica (di solito in PVC) si liberino quantità incredibili di diossine.
Ma la cosa peggiore è che questa pratica avviene nei pressi di allevamenti di gamberetti e pesci.
E visto il mercato globale, non mi stupirei se la contaminazione prodotta, a causa dei nostri metodi scriteriati di riciclo dei RAEE (Rifiuti Apparecchiature Elettroniche e Elettriche), ci ritornasse nei nostri piatti, magari con il marchio Made in Italy, formalmente corretto, in quanto l'alimento finale è stato si prodotto in Italia, ma con materie prime provenienti da tutto il mondo, Cina in testa.
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