La rivista scientifica (Environmental Science and Technology) che ospita l'articolo è di tutto rispetto. Un motivo di più perchè le conclusioni di questo articolo non piacciano alla Novamont che sta riempiendo con le sue borsine "biodegradabili" tutti i centri commerciali italiani.
In sintesi, i sacchetti biodegrabili, una volta che vanno in discarica si degradano molto velocemente e questo non è una buona notizia per il clima del Pianeta perchè il principale prodotto di degradazione è metano che ha un effetto clima-alterante dieci volte maggiore dell'anidride carbonica, il normale prodotto di biodegradazione degli scarti organici.
Questa notizia potrebbe essere letta come far parte della serie " a voi ambientalisti non va mai bene niente".
La realtà è che scelte verdi solo di facciata, come le borsine biodegradabili, per definizione non sono ecologiche.
Ribadisco che la soluzione corretta per portare a casa la spesa è quella di vietare la disponibilità, presso negozi e centri commerciali, di qualunque borsina "usa e getta", in modo che tutti, quando vanno a fare spesa si devono portare dietro la loro borsa riutilizzabile. Solo nei casi di emergenza e per le persone distratte, alla cassa possono essere vendute borse non griffate realizzate con materiali resistente, da riusare più volte e da pagare con IVA maggiorata, i cui proventi devono interamente essere usati per incentivare il riciclo.
Per quanto riguarda i biopolimeri, le bioplastiche, questi si devono usare per confezionare alimenti e rigorosamente si devono compostare dopo l'uso, insieme ai residui di cibo che hanno contenuto. Nel compostaggio, la produzione di metano è molto bassa (nulla in un compostaggio realizzato a regola d'arte) e una buona percentuale di carbonio presente nell'organico resta nel compost e, senza far danni, rimane segregato nei campi dove il compost dovrà essere utilizzato.
Questo significa che in Italia si potrà dare via libera agli imballaggi in biopolimeri solo quando ogni Ambito Territoriale Ottimale (vedi Province:-)) avrà organizzato la raccolta differenziata dell'organico e avrà almeno un impianto di compostaggio in funzione.
Altra condizione, affinchè il mutamento non sia solo di facciata è che, per la confezione di alimenti sfusi, cessi l'uso di imballaggi realizzati con plastiche di sintesi ( vaschette in polistirolo). Questa scelta è fondamentale affinchè nella differenziazione non si mescolino imballaggi biodegradabili con imballaggi non biodegradabili, evento che inevitabilmente costringe a mandare tutto al solito inceneritore.
Per facilitare questa transizione, se fossi al governo, toglierei ogni incentivo agli inceneritori di rifiuti e di biomasse, e per dieci anni, tempo necessario per ammortizzare gli investimenti, devolverei questi danari al compostaggio e all'uso agricolo del compost.
Tutto il resto è "fumo negli occhi" per far sentire buoni e politicamente corretti i consumatori.
Nell'attuale situazione, l'obiettivo principale di chi ci governa è che il "popolo" continui a consumare sempre di più e senza farsi tante domande!
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