Il Niger è l'unico paese africano che, negli ultimi 30 ann,i ha aumentato la sua superfice di foreste.
Non è una buona notizia, perchè vuol dire che in tutti gli altri paesi africani la foresta è diminuita; ma è anche una buona notizia perchè significa che esiste la soluzione per invertire questo drammatico andamento.
Per cercare di capire cosa sta succedendo in questo continente, cerco di raccontarvi in sintesi il rapporto dei contadini africani con la loro foresta pluviale. E' un rapporto di atavico odio: gli alberi devono essere abbattuti per far posto alle coltivazioni e al pascolo; gli alberi sono una presenza infestante, al massimo utili come legna da ardere.
Ovviamente semplifico molto, ma questo tipo di sentimenti è alla base della continua deforestazione africana.
E come sapete, deforestazione è sinonimo di numerose altre disgrazie quali desertificazione, siccità, perdita della fertilità e in definitiva, fame e emigrazione forzata e clandestina...
Negli anni '80, in Niger, dopo l'ennesima grave carestia, è successo qualche cosa di rivoluzionario; alcuni contadini hanno pensato che forse era meglio lasciar crescere gli alberi che, in modo spontaneo, nascevano nei fossi che tradizionalmente sono scavati in mezzo ai campi per raccogliere ed utilizzare la scarsa acqua piovana.
Questa pratica, all'inizio fu molto criticata dagli altri contadini, in quanto la tradizione voleva che questi alberi fossero sradicati da piccoli. ma quando, dopo qualche anno, questi stessi contadini videro che all'ombra degli alberi, o meglio nel concime prodotto con le foglie e grazie al microclima dei boschi, il raccolto era migliore e che dagli alberi, con una attenta potatura, si produceva e vendeva legna da ardere, la nuova pratica di coltivazione si estese rapidamente nel Niger, ma anche nel Chad, nel Burghina Fasu, in Etiopia, nel Mali.
Oggi, 30.000 chilometri quadrati di Africa hanno visto crescere nuovi alberi grazie a questa tecnica che è stata battezzata " Farmed Managed Natural Regeneration".
La cosa più interessante che questa "scoperta" è la riedizione in chiave africana di una antichissima pratica forestale da millenni applicata con successo in Europa, ovvero la pratica del bosco ceduo.
Nella versione europea, si tagliano gli alberi, ma da alcuni ceppi, adeguatamente distribuiti sul terreno, si lasciano crescere nuovi polloni dai quali, con un utilizzo sostenibile, a densita di biomassa costante, si recupera legname per manufatti e legna da ardere.Insomma, niente di nuovo sotto il Sole, se a prevalere sono intelligenza, sobrietà, rispetto degli equilibri naturali.
Nessun commento:
Posta un commento