giovedì 16 luglio 2009

Merita il Viaggio

DSC02144Vi consiglio di andare in Provenza e visitare il Pont de Gard, l'acquedotto romano che scavalca le "gorge" del fiume Gard.

Non a caso questo monumento è nell'elenco degli oggetti tutelati dall'UNESCO, in quanto patrimonio dell'umanità.

E' un manufatto  realizzato nel 60 AC e faceva parte dell'acquedotto lungo 50 chilometri che riforniva di acqua la città di Nimes. Lo stato di conservazione è stupefacente, ma ancora più stupefacente è la cura della Francia per questo sito.

L'accesso al ponte è solo pedonale e da lì, a vista d'occhio, non si vede altro manufatto che il ponte. Sotto le arcate, in mezzo alle bianche rocce di calcare scorrono le acque limpide del Gard. Lungo la riva, tanta gente che fa il bagno, molte canoe che affrontano le rapide, ma non c'è un chiosco, una cabina, un ristorante, a "valorizzare" il sito.

L'accoglienza, con tutti i servizi, è a qualche centinaio di metri, ben nascosta dalla macchia mediterranea.

L'attenzione al sito è nei piccoli particolari: fari per l'illuminazione notturna poco invasivi ( a LED ?), bidoni dei rifiuti a scomparsa. Ma il particolare più interessante si trova nella fitta copertura boscosa:  non si vede una robinia, neppure a pagarla.

Non è un caso. La cura del sito è quello di restituire il paesaggio di 2030 anni or sono, ovvero solo macchia mediterranea e piante importate dai romani quali l'ulivo. E la robinia è una pianta invasiva estranea fino a qualche decennio or sono al paesaggio mediterraneo.

Insomma, un grazie di cuore ai Francesi!  Qui e in gran parte del loro  paese dimostrano che si può rispettare il paesaggio senza rinunciare ad un intelligente sviluppo turistico che fissa, e fa rispettare, precise regole di tutela.

Mi viene da pensare come sarebbe la piana dei templi di Agrigento, se gli Angioini ( Francesi) non fossero stati scacciati da quelle terre con i vespri siciiliani :-)


venerdì 10 luglio 2009

Il Doggy Bag della Signora Obama

Volutamente ho ignorato il G8 dell'Aquila; mi è bastato avere assistito a qualche episodio marginale di quello che è successo a Genova.


Tuttavia non posso ignorare  quello che le cronache riferiscono sulla signora Obama, durante la sua visita a Roma: alla  fine di una cena  privata in un ristorante romano, la first lady ha elegantemente chiesto che le facessero un pacchetto di quello che era avanzato  e che  avrebbe finito in albergo, con i suoi figli.


E' quello che gli americani chiamano Doggy Bag, il fagottino per il cane, un'elegante scusa per evitare sprechi di cibo.

Ricordo che quando si andava a mangiare fuori era "creanza"  lasciare qualche cosa nel piatto di portata; mia nonna, napoletana, lo chiamava  lo "scuorno", la vergogna.

Non è mia usanza lasciare niente nel piatto e non mi vergogno di fare delle accurate scarpette, quando il sugo merita.

Comunque vediamo di prendere tutti questa bella abitudine e, a fine pranzo, se proprio non ce la fate a finire spaghetti allo scoglio e  Dolcetto, chiedete al cameriere di mettere tutto in un pacchetto da portare a casa. E se proprio vi vergognate avete una buona scusa:  " Sa, abbiamo il cane ..."