mercoledì 5 novembre 2008

Aspettando Obama

Non mi faccio grandi illusioni, ma l'elezione di Obama a Presidente degli Stati Uniti potrebbe avere un effetto determinante nelle scelte energetiche del suo paese e di riflesso del resto del mondo.

Obama non è certamente un filonuclare sfegatato (alla Scaiola , tanto per capirci), pensa che le emissioni di gas serra siano un serio problema da contrastare, crede nell'efficenza energetica e nelle fonti di energia rinnovabile.

Pertanto, ci sono tutte le possibilità perchè gli Stati Uniti rispolverino un progetto rivoluzionario, che stupidamente Clinton, a suo tempo, aveva bloccato. Si tratta di questo.

Si converte l'energia solare  in biodiesel coltivando alghe opportunamente selezionate (niente OGM)  alimentate con anidride carbonica e ossidi di azoto provenienti da fumi di processi di combustione e con il fosforo presente in acque reflue da impianti di depurazione.

Le rese di biodiesel per ettaro sono elevatissime e, come avete capito, con questa soluzione si prendono un bel pò di piccioni con un'unica fava: alta efficenza energetica (il calore dei fumi è usato per essiccare le alghe),  produzione di combustibili rinnovabili a basso impatto ambientale (assenza di zolfo),  produzione di composti utili ricavabili dalla alghe (carotenoidi, oli omega 3), riduzione delle emissioni di gas serra, riduzione dell'inquinamento da ossidi di azoto e delle polveri sottili secondarie ad essi associato. E' quasi certo che l'attività biologica delle alghe e degli altri microorganismi presenti nel brodo di coltura possano biodegradare composti tossici presenti nei fumi,  come gli idrocarburi policiclici aromatici e diossine e non mi sento di escludere che il gorgogliamento dei fumi nella colture di alghe possa ridurre drasticamente anche l'immissione di nanopolveri in atmosfera.

Un'altro vantaggio della coltivazione delle alghe a scopo energetico  è che  le superfici per la coltivazione possono anche essere verticali, in tubi in vetro o in plastica e la produzione e la raccolta delle alghe si può fare anche in piccoli impianti, quasi a livello domestico. e ovviamente l'uso energetico delle alghe non interferisce con la produzione agricola a scopo alimentare.

Un'ulteriore vantaggio economico di questa scelta è che l'uso del biodiesel da alghe si può avvalere degli incentivi dei certificati verdi e dei crediti di carbonio.

Molte delle cose che qui vi racconto sono state verificate sperimentalmente e sono state ampiamente documentate.

Perchè non se ne è fatto nulla?

Il motivo è che l'amministrazione Clinton ha giudicato troppo costoso il processo; pensate , il biodiesl da alghe sarebbe costato uno sproposito :-), da 40 a 60 dollari a barile!

Postato da: federico46 a 09:25 | link | commenti (5)
ambiente e salute, biomasse


Commenti:
#1  05 Novembre 2008 - 14:22
 
Molto interessante. Dove posso reperire una bibliografia o gli articoli relativi? Molte grazie. Massimiliano
utente anonimo
#2  05 Novembre 2008 - 21:43
 
Nemmeno io mi faccio troppe illusioni...ma come si dice: la speranza è l'ultima a morire.
Incrociamo le dita e speriamo bene!!

Giulia - Bs
utente anonimo
#3  06 Novembre 2008 - 09:24
 
Gent.mo Dr. Valerio, mi chiamo Adriano, faccio parte del Meetup "Amici di Beppe Grillo di Brescia". Seguo sempre con piacere i suoi preziosi consigli e spero possa tornare presto a trovarci a Brescia.

Ora, avrei una domanda da porle.
Nel gennaio scorso, la rivista "Scientific American" ha pubblicato un articolo che ho trovato molto interessante, al riguardo della produzione di energia elettrica da pannelli fotovoltaici. L'articolo è stato poi riproposto nell'edizione italiana della rivista, "Le Scienze".
Le riporto il testo, reperibile in internet a questo indirizzo: http://lescienze.espresso.repubblica.it/articolo/Il_grande_piano_solare/1324927

"Il grande piano solare
Le Scienze, marzo 2008, n.475

Un gigantesco progetto per sfruttare l'energia solare potrebbe dare agli Stati Uniti l'indipendenza dal petrolio estero e tagliare le emissioni di gas serra. Di Ken Zweibel, James Mason e Vasilis Fthenakis

Una massiccia conversione degli impianti a carbone, petrolio, gas naturale e nucleare in impianti a energia solare potrebbe fornire il 69 per cento dell'elettricità e il 35 per cento dell'energia degli Stati Uniti entro il 2050. Il progetto richiede la realizzazione di una grande distesa di celle fotovoltaiche nel sud-ovest del paese. L'energia in più prodotta di giorno potrebbe essere immagazzinata in aria compressa in caverne sotterranee, disponibile per la notte. Sarà inoltre necessario costruire centrali solari a concentrazione, e una nuova infrastruttura a corrente continua per distribuire l'elettricità solare in tutto il paese. Ma il finanziamento del progetto richiede sovvenzioni per 420 milioni di dollari tra il 2011 e il 2050."

Le chiedo cortesemente un parere in merito.
Chiudo con una riflessione: se la cifra citata nell'articolo - 420 milioni di dollari (325 milioni di euro al cambio attuale) di finanziamento in 40 anni - corrisponde al vero, fa male al cuore pensare che in meno di dieci anni lo Stato italiano abbia finanziato l'inceneritore di Brescia (che fornisce energia elettrica ad un terzo della città, non del Paese...) con una somma superiore ai 450 milioni di euro.

A presto e continui così!
Adriano
utente anonimo
#4  06 Novembre 2008 - 12:20
 
Ho citato e commentato l'articolo di Le Scienze di cui parli, nel post del 13 aprile 2008 (Nucleare addio).
Buona lettura
Utente: federico46 Contattami Guarda il mediablog (foto, audio e video) di questo utente. federico46
#5  09 Novembre 2008 - 20:43
 
A proposito di Obama e MPC.

In un passaggio del programma del neoeletto presidente (gruppo Reduce Reuse Recycle) si dice: "Ridurre quantità e tossicità dei rifiuti che produciamo. Riutilizzare contenitori e prodotti; riparare ciò che si è rotto, oppure donarlo a chi è in grado di ripararlo. Riciclare il più possibile, includendo l'acquisto di beni prodotti con materiali riciclati. Io penso che dobbiamo approvare norme federali, con scadenze realistiche, che impongano a tutti gli stati di riciclare plastica, alluminio, carta, etc., lavorando ad un processo incrementale che ci porti al traguardo zero sprechi (zero waste). Andiamo! Tutte le specie animali, eccetto l'uomo, lo attuano tutti i giorni. Non siamo forse noi la specie più evoluta?". Non ho tradotto "zero waste" con "rifiuti zero" solo per una mia mania di attribuire a "waste" un significato più ampio della ns. definizione tecnica e legale di rifiuto, per sottolineare lo spreco delle risorse, materiali ed energetiche, che non si sa come gestire e quindi non vengono reimpiegate utilmente.
Prescindendo totalmente dal mio orientamento personale e dalla reale volontà politica, cosa potrei dire dal punto di vista puramente ingegneristico? Yes, he can!

Massimiliano - TO

http://my.barackobama.com/page/group/ReduceReuseRecycle group profile
utente anonimo

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