La grande richiesta di grano, la scoperta di un vomere di acciaio in grado di dissodare queste terre, l'uso delle prime macchine a vapore per l'agricoltura, trasformarono rapidamente le praterie in terre arate, coltivate intensamente a grano.
Era l'inizio di uno dei più gravi disastri ecologici che l'umanità moderna abbia sperimentato.
Il basso contenuto di sostanza organica delle praterie, la profonda e continua aratura, la sparizione del manto erboso protettivo, l'aridità del clima, trasformarono presto la terra, in polvere impalpabile e nel 1930, solo dopo sessant'anni dell'avvio della "rivoluzione" agricola, un lungo periodo di siccità e i forti venti che caratterizzano queste pianure furono all'origine del disastro, denominato Dust Blow. Per giorni e giorni la polvere oscurò il Sole, penetrò dappertutto, coprì tetti e strade e, alla fine 400.000 agricoltori furono costretti ad abbandonare le loro terre, ormai sterili, per aggiungersi alla schiera di disperati della Grande Depressione che, non a caso, in quegli stessi anni colpiva gli Stati Uniti.
In parte la lezione è stata imparata. Oggi, negli Stati Uniti sono sempre più numerosi gli ettari di terreno coltivati senza aratura ( No tillage), una tecnica agricola che mantiene una copertura vegetale al suolo, che richiede minori lavorazioni, ma che ha la contropartita di un uso intensivo di erbicidi.
E dagli Stati Uniti, che coltivano senza aratura 5,6 milioni di ettari, la tecnica si è diffusa in altri luoghi ( America Latina ) e oggi sono 95 milioni di ettari che nel Mondo non vedono passare su di loro i grandi aratri.
Postato da: federico46 a 08:50 | link | commenti
ambiente e società
Piedi a Terra. 3^ parte: Amazzonia
Nel 1542, Francisco de Orellara esplora il bacino del Rio delle Amazzoni e così descrive i luoghi che vede:" Si potevano vedere grandi bianche città scintillanti.. molte strade che andavano all'interno..e a fianco di queste c'è una terra fertile come nella nostra Spagna..".
Nei secoli successivi queste descrizioni furono dimenticate e tutti, fino a pochi anni or sono, ritenevano il bacino del Rio delle Amazzoni una giungla inospitale.
Con l'attuale tecnica di tagliare e incendiare la foresta pluviale, si riescono ad ottenere solo scarsi raccolti e presto il sole e la pioggia, rendono sterile il terreno liberato.
Ma Francisco de Orellara non aveva avuto le visioni; scavi archeologici hanno trovato nella foresta amazzonica i resti di grandi e complesse città. Ma che cosa mangiavano i loro abitanti, se la terra delle amazzoni è cosi avara?
La risposta è venuta alla fine del 1800 quando, lungo il Rio delle Amazzoni e i suoi affluenti, sono stati trovati tanti piccoli appezzamenti di terreno (2 ettari l'uno) che avevano singolari caratteristiche: il terreno fino a due metri di profondità era nero, con numerosi frammenti di terracotta e di una fertilità prodigiosa. Era la Terra Preta de Indio , la Nera Terra degli Indios, certamente un artefatto umano, realizzato da popolazioni native, tra 500 e 2500 anni prima di Cristo.
Il colore di questa terra era dovuto all'abbondante ed intenzionale presenza di carbone di legna e proprio il carbone è il segreto della fertilità, rimasta alta ed inalterata per secoli e oggi utilizzata dalle popolazioni locali per produzioni agricole inimmaginabili nei "pallidi" terreni circostanti
E il segreto della fertilità è proprio il carbone che nei suoi pori ospita una grande popolazione di microorganismi che degradano le sostanze organiche e che rilascia lentamente le sostanze nutrienti così prodotte.
Insomma tutto fa pensare che le Terra Preta siano della antiche discariche controllate :-), una forma di compostaggio sul campo, grazie alle quali grandi popolazioni pre colombiane si sono sfamate e che ancora oggi, con solo alcuni mesi di riposo, riescono a recuperare l'originaria fertilità in modo da offrire ortaggi sani ed in abbondanza agli indios che hanno ripreso a coltivare, dopo secoli, i campi fertili realizzati dai loro antichi e sconosciuti antenati.
E questo è un insegnamento anche per noi occidentali e un suggerimento per contrastare la crescita di anidride carbonica dell'atmosfera. La quantità di carbonio sequestrata dalle Terre Nere è elevatissimo, una vera e propria spugna assorbi carbonio che dona cibo e limita drasticamente le emissioni di gas serra.
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