Ovviamente, dati e considerazioni dell'articolo vanno bene anche per il resto d'Italia. Buona lettura.
Il valore della rumenta.
Federico Valerio
Presidente Italia Nostra, sezione di Genova
I progetti pilota di raccolta differenziata “Porta a Porta” avviati a Sestri e Ponte X, hanno anche l’obiettivo di far comprendere ai Genovesi, ma ancor di più ai nostri amministratori pubblici, quanto vale la nostra “rumenta”, prima che carta, vetro, metalli, plastiche e umido, mescolati tutti insieme diventino un rifiuto da smaltire.
Quanti genovesi sanno che una tonnellata di sacchetti per la spesa e di bottiglie di plastica, se ben separata dal resto degli scarti famigliari, vale 262,12 € ?
Si tratta di un valore vero, soldi che il Consorzio Nazionale Imballaggi (CONAI) paga ai Comuni che fanno una buona raccolta differenziata. E altrettanto danaro vero arriva nelle casse comunali per ogni tonnellata di vetro, carta , cartoni, legno, alluminio, ferro, raccolti con sistemi di raccolta differenziata di qualità.
Peraltro il danaro che il CONAI può erogare, è messo a disposizione dagli stessi cittadini che, tutte le volte che comprano una merce imballata, pagano una tassa sull’imballaggio pari a 70 € a tonnellata. Se ne parla poco, ma è proprio così.
Questo significa che solo per i sacchetti della spesa e per le bottiglie di plastica, che ogni anno sono usati e gettati (650.000 tonnellate), gli Italiani mettono nelle casse del CONAI 45,5 milioni di euro.
Ma questo significa anche che, ogni tonnellata di sacchetti e bottiglie di plastica buttate in mare o nelle discariche, equivale a buttare letteralmente in mare o nella discarica cartamoneta per un valore di 262 € !
I sistemi di raccolta avviati a Sestri e Ponte X permettono di evitare questo spreco colossale, che oggi avviene anche Genova, con il suo misero 17% di raccolta differenziata.
Passare dalle campane ai sistemi di raccolta differenziata condominiale avviati a Sestri e Ponte X permetterà di intercettare elevati flussi di materiali post consumo di qualità, finalizzati al riciclo e che saranno ben pagati dal CONAI.
Uno studio effettuato da Italia Nostra con la partecipazione di 100 famiglie italiane, ha dimostrato che una famiglia adeguatamente informata e motivata riesce, senza particolari problemi, a separare più dell’80% dei propri scarti, con caratteristiche conformi alle richieste del mercato del riciclo.
Questo dato trova conferma nei tanti comuni (Varese, Cinisello Balsamo, Montebelluna, Capannori…) e quartieri di grandi città (Reggio Emilia, Roma, Torino, Bari…) che hanno già adottato il sistema di raccolta Porta a Porta, con raccolte differenziate superiori al 60% e con punte dell’ 80% (Consorzio Priula, nel Trevigiano).
Questo significa che una famiglia di tre persone, in media, riesce a differenziare 453 chili all’anno dei propri scarti, che in base alla composizione vale, per il CONAI, 53 €.
Se poi si calcola che i circa 150 chili di organico che la stessa famiglia può separare, trasformati in compost valgono altri 12 €, si raggiunge un valore commerciale dei materiali post consumo separati e riclicabili pari a 65 € per famiglia. Ma il conto non finisce qui.
Tutto quello che si ricicla non deve essere smaltito e visto che smaltire una tonnellata di rifiuti costa in media 90 €, la fatica della nostra famigliola tipo, per separare alla fonte i propri scarti, vale altri 40 € per mancate spese di smaltimento. E in totale, il guadagno e il risparmio indotto, grazie all’impegno di questa famiglia riciclona vale 106 € all’anno.
E’ un valore economico che non si può ignorare nella stima della Tariffa di Igiene Urbana (TIA) da far pagare ai genovesi: chi fa raccolta differenziata e produce meno rifiuti, deve pagare meno di chi non fa raccolta differenziata e produce più rifiuti.
E questa giustizia fiscale è resa possibile proprio dai sistemi di raccolta differenziata condominiale ( Portone a Portone) che si stanno sperimentando a Genova.
Il modo più semplice, rapido ed economico è quello di applicare ai condomini, una tariffa che sarà anche proporzionale al volume del cassonetto condominiale per l’indifferenziato non riciclabile che lo stesso condominio decide di adottare. Ovviamente l’accesso ad ogni cassonetto sarà riservato al proprio condominio di riferimento. E’ quello che già si fa con successo in altre città italiane: provare per credere.
Postato da: federico46 a 08:07 | link | commenti (5)
ambiente e salute
Commenti:
il SECCO residuo, con un centro come Vedelago si può riutilizzare, risparmiando ulteriormente sulla tariffa. Basta che il Comune di Genova faccia un investimento in tal senso.
Un altro centro come Vedelago è in costruzione nel nord della Sardegna con 14 comuni partner dell'impianto (non a caso limitrofo a dove con la Rete nazionale abbiamo contribuito a impedire l'inceneritore di Ottana)
Allego una cosa scrittami da Gianluigi Salvador, con una piccola integrazione personale:
L'ultima definizione legislativa di Raccolta Differenziata.
Da G.Salvador, settore energia e rifiuti wwf veneto
RACCOLTA DIFFERENZIATA
(Dal "Correttivo Ambientale" Dlgs n.4/2008 art 183 del Codice Ambientale Dlgs n.152/2006 )
“Raccolta idonea a raggruppare i rifiuti urbani in frazioni merceologiche omogenee compresa la frazione organica umida, destinate al riutilizzo, al riciclo ed al recupero di materia.
La frazione organica umida è raccolta separatamente o con contenitori a svuotamento riutilizzabili o con sacchetti biodegradabili certificati”.
In tale definizione non rientra come obiettivo della RD il "recupero di energia", per cui occorre procedere alla RD spinta per:
ridurre la produzione, riusare, riciclare e recuperare tutta la materia, secondo la definizione data.
Infatti la "frazione secca residua" talvolta erroneamente chiamata "frazione residua non riciclabile" o "frazione secca non riciclabile", alla luce delle attuali pratiche migliori è totalmente, o quasi totalmente (salvo qualche decimo di frazione), riciclabile.
************************
Un forte e concreto avallo alla nuova definizione da operare territorio per territorio, ognuno quota parte per la risoluzione di un problema ormai nazionale.
(l’intera Regione Veneto con queste pratiche è al 49% di raccolta differenziata)
Roberto
www.buonsenso.info
Un altro centro come Vedelago è in costruzione nel nord della Sardegna con 14 comuni partner dell'impianto (non a caso limitrofo a dove con la Rete nazionale abbiamo contribuito a impedire l'inceneritore di Ottana)
Allego una cosa scrittami da Gianluigi Salvador, con una piccola integrazione personale:
L'ultima definizione legislativa di Raccolta Differenziata.
Da G.Salvador, settore energia e rifiuti wwf veneto
RACCOLTA DIFFERENZIATA
(Dal "Correttivo Ambientale" Dlgs n.4/2008 art 183 del Codice Ambientale Dlgs n.152/2006 )
“Raccolta idonea a raggruppare i rifiuti urbani in frazioni merceologiche omogenee compresa la frazione organica umida, destinate al riutilizzo, al riciclo ed al recupero di materia.
La frazione organica umida è raccolta separatamente o con contenitori a svuotamento riutilizzabili o con sacchetti biodegradabili certificati”.
In tale definizione non rientra come obiettivo della RD il "recupero di energia", per cui occorre procedere alla RD spinta per:
ridurre la produzione, riusare, riciclare e recuperare tutta la materia, secondo la definizione data.
Infatti la "frazione secca residua" talvolta erroneamente chiamata "frazione residua non riciclabile" o "frazione secca non riciclabile", alla luce delle attuali pratiche migliori è totalmente, o quasi totalmente (salvo qualche decimo di frazione), riciclabile.
************************
Un forte e concreto avallo alla nuova definizione da operare territorio per territorio, ognuno quota parte per la risoluzione di un problema ormai nazionale.
(l’intera Regione Veneto con queste pratiche è al 49% di raccolta differenziata)
Roberto
www.buonsenso.info
utente anonimo |
Caro Roberto
le analisi merceologiche delle diverse frazioni di materiali post consumo ottenute con esperienze avanzate di porta a porta, compreso il Priula, ci dicono senza ombra di dubbio che non è definibile secco residuo, in quanto contiene ancora frazioni importanti di umido putrescibile, per la semplice ragione che non si riesce a far fare la separazione spinta al 100% dei soggetti coinvolti. Inoltre organizzare il porta a porta in una città di 600.000 abitanti come Genova, richiede come minimo due-tre anni e una risposta durante questo tempo bisogna darla.Questo per dire che , a mio avviso è troppo semplicistico pensare che il sistema Vedelago sia la soluzione definitiva, Il sistema Vedelago, al momento funziona bene sulla raffinazione delle diverse frazioni secche raccolte con la differenziata e recupera per il riuso e il riciclo gran parte delle plastiche post consumo.
L'aspetto più interessante di questa azienda è quella che si è messa in grado di sintonizzarsi con le esigenze delle aziende del riciclo e questo, nel panorama nazionale è un evento epocale.
Al momento a Vedelago manca il necessario pre trattamento biologico.
Che piaccia o no, un metodo di trattamento meccanico biologico, a valle di una raccolta differenziata spinta finalizzato a massimizzare il riuso e il riciclo di quello che sfugge alla raccolta differenziata è la vera unica risposta.
Non sono a conoscenza di impianti con queste caratteristiche. Ma questa può essere benissimo una mia lacuna.
le analisi merceologiche delle diverse frazioni di materiali post consumo ottenute con esperienze avanzate di porta a porta, compreso il Priula, ci dicono senza ombra di dubbio che non è definibile secco residuo, in quanto contiene ancora frazioni importanti di umido putrescibile, per la semplice ragione che non si riesce a far fare la separazione spinta al 100% dei soggetti coinvolti. Inoltre organizzare il porta a porta in una città di 600.000 abitanti come Genova, richiede come minimo due-tre anni e una risposta durante questo tempo bisogna darla.Questo per dire che , a mio avviso è troppo semplicistico pensare che il sistema Vedelago sia la soluzione definitiva, Il sistema Vedelago, al momento funziona bene sulla raffinazione delle diverse frazioni secche raccolte con la differenziata e recupera per il riuso e il riciclo gran parte delle plastiche post consumo.
L'aspetto più interessante di questa azienda è quella che si è messa in grado di sintonizzarsi con le esigenze delle aziende del riciclo e questo, nel panorama nazionale è un evento epocale.
Al momento a Vedelago manca il necessario pre trattamento biologico.
Che piaccia o no, un metodo di trattamento meccanico biologico, a valle di una raccolta differenziata spinta finalizzato a massimizzare il riuso e il riciclo di quello che sfugge alla raccolta differenziata è la vera unica risposta.
Non sono a conoscenza di impianti con queste caratteristiche. Ma questa può essere benissimo una mia lacuna.
Io mi permetto di dire qualcosa, visto che ho l'esperienza dei cassonetti condominiali. Il cassonetto condominiale risulta anonimo (e fallimentare) e purtroppo ci finisce dentro di tutto, perchè ci sono famiglie che la raccolta differenziata non la fanno e non si sa chi siano. E poi così non si può mettere una tassa sul rifiuto a peso: paghi solo per la roba non riciclabile (se non erro).
Gemma
Collebeato (Bs)
Gemma
Collebeato (Bs)
utente anonimo |
Propongo a tutti quelli che leggono di dare qualcosa al dott. Montanari che non ce la fa più (basterebbero 3,33€ a testa per la cifra da raggiungere). Vogliono sottrargli l’indispensabile microscopio che gli consente di fare un lavoro che rema contro tanti interessi pecuniari politici.
http://www.stefanomontanari.net
Gemma
http://www.stefanomontanari.net
Gemma
utente anonimo |
Montanari merita ogni aiuto per quanto ha dato finora. In rete è parere abbastanza unanime, sui grandi media si spingono altri interessi.
Prof.Valerio, proprio sabato si discuteva di tecnologie (non sono certo un esperto di tecnologie, di TMB è sempre bene parlare con persone come Ercolini, Caldiroli, Rosso etc), e alla fine si è giunti all'idea che la filera vada organizzata con una integrazione dei vari sistemi a freddo. Vedelago compreso.
Sotto una percentuale di organico Vedelago lavora ancora bene ottenendo una sabbiella che rispetta gli standard.
Il problema vero a quanto mi diceva Gianluigi Salvador, sono i maledetti pannolini.
E infatti uno dei territori in cui si spinge di più per i pannolini lavabili è proprio nel territorio servito dal Priula.
Abbiamo tutte le conoscenze per vivere meglio inquinando meno.
Gli unici a non esserci ancora "arrivati", sono il 98% dei politici che quando arrivano ad avere certi ruoli, sembra che bipartisan abbiano tutti una propensione al mito prometeico come risolutivo di ogni questione.
Io non dimentico mai che sotto la spinta della locale Rete regionale rifiuti del Lazio, il quartiere di Colli aniene a Roma (Roma....) ha raggiunto il 63% di raccolta differenziata a due mesi dall'avvio.
Credo che a Genova sia dirimente come altrove la volontà politica, le dimensioni sono sempre relative se pensiamo che la gran parte del denaro viene elargita dai politici italici alla parte più onerosa e immotivata: l'incenerimento.
Molto interessante il post sul raffrescamento naturale.
Un cordiale saluto, Roberto Pirani
www.buonsenso.info
Prof.Valerio, proprio sabato si discuteva di tecnologie (non sono certo un esperto di tecnologie, di TMB è sempre bene parlare con persone come Ercolini, Caldiroli, Rosso etc), e alla fine si è giunti all'idea che la filera vada organizzata con una integrazione dei vari sistemi a freddo. Vedelago compreso.
Sotto una percentuale di organico Vedelago lavora ancora bene ottenendo una sabbiella che rispetta gli standard.
Il problema vero a quanto mi diceva Gianluigi Salvador, sono i maledetti pannolini.
E infatti uno dei territori in cui si spinge di più per i pannolini lavabili è proprio nel territorio servito dal Priula.
Abbiamo tutte le conoscenze per vivere meglio inquinando meno.
Gli unici a non esserci ancora "arrivati", sono il 98% dei politici che quando arrivano ad avere certi ruoli, sembra che bipartisan abbiano tutti una propensione al mito prometeico come risolutivo di ogni questione.
Io non dimentico mai che sotto la spinta della locale Rete regionale rifiuti del Lazio, il quartiere di Colli aniene a Roma (Roma....) ha raggiunto il 63% di raccolta differenziata a due mesi dall'avvio.
Credo che a Genova sia dirimente come altrove la volontà politica, le dimensioni sono sempre relative se pensiamo che la gran parte del denaro viene elargita dai politici italici alla parte più onerosa e immotivata: l'incenerimento.
Molto interessante il post sul raffrescamento naturale.
Un cordiale saluto, Roberto Pirani
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